Il governo ha posto la questione di fiducia
alla Camera sul decreto semplificazioni. A comunicarlo all’aula il
ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro. Il decreto, che ieri è stato esaminato in commissione attività produttive, ha già avuto il via libera del Senato
il 29 gennaio. Al momento dell’annuncio da parte del ministro è
scoppiata la bagarre in Aula, con la protesta delle opposizioni.
Dl Semplificazioni, governo mette la fiducia: bagarre in aula
C’è un filo rosso che lega tra loro le due notizie, apparentemente distanti, che hanno caratterizzato la giornata di ieri.
La prima è il forte richiamo del presidente Mattarella al
governo perché si schieri, sulla crisi venezuelana, al fianco dei suoi
alleati occidentali contro Maduro e a favore di Guaidó; la seconda
notizia è l’Europa che si dice pronta a chiedere all’Italia ingenti
danni economici se il governo, non rispettando i patti, bloccherà i
lavori della Tav.
Il filo che unisce le due notizie è che ci
stiamo infilando in un drammatico isolamento internazionale che ben
presto avrà pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana. Come se non
bastasse la recessione, ecco pure l’autarchia, cioè la convinzione di
bastare a se stessi sul modello Trump «prima l’America». Già, ma noi non
siamo gli Stati Uniti, potenza economica e militare tale da poter
mostrare i muscoli suscitando timore alle controparti. Noi siamo
l’Italia, che è altra cosa e avanti così saremo chiamati a donare l’oro
alla patria oggi diciamo patrimoniale – come fece Mussolini quando, nel
1935, ruppe con il consesso internazionale.
Il nuovo stadio della Roma ha avuto il via libera definitivo: lo ha annunciato Virginia Raggi durante la presentazione della relazione tecnica del Politecnico di Torino sull’impianto che dovrebbe essere costruito a Tor di Valle. “Lo stadio della Roma si fa e i proponenti se vogliono potranno aprire i cantieri già entro l’anno. Le modifiche richieste impatteranno in modo positivi sulla città” le parole del sindaco della Capitale.
Solo tre settimane fa, la Raggi aveva indicato ottimismo su Twitter,
oggi l’annuncio ufficiale: “Non ero obbligata a richiedere questo
parere del Politecnico, visto che la stessa procura aveva già detto che
non c’erano problemi sul progetto ma siamo rassicurati dal fatto che la
modifica richiesta rispetto al progetto iniziale vada ad impattare in
modo positivo su Roma. Questa opera rispetta tutti gli standard a livello ambientale”.
Il Consiglio dei ministri ha nominato Paolo Savona
alla presidenza della Consob. L’incarico è stato ratificato a Palazzo
Chigi dopo l’accordo tra Lega e Cinquestelle, annunciato da fonti del
Carroccio. Alla riunione dell’esecutivo c’era anche lo stesso Savona,
che lascia quindi il ministero degli Affari europei per guidare
l’Autorità di controllo della Borsa. La carica era vacante da metà
settembre: Mario Nava si dimise il 13 settembre.
Sta per cedere anche una roccaforte
leghista come Busto Arsizio: la giunta intende alzare l’addizionale
comunale dallo 0,4 allo 0,8 per mille.
Il sindaco si è scontrato con l’opposizione sostenendo che in
passato avessero proposto loro l’aumento del prelievo, ma una cosa è
certa: a rendere possibile il rialzo delle aliquote è stata la prima
legge di bilancio del governo gialloverde.
Non era sfuggito il
fatto che con la manovra approvata in extremis si fosse deciso di
togliere il blocco agli aumenti di Imu, Tasi e addizionali Irpef che
resisteva dal 2016. Uno studio di Moody’s ha valutato in due miliardi il
possibile aumento del gettito delle imposte locali a seguito del
«liberi tutti» voluto dal governo. L’agenzia stimava che «circa l’80%
degli enti locali in Italia potrebbe cogliere l’opportunità di aumentare
le tasse nel corso del 2019», considerando che, ad esempio, in oltre
metà dei Comuni italiani l’addizionale Irpef non è mai stata applicata. I
rincari potrebbero riguardare oltre 6.500 Comuni.
Le parole di Sergio Mattarella sul Venezuela hanno un obiettivo chiaro: riportare la politica estera italiana nell’alveo delle alleanze e occidentali; e far capire che il neutralismo, per usare un eufemismo, del Movimento Cinque Stelle,
diventa un aiuto oggettivo al regime di Nicolàs Maduro. In più,
mostrando un governo patologicamente diviso, isola il nostro Paese e
contribuisce a fornire un’immagine contraddittoria delle scelte
strategiche.
La Lega che attacca il regime venezuelano
e il M5S che di fatto lo difende rischiano di diventare l’emblema di
un’Italia con una bussola internazionale impazzita. Quando il presidente
della Repubblica invita a non avere incertezze o esitazioni «tra
volontà popolare e richiesta di autentica democrazia, e la violenza
della forza e la sofferenza della popolazione civile», compie una
scelta. E invita il governo M5S-Lega a fare lo stesso esprimendosi a
favore del presidente venezuelano ad interim Juan Guaidó, oppositore di
Maduro.
“Questa è la prima di circa 3 milioni di carte. Quella che vedete è la numero 1”. Così il vicepremier Luigi Di Maio ha presentato la card per il reddito di cittadinanza. “E’ come il primo decino di zio Paperone”. Il vicepremier ha anche presentato il sito internet dove si potrà, dal 6 marzo, inoltrare la domanda. Ad assistere alla presentazione il premier Giuseppe Conte, il ministro Bonafede e la sottosegretaria Castelli. Video di Cristina Pantaleoni
Marziani / “Le prime tessere del reddito di cittadinanza saranno distribuite ad aprile. Il Pin per utilizzarle verrà invece comunicato solo dopo il voto Europeo”
di LUCA BOTTURA
Luigi Di Maio ha presentato ieri alla stampa la social card di Tremonti, fresca del rebranding “Reddito di cittadinanza”, citando Einstein. Nel pomeriggio, la famiglia Einstein ha citato Di Maio. Per danni. *** Di Maio ha anche definito “come il decino di zio Paperone” la prima tessera del reddito, quella che ha illustrato insieme al facente funzioni del Presidente del Consiglio: Paolino Paperino. *** Dopo la citazione, la Disney ha chiamato per chiedere i diritti. Analoga richiesta è arrivata da Mel Brooks: la teca a siluro era identica a quella che conteneva i cervelli in Frankenstein Junior. Che peraltro risulta molto più compatto di questa maggioranza. *** Conte ha anche detto che questa riforma sarà studiata dagli altri. Con un esame autoptico. *** Inizialmente la teca del reddito era coperta da una specie di cappuccio bianco. Al termine della cerimonia, è stato restituito a Salvini ché aveva una cena con alcuni amici ariani. ***
MILANO – La platea dei
possibili beneficiari del reddito di cittadinanza potrebbe essere molto
inferiore alle stime iniziali del governo. È quanto emerge dai numeri
comunicati oggi in audizione dal presidente dell’Inps Tito Boeri e
dall’Istat. Secondo i calcoli dell’istituto di previdenza la misura
coinvolgerebbe “una platea di 1,2 milioni di nuclei e 2,4 milioni di
persone”. Numeri, per quanto riguarda i singoli, sensibilmente inferori
ai 5 milioni di cui ha parlato spesso Luigi Di Maio. Ancora oggi il
ministro, presentando la prima card, ha spiegato che le carte “verranno utilizzate da circa 5 milioni di italiani”. L’Istat, sempre in audizione,
ha parlato invece di 2,7 milioni di beneficiari. I numeri sui nuclei
sono invece in linea con quanto descritto nella dichiarazione tecnica
(1,24 milioni) per questa voce.
Reddito di cittadinanza, oltre la metà dei benificiari è single
Distribuzione delle risorse e dei beneficiari per tipo di nucleo
Conta ciò che ha detto. «O Costruiamo insieme
l’avvenire, o non ci sarà futuro». «È giunto il tempo in cui le
religioni si spendano con coraggio per aiutare la famiglia umana a
maturare la capacità di riconciliazione». Ma conta soprattutto dove lo
ha detto. Il contesto è decisivo per cogliere la portata delle parole di
Francesco, primo papa a camminare sul suolo del Golfo. Il Pontefice sta
visitando uno Stato confessionale islamico in cui i cristiani e le
altre minoranze religiose godono di relativa libertà, ma con dei limiti:
le attività religiose devono essere svolte tra le mura dei luoghi di
culto, e le chiese non possono avere campane o esibire la croce.
Ecco, il Papa è ospite d’onore degli emiri ad Abu Dhabi. E viene davvero onorato, con una sontuosa cerimonia dietro l’altra, tra aerei che volano con i colori del Vaticano, imponenti ma discrete misure di sicurezza, qualche drone che spunta qua e là. Una pulizia sulle strade che di più non si può , zero cartacce per terra. Ed efficienza in ogni tipo di servizio per il seguito vaticano. Tutto questo, tra lunghi – lunghissimi – suv neri, imponenti grattacieli e hotel extralusso. E il Pontefice riceve anche un riconoscimento, appena creato: il «Premio della Fratellanza Umana».