Archive for Febbraio 23rd, 2019

Renzi: “Non mollo, fiero dei miei genitori”. E il suo popolo gli chiede un nuovo partito

sabato, Febbraio 23rd, 2019

gabriele martini torino

Doveva essere la presentazione di un libro, è sembrata la prova generale del lancio di un nuovo partito. Matteo Renzi torna a Torino dopo che lunedì aveva cancellato all’ultimo la tappa del tour del volume «Un’altra strada». Sono passati solo quattro giorni, ma sufficienti a scuotere dalle fondamenta il mondo renziano.

È successo che a 450 chilometri dal Lingotto, in una villetta dall’intonaco rosa pallido di Rignano sull’Arno, ci sono due ingombranti genitori finiti ai domiciliari per un’oscura vicenda di cooperative fallite, contributi non pagati e fatturazioni sospette. La Procura ha chiesto e ottenuto gli arresti di babbo Tiziano e mamma Laura per il timore di inquinamento delle prove e reiterazione dei reati. «Provvedimento assurdo», tuonò a caldo l’ex premier. Che adesso prova a cavalcare la vicenda giudiziaria per tornare in campo con più forza: «Andremo a processo, non scappiamo come fa Salvini».

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Fitch: l’Italia rischia il voto anticipato. Possibile una manovra bis in estate

sabato, Febbraio 23rd, 2019

ilario lombardo, paolo mastrolilli

Fitch conferma il rating “BBB” per l’Italia, ma con un “outlook” negativo. L’agenzia di rating spiega questa decisione con i problemi legati «al livello ancora estremamente alto del debito statale, la protratta debolezza della qualità degli asset nel settore bancario, la tendenza molto bassa nella crescita del Pil, i rischi e l’incertezza che nascono dalla corrente dinamica politica, e quelli per le proiezioni sul debito pubblico». La nota di Fitch spiega che «la crescita del Pil è in stallo, in quanto l’incertezza politica e la debole domanda esterna hanno frenato gli investimenti, mentre la crescita dei consumi privati ha perso spinta». Quindi aggiunge: «Prevediamo una crescita del Pil dello 0,3% nel 2019, al ribasso dallo 0,8% del 2018, con la crescita degli investimenti in calo allo 0,4% dal 3,8% dell’anno scorso». Le cose cominceranno a migliorare solo nel 2020, con la crescita allo 0,6%. Il deficit salirà dall’1,9% previsto nel 2018 al 2,3% del 2019, arrivando al 2,7% il prossimo anno, anche a causa delle spese per il reddito di cittadinanza e le pensioni (0,5% del Pil).

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Davide Casaleggio: «I 5 stelle non saranno un partito. Il voto su Rousseau conterà sempre più»

sabato, Febbraio 23rd, 2019

di Emanuele Buzzi

Davide Casaleggio: «I 5 stelle non saranno un partito. Il voto su Rousseau conterà sempre più»



Il caso Diciotti, la riorganizzazione del Movimento, le Europee imminenti: Davide Casaleggio traccia il bilancio dopo una settimana complessa, travagliata per i Cinque Stelle, giorni in cui si è parlato di attriti tra i vertici e divisioni nel gruppo parlamentare. L’occasione è un convegno a Milano, al Corriere, per il lancio di TrovoLavoro.

«Il pranzo con Beppe Grillo e Luigi Di Maio? È andato bene — esordisce il presidente dell’Associazione Rousseau, respingendo l’idea di divergenze sul futuro dei Cinque Stelle —. Abbiamo parlato a tutto tondo del Movimento». Casaleggio non si vuole sbilanciare nel tracciare la struttura pentastellata che verrà. Di Maio ha un progetto preciso che, nelle intenzioni del capo politico, sarà presentato a breve. «Gli sviluppi verranno definiti, verranno discussi», dice Casaleggio che rifiuta l’idea di una lenta trasformazione dei Cinque Stelle in un partito. «No, non ci stiamo trasformando in un partito — obietta —. Questa è una semplificazione giornalistica che spesso abbiamo visto negli anni». E aggiunge: «È già accaduto quando abbiamo creato il Movimento nel 2009 e poi nel 2013 quando abbiamo partecipato alle Politiche abbiamo dovuto dotarci di uno statuto: il Movimento rimane sempre il Movimento».

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Sta per finire la stagione di Salvini il «temporeggiatore»

sabato, Febbraio 23rd, 2019

di Francesco Verderami

La regola, spiegata da Giorgetti ai leghisti di governo, è che «lo spread colpisce d’estate». Ma tra i ministri che lo stavano ad ascoltare c’era chi temeva che «i mercati possano farci una brutta sorpresa a maggio». Il mese delle Europee. Sarebbe drammatico se lo spread divenisse un fattore a ridosso delle urne che disegneranno la nuova mappa del potere a Roma e a Bruxelles: su quel voto Salvini sta costruendo il suo progetto, non può fallire. Raccontano che durante la discussione nessun esponente del Carroccio abbia usato accenti complottisti, semmai l’analisi teneva conto anche di altre discussioni. Come quella avvenuta a margine di un recente Consiglio dei ministri, quando un collega — appena rientrato da un colloquio «con gli americani» — ha spiegato che «loro sarebbero disposti ad aiutarci con gli investimenti. Ma se noi sul Venezuela ci schieriamo contro…».

È chiaro: le relazioni internazionali s’intrecciano alle questioni economiche, che a loro volta finiscono per incidere nelle faccende politiche domestiche. E nella Lega c’è la consapevolezza di quanto il governo sia debole e pericolosamente esposto sui tre fronti. La preoccupazione del sottosegretario alla Presidenza, che ha contezza di tutti i dossier a palazzo Chigi, va anche oltre: al timore per la finanza pubblica si aggiungono le perplessità su alcuni provvedimenti ancora da adottare e persino su altri già varati. Come certe norme contenute nel decreto «spazza-corrotti», per esempio, che a suo dire non vanno bene neppure ai magistrati.

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