Archive for Marzo, 2019

Migranti, nave Mare Jonio verso Lampedusa nonostante divieto Gdf, Guardia costiera autorizza punto di fonda

martedì, Marzo 19th, 2019

di GIORGIO RUTA (A BORDO DELLA NAVE MARE JONIO)

Momenti di grande tensione tra la nave Mare Ionio, battente bandiera italiana, del progetto Mediterranea, e la Guardia di Finanza. E alla fine, qualche minuto dopo le 7, la Guardia Costiera autorizza un punto di fonda e la nave si dirige a ridosso a di Lampedusa dove arriva circa alle 7.30. Il giornalista di Repubblica a bordo dell’imbarcazione conferma che la Gdf ha vietato via radio l’ingresso nelle acque territoriali, quindi la Mare Jonio avrebbe trasgredito. L’imbarcazione, scortata da due unità militari, si trova con una cinquantina di naufraghi (di cui uno in gravi condizioni) e dieci dell’equipaggio in balia del mare forza 7 a un’ora da Lampedusa, circa 10 miglia.

Il capitano della nave ha disobbedito a quest’ordine.

“Non ci fermiamo, siamo in pericolo di vita”. La Mare Jonio risponde all’alt della Guardia di Finanza

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Siria, l’annuncio dell’Isis: “Abbiamo ucciso un crociato italiano”. È Lorenzo Orsetti

lunedì, Marzo 18th, 2019

L’Isis ha annunciato di avere ucciso “un crociato italiano” nei combattimenti a Baghuz, l’ultima roccaforte degli estremisti nella parte orientale della Siria. Su Telegram, l’Isis ha pubblicato la tessera sanitaria e la carta di credito di Lorenzo Orsetti, 33 anni, fiorentino, nome di battaglia Tekoser. Il volontario italiano si trovava da un anno e mezzo nel nord-est del Paese, dove combatteva al fianco dei curdi dell’Ypg, le Unità di protezione del popolo, contro i jihadisti. “Mi ha telefonato il suo comandante curdo e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a tutti quelli del suo gruppo in un contrattacco dell’Isis stamani – ha confermato nel pomeriggio Alessandro Orsetti, il padre di Lorenzo – Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con una unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare – ha aggiunto – Li hanno uccisi tutti”.

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Toninelli, gaffe a Tg2 Motori: “Avanti con l’elettrico”. Ma ha appena comprato un suv da ecotassa

lunedì, Marzo 18th, 2019

Uno degli ultimi acquisti della famiglia Toninelli è stata una Jeep Compass a motorizzazione diesel. Lo ha ammesso lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ospite di Tg2 motori. Solo che si tratta di uno dei modelli per i quali il governo ha appena introdotto l’ecotassa contro l’inquinamento. Nel corso dell’intervista, l’esponente 5s aveva sbandierato la scelta del suo ministero di sostituire l’auto blu con una elettrica e indicato una serie di misure per agevolare l’uso delle vetture con alimentazione ecologica.

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Sparatoria a Utrecht Olanda, unità anti-terrorismo in azione: almeno un morto e diversi feriti

lunedì, Marzo 18th, 2019

Ci sarebbe almeno una vittima nella sparatoria avvenuta lunedì mattina, a bordo di un tram a Utrecht, in Olanda. Secondo quanto riporta il De Telegraaf un uomo avrebbe aperto il fuoco a bordo del mezzo pubblico in piazza 24 ottobre: diversi i feriti. Le immagini diffuse sui social mostrano il mezzo fermo al centro di un incrocio nella piazza, circondato da diversi mezzi di emergenza. Sul posto sono intervenute unità antiterrorismo ed elicotteri per i soccorsi: questi ultimi sono stati complicati dal fatto che era in corso uno sciopero delle forze di polizia in tutta l’Olanda. L’aggressore è ancora in fuga.

Secondo alcuni testimoni al quotidiano Algemeen Dagblad ad aprire il fuoco potrebbero invece essere state «diverse persone che si sarebbero poi date alla fuga». Un giornalista dell’agenzia di stampa olandese Anp — arrivato sul posto — ha detto di aver visto una vittima a terra, coperta da un lenzuolo sulle rotaie tra due tram. La polizia olandese, che indaga sulla sparatoria di piazza 24 Ottobre a Utrecht, «prende in considerazione un possibile movente terroristico». Il primo ministro Mark Rutte ha parlato di una situazione «preoccupante» e ha riunito l’unità di crisi.

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Se vivete bene ringraziate le generazioni che accusate

lunedì, Marzo 18th, 2019

Alessandro Sallusti

Dovrei sentirmi in colpa. Un milione di ragazzi si è mobilitato in tutto il mondo per dire che noi, generazione oggi classe dirigente, siamo degli incoscienti, se non mascalzoni, perché stiamo portando il pianeta alla rovina ambientale.

Ci lanciano ultimatum, minacciano di mettere all’indice i loro padri e i loro nonni per crimini contro l’umanità.

Cari ragazzi, alla vostra età tutto è permesso, anche mentire e offendere. Però sappiate che basterebbe studiare un po’ la storia per giungere alla conclusione opposta alla vostra, cioè che la mia generazione e quella dei nostri padri il mondo non lo ha distrutto, ma salvato, e non parlo ovviamente di me. Chi è venuto immediatamente prima di voi ha dovuto fare i conti, fra l’altro, con la cenere umana dei forni crematori di Auschwitz e quella disseminata nelle strade di Hiroshima, problemi un po’ più drammatici delle bottigliette di plastica negli oceani per le quali tanto vi scaldate. Diciamo che, almeno fino ad ora, siamo stati bravi e abbiamo garantito – prima volta nella storia dell’umanità – settant’anni di pace tra le potenze e superpotenze del mondo.

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Sondaggi, 34.4% impennata Lega, crollo Di Maio

lunedì, Marzo 18th, 2019

Giuseppe D. Vernaleone

Tra sondaggi pubblici e sondaggi privati, è guerra tra i partiti in vista delle elezioni europee.

Per Demos continua l’ascesa della Lega ma per l’Istituto della Ghisleri i primi segnali di calo secondo quanto raccontato dall’ex senatore Minzolini. Mentre un mese fa era attestato addirittura intorno al 35% ora sarebbe tra il 32 ed il 33 così come la popolarità di Salvini che, per la prima volta, sarebbe sotto il 50 con un gradimento del 48%. Non andrebbero meglio le cose per l’esecutivo nazionale apprezzato dal 38% degli italiani ed un -2% rispetto a sette giorni fa così come per il Premier che scende dal 45 al 40% e Di Maio tra il 27 ed il 28%.

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In Cina sono sicuri: “L’accordo con l’Italia è stato già chiuso”

lunedì, Marzo 18th, 2019

Pasquale Napolitano

A poche ore dall’arrivo in Italia del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, le posizioni di Lega e M5s sull’intesa per la Via della Seta restano distanti.

Ieri il viceministro ai Trasporti leghista Edoardo Rixi, in un’intervista a Repubblica, ha fissato i paletti per un accordo: «Si può pensare con un accordo politico di vincolare dei porti a terminali di progetti fra Stati? Io dico proprio di no, perché poi è sempre il mercato a decidere. Voler procedere in modo diverso sarebbe una forzatura e finiremmo per irritare gli americani. Cerchiamo invece di costruire infrastrutture efficienti nel nostro Paese, consentendo così alla merce che arriva nei nostri porti di correre su tutte le reti europee. Genova può servire benissimo il Nord Europa, Trieste l’Est Europeo, fino ai Balcani e all’Ungheria». Il vicepremier dei Cinque stelle Luigi di Maio spinge, invece, per la firma, senza condizioni, del memorandum of understanding, l’intesa che dovrebbe essere sottoscritta la prossima settimana per far entrare ufficialmente l’Italia nel mastodontico progetto della Via della Seta cinese. Una spaccatura che per ora genera solo perplessità a Pechino. Ma il governo cinese considera l’accordo ormai incassato: «Ad oggi, in Cina non arrivano segnali che vanno in questa direzione. Al netto dello scontro politico, ma l’Italia è questa da 20 anni, non ci sono ragioni tali da mettere in discussione l’accordo Italia-Cina. E al momento non c’è alcun rischio di una cancellazione del viaggio in Italia di Xi Jinping» – spiega a Il Giornale Francesco Sisci (nel tondo), esperto sinologo.

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Alitalia resta sul groppone dello Stato. Delta verso ingresso con solo il 10%

lunedì, Marzo 18th, 2019

Delta Airlines c’è, senza troppa convinzione. La compagnia americana, scrive il Messaggero, sale a bordo della nuova Alitalia con una quota iniziale minima, il 10%, pari a quella detenuta in Air France Klm. Dopo un negoziato estenuante ad Atlanta, arriva il sì di Delta, che mette un piede dentro il vettore italiano, con l’impegno a raddoppiare la quota in 4 anni, se saranno centrati gli obiettivi. Un tipo di operazione che Delta ha già realizzato con Aeromexico, dove entrò con il 19% e dopo quattro anni salì al 49%.

Nel piano non c’è Easyjet ed è difficile che la low cost possa rientrare. Tutto il resto della torta Alitalia, è in mano pubblica. La partecipazione bassa di Delta comporta un maggior impegno delle Ferrovie dello Stato, che dovranno rilevare una quota pari al 40%, rispetto all’originario 30%. Il via libera di Delta è però una delle condizioni principali poste dal Cda di Fs per portare a termine l’acquisizione, la presenza di un partner industriale.

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Il Pd del mite Zinga

lunedì, Marzo 18th, 2019

Con quell’aria un po’ così, da figlio del partito in camicia azzurra e cravatta, così refrattario alla cultura dell’immagine da permettersi il lusso novecentesco di sudare, proprio come una volta, il mite Zinga una svolta l’ha impressa, nel suo grande giorno. E anche piuttosto radicale nelle parole e nei simboli. Svolta segnata, innanzitutto e di questi tempi non è poco, da un grande recupero del principio di realtà, con qualche accenno di autocritica, grande tabù violato in un partito che, fino a poco tempo fa, la considerava un’attività da comunisti, preferendo suonare la grancassa al leader. E chiamando modernità ciò che negava la storia della sinistra, in un eterno presente senza memoria.

Ecco invece il figlio di un partito dove si analizzava per ore anche la vittoria degli universitari alla Sapienza – figuriamoci la più grande sconfitta della storia della sinistra – che annuncia, nel suo primo discorso, il suo “cambiamo tutto”, anche lo statuto del partito per aprirlo alla società e sottrarlo al dominio delle filiere di potere, spalancando porte e finestre. E che va al dunque, alla cruda realtà delle ragioni per cui questo cambiamento è necessario: “Anche noi, dalla cima di questa montagna di frasi fatte, di intenti roboanti, di schemi politici, abbiamo perso di vista la quotidianità della vita”. Non è poco, è una critica a ciò che è stato, accompagnata da un recupero identitario, per cui il passato – grande bersaglio della cultura della rottamazione – torna ad essere, nelle citazioni di Gramsci o Moro o nella fotografia a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza, non un luogo da abitare nostalgicamente ma un campo di costruzione di senso.

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Caso Scala, Fontana contro Pereira per l’acconto preso dai Sauditi: “E’ da licenziamento”

lunedì, Marzo 18th, 2019

di ANDREA MONTANARI

Il comportamento del sovrintendente della Scala Alexander Pereira, che avrebbe accettato fondi sauditi (3 milioni, oltre a 100mila euro per l’Accademia) prima che il cda si riunisse “provocherebbe il suo licenziamento, in qualunque cda, a qualsiasi latitudine”: parole nette quelle del presidente della Lombardia Attilio Fontana nei confronti del sovrintendente, per la vicenda sempre più intricata del finanziamento offerto alla Scala dall’Arabia Saudita (15 milioni in cinque anni) che, però, non piace a diversi componenti del board del Piermarini. Sulla questione interviene anche il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli: sulla vicenda dei fondi sauditi alla Scala, dice, “è in atto una verifica di alcuni aspetti: domani se ne parlerà in cda: aspettiamo di sapere cosa ci racconterà il consiglio di amministrazione”.

“Il signor Alexander Pereira – ha detto il governatore in un comunicato – non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di 3 milioni da lui ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta, e quasi involontariamente (“…forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!”), durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell’8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l’irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto della principale istituzione musicale del Paese e per tenere fede alla consegna del silenzio fino alla seduta del cda scaligero”.

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