Archive for Marzo, 2019

Giovani senza potere

domenica, Marzo 17th, 2019

di Ferruccio de Bortoli

La manifestazione di venerdì a Torino (Ansa)

Abbiamo tutti negli occhi i volti dei ragazzi che venerdì scorso hanno manifestato per difendere l’ambiente nel quale viviamo. Alcune delle risposte alle loro giuste preoccupazioni non potranno che venire dall’Europa. Nessuno si illude che un Paese possa fare da solo in una materia, il clima, così drammaticamente complessa. A fine maggio si andrà al voto in 27 nazioni europee. Forse anche nel Regno Unito ma è un’altra storia. La Brexit, ricordiamo, è stata più una scelta degli anziani. Mentre cartelli e striscioni vengono riposti, la domanda che tutti dovremmo porci — se avessimo un po’ più di rispetto per le prossime generazioni — è una sola. Quanto giovane sarà il nostro voto europeo? Le istanze di quei meravigliosi ragazzi saranno ascoltate e, soprattutto, rappresentate? L’età minima per votare è 18 anni in quasi tutti i membri dell’Ue, Italia compresa.

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Fico ora fa mea culpa per l’M5s “Sul Tap abbiamo sbagliato…”

sabato, Marzo 16th, 2019

Luca Romano

Roberto Fico fa mea culpa. Il presidente della Camera chiede scusa agli elettori M5s per le promesse non rispettate da parte dei grillini proprio sul fronte ambientalista.

Il sì al Tap di fatto ha creato non pochi problemi ai pentastellati e così in un’intervista a Repubblica, il presidente della Camera afferma: “Sull’Ilva – dice – abbiamo ottenuto prescrizioni ambientali molto stringenti. Su Tap era tardi per intervenire e per questo mi sono sentito già in passato di chiedere scusa. Poi è chiaro che per fare a meno del gas serve una transizione energetica, un maggiore investimento nelle rinnovabili. Nelle città bisogna dismettere il parco macchine inquinanti. Il piano energetico nazionale – cui ho lavorato nella scorsa legislatura – è fondamentale”. Poi parla delle divergenze tra il Movimento e la Lega: “Sono forze totalmente diverse e partono da presupposti diversi. Sono stato partecipe di uno scontro sull’inceneritore di Acerra e sono convinto che rispetto ai rifiuti non servano inceneritori, ma riduzione a monte, raccolta differenziata impianti di compostaggio, trattamento meccanico manuale. A quel punto da eliminare rimane ben poco. Perchè quel che si brucia finisce in ceneri tossiche e diossina. La questione ambientale è fondamentale e ineludibile. È sopravvivenza: alla fine la natura ci chiederà il conto”.

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Dietro a Greta un esperto di comunicazione

sabato, Marzo 16th, 2019

Giovane, giovanissima. Battagliera, di più, guerriera. Greta Thunberg, 16 anni, svedese, non è ancora maggiorenne ed è già stata proposta per il premio Nobel.

Ma davvero è tutta farina del suo sacco la battaglia per il clima? Secondo il giornalista d’inchiesta svedese Andreas Henriksson dietro a Greta c’è un esperto di pubbliche relazioni, Ingmar Rentzhog, fondatore della start up We Don’t Have Time, che ha lo scopo di «creare una piattaforma sociale sulla più grande sfida dei nostri tempi: il clima».

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Furbata sulle pensioni Il taglio degli assegni solo dopo le Europee

sabato, Marzo 16th, 2019

Antonio Signorini

Il taglio delle pensioni arriverà dopo le elezioni anche se l’Inps sarebbe stata pronta da aprile.

Quota 100, invece, partirà da aprile mentre l’Istituto di previdenza avrebbe avuto bisogno di uno o due mesi in più. Il calendario della politica si incrocia con le scadenze della previdenza. «Altre due elezioni e avremo un welfare da Svezia anni Settanta», ironizzava ieri un sindacalista.

Il fatto è che il governo ha fretta di fare arrivare agli italiani i primi assegni della legge di Bilancio. E ieri, proprio per preparare lo sprint finale, sono state decise le nomine dell’Inps. La crisi di vertice dell’istituto, il più importante ente economico del Paese che eroga ogni anno 200 miliardi di prestazioni previdenziali, si è chiusa con un finale lampo. Il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno firmato il decreto che indica Pasquale Tridico commissario e Adriano Morrone sub-commissario.

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Sblocca cantieri: la Piazza si muove, il palazzo è fermo

sabato, Marzo 16th, 2019

By Pietro Salvatori

Si svolge tutto a poche centinaia di metri. Piazza del Popolo e palazzo Chigi. In un venerdì romano assolato si decidono qui, tra rivendicazioni e decisioni, le sorti di un settore in crisi – quello dell’edilizia – che negli ultimi dieci anni ha perso 600mila posti di lavoro e ha visto 120mila imprese, piccole e grandi, costrette ad abbassare le saracinesche. La distanza fisica è minima, ma quella politica è ancora ampia. La convergenza per arrivare quantomeno a un tentativo di soluzione, che passa dal decreto sblocca-cantieri a cui sta lavorando al governo, non c’è. Perché la piazza si muove, chiede lavoro, vuole la Tav e l’avvio dei cantieri, piccoli o grandi che siano. Il Palazzo, invece, vacilla e non riesce ancora a trovare la quadra su un provvedimento che registra forte divisioni tra Lega e 5 stelle.

La dicotomia che caratterizza queste dinamiche passa per due atmosfere a oggi inconciliabili. Da una parte ci sono gli slogan e gli striscioni che animano la piazza di Cgil, Cisl e Uil, dove la base è calda e soffre per lo stallo nei cantieri. Significa braccia incrociate, posti in fumo. Sono circa 20mila, secondo gli organizzatori, e si fanno sentire. Ci sono i lavoratori della Torino-Lione, ma anche quelli del Terzo valico e delle autostrade. Non è solo una piazza di categoria. E’ la prima piazza significativa che protesta contro il governo. E’ una piazza ampia, anche politica, perché si sono affacciati il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti, così come hanno fatto capolino gli amministratori locali che credono nelle infrastrutture come Sergio Chiamparino, governatore del Piemonte. E poi c’è il pezzo della sinistra che crede nel rapporto con la Cgil: c’erano Pierluigi Bersani, Arturo Scotto, Cesare Damiano. Da quella piazza è arrivato un messaggio chiaro: le risorse ci sono, ma non vengono spese e questo – per usare le parole del segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo – è “criminale”.

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Rischio emulazione in Italia

sabato, Marzo 16th, 2019

C’è il rischio che l’attentato in Nuova Zelanda possa innescare gesti di “emulazione” da parte di fanatici dell’ultradestra o di “ritorsione” da parte di estremisti di matrice islamica nei confronti dei cristiani. La strage nelle moschee a Christchurch fa salire nuovamente il livello d’allerta nel nostro paese, anche se non ci sono ad oggi segnali concreti di possibili azioni.

Per sollecitare le forze di polizia sul territorio a tenere alta la guardia e rimodulare le misure già in atto, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha inviato una Circolare riservata a prefetture e questure, una scelta che va di pari passo con quella di altri paesi europei, primo tra tutti la Francia. “Non potendosi escludere che tale gesto possa determinare azioni di carattere emulativo ovvero ritorsivo”, il Dipartimento chiede di porre la massima attenzione sui luoghi di culto – dunque moschee, sinagoghe, chiese e centri culturali e religiosi – e invita i presidi sul territorio ad attivare ogni fonte investigativa “al fine di raccogliere ogni informazione circa l’eventuale pianificazione delittuosa”. “Bisogna tenere sempre gli occhi ben aperti e stiamo verificando che non ci siano volontà di ritorsioni, magari da parte di cani sciolti in Italia” ha confermato il ministro dell’Interno Matteo Salvini sottolineando comunque che il nostro paese “è ben presidiato”.

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M5S, i soldi dei tagli degli stipendi ad un comitato. Il conto corrente intestato a Di Maio e capigruppo

sabato, Marzo 16th, 2019

ROMA – Il Movimento Cinque Stelle mette in piedi un “Comitato per i rimborsi e le restituzioni dei portavoce”. Uno strumento nuovo che i due capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva definiscono sul blog a Cinque stelle un modo per poter “verificare puntualmente i versamenti fatti per evitare il ripetersi di situazioni spiacevoli come quelle scoperte dalle Iene poco più di un anno fa”.

I grillini, infatti, fin dal primo giorno che hanno messo piede in Parlamento sono alle prese con scontrini e fatture, “evasori” e “smemorati” che cercano di tenersi tutto lo stipendio.mentre il mantra è “noi ci tagliamo lo stipendio” e lo restituiamo. Una propaganda “sporcata” da chi non versa. Ultima, ma non ultima, Giulia Sarti al centro di feroci polemiche in questi giorni. 

L’attività dei grillini è sfociata periodicamente in una manifestazione pubblica con un grande striscione a forma di assegno con bene in vista il denaro restituito. Soldi che sono finiti nel grande calderone di un fondo del ministero dell’Economia che finanzia le piccole e medie imprese. Ma la “riforma” pensata ai piani alti del Movimento cancellerà proprio questo happening periodico. I due capigruppo annunciano infatti che “per poter diversificare le nostre azioni in maniera efficace abbiamo deciso di avere un unico ‘contenitore’ degli extrastipendi (un conto intermedio), ma soprattutto vogliamo coinvolgere i nostri iscritti in queste decisioni. Anziché un’unica restituzione per un’unica iniziativa, potremo destinare i soldi restituiti ai cittadini a più iniziative sui territori e nelle regioni che decideranno gli iscritti! Ed è per questo che i prossimi destinatari saranno decisi attraverso la piattaforma Rousseau con un voto online”.

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Usa, Apple perde contro Qualcomm: pagherà 31 milioni

sabato, Marzo 16th, 2019

Il produttore statunitense di componenti per smartphone Qualcomm ha vinto una lunga battaglia legale contro Apple, accusata di aver violato un brevetto. Un tribunale federale della California gli ha dato ragione e ora la Mela dovrà risarcirlo con 31 milioni di dollari. I componenti utilizzati contestati sono quelli su iPhone 7, 8 e X. Questo giudizio “è l’ultima vittoria nella nostra disputa legale mondiale per riconoscere che Apple sta usando le nostre tecnologie senza pagare”, ha detto Qualcomm in una nota.

In questo caso, le tecnologie in questione sono quelle che consentono a uno smartphone di connettersi rapidamente a Internet non appena viene acceso o che consentono alle applicazioni di elaborare i dati in modo più efficiente.

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Amianto sul ponte Morandi: «La demolizione in ritardo di un anno»

sabato, Marzo 16th, 2019

Marco Imarisio, inviato a Genova

I lavori di demolizione del ponte Morandi a Genova (Ansa)

GENOVA– Anche la linea dell’orizzonte può essere un’illusione. Quella che ha sullo sfondo il ponte Morandi è ormai cambiata da quel maledetto 14 agosto. Proprio ieri è stato tirato giù un tratto rettilineo lungo 36 metri e pesante 916 tonnellate. C’è più cielo tra un moncone e l’altro, segno che i lavori di demolizione, propedeutici alla ricostruzione, sono cominciati, e avanzano. Era importante partire, e ancora più importante che si vedesse, ripete sempre Marco Bucci, il sindaco-commissario del governo per il nuovo viadotto.

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Quei limiti invalicabili

sabato, Marzo 16th, 2019

di Antonio Polito

La polizia sul luogo della strage a Christchurch (Epa)

La polizia sul luogo della strage a Christchurch (Epa)

Quando Bin Laden rase al suolo le Twin Towers di New York, Ferruccio de Bortoli, allora direttore del Corriere, scrisse un fondo intitolato «Siamo tutti americani», che rappresentò alla perfezione il sentimento della grande maggioranza degli italiani. Mi sono chiesto se avrei potuto cominciare questo pezzo con la frase «siamo tutti musulmani». Se cioè schierarsi, oggi come allora, dalla parte delle vittime, avrebbe ugualmente interpretato un sentire unanime. Temo di no. Da quel terribile settembre di 18 anni fa infatti, lo scontro di civiltà, per quanto esorcizzato da intellettuali illuminati e autorità religiose, ci è purtroppo entrato nella testa. Una coppia concettuale si è radicata nei nostri cervelli: noi e loro. Noi europei e loro migranti. Noi americani bianchi e loro americani neri. Noi cristiani e loro musulmani. È in questa rappresentazione collettiva, che si è fatta spazio anche nell’intelletto dei migliori di noi, di persone peraltro gentili, razionali, moderate, che si deve cercare l’uovo del serpente.

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