Archive for Marzo, 2019

Economia circolare: unica salvezza della Terra

lunedì, Marzo 11th, 2019

di Milena Gabanelli e Francesca Gambarini

Ogni anno l’economia mondiale consuma quasi 93 miliardi di tonnellate di materie prime tra minerali, combustibili fossili, metalli e biomassa. Di queste, solo il 9% sono riutilizzate. Il consumo di risorse è triplicato dal 1970 e potrebbe raddoppiare entro il 2050. Secondo il Global Footprint Network, per mantenere l’attuale stile di produzione e di vita, un solo Pianeta non è ci basta, ne servirebbe 1,7, ovvero un’ altra Terra. Nel 2018, il giorno in cui abbiamo consumato tutte le risorse naturali che il Pianeta è in grado di rigenerare in un anno, è caduto il primo agosto: mai così presto. È come finire lo stipendio al 20 del mese, ma nessuno ti fa credito per gli altri 10 giorni. E i mutamenti climatici sono legati anche all’utilizzo di materie prime. Il 62% delle emissioni di gas serra (escluse quelle provocate dal consumo del suolo) avviene durante il processo di estrazione e lavorazione delle materie prime, mentre solo il 38% in fase di consegna o utilizzo dei prodotti. Che succederà fra 30 anni, quando saremo 9 miliardi di persone e il riscaldamento globale più su di un altro grado e mezzo?

Quanto si può crescere cambiando modello di sviluppo

Onu, Ocse e governi sono d’accordo: l’unica alternativa per salvare il pianeta è l’economia circolare. A Davos, a gennaio, ne è stato stimato il valore potenziale: 3.000 miliardi di dollari nel mondo; 88 miliardi solo in Italia, con un bacino di 575 mila occupati, secondo l’ultimo bilancio del Conai, il Consorzio nazionale degli imballaggi. Vuol dire che si può crescere cambiando modello di sviluppo.

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Sblocca cantieri e voto in Aula Lega in pressing sulle opere

domenica, Marzo 10th, 2019

Chiara Sarra

Nonostante la lettera di Giuseppe Conte che – di fatto – farà partire domani le attività preliminari per i bandi – la questione Tav continua a farla da padrone nelle dinamiche del governo.

“C’è un contratto di governo che parla chiaramente”, taglia corto Luigi Di Maio che chiede di smetterla con il “folklore, con chi ha vinto e con chi ha perso” e cerca di focalizzare l’attenzione su altro. Il tema è solo rimandato. E lo ammette lo stesso vicepremier grillino: “Tutto ciò che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi lo affronteremo”.

Intanto dalla Lega parte il pressing sulle infrastrutture. Prima con Giancarlo Giorgetti che, ospite di In 1/2 ora in più” su Rai 3, ha rilanciato il tema di un voto sull’opera per dirimere la questione. “Per fermare la Tav serve una ratifica da parte del Parlamento, non la decide né il governo né il presidente del Consiglio”, ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, “La Tav risponde a una esigenza complessiva. Questo paese deve crescere e deve avere la possibilità di essere moderno. Spero che nei prossimi giorni con il decreto legge sblocca cantieri si possa dare il segno che l’Italia si rimette in corsa. Io ho ammirazione per gli svizzeri che questi problemi li hanno risolti in passato con un referendum”.

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Di Maio: “Questo governo durerà altri quattro anni” | “Con Cina accordi commerciali, no legittimazione politica”

domenica, Marzo 10th, 2019

“Questo è un governo che durerà altri quattro anni. Abbiamo portato a casa delle battaglie nel primo anno, ma dobbiamo ragionare a trent’anni. Si dovrà dire che quel processo lo ha avviato il M5s al governo”. Così Luigi Di Maio, intervenendo al Villaggio Rousseau organizzato dalla Associazione Casaleggio a Milano.

“Si vuole terrorizzare il Paese, ma non ci fermerà nessuno” – “Ogni giorno  – ha quindi proseguito Di Maio – avete una notizia che non dovrebbe farvi stare tranquilli: ad esempio sul dl dignità che doveva far perdere posti di lavoro. Ma siccome non funziona più terrorizzare sui provvedimenti, allora adesso tutti i giorni si alimenta un senso di instabilità, a volte alimentato anche da esponenti del governo. Ma il M5s vuole tranquillizzare, chi dice ‘vediamo chi va fino in fondo’, ‘chi ha la testa più dura’, è folklore. Senza creare shock, tranquillizzando il Paese, vedrete che non ci fermerà nessuno”.

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Etiopia, precipita aereo diretto a Nairobi con 157 persone a bordo

domenica, Marzo 10th, 2019

Un Boeing 737 della Ethiopian Airlines è precipitato questa mattina mentre era in volo fra Addis Abeba e Nairobi: a bordo, secondo quanto riferito dalla compagnia etiope, c’erano 149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio.

Secondo le prime valutazioni della compagnia aerea, il Boeing sarebbe precipitato vicino Bishoftu, nella regione di Debre Zeit, a circa 62 chilometri a Sud-Est di Addis. L’aereo era decollato alle 8,38 e i contatti radio si sono interrotti alle 8.44 locali, 6 minuti dopo il decollo. L’Ethiopian precisa che a bordo c’erano passeggeri di 33 nazionalità, e che al momento si ritiene che nessuno possa essersi salvato.


Il volo ET302 era uno dei numerosi collegamenti quotidiani fra la capitale etiopica e quella del Kenya, Nairobi. La notizia del disastro è stata confermata ufficialmente dall’ufficio del primo ministro etiope Abiy Ahmed, che ha espresso “a nome del governo e del popolo etiope le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i loro cari”. Al momento la causa dell’incidente non è ancora chiara.



L’Ethiopian Airlines è conosciuta per essere una delle migliori compagnie africane, con piloti di altissimo livello professionale e una flotta di aerei moderni e costantemente manutenuti. Il Boeing 737-8 MAX che è precipitato oggi è un aereo simile a quello della compagnia indonesiana “Lion Air” precipitato in mare lo scorso ottobre, 13 minuti dopo il decollo da Giacarta, facendo 189 morti. Nel 2018 l’Ethiopian ha trasportato 10,6 milioni di passeggeri e il suo ultimo incidente di rilievo è stato quello del Boeing 737-800 precipitato nel 2010 al decollo da Beirut. L’ufficio del primo ministro ha anche confermato che sono state inviate squadre di soccorso nella zona ed è stata aperta un’inchiesta. A Roma il ministero degli Esteri è in contatto con l’Ambasciata d’Italia ad Addisa Abeba: la tratta Addis-Nairobi è utilizzata spesso da cittadini italiani, anche da turisti che in questo modo raggiungono il Kenya dall’Italia con uno stop in Etiopia.

REP.IT

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L’imbuto che fermerà i grillini

domenica, Marzo 10th, 2019

Augusto Minzolini

La storia potrebbe intitolarsi: «Contorsionismi 5 stelle per uscire dal tunnel». In realtà è la sceneggiatura di una serie di gag da avanspettacolo a cui ha assistito in questi giorni un impresario quasi annoiato, Matteo Salvini, il quale ha in mente un unico epilogo: la Tav si deve fare.

Pena lo scioglimento della compagnia di teatro, cioè il governo gialloverde. Si è partiti con il premier Giuseppe Conte che, per solidarietà verso il vice Giggino Di Maio, si è sbilanciato per il no alla Tav, portando tra gli argomenti convincenti anche la previsione che tra qualche decennio i Tir viaggeranno senza guidatore. Se avesse aggiunto anche il «teletrasporto», qualcuno avrebbe potuto pensare che Palazzo Chigi, nell’epoca grillina, si fosse trasformato nella nave spaziale di Star Trek.

Poi, lo stesso giorno, nell’happening dei gruppi parlamentari, lo stato maggiore grillino, all’insegna della fantasia al potere, si è inventato di tutto pur di sbarrare la strada all’odiata Tav. Il più pratico è stato Alberto Airola: ha tirato fuori che Spagna e Portogallo avrebbero preso dei finanziamenti dalla Ue per un tratto di Alta velocità che avrebbe dovuto collegare i due Paesi; poi, ci avrebbero ripensato non ridando un euro a Bruxelles. «È un’opzione ha assicurato il sottosegretario all’economia 5 stelle, Alessio Villarosa che stiamo prendendo in considerazione». Insomma, siamo arrivati a progettare il «furto con scasso».

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Una barriera corallina al largo della Puglia: il video della scoperta

domenica, Marzo 10th, 2019

Ma l’ipotesi degli studiosi è che il fronte della barriera possa estendersi anche ben oltre, seppure non in modo uniforme: in direzione del capoluogo pugliese, da un lato, e fino a Otranto, dall’altro. “È la prima volta che nel Mediterraneo scopre una barriera così, con caratteristiche molto simili a quelle di memoria equatoriale” spiegano dall’Ateneo barese

https://www.lastampa.it/2019/03/08/societa/l-apos-unica-nel-mediterraneo-y6JZLpQdSUS12LjFyk0HjP/pagina.html

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Il sondaggio che fa tremare Di Maio: “Cinque Stelle favorevoli alla mini Tav”

domenica, Marzo 10th, 2019

ILARIO LOMBARDO

C’è un sondaggio che svela il vero motivo per il quale Matteo Salvini ancora fino a oggi ha detto di voler risolvere la disputa sulla Tav con un referendum. Perché quando questa storia dei bandi, che partono sotto un nome diverso, finirà, bisognerà comunque decidere se l’Alta velocità si farà o meno. È un sondaggio Swg che certifica un risultato inatteso: che la maggioranza degli elettori M5S a Nord Ovest è favorevole alla mini Tav, l’ipotesi low cost caldeggiata dalla Lega. Esattamente il 35 per cento del Movimento è per il Sì e il 34 per cento è contrario. Una differenza risicata che conferma la distanza tra i militanti storici grillini, super-contrari, e l’intero elettorato dei 5 Stelle, e che spiega i timori che hanno immobilizzato Luigi Di Maio per settimane, prima dell’improvvisa svolta contro i bandi finita in un ritocco semantico e giuridico. Perché comunque intanto partiranno le manifestazioni di interesse, poi per le gare si vedrà. Come previsto dalle procedure e come la società incaricata di realizzare la Torino-Lione, la Telt, aveva già fatto sapere.

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L’ombra della Cina sui porti di Genova e Trieste

domenica, Marzo 10th, 2019

L’ombra del Dragone si allunga sui porti di Genova e Trieste. Il Governo sta lavorando da diverse settimane al Memorandum d’intesa sull’adesione alla nuova Via della Seta, l’iniziativa strategica cinese per lo sviluppo di nuovi canali commerciali nel continente eurasiatico che fa gola all’Italia ma indispettisce gli alleati occidentali. L’obiettivo dell’esecutivo gialloverde è di arrivare pronti per la firma il 21 marzo, quando il presidente cinese Xi Jinping sarà a Roma. I rapporti Italia e Cina si sono fatti sempre più intensi negli ultimi mesi. Non è un caso quindi che venerdì i rappresentanti del porto di Quingdao hanno visitato per la prima volta gli scali di Genova e di Vado ligure, in cui sono partner dell’operazione di costruzione della piattaforma contenitori, in quanto azionisti al 9% della società Apm terminal Vado ligure. Il chairman della Qingdao Port Group, Li Fengli, e il suo staff hanno effettuato un sopralluogo al Reefer terminal, dove hanno visitato magazzini e banchine e a seguire proprio il cantiere della piattaforma contenitori di Vado ligure che sarà operativa da fine 2019 e dove sono già state installate quattro nuove gru Armg e una Ship to shore fornite dall’azienda cinese Zpmc.

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Perché il richiamo Usa all’Italia sulla Cina deve preoccupare

domenica, Marzo 10th, 2019

(A cura di Francesco Bechis per Formiche.net)

Prima i flirt con Huawei, ora la tentazione Obor (One Belt One Road). L’Italia gialloverde si fa sempre più vicina alla Cina di Xi Jinping, pronto a far la sua prima visita ufficiale a Roma il prossimo 22 marzo. Quelle che sembravano piccole scosse di assestamento assumono man mano la forma di grandi movimenti tellurici. Non piace agli Stati Uniti questo sguardo rivolto ad Est di uno dei loro principali alleati. Tanto più nel bel mezzo di uno scontro diplomatico (e non solo, viste le tensioni continue fra navi militari nel Mar cinese meridionale) che vede Washington e Pechino impegnati in quella che schiere di storici e politologi non esitano a definire una Guerra Fredda 2.0. Così i moniti da una parte all’altra dell’Atlantico vanno moltiplicandosi, e trovano alterna fortuna dentro al governo italiano, con i leghisti più sensibili alle richieste americane e i Cinque Stelle convinti a tenere la barra dritta all’insegna dell’ Italy first. “Tutto ha un prezzo”. Kelsey Broderick, fellow dell’Eurasia Group fondato da Ian Bremmer ed esperta di Cina, spiega da Washington ai microfoni di Formiche.net che la pazienza dei nostri alleati ha un limite. “Non penso che la Casa Bianca possa spingersi al punto di punire l’Italia per la sua cooperazione con i cinesi, ma sicuramente la pressione non diminuirà e l’indifferenza del governo italiano ai richiami americani può costituire un punto di svolta in negativo nei rapporti bilaterali”.

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Una toppa sul buco Tav

domenica, Marzo 10th, 2019

I “bandi” Tav diventano “avvisi” e grazie a questo cavillo giuridico ed espediente lessicale la realizzazione dell’Alta velocità Torino-Lione andrà avanti. Grazie alla nuova terminologia i venti di crisi di governo che soffiavano nei giorni scorsi si sono abbassati. Luigi Di Maio è contento, Matteo Salvini lo lascia fare ma dentro di sé gongola perché dice che la Tav si farà.

Lunedì, quando si riunisce il consiglio di amministrazione di Telt, la società che si occupa della realizzazione dell’opera, si riparte quindi dalla pubblicazione degli avvisi affinché le aziende possano manifestare il proprio interesse nei confronti dell’opera. In questo modo i 300milioni di fondi Ue destinati all’Italia non andranno persi. Ciò che ottiene il Movimento 5 Stelle è la clausola di dissolvenza, già prevista nel diritto francese, ma ora messa per iscritto. Ciò prevede che fra sei mesi, non scatterà in automatico la seconda fase dei bandi, quella della presentazione delle offerte, ma servirà l’avallo di Italia e Francia per poter procedere.

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