Archive for Marzo, 2019

Tav, Salvini: «Farò di tutto perché si faccia»

sabato, Marzo 9th, 2019
di Nino Luca Il vicepresidente del Consiglio a Milano: «Nessuna crisi, andremo avanti 5 anni» – di Nino Luca /Corriere Tv
«Io rimango convinto che la Tav si debba fare, per collegarci al resto dell’Europa. Stiamo lavorando per riaprire tutto quello che altri hanno bloccato per anni e io farò di tutto perché, coinvolgendo la Francia e l’Europa, l’opera si faccia. Gli italiani ci chiedono di lavorare e questo faremo». Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine del pranzo per il suo compleanno organizzato a Milano dall’associazione Amici della Lirica.

CORRIERE TV

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Tav, Conte tenta il dribbling: verso il rinvio ai bandi

sabato, Marzo 9th, 2019

Chiara Sarra

La clausola di “dissolvenza” che permette il ripensamento. È questa la mossa di Giuseppe Conte che ha inviato una lettera alla Telt per autorizzare l’approvazione di bandi per i 2,3 miliardi di lavori del tunnel di base della Tav.

A motivare la riserva è l’avvio di una procedura di revisione del trattato italo-francese.

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Nugnes (M5S): “Ora alleanza col Pd, se si va alle urne è finita”

sabato, Marzo 9th, 2019

di ROSALBA CARBUTTI

Roma, 9 marzo 2019 – “Do un consiglio a Di Maio: faccia valere la sua maggioranza e cerchi nuove alleanze”. La terza via è della senatrice dissidente del M5s, Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico. 
Il caos sulla Tav dovrebbe indurvi a mollare la Lega? 
“Dopo il 4 marzo non ero, come si crede, una fan di un’alleanza con i dem, ma con il senno di poi mi rendo conto che su alcuni temi importanti, come i diritti, avremmo avuto meno problemi, senza sottovalutare quelli che pure avremmo sofferto”. 

Crede che Di Maio abbia avviato contatti con Zingaretti, neo segretario del Pd? 
“Sto dicendo solo che io lo farei. Il nostro 33% del 4 marzo 2018 viene soprattutto dalla sinistra e dal Sud: abbiamo ricevuto un preciso mandato elettorale”. 

Sì, ma anche il Pd è favorevole alla Tav… 
“Già, ma non ha fatto granché per farla finora”. 

Passare dalla Lega al Pd potrebbe disorientare l’elettorato? 
“In Parlamento avremmo quattro anni per sovvertire il calo dei consensi. Se, al contrario, cade il governo e si va a elezioni per il Movimento è la fine”. 

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Cercasi scappatoia

sabato, Marzo 9th, 2019

di BRUNO VESPA

In altri tempi, la crisi sarebbe stata già aperta. Dichiarazioni come quella di un uomo abitualmente prudente come il sottosegretario grillino alla Presidenza, Stefano Buffagni («La crisi non è da aprire, è già aperta»), avrebbero preceduto di poco la visita del presidente del Consiglio al Quirinale. In realtà, il consueto genio italiano farà di tutto ancora una volta per evitare una resa dei conti che in questo momento non conviene a nessuno. Non conviene a Di Maio: vista la indisponibilità del Pd ad allearsi con il M5s, la crisi porterebbe alle elezioni anticipate. E il Movimento finirebbe all’opposizione piuttosto ridimensionato. Non conviene a Salvini. Salterebbe la legge sulla legittima difesa, che deve essere confermata dal Senato. Potrebbero esserci vendette sulla richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda di nave Diciotti. Un duello rusticano lascerebbe feriti gravi dalle due parti. È un fatto tuttavia che mai nei nove mesi di governo i rapporti tra i due vice premier – corroborati anche da personale amicizia – erano arrivati a questo punto.

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La Corea del Nord starebbe preparando il lancio di un nuovo missile intercontinentale

sabato, Marzo 9th, 2019

La Corea del Nord starebbe preparando un nuovo lancio di missili. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali i preparativi seguirebbero il fallito vertice fra Donald Trump e il leader nord coreano Kim Jong un. I satelliti hanno infatti scattato nuove immagini a un impianto vicino a Pyongyang che fanno pensare che nella base ci siano movimenti. Il sito in questione è quello di Sanumdong, una struttura in cui la Corea del Nord ha assemblato alcuni dei suoi missili balistici intercontinentali.

Leggi Kim-Trump non trovano un accordo: il vertice di Hanoi fallisce a causa delle sanzioni

Il sito in questione è quello di Sanumdong, una struttura in cui la Corea del Nord ha assemblato alcuni dei suoi missili balistici intercontinentali. Le immagini scattate il 22 febbraio da DigitalGlobe e rilanciate in esclusiva dal sito web dell’emittente Npr mostrano auto e camion parcheggiati vicino alla struttura; si vedono anche i vagoni ferroviari su un vicino binario e due gru.

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Giorgetti: i 5 Stelle come noi nel ‘94 Infatti andammo a sbattere

sabato, Marzo 9th, 2019

di Francesco Verderami

Li osserva e si specchia. Per Giorgetti i grillini sono un tuffo nel passato, sono il «come eravamo» venticinque anni dopo, la riedizione della Lega del ‘94. In loro vede lo stesso spirito movimentista, le stesse sparate rivoluzionarie. Lo stesso epilogo. Da qualche giorno non c’è esponente del Carroccio disposto a scommettere un euro sulla durata del governo dopo le Europee. È quasi scontato dirlo oggi. Quando lo sosteneva il sottosegretario alla Presidenza erano in pochi a dargli retta. Il fatto è che la frequentazione quotidiana a palazzo Chigi gli ha consentito di stilare una sorta di profilo degli alleati a cinquestelle, che «sono ciò che noi siamo stati», che «fanno gli errori che facemmo noi quando arrivammo al governo»: «E noi allora andammo a sbattere». Il ricordo del lontano passato è un modo per esprimere una previsione sul prossimo futuro.

Anche se c’è una differenza tra la Lega di «Umberto» e il Movimento di «Luigi», e secondo Giorgetti sta «nei numeri e nella responsabilità politica che quei numeri determinano». I grillini sono la forza di maggioranza relativa, occupano gangli importanti del potere ma appaiono catapultati in qualcosa più grande di loro. «E ogni volta che tenti di spiegare certe cose, loro reagiscono attaccandoti. Sarà che ognuno vuole sbagliare per conto proprio…». E in fondo a queste parole si scorge un forma di umana comprensione, che spazia su molte cose, ma non su tutte.

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Lontano dal pantano Tav

sabato, Marzo 9th, 2019

Cosa pensi, in cuor suo, il capo dello Stato di un governo che rischia di cadere su una galleria e di questa gigantesca confusione, a pochi giorni dalla presentazione dei bandi per avviare i cantieri, dopo mesi di chiacchiere allegre, è immaginabile. Ma non è oggetto di questo articolo. Lo è invece cosa intende fare Mattarella nelle prossime ore, per scongiurare un’eventuale crisi, o come abbia in mente, nel caso, di affrontarla. O se ha intenzione, in queste ore, di ricorrere alla proverbiale moral suasion per impedire una figuraccia in mondovisione di un governo che in modo goffo e scomposto mette a rischio impegni sottoscritti e votati dal Parlamento. E la risposta è nulla. Proprio così: nulla.

Non c’è né un clima di preoccupazione – voi sapete: il presidente è sempre preoccupato per definizione, quando c’è uno snodo politico, stavolta no – né c’è un tentativo di mediazione in atto, come pure avvenuto in altri momenti, come sulla manovra quando, sia pur con discrezione, il capo dello Stato fu un soggetto attivo nel comporre uno scontro deflagrante con l’Europa, nei giorni in cui lo spread bruciava titoli di Stato. Questo “stare a guardare” dice molto. E non tanto che, in fondo, non pensa che gli eventi possano precipitare nei prossimi giorni e che, come spesso accade in questo governo, c’è una sproporzione tra parole ultimative e compromessi dell’ultimo istante. Magari finirà così anche questa volta. Sono altri tempi. Nella Prima Repubblica, il governo sarebbe caduto in diretta tv ieri sera, alle prime dichiarazioni di Salvini e Di Maio, altri tempi.

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La mossa di Conte: lettera alla Telt prima dei bandi

sabato, Marzo 9th, 2019

Ecco la mossa del premier Giuseppe Conte. Una lettera alla società Telt per illustrare la posizione del governo italiano. “Presto conoscerete le mie determinazioni sulla Tav”: dice il presidente del Consiglio prendendo su di sé tutta la responsabilità del momento. Tanto che nelle prossime ore, certamente prima del consiglio di amministrazione di Telt convocato lunedì mattina per dare o meno il via alla pubblicazione dei bandi di gara, il presidente del Consiglio potrebbe mandare una lettera proprio alla società, che si occupa della realizzazione dell’Alta velocità Torino-Lione, mettendo per iscritto la decisione che in queste ore prende quota: pubblicare i bandi con la possibilità di annullarti e l’impegno di rivedere l’opera non trascurando l’idea di bloccarla. Sia se ci sarà un nuovo incontro con Matteo Salvini e Luigi Di Maio sia se non ci sarà è possibile che si raggiunga una tregua politica. Ma ancora tutto può succedere.

In queste ore è in corso un lavoro certosino. È questione di virgole, di parole e di dettagli per, casomai, accontentare sia la Lega sia gli M5s. Ammesso che, questa volta, Conte ci riesca. Si parla di clausole da inserire. Di Maio si è spinto fino a chiedere di mettere nero su bianco il passaggio dei soldi della Tav a un’altra opera. Richiesta pressoché impossibile da accontentare e che Salvini ha rigettato all’istante. Quindi che fare? Avere la garanzia – spiega Di Maio – “che i soldi degli italiani non vengano vincolati” e ribadisce che la Tav non si deve fare. Tanto è vero che dai 5Stelle sul tavolo di Conte è arrivata anche la richiesta di non usare la parola bandi, ma ‘manifestazioni di interesse’.

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Stipendi, crolla il potere d’acquisto: in sette anni persi mille euro

sabato, Marzo 9th, 2019

di roberto petrini

ROMA – I salari hanno perso mille euro di potere d’acquisto negli ultimi sette anni. L’allarme viene da un rapporto della Fondazione Di Vittorio, think tank della Cgil, che mette a confronto le retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti italiani con quelle del passato e le paragona a quelle degli altri grandi Paesi europei.

Il risultato è sconfortante: in Italia gli stipendi si sono ristretti mentre all’estero, in particolare in Germania e Francia, sono saliti. Il rapporto della Fondazione Di Vittorio elenca i dati delle retribuzioni lorde (vanno tolte tasse e contributi), utilizzando le più recenti rilevazioni Ocse, dal 2001 al 2017. Risultato: in Italia nell’intero periodo c’è stata una sostanziale “stazionarietà” dei salari, mentre dal 2010 al 2017 si è verificata una perdita di 1.059 euro, circa il 3,5 per cento.

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Quella svolta sulla linea dura imposta da Casaleggio e Fico

sabato, Marzo 9th, 2019

Pasquale Napolitano

Luigi di Maio è all’angolo. Spalle al muro. Il caso Tav rimette Davide Casaleggio sulla linea di Beppe Grillo e Roberto Fico.

Tre giorni fa, dopo un giro di telefonate e incontri tra i vertici del Movimento, è arrivata la svolta: Casaleggio jr si è smarcato dalle posizioni del capo politico, ordinando di andare allo scontro con la Lega sull’alta velocità Torino-Lione. Passaggio che segna un cambio di strategia. E che spiega l’attacco frontale del vicepremier Di Maio all’alleato Matteo Salvini. Tra le opzioni c’è anche quella di far saltare il governo e accelerare la corsa (già nel mese di giugno) al voto anticipato.

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