Archive for Marzo, 2019

Migranti, al via sgombero baraccopoli a Reggio Calabria

mercoledì, Marzo 6th, 2019
Sgomberata la baraccopoli di San Ferdinando

Iniziate le operazioni di sgombero della baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Lo riferisce il Viminale. Circa 600 uomini in campo tra forze dell’ordine, vigili del fuoco e servizi sanitari. Sono stati utilizzati 18 pullman per trasferire in strutture di accoglienza circa 900 persone. Sono intervenuti quattro mezzi del genio militare, oltre a operatori della protezione civile e della Caritas.

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Legittima difesa, verso lʼapprovazione del ddl alla Camera

mercoledì, Marzo 6th, 2019

Riprende questa mattina alla Camera l’esame del ddl sulla legittima difesa, fortemente voluto dalla Lega. Martedì assenze e silenzi hanno segnato la giornata dei grillini, mentre Matteo Salvini e i suoi presidiavano l’Aula: emendamenti tutti bocciati, tranne uno del Pd passato a voto segreto grazie a qualche franco tiratore.

La giornata di martedì consegna alcuni fotogrammi clou del passaggio del disegno di legge alla Camera: Matteo Salvini a braccia larghe seduto tra i banchi del governo, davanti a lui alcuni sottosegretari leghisti e negli scranni del Movimento 5 Stelle 32 assenti non giustificati e gli altri che sembrano “il coro muto della Butterfly”, come li ha definiti l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando.

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Reddito di cittadinanza, Di Maio: “Abbiamo mantenuta la promessa, al via rivoluzione”

mercoledì, Marzo 6th, 2019

Sul reddito di cittadinanza “oggi manteniamo una promessa“. Così Luigi Di Maio nel giorno del via alla presentazione delle domande per la misura simbolo del M5s. “Lo Stato finalmente si occupa degli invisibili, di persone che sono state alla periferia di questo Paese e dei temi politici”. “E’ una rivoluzione”, ha quindi aggiunto il vice premier sottolineando come siano “potenzialmente 5 milioni” i beneficiari del reddito di cittadinanza.

“Voglio assumere 6mila navigator” – Quanto alle figure dei navigator, basilari nel piano di “ristrutturazione” dei centri per l’impiego, Di Maio ha spiegato di voler “assumere 6mila persone a livello centrale come ministero e mandarle in tutte le regioni nei prossimi mesi per sopperire alle carenze dei centri per l’impiego mentre le Regioni fanno i concorsi.

Poi saranno assorbiti con concorso a livello regionale”.

“Sulla Tv decisione entro venerdì” – Sulla Tav, tema caldo e motivo di scontro all’interno della maggioranza, Di Maio ha spiegato che “una decisione sarà presa entro venerdì perché la società Telt deve scegliere se dare l’avvio ai bandi”. “Se qualcuno crede che sulla Tav possa cadere il governo si sbaglia – ha aggiunto -. Mi fido di Conte che farà la sintesi delle posizioni”. Il leader M5s ha difeso quindi il metodo usato per fare l’analisi costi benefici e spiegato che per il movimento l’obiettivo è fare le opere e non “fare le opere per spendere più soldi”. “La nostra posizione è chiara e richiede una sintesi”.

TGCOM

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La storia di Nonna Irma, a 93 anni va in Kenya per aiutare i bambini: mangia gelati e regala tutto

martedì, Marzo 5th, 2019

Gira in furgone, mangia gelati e regala sorrisi e tutto quello che ha ai ragazzi che incontra. Ecco le prime immagini dal Kenya di Nonna Irma, che a 93 anni, come ha scritto la nipote sui social “invece di andare in un villaggio vacanza per riposarsi” è partita da Veneto per andare in missione con una carovana di volontari e aiutare i bambini di un orfanotrofio in Africa, perché “nella vita ci vuole un pizzico di incoscienza e di follia” e “tanta voglia di vivere”. Dopo quasi una settimana di viaggio nonna Irma è a Malindi, dove ha comprato parei per tutte le donne e  ha regalato il suo orologio al suo nuovo amico Robert.

Cristina Zagaria

REP.TV

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Reddito di cittadinanza, Poste consiglia: venite in ordine alfabetico | Inps: “Pronti con risposte dal 15 aprile”

martedì, Marzo 5th, 2019

Per la presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza Poste Italiane ha predisposto un calendario per ordine alfabetico. Lo ha spiegato l’amministratore delegato di Poste Pay, Marco Siracusano, sottolineando come lo “scaglionamento” rappresenti solo un suggerimento per evitare sovraffollamenti negli uffici. In base a questo calendario, la prima ondata di domande potrà essere smaltita nel giro di una decina di giorni.

“Pronti ma non si possono escludere disfunzioni” – “Siamo di fronte a un’operazione straordinaria e non potrà mai aver un’esecuzione ordinaria del servizio. Ci sarà un impegno straordinario ma dal giorno 1 non si può escludere a priori che ci possano essere disfunzioni”, ha avvertito Siracusano, sottolineando comunque che gli uffici sono abituati “a gestire grandi flussi di persone e che i colleghi sono stati formati e metteranno il massimo impegno, conoscono bene gli utenti e il territorio, e anche in un momento straordinario faranno fronte al compito”.

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Le spese pazze del governo Oltre 23mila euro per i rom

martedì, Marzo 5th, 2019

Carmelo Caruso

Qualcuno comunichi a Matteo Salvini che la ruspa con cui voleva spianare i campi nomadi è rimasta in garage e che per organizzare l’evento «Rom, sinti. Un monumento alla memoria rimossa» il governo, di cui è vicepremier, ha autorizzato una spesa pari a 23.500 euro. Ma non è finita qui. Per garantire ai partecipanti della «Piattaforma nazionale Rom» il dialogo e il confronto, sono stati acquistati i biglietti treno per un totale di 2.129 euro. E non si dica che questo non sia un governo inclusivo. Per l’inclusione, sempre di rom, sinti e camminanti, lo scorso 27 novembre, il governo ha offerto anche i pasticcini. Il servizio catering per il tavolo inter-istituzionale è costato 530 euro.

Sono alcune delle spese per forniture e servizi di Palazzo Chigi e dunque di casa Conte-Salvini-Di Maio. Abbiamo infatti consultato la lista della spesa della famiglia gialloverde e adesso possiamo dire una cosa: è un governo che sta togliendo il sonno agli italiani ma che sta facendo la fortuna delle torrefazioni. Riunioni sterminate, crisi da disinnescare e il nemico è solo uno: il sonno. Per scongiurare gli attacchi di questo fatale avversario, le autorità politiche hanno ordinato 10.340 euro di cialde.

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“Ci hanno rovinato in tre mesi E nasceranno nuovi leader”

martedì, Marzo 5th, 2019

Sabrina Cottone –

Professor Luca Ricolfi, sociologo dell’Università di Torino e presidente della Fondazione Hume, dire dopo una manifestazione di piazza che «l’accoglienza, evocata dal Papa, è un’idea molto cristiana ma non è di sinistra», può impressionare.

«Il Papa e l’Onu possono permettersi il lusso di rivolgersi all’umanità intera, come se vivessimo sotto un unico super-regime mondiale, più o meno orwelliano. I governanti, finché ci sono gli Stati nazionali, hanno il dovere di difendere i propri cittadini, da cui sono stati eletti. Se sono di sinistra, hanno il dovere di occuparsi degli ultimi: operai, disoccupati, precari, esclusi, svantaggiati. Se non lo fanno, e tendono a sostituirsi al Papa e all’Onu, vengono puniti dai loro elettori. Il governo gialloverde non è una meteora, ma la logica conseguenza della rinuncia dell’establishment progressista ad occuparsi degli ultimi».

Ministri fuori dai ministeri, politici fuori dalle Camere e dentro social e in tv. Degenerazione senza via di uscita o mutamento dell’idea di rappresentanza?

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Facebook studia una sua criptovaluta per lo scambio di denaro

martedì, Marzo 5th, 2019

Una criptovaluta che permetterà agli utenti di WhatsApp di inviare denaro in tempo reale, la cui valutazione non sarebbe legata all’instabilità del mercato ma ancorata a beni materiali come l’oro o il dollaro statunitense. È il progetto a cui starebbe lavorando Facebook, secondo indiscrezioni del New York Times e di Bloomberg. Mentre nel settore chat, in seno ad un’altra società, è partito invece un esperimento bizzarro per cui gli utenti pagano un centesimo per ogni carattere scritto nel messaggio.

La valuta digitale di Facebook potrebbe chiamarsi FaceCoin, dovrebbe essere lanciata entro il 2019 o all’indizio del 2020, anche per contrastare la concorrenza di Telegram e Signal, altre app di messaggistica che stanno lavorando a soluzioni analoghe. Non è la prima avventura del social network di Mark Zuckerberg nel campo delle valute virtuali o dei pagamenti. Facebook Credits fu lanciata nel 2011 ma è durata due anni, poi è arrivato Facebook Gifts e infine i pagamenti via Messenger testati negli Usa nel 2015 ed estesi in Europa due anni dopo.

Ma FaceCoin sarebbe un progetto diverso. Intanto perché basato sulla blockchain, il sistema della catena dei blocchi alla base di tutte le criptovalute, che garantisce tracciabilità e sicurezza. Poi perché sarebbe uno stablecoin, cioè una moneta digitale sostenuta da un paniere di beni fisici come il dollaro statunitense o l’oro. Il social network ha sempre mostrato interesse per il mondo delle criptovalute: ha affidato a David Marcus, ex presidente di PayPal assunto nel 2014 per gestire Messenger, la guida della divisione che si occupa dei progetti su blockchain che al momento annovera una cinquantina di persone. «Come tante altre società, Facebook sta valutando opzioni per sfruttare le potenzialità della tecnologia di blockchain. Questo nuovo piccolo team sta valutando diverse applicazioni. Al momento non abbiamo nulla di più da condividere», ha spiegato la società a Bloomberg.

Il sistema potrebbe essere disponibile entro il prossimo anno, in modo da non restare indietro alla concorrenza di Telegram e Signal, altre app di messaggistica che stanno lavorando a soluzioni analoghe basate su una loro criptovaluta.

Nel settore chat e non in seno a Facebook ma ad un’altra società, è partito invece un singolare «esperimento sociale», così lo definisce il suo inventore. L’app si chiama Expensive Chat ed è stata messa in piedi dal programmatore Marc Koehlbrugge: fa pagare un cent per ogni carattere scritto. Un’idea bizzarra che fa «spendere soldi per chattare con degli sconosciuti che spendono soldi per chattare con degli sconosciuti». Al momento sono già stati spesi quasi 300 dollari da una serie di utenti e il ricavato va direttamente nel conto corrente dell’imprenditore.

LA STAMPA

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Guaidó sfida Maduro e torna in Venezuela: “Lottiamo in piazza”

martedì, Marzo 5th, 2019

francesco olivo

Il capo dell’opposizione torna in patria e non fa niente per nasconderlo. Juan Guaidó lancia una nuova sfida a Nicolas Maduro e tenta un’altra spallata: «Sabato tutti in piazza, non ci riposeremo nemmeno un secondo», grida alla folla di Caracas che lo accoglie come un eroe dopo un mini esilio di dieci giorni.

Scortato dalla sua gente, accolto dagli ambasciatori di mezzo mondo e protetto dagli avvertimenti americani («Non toccatelo o reagiremo», twitta il vicepresidente Mike Pence), quello che per oltre 50 nazioni (non l’Italia) è il presidente ad interim del Venezuela, è rientrato in patria dopo una tournée in America Latina. Dieci lunghi giorni di incontri e di promesse di sostegno, con il rischio di non tornare più a casa. Invece, il cordone di protezione potente, almeno per ora, ha frenato Maduro da qualsiasi reazione. Il regime chavista ha mostrato indifferenza allo sbarco del rivale, l’account Twitter del presidente pubblicava foto del carnevale, come se nulla fosse. Unica reazione è quella della vicepresidente Delcy Rodriguez «Stiamo analizzando il suo comportamento», ha detto (e non è un caso) a Russia Today. Per il chavismo, insomma, quella di Guaidó è una provocazione che non va raccolta. Ma la pressione su Maduro torna a essere molta.

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Di Maio accusa il colpo

martedì, Marzo 5th, 2019

La reazione è tipica di chi ha accusato il colpo. Luigi Di Maio, neanche ventiquattr’ore dopo il “risveglio democratico” del popolo del centrosinistra, reagisce, cerca una mossa, perché la “botta” c’è, ed è innegabile. Solo un cieco non riuscirebbe a vedere che, in quei gazebo, sono andati anche tanti delusi dei Cinque Stelle, e la portata della reazione al governo gialloverde, diventato in questi mesi più verde che giallo.

Esattamente un anno fa, il 4 marzo, lo tsunami nelle urne aveva alimentato la suggestione di un nuovo bipolarismo, tra Lega e Cinque Stelle, con la sinistra condannata all’estinzione o a un ruolo gregario. E, per un anno, è stato solo un gioco a due, complice l’afonia del Pd e le sue contorsioni politiciste. Gioco a due, anche se con un ribaltamento dei rapporti di forza tra i due partiti di maggioranza: la marcia trionfale di Salvini, la rapida agonia, politica e numerica, di Di Maio. Oggi il leader dei Cinque Stelle, dopo il plebiscito di Nicola Zingaretti, si affretta a formulare una proposta, chiedendo a quel partito dato per morto, e trattato sprezzantemente come tale, di votare per il “salario minimo”, legge che proprio il Pd aveva deposito a luglio dell’anno scorso, prima ancora dei Cinque Stelle. E fa anche sapere che metterà mano, a un altro tema sociale, i “riders”.

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