Archive for Maggio, 2019

I ministri leghisti pronti a disertare in blocco il Cdm

lunedì, Maggio 6th, 2019

Diana Alfieri

Roma – Salvini non abbandona gli uomini «con cui ho fatto un pezzo di strada» e, come ribadisce da giorni, non può concepire le dimissioni di Siri senza almeno un rinvio a giudizio.

Matteo Salvini e Armando Siri

«Non c’è in ballo una persona, non ho uomini o poteri da difendere però ci tengo alle regole della democrazia. Si è colpevoli se si viene giudicati colpevoli. Si deve avere il diritto di dimostrarsi estranei senza essere linciati sulla piazza».

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I Cinque Stelle travestiti da sinistra

lunedì, Maggio 6th, 2019

di Paolo Mieli

I Cinque Stelle travestiti da sinistra

Apparentemente quelle tra Di Maio e Salvini sono nient’altro che insopportabili schermaglie, baruffe, litigi in vista delle elezioni europee. Oltretutto in un gioco delle parti. In realtà quel che accade giorno dopo giorno sul palco della politica italiana è invece l’effetto di una interessantissima campagna elettorale con la quale il Movimento Cinque Stelle – forse in ritardo sui tempi – sta provando a rimontare una débâcle annunciata (i sondaggi da qualche settimana avevano iniziato ad attribuirgli un risultato inferiore al 20%). Ricordiamo, prima di analizzarne la strategia, che le elezioni europee sono tra le più sfavorevoli al movimento fondato da Beppe Grillo il quale, sostanzialmente, non ha nulla da dire sull’Europa e dà mostra di confusione di idee sull’insieme della politica internazionale. Tant’è che già nel 2014 conseguì risultati assai modesti al confronto di quelli sfavillanti ottenuti nelle elezioni politiche dell’anno precedente. In più, l’M5S è giunto all’appuntamento di questa prova elettorale avendo alle spalle dieci mesi di sondaggi (e di risultati in elezioni amministrative) che lo presentavano in agonia, agonia resa ancor più evidente dalla vistosa crescita – sempre da sondaggi e amministrative – del partito leghista.

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Che succederà dopo il voto: urne anticipate oppure il governo andrà avanti?

lunedì, Maggio 6th, 2019

di Claudio Bozza e Giuseppe Alberto Falci

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«Il governo regge alle liti, gode di ampio consenso»

Una rottura nel governo? «Improbabile, sia prima delle Europee, sia dopo il 26 maggio». Nando Pagnoncelli di Ipsos testa costantemente il polso degli elettori rispetto l’inedita alleanza gialloverde. E nella sua analisi, più che i rapporti di forza interni all’esecutivo, pesa molto il fattore dell’opinione pubblica: «Al di là delle schermaglie tra Lega e M5S, il governo gode ancora di un sostegno molto forte — riflette il sondaggista —. Questo esecutivo nasce basandosi sul “cambiamento” e sul “contratto”. Gli elettori hanno capito che non si poteva portare a casa tutto, ma solo alcuni risultati, compresi quelli non in linea con il voto dato». Per Pagnoncelli, il voto anticipato sembra «lontano» anche nei prossimi mesi: «Di fronte a un quadro economico che segna un lieve miglioramento, le prospettive restano molto incerte e poi c’è il tema della prossima manovra, abbastanza pesante — aggiunge l’ad di Ipsos —. Ci saranno da soddisfare le richieste europee. Nel momento in cui ci dovesse essere un casus belli, chi si prenderà la responsabilità di far cadere il governo?». È possibile che il partito di Salvini continui a crescere? «Ora il M5S è in risalita, mentre la Lega è in calo da due settimane — conclude Pagnoncelli —. Va però sottolineato che, come dimostrano le ultime tornate, il 25% degli elettori decide solo nell’ultima settimana».

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Rai, Foa sul compenso di Fazio: “Lo stipendio è troppo elevato”

domenica, Maggio 5th, 2019

Angelo Scarano

Il presidente della Rai, Marcello Foa, intervenendo al festival della tv e dei nuovi media a Dogliani ha parlato del contratto e del compenso per Fabio Fazio.

Il presidente Rai ha affermato: “Il compenso di cui beneficia Fabio Fazio è molto elevato al di sopra di qualunque altra valutazione di merito che può essere fatta rispetto agli ascolti che fa. Nella Rai del cambiamento che vuole essere anche rispettosa del canone pubblico è chiaro che per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare si pone un problema di opportunità”. Parole chiare quelle di Foa che arrivano dopo quelle di Salvini che ha affermato di partecipare a Che tempo che fa solo dopo un taglio dello stipendio del conduttore. Anche oggi Salvini su questo punto è stato chiaro: “Questa sera ci sarà un buco di tre quarti d’ora perché mi sono rifiutato di andare da Fabio Fazio. Sono l’unico segretario di partito che si è rifiutato, mi hanno detto ‘Ma come, fa 3 milioni di spettatori’. Per me la coerenza viene prima, e per me i valori e la coerenza valgono più di 3 milioni di spettatori. Riduciti lo stipendio, chiacchierone di sinistra pagato con i soldi degli italiani”.

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L’aereo è una palla di fuoco. Un morto e decine di feriti

domenica, Maggio 5th, 2019

Claudio Cartaldo

Si è incendiato e le fiamme hanno invaso l’intera pista di atterraggio. Un aereo passeggeri Sukhoi della compagnia di bandiera russa Aeroflot si è incendiato ed è stato costretto ad un atterraggio di emergenza.

Il bilancio è di decine di feriti e un morto.

Il volo ha toccato terra nell’aeroporto di Sheremetevo a Mosca. Secondo quanto trapela dai media russi, i passeggeri illesi sono stati fatti uscire dal velivolo prima che prendesse fuoco del tutto. Sono stati fatti uscire con gli scivoli di emergenza. Sono scampati quindi ad un drammatico incendio, la cui colonna di fumo ha colorato i cieli moscoviti a lungo. I video online mostrano l’aereo atterrare lasciando dietro di sé una lunga scia di fiamme, come se fosse una cometa o una palla di fuoco. Poi – nonosante i soccorsi – l’aereo continua a bruciare sulla pista e si vedono alcune persone fuggire a piedi.

Ci sono però anche vittime. Il bilancio non definitivo parla di un morto e decine di feriti.

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I “commandos Dibba” che spaccano il M5s

domenica, Maggio 5th, 2019

Francesco Maria Del Vigo

I Cinque Stelle sono sull’orlo dell’implosione. Una supernova che qualcuno festeggerà a champagne. Se avevamo dei dubbi, il sigillo di certificazione in ceralacca lo ha apposto il redivivo Alessandro Di Battista.

Alla fine, l’eroe dei due mondi, ha capito che con il suo peregrinare per le Americhe è rimasto fuori dal mondo. Almeno dal mondo pentastellato. Mentre lui era in movimento il Movimento si allontanava da lui. Meglio starsene in Italia e seminare un po’ di zizzania anziché giocare a fare l’hippie fuori tempo massimo con un nuovo viaggio in India. Il ritorno di Di Battista sulla scena politica, dopo mesi di silenzio, è un ritorno agrodolce. Che sa di rabbia e insoddisfazione, un ritorno più per risentimento che per sentimento. È un po’ come quello che parte per un lungo viaggio e quando torna trova la sua fidanzata tra le braccia di un altro. Lo ammette candidamente, d’altronde, che l’immagine dei suoi amici che firmano da ministri mentre lui è appena sbarcato per il suo erasmus equo e solidale, lo ha fatto «rosicare per un mese e mezzo». E ci auguriamo che Grillo gli abbia spedito l’ormai mitologico Maalox. Ce lo immaginiamo, il Dibba, a girare le periferie del mondo in Birkenstock ma con l’occhio fisso allo smartphone, per vedere quello che combinano i suoi in Italia. E rosicare. Salvo poi magnificare, nei suoi imperdibili reportage, la superiorità delle tribù del Guatemala e le miserie del sistema capitalistico.

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L’ultima gaffe e l’indagine sul generale Riccò: ora la Trenta è in guerra con le stellette

domenica, Maggio 5th, 2019

Chiara Giannini

Ogni occasione è buona per attaccarsi: tra il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e quello dell’Interno, Matteo Salvini, ormai è scontro aperto.

Ma che c’è dietro? La risposta sta nelle recenti dichiarazioni del vicepremier leghista: «Se avessimo il ministro della Difesa della Lega – aveva detto nel corso di una trasmissione tv – investiremmo di più in Esercito, Marina e Aviazione».

Il fatto è che tra i militari c’è un visibile malcontento. L’amministrazione 5 stelle, è inutile girarci intorno, non funziona: troppi tagli, soldi che mancano per carburante degli aerei, per pezzi di ricambio delle navi, persino per le bollette di acqua, luce e gas. E poi un accanimento nei confronti di quelle stesse divise che la Trenta dovrebbe tutelare.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la notizia lanciata dal Giornale in merito all’apertura di un’istruttoria nei confronti del generale che il 25 aprile aveva abbandonato le celebrazioni per la festa della Liberazione dopo i vergognosi attacchi dell’Anpi.

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Napoli martoriata

domenica, Maggio 5th, 2019

C’è una bambina di soli quattro anni in ospedale. Lotta per sopravvivere dopo essere stata colpita da un proiettile che le ha perforato i polmoni. E c’è una città sconvolta, scossa, arrabbiata. Stanca di tutta la violenza di cui ciclicamente è teatro è pronta a scendere in piazza, nella stessa piazza dove una persona ha sparato ferendo tre persone, per dire basta. Per chiedere, come dice il titolo stesso della manifestazione, che Napoli sia disarmata. Istituzioni locali, associazioni e Chiesa vogliono che si agisca concretamente per combattere la criminalità organizzata. Agli appelli si aggiungono le polemiche politiche, con il Movimento 5 stelle che, in prima fila, punta il dito contro Matteo Salvini.

Il ministro dell’Interno è diventato bersaglio di critiche di chi – tra i suoi alleati di governo – gli ha fatto notare che parlare di sicurezza non basta, che bisogna prendere provvedimenti, che sui territori ostaggio della camorra c’è bisogno di più uomini delle forze dell’ordine. Dal canto suo il titolare del Viminale ha detto che rinforzi già sono stati inviati nei mesi passati. Ha fatto sapere che sta pregando per la per la bimba ferita e ha promesso giustizia: “I maledetti criminali che l’hanno colpita non avranno tregua: sappiano che per loro è pronta la galera”, ha affermato mentre era lontano da Napoli e proseguiva la sua campagna elettorale. Ha provato a respingere le accuse facendo notare che proprio poche ore dopo la sparatoria nel centro di Napoli venivano arrestati i protagonisti di un altro agguato, quello avvenuto poche settimane fa a San Giovanni a Teduccio, dove un uomo era stato ucciso davanti a una scuola, a pochi passi dal nipotino.

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Vittorino Andreoli: “Non è bullismo, è violenza. Castrazione chimica? Un’imbecillità. Qui si castra la democrazia”

domenica, Maggio 5th, 2019

Professore Andreoli, l’impressione che arriva dalla cronaca è che in Italia sia ormai diffuso un bullismo trasversale, tutti bullizzano tutti. Stiamo diventando un Paese di bulli?

Non mi piacciono i termini “bulli” e “bullismo”, che dilagano pur non avendo fondamento né antropologico né scientifico. Qui non si tratta di bullismo, termine inventato dai giornalisti per riferirsi prevalentemente a comportamenti che riguardano i giovani.

Di cosa si tratta, allora?

Di violenza, caratteristica umana, biologica, che non essendoci più freni inibitori e in assenza di regole, principi, esempi, diventa comportamento dominante. 

Vittorino Andreoli spinge la riflessione oltre il racconto che ci arriva dalla cronaca.

Per il celebre neuropsichiatra veronese, 79 anni, tra i più autorevoli esponenti della psichiatria mondiale, membro della New York Academy of Sciences e autore di saggi, romanzi e raccolte di poesie, lo stupro di Viterbo, il pestaggio a morte dell’anziano di Manduria, ma anche l’aggressione della mamma di Lodi alla professoressa per la sospensione della figlia – per citare tre casi di cronaca negli ultimi giorni – sono l’effetto di una crisi più ampia, di una degenerazione del vivere civile che riguarda anche l’esercizio del potere. E rischia di affondare la nostra democrazia. L’analisi è spietata, il j’accuse pesantissimo.

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Festival della Tv, Zingaretti: “Noi italiani dovremmo recuperare quello che veramente siamo”

domenica, Maggio 5th, 2019

REPTV

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