Archive for Luglio, 2019

La preoccupazione della famiglia del ragazzo indagato: “Nessuno parla in inglese con nostro figlio”

lunedì, Luglio 29th, 2019

PAOLO MASTROLILLI

INVIATO A NEW YORK. «Siamo profondamente preoccupati per nostro figlio. Stiamo pianificando di andare a Roma, appena il dipartimento di Stato ci assicurerà che lo potremo vedere». Contattata via email da La Stampa, la famiglia di Finnegan Elder ha risposto con questo comunicato, inviato a vari media. Le autorità Usa seguono la vicenda, e stanno considerando se presentare una protesta formale, dopo la foto in cui si vede Gabriel Natale Hjorth bendato. Dalle persone che li conoscevano, però, vengono giudizi contraddittori. Alcuni amici dicono di non essere sorpresi dell’arresto, perché erano violenti.

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Carabiniere ucciso, il Gip convalida il fermo dei due americani

domenica, Luglio 28th, 2019

Roma, 28 luglio 2019 – Sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso i due giovani americani interrogati ieri sera dopo la morte del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, sul corpo del quale oggi pomeriggio è stata effettuata l’autopsia. I due fermati sono Elder Finnegan Lee di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani e in vacanza nella Capitale. Sono stati rintracciati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma all’interno di un albergo romano già pronti per lasciare il territorio nazionale. Trovati nella stanza dell’hotel un coltello di notevoli dimensioni sporco di sangue, nascosto dietro a un pannello del soffitto, e i vestiti indossati durante l’aggressione. 

Su Twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive: “Sperando che l’assassino del nostro povero Carabiniere non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente) questo sì! #Carabiniereucciso”. 

Bendato all’interrogatorio. Il giallo della foto

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Carabiniere ucciso, Sallusti contro i Saviano: “Perché teme che siano state bestie immigrate”

domenica, Luglio 28th, 2019

Alessandro Sallusti commenta la morte del carabiniere ucciso a Roma con un duro attacco ai buonisti: “La differenza tra noi e i Roberto Saviano è che loro sono preoccupati che si possa trattare di bestie immigrate perché questo smonterebbe la narrazione buonista. Io invece sono preoccupato che sia morto, ammazzato con tanta disinvoltura, un carabiniere”. Il direttore del Giornale fa riferimento alle dichiarazioni dell’autore di Gomorra che, dopo l’omicidio di Mario Cerciello Rega, diceva: “La morte di un Carabiniere in servizio non può essere usata come orrido strumento politico contro i migranti. La sua morte è già territorio saccheggiato dalla peggiore propaganda“. A fare eco a Roberto Saviano, anche altri esponenti della sinistra: da Matteo Renzi a Laura Boldrini, sono stati in pochi a evitare la polemica contro Salvini in un giorno che meritava altro.

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Sondaggio Tecnè, sorpasso storico e messaggio a Matteo Salvini: il governo deve cadere

domenica, Luglio 28th, 2019

“Gli italiani vogliono tornare al voto“. A rivelarlo è un sondaggio di Tecnè, che per la prima volta, in una serie di interviste del 24 e 25 luglio scorsi, ha conteggiato il 40,5 per cento degli italiani favorevole a tornare ai seggi. Massimo storico da che Lega e M5s sono al governo. Ma, soprattutto, per la prima volta i pro-voto superano quelli contrari alle urne. Cifre importanti, perché solo il 56% dei leghisti sostiene che l’esecutivo gialloverde debba andare avanti. La voglia di votare, consistente tra i Cinquestelle, è esplosa – fa notare Il Giornale – anche tra gli elettori della Lega. Accanto al 40,5% dei fan del voto, solo il 38,4 del totale di tutti i partiti insiste nel dire che è meglio che il governo vada avanti.

Leggi anche: Berlusconi fatto fuori da Salvini? Il retroscena preoccupante

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Vittorio Feltri sull’assoluzione di Binda: “Senza prove certe, non si può condannare una persona qualsiasi”

domenica, Luglio 28th, 2019

La assoluzione di Stefano Binda, già all’ ergastolo per l’ assassinio di Lidia Macchi, accoltellata a morte trentadue anni orsono, ha addolorato e addirittura indignato la famiglia della vittima. Non si capisce perché. Oddio, chi ha perso un familiare per mano di un criminale ha il diritto di sperare che questi venga assicurato alla giustizia. La quale ha il dovere di indagare e scovare il colpevole dell’ orrendo massacro. Ma se non ci riesce, se non dispone di prove certe, non può condannare una persona qualsiasi, innocente, pur di saziare l’ ansia riparatoria dei parenti di colei che ha perso la vita. Ormai la storia di Lidia e di Stefano è nota e non vale la pena di riassumerla in toto, sta di fatto che la ragazza è perita e che l’ uomo è stato schiacciato sotto una coltre di accuse prive di senso, ipotesi, congetture senza riscontro. Sia come sia, egli a distanza di lustri viene sbattuto in galera con una sentenza di primo grado in cui è scritto “fine pena mai”.

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Siamo tutti carabinieri

domenica, Luglio 28th, 2019

Alessandro Sallusti

Squartato in mezzo alla strada, con una ferocia bestiale e imprevedibile. Così è morto Mario Cerciello Rega, giovane carabiniere in servizio a Roma, sposato da poche settimane.

A ucciderlo con un pugnale una o più persone, probabilmente straniere, appartenenti a una banda di scippatori che operano nel quartiere Prati, uno dei più esclusivi della Capitale. Il militare era intervenuto per recuperare il bottino di uno scippo eseguito poco prima ai danni di un signore che era stato contattato dai delinquenti per riscattare con cento euro il maltolto.

Fin qui la cronaca. E secondo la sinistra, i siti dei grandi giornali (soprattutto la Repubblica) e il grillo parlante Roberto Saviano qui dovrebbe finire anche questo articolo. Perché andare oltre si rischia – sono parole di Saviano – di passare per «criminali politici» a prescindere dai fatti. Per cui mi raccomando: quando sarà accertato chi sono i responsabili guardatevi bene da dire o da scrivere qualche cosa perché in tal caso i «criminali» sareste voi. O meglio: se si fosse scoperto che l`assassino era un bianco, italiano ed etero avreste potuto massacrarlo senza pietà e sareste stati in buona compagnia (Saviano & C.). In questo caso, pare, che sia stato un americano. Ma se viceversa si fosse trattato di uno straniero di colore, magari irregolare, zitti e muti altrimenti sareste complici – già sento le parole – del «clima d`odio che ha aizzato la mano del povero assassino».

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Carabiniere ucciso, dal 1961 quasi 4 mila le “vittime del dovere”

venerdì, Luglio 26th, 2019

Roberto Bordi

Il Ministero dell’Interno le chiama “Vittime del dovere“, rigorosamente con la “v” maiuscola. Sono i servitori dello Stato che sono morti, o hanno riportato un’invalidità permanente, in attività di servizio e nell’espletamento delle funzioni di istituto.

L’ultimo in ordine di tempo è il 35enne Mario Cenciello, il vicebrigadiere dei Carabinieri aggredito e ucciso a coltellate a Roma da due criminali stranieri nella notte tra giovedì e venerdì. Prima di lui, a sacrificarsi per la Patria, sono state alcune migliaia di persone, eroi che hanno dato la vita – o rinunciato alla propria integrità fisica – solo per fare il proprio dovere. L’archivio che raccoglie i loro nomi – pubblicato sul sito internet del Viminale – ne riporta la cifra esatta: 3.776. Una lunga lista di uomini (e donne) che nel frattempo si è allungata, dato che l’elenco è stato aggiornato per l’ultima volta il 19 aprile di quest’anno.

Chi sono le “Vittime del dovere”

Come scrive il Ministero dell’Interno, per rientrare tra le vittime del dovere bisogna avere riportato lesioni “nel contrasto ad ogni tipo di criminalità; nello svolgimento di servizi di ordine pubblico; nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari; in operazioni di soccorso; in attività di tutela della pubblica incolumità; in attività di prevenzione e di repressione dei reati. Tra gli eroi non solo carabinieri, ma anche poliziotti, finanzieri, vigili del fuoco, soldati delle Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica), dipendenti pubblici (Ministero della Difesa, Ministero della Giustizia, etc.), vigili urbani e privati cittadini”.

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Sì della Camera al decreto Sicurezza bis, ma 17 grillini non votano e Fico lascia l’Aula

venerdì, Luglio 26th, 2019

Il decreto Sicurezza bis passa alla Camera, ma a Montecitorio, dove il risultato finale è stato 322 sì, 90 no e un astenuto, 17 deputati M5S non hanno partecipato al voto. Anche il presidente Roberto Fico è uscito dall’Aula poco prima della votazione. Tra i no, peraltro, anche quello della 5S, Doriana Sarli. 

«In merito alla votazione alla Camera sul decreto sicurezza bis, ad eccezione dell’unico voto contrario della deputata Doriana Sarli, la maggior parte delle altre assenze erano giustificate per motivi di salute e personali. A questi si aggiungono anche i deputati in missione», affermano fonti grilline. «Peccato che la narrazione di molti media rimane sempre la stessa: tutti contro il Movimento. Nessun problema, ci siamo abituati», aggiungono le stesse fonti.

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L’esercitazione tra alpini e soldati dell’Oman

venerdì, Luglio 26th, 2019

Marco Petrelli
26 luglio 2019

È ormai l’imbrunire quando la colonna si assiepa di fronte alla carraia della caserma “Pasquali” de L’Aquila, seguiti poco dopo da un VM90 e da un Defender. Sono gli alpini del 9° Reggimento della Brigata Taurinense e i loro colleghi del Royal Army of Oman, nell’inconfondibile DPM desertica a tinta rossa e con il fucile d’assalto Steyr al braccio.

Destinazione: una quota appena fuori dal capoluogo abruzzese; tempo stimato di arrivo, intorno alla mezzanotte. Non è un caso che i fanti omaniti siano a L’Aquila. Roma e Muscat, infatti, sono legate da un accordo bilaterale (firmato nel 2004) che comprende anche l’ambito difesa. E quella in corso è Sun Mountain, seconda “edizione” di una esercitazione congiunta che quest’anno vede i militari arabi impegnati nel “vertical warfare”.

E di verticale i tratturi abruzzesi hanno molto, specie quando la temperatura sfiora i 30 gradi anche di notte e si hanno addosso zaino, gibernaggio, arma individuale e di squadra. Il “film” di Sun Mountain è accattivante: un hub ostile penetra il territorio aquilano col tentativo di destabilizzarlo. E i team italo-omaniti avranno il compito di strappare terreno all’avversario e di neutralizzarlo.

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Matteo ora trama per dividere il M5s

venerdì, Luglio 26th, 2019

Augusto Minzolini

Mercoledì mattina, corridoio dei fumatori di Montecitorio, luogo prediletto della falange leghista in Parlamento. Per via della Tav e dell’«affaire russo» verdi e gialli in quelle ore sono ai ferri corti, eppure i dirigenti del Carroccio non fanno di tutta l’erba un fascio nel giudizio sugli strani alleati di governo.

Per i leghisti in un ipotetico gioco della torre i vari Fico, Di Battista e Toninelli, finirebbero sicuramente di sotto. Altri, invece, no. «Ad esempio, con i due capigruppo Patuanelli e D’Uva – puntualizza il presidente dei deputati verdi, Riccardo Molinari – ci si ragiona. Il problema sono gli altri». Insomma, con i «dimaiani» di stretta osservanza i rapporti vanno a gonfie vele, meno, molto meno, con l’area «sciroccata» dei movimentisti, siano al governo o no. «Io prenderei Toninelli – è l’ironia di Edoardo Rixi, che ha conosciuto bene il ministro delle Infrastrutture visto che ne era il vice – e lo spedirei in Europa: risolveremmo un problema all’Italia e metteremmo una mina vagante là. Dopo la Tav il governo dovrà decidere sulla Gronda. Credo che la prossima settimana ci sarà il via libera: se ci fosse stata la Gronda, il ponte Morandi avrebbe resistito molto di più. Solo che con quell’anima dei 5 stelle sarà un problema, visto che Genova è la città di Grillo».

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