Archive for Agosto, 2019
Frenata tedesca: che succede alla locomotiva d’Europa?
venerdì, Agosto 30th, 2019Frenata tedesca – di Maria Serena Natale /CorriereTV
Il Pil si contrae e la Germania va verso la recessione tecnica. Che fine ha fatto il miracolo economico che in vent’anni ha trasformato il «malato d’Europa» in locomotiva del continente? Significato, cause e conseguenze (anche per l’Italia) del rallentamento di Berlino.
Male la prima. Conte l’Elevato che sogna il Colle non convince il Pd
venerdì, Agosto 30th, 2019L’inizio non convince. E il nascituro Governo resta avvolto in una nube di perplessità, incertezza, reciproca diffidenza. È bastato sentire il discorso alla Vetrata dell’ex avvocato del popolo in versione “Conte la qualunque”. Che annuncia, ci mancherebbe altro, un Governo “per” e non “contro”, mettendo in fila una serie di capitoli che sembrano un elenco di luoghi comuni, altro che discontinuità (richiesta dal Pd): per ambiente, per la “biodiversità dei mari”, per “l’istruzione di qualità”, per “un Mezzogiorno rigoglioso”, per una “pubblica amministrazione non permeabile alla corruzione”. Chiacchiere, ci mancherebbe che uno promette un Governo contro l’ambiente, contro i mari inquinati, per un’istruzione scadente, un Mezzogiorno più povero e una amministrazione piena di corrotti. Finito l’elenco, con ecumenismo furbesco e fedele all’impostazione che non si sono più destra e sinistra, ha spiegato l’iniziale perplessità “di avviare una nuova esperienza di Governo con una maggioranza diversa” (guai a nominare in modo limpido il Partito democratico) superata poi “nella consapevolezza di aver cercato di operare sempre nell’interesse di tutti i cittadini, nessuno escluso”.
Insomma, l’Elevato, ennesimo salvatore della patria dai barbari, in un paese che, rimozione dopo rimozione, ne scopre (di salvatori) con una certa frequenza (e senza passare per urne).
L’Avvocato del declino
venerdì, Agosto 30th, 2019- Lucia Annunziata L’Huffington Post Editorial Director
Solo il senso degli Italiani per il potere può spiegare l’aura di gloria con cui Giuseppe Conte ha varcato stamattina il Quirinale per ricevere il suo incarico bis, nientemeno, come fosse un Andreotti qualunque. Grazie all’inclinazione del nostro paese per i potenti, questo sconosciuto Avvocato, che fino a qualche giorno fa era ancora definito come “scoperto” o “pescato” dai 5s, divenuto premier ben due volte, ma sempre nel giro di una notte, è diventato protagonista di una favola. Liberato per la seconda volta dalla sua umile natura di rospo da un bacio, sia pur non di una principessa, ma di un principe che gli ha detto sì e gli ha messo a disposizione un partito.
Ebbene, sì. Nel primo minuto dell’anno zero del Governo Conte bis, scattato alle 9.30 di questo 29 agosto, il realismo è il vero senso perso in questa operazione di formazione del nuovo Governo. Una divisiva e difficile operazione, dal destino incredibilmente denso di difficoltà, presentato nei suoi ultimi metri come la formula che improvvisamente ridà dignità al paese, restituisce l’Italia al suo posto tra i grandi del mondo, e la fa tornare al suo patrio destino di frontiera contro il fascismo/nazismo.
La narrativa con cui Giuseppe Conte viene trasformato dal suo vecchio ruolo di “guardiano del contratto”, “tecnico che prepara i dossier”, e “pacificatore di due alleati a volte riottosi” (definizioni da lui usate per descriversi) al piccolo Napoleone attuale è il racconto della voglia di illudersi che muove al momento la politica italiana.
“Quanto durerà? Dipende…”. Renzi parla da grande azionista
venerdì, Agosto 30th, 2019Matteo Renzi non crede di dover dare garanzie sulla sua fedeltà al nascente Conte-bis, si aspetta anzi un ringraziamento per il contributo dato perché il progetto prendesse forma. In un’intervista al Messaggero, però, fa già sentire con forza il suo peso di grande azionista del nuovo Governo, fissando alcuni paletti nella squadra e nel programma.
“A mio giudizio la legislatura arriverà al 2023. Lo prevede l’ordinaria gestione della cosa pubblica: le legislature durano cinque anni. E negli ultimi 23 anni, solo una legislatura si è interrotta prima dei 5 anni canonici: con Prodi e Bertinotti nel 2006/2008. Per il resto è sempre durata 5 anni. Accadrà così anche stavolta. Che ci arrivi questo Governo dipenderà dalla qualità dei ministri che saranno scelti. Mi auguro che il premier voglia scegliere i migliori, mettendo in sicurezza soprattutto i dicasteri più delicati, a cominciare da Viminale e Tesoro. Salvini aizzerà le piazze contro il Governo e al Viminale ci vogliono nervi saldi e un ministro degno di questo nome”.
Per Renzi questo equivale ad escludere Luigi Di Maio dal Ministero dell’Interno:
Da dove ripartire
venerdì, Agosto 30th, 2019Queste sono ore complicate, per cui è presto per tirare conclusioni affrettate basandosi sui detti e non detti.
Diamo per scontato che il governo Conte bis parta, con o senza Di Maio chi se ne importa. E diamo per certo che, per come è nato e per come è composto, sarà un disastro peggio di quello che l’ha preceduto. Ma se non oggi, da domani, oltre che protestare per questo insulto alla democrazia sostanziale (quella formale è salva), bisognerà cominciare a pensare a costruire un’alternativa. Che, a occhio, non potrà che essere la riorganizzazione di quel centrodestra che presto si ritroverà riunito, anche se, purtroppo, all’opposizione (pur essendo la forza politica più votata).
Ieri Silvio Berlusconi, uscendo dal colloquio con il presidente Mattarella, ha detto parole chiare come non mai: Forza Italia non è disponibile a costruire per sé e per il Paese un futuro sovranista o populista e che un raggruppamento di destra, ammesso che sia vincente, senza il centro liberale, europeista e solidale non potrà mai fare il bene del Paese.
Governo, Calenda: “Zingaretti ha fatto quello che voleva il Pd. Salvini? Un bullo di cartapesta”
venerdì, Agosto 30th, 2019Scusi Calenda che ci fa a Montecitorio? Voleva vedere l’ingresso di Conte?” Assaltato dai giornalisti fuori da Montecitorio il giorno dopo le sue dimissioni dal Pd, Carlo Calenda ha risposto: “Vado a tagliarmi i capelli, ho comprato anche lo shampo”. Un simpatico siparietto dopo che ha ribadito il suo dolore per la scelta di lasciare il partito. “Nel Pd è stata decisiva l’idea di non poter vincere. Nel caso di Zingaretti c’è una forte attenuante: è il segretario di un partito che voleva andare in quella direzione e ha scelto di tenerlo unito
Salvini, un anno di tweet contro i boss. Ma i cacciatori di Messina Denaro aspettano ancora gli straordinari
venerdì, Agosto 30th, 2019di SALVO PALAZZOLO
A Corleone, il giorno dell’inaugurazione del nuovo commissariato – era il 25 aprile – il ministro dell’Interno Matteo Salvini annunciò: “La mafia non vince”. Ma, finita la cerimonia in pompa magna, c’erano già problemi per fare i turni dell’unica volante che controlla un territorio molto ampio e ancora difficile. “In questi mesi, la volante è anche saltata qualche volta per mancanza di personale”, racconta Luigi Lombardo, segretario provinciale del sindacato di polizia Siap. “E per coprire il servizio sono stati poi distolti uomini da indagini o altre attività”. Ma il ministro Salvini, che ieri ha tenuto la sua cerimonia di commiato al Viminale, ha continuato a fare i suoi tweet-proclama: “Lotta senza quartiere ai mafiosi”.
Però, a pensarci bene, in fondo non si sbagliava. Perché i poliziotti hanno lavorato senza sosta negli ultimi mesi per fermare la riorganizzazione della nuova Cosa nostra. Da Palermo a Trapani, da Agrigento a Catania. Però da più di un anno aspettano di essere pagati per quel lavoro così importante: al Viminale lo chiamano “straordinario eccedente”, quello che va oltre il tetto delle 55 ore mensili, ma nella difficile frontiera siciliana della lotta alla mafia è l’ordinarietà. Perché alla squadra mobile di Palermo si è lavorato giorno e notte, ad esempio, per seguire i padrini della vecchia guardia che erano tornati da New York dopo la morte di Riina. E si lavora senza orari per andare a caccia dell’ultimo grande latitante, Matteo Messina Denaro, il padrino di Castelvetrano condannato all’ergastolo per le bombe del 1993. Ma per il Viminale diretto da Matteo Salvini la lotta alla mafia si doveva fare in orario d’ufficio, perché in realtà, al di là dei tweet, non ci sono stati nuovi significativi investimenti.
Governo giallo-rosso: da quota 100 ai decreti sicurezza, l’agenda obbligata di Pd e M5s
venerdì, Agosto 30th, 2019di RAFFAELE RICCIARDI e MONICA RUBINO
Se, come sembra, il governo giallo-rosso andrà definitivamente in porto, che cosa ne sarà dei provvedimenti del governo precedente, basato sull’alleanza fra Lega e M5s? Sono in molti a porsi questo interrogativo e le risposte, per ora, non sono univoche. Tuttavia alcune leggi sono in bilico e si può provare a ipotizzarne il destino.
Quota 100
Dal momento che il provvedimento è stato voluto fortemente da Matteo Salvini, i lavoratori prossimi a raggiungere i requisiti di quota 100 temono che, senza un governo con la Lega, tale possibilità potrà essere loro negata. È vero oppure no? Di sicuro la misura verrà rivista. Anche perché, è bene ricordare, il governo l’ha introdotta – e finanziata – solo in via sperimentale, per un triennio. Dal 2022 potrebbe uscire di scena per venire rimpiazzata da una forma diversa di agevolazione verso la pensione, come un Ape rafforzata in favore delle categorie di lavoratori particolarmente deboli. Come ricorda l’Esperto pensioni di Repubblica in risposta ai tanti dubbi dei lettori a riguardo, è per ora difficile pensare che il governo smonti fin da subito una misura che ha già trovato copertura. Ma è altrettanto difficile che Quota 100 possa sopravvivere a questo esecutivo, ammesso che duri.
Reddito di cittadinanza
Il cavallo di battaglia del programma grillino non dovrebbe esser messo in discussione; al massimo aggiustato in alcuni aspetti tecnici che riguardano l’estensione della platea e i meccanismi di accompagnamento al lavoro. Si potrebbe tornare a separare le misure che riguardano la lotta alla povertà e il reinserimento lavorativo, magari perfezionando alcuni strumenti esistenti come l’assegno di riqualificazione.
Totoministri nelle mani di Conte: chi arriva e chi parte nel governo che verrà
venerdì, Agosto 30th, 2019 Il nodo vicepremier non è stato sciolto e a partire da oggi sarà sul tavolo del premier incaricato, Giuseppe Conte. Il ruolo di Luigi Di Maio sarà quindi stabilito e definito dal futuro capo di palazzo Chigi.
Il braccio di ferro rimane. Il Pd vuole una figura unica, considerando il premier dimissionario un esponente del M5S. Premono per conservare il ruolo di Luigi Di Maio i pentastellati. I nomi sul tavolo da parte dem per il numero due di Conte restano quelli di Dario Franceschini e Andrea Orlando. Sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dovrebbe essere Paola De Micheli (che però potrebbe anche andare al Mise). Mentre il M5s vorrebbe riconfermare Vincenzo Spadafora.
I dem chiedono il ministero dell’Interno e quello dell’Economia. Per entrambi, la decisione potrebbe essere quella di schierare un tecnico d’area. Più Mario Morcone che Franco Gabrielli (che invece piace a Matteo Renzi), secondo gli ultimi rumors, al Viminale. Ma resta in pista anche il pd Marco Minniti, che ha già ricoperto questa carica. Più che a Roberto Gualtieri, poi, la tentazione sarebbe quella di affidare a mani competenti la ‘patata bollente’ della manovra.