Il giorno di Segre tra gioia e amarezza «È la mia mozione». E Bonino: ho i brividi
giovedì, Ottobre 31st, 2019«Sono in treno, zona silenzio e sono molto stanca». Sono le sette e dieci della sera, la «sua» sera. Liliana Segre risponde con un messaggino lapidario dal treno che la riporta a Milano, dopo il voto di Palazzo Madama sulla commissione istituita in suo nome. Un’idea nata sull’onda dell’odio digitale che ogni giorno, con una media di 200 messaggi, colpisce questa donna di quasi novant’anni, che porta impresso sul braccio e sull’anima il numero 75190 del lager di Auschwitz ed è un monumento vivente alla tragica memoria della Shoah. Nella testa e nel cuore la senatrice a vita ha ancora l’emozione per quei 151 sì e l’amarezza per i 98 astenuti, che resteranno, accusa il dem Lele Fiano, figlio di Nedo, ebreo deportato ad Auschwitz e unico superstite di tutta la sua famiglia, come una «macchia indelebile per la nostra storia parlamentare».