Archive for Ottobre 20th, 2019

Vigili del fuoco, gli eroi che lo Stato ha abbandonato

domenica, Ottobre 20th, 2019

di Floriana Bulfon

IL soffitto è una trama di travi corrose, con un buco nel mezzo dove i piccioni hanno fatto il nido. L’intonaco caduto dalle pareti lastrica il pavimento: ogni passo solleva polvere e sinistri scricchiolii. Dai rubinetti esce un liquido scuro con un odore nauseante. Sembra il set di un film dell’orrore, perfetto per girare una scena di zombie. Invece è la sede dei vigili del Fuoco. In questo edificio dove tutto appare fuori dalle regole ventisei agenti sono obbligati a convivere con il degrado. I cittadini contano sulla loro professionalità e sul loro coraggio, perché corrano a soccorrerli nelle situazioni più disperate. Lo Stato però li ha relegati a vivere in condizioni drammatiche. E questa villetta dall’aria diroccata di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, non è un’eccezione ma l’epicentro di un disastro che lungo tutta la Penisola coinvolge decine di caserme, installate in immobili carenti che le istituzioni affittano. E per le quali si pagano canoni esagerati. A spese nostre.

Sellia Marina pare perfetta, sì, ma solo per esercitarsi a fronteggiare le sciagure. Nella rimessa hanno tirato il nastro rosso, quello che delimita le zone di pericolo e tra i muri crollati, annodato a manicotti ed estintori coperti dalla polvere, a sorridere beffardo rimane solo uno gnomo da giardino. “Già quando siamo arrivati, dieci anni fa, non prometteva bene -racconta un vigile anziano- la cisterna del gasolio iniziò a galleggiare sull’acqua dopo qualche ora di pioggia intensa. Non era ancorata al terreno”. Per salire nelle camerate occorre arrampicarsi sulle scale: l’ascensore non è stato mai messo in funzione. In un angolo qualcuno, quasi a dare un senso di normalità, ha portato persino una cyclette e dei pesi: una palestra clandestina per allenarsi.

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Amici inglesi, non vi sopporto più

domenica, Ottobre 20th, 2019

Cristina Marconi da LONDRA –

“Se vuoi volare, lascia andare via tutto ciò che ti pesa”. Quando anche nella frasetta dei Baci Perugina si legge un evidente riferimento ad una Brexit senza accordo, c’è da riconoscere che qualcosa nella testa ha smesso di funzionare. Nel dubbio apro subito un altro cioccolatino, un po’ per consolarmi della giornata di sole freddo trascorsa a lavorare, un po’ per cercare di capire se sono io che non sto bene: niente, anche lui mi parla di «esuberante libertà», sarà un segno? Dal notiziario BBC giungono voci di velluto a commento della giornata, ma la verità è che non riesco più ad appassionarmi al dettaglio delle singole opinioni, dietro il dibattito politico vedo una società diventata come una ciambella – la mia voglia di dolci non si è placata – in cui manca il centro. Sogno politici con gli occhiali spessi e il completo grigio che dicono parole fumose dall’effetto sedativo, pastori calmi in grado di riportare il gregge in ordine. Una sorta di democrazia cristiana un po’ zen. E invece vedo davanti a me primedonne che speravano di ottenere tutto con il loro approccio aggressivo e che, inevitabilmente, finiscono vittime di rappresaglie. Tutta roba sofisticata da arsenico e vecchi merletti, niente a che vedere con certe scene sguaiate a Montecitorio, ma la sostanza non cambia: il Regno Unito è ingovernabile.  

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Un Cesare senza armate

domenica, Ottobre 20th, 2019

Il senso di megalomania è grande quanto quel simbolo di Italia Viva che plana dal cielo di alluminio, nel frastuono di una musica da colossal americano. Alla Ben Hur. Simbolo che peraltro ricorda quello dell’Italia dei Valori. La megalomania di chi celebra un trionfo senza neanche un esercito che ha vinto la guerra, cesarismo senza un Rubicone attraversato, armate e vittorie, anzi con Roma invasa dai barbari, che sono cento volte il cosiddetto popolo della Leopolda. Direbbe Alberoni che manca la forza immateriale che caratterizza lo stato nascente, in questa “cosa” che nasce da una scissione, compiuta solo in nome di un Io che preferisce comandare in una casa più piccola piuttosto che condividere un progetto, senza essere il protagonista sul palco.

Ma quale Italia dei “due Mattei”, narrazione che si infrange sulle istantanee di metà pomeriggio. Che fotografano un popolo a San Giovanni, potenzialmente maggioritario e un’enclave revanchista, stretta attorno al culto di un Capo che il paese lo ha perso, e non da oggi. Ecco, la differenza è tutta qui, perché San Giovanni è uno specchio del paese, dove si avverte il fuoco vivo della storia, la Leopolda un mondo che si esaurisce in sé e nei sui rituali, nonostante l’abilità della regia. Un format intenso per gli abbonati ma sconnesso dalle sedimentazioni profonde del paese. E allora, giù la maschera sul senso vero di questa operazione “Forza Italia viva”, dopo tante chiacchiere sulla separazione “consensuale” e il bon ton di maniera che ha preceduto il duello rusticano.

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La destra battezza la leadership di Salvini

domenica, Ottobre 20th, 2019

Per vincere deve tornare indietro Matteo Salvini. E rispolverare la vecchia coalizione targata 1994. Allora bisogna dirlo: trionfa, ma arretra. Trionfa, ma si decompone il modello del salvinismo dei “pieni poteri”. E allora quando scoccano le 17 e 44 e partono le note di Notti Magiche, colonna sonora cult dell’estate italiana dei mondiali di calcio targati 1990 e Totò Schillaci, il Capitano leghista si getta in mezzo alla folla e ne esce da trionfatore (“Pazzesco, pazzesco…”, gioirà con i cronisti”) da capo della coalizione, ma soprattutto da unico e vero avversario del governo giallorosso; ecco, un attimo dopo, finita la sbornia, nella war room del Capitano della Lega tirano un sospiro di sollievo, ma la traversata nel deserto è ancora lunga, lunghissima. Perché sarà pure una vittoria quella di oggi di Matteo Salvini che è riuscito a riempire una piazza non facile, storicamente di sinistra, come quella di San Giovanni.”La piazza di Lama e della Cgil, oggi è la nostra”, scolpirà dal palco. In queste ore si sprecano i numeri, 100, 200 mila persone. Si fanno già i raffronti con il 2006 quando Silvio Berlusconi e appunto la coalizione, composta all’epoca dai centristi dell’Udc, da Alleanza Nazionale e alla Lega, portarono a piazza San Giovanni due milioni di persone per dare la spallata al governo presieduto dal professore Romano Prodi. Di lì a poco, il centrodestra tornò al governo nel 2008 con “la maggioranza più ampia della storia della Repubblica italiana”, disse il Cavaliere.

VIDEO – Salvini ringrazia Berlusconi e Meloni: ‘Insieme si vince’ (di L. Perotta)

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C’è un legame tra batteri e Alzheimer, via a studio clinico in Usa ed Europa

domenica, Ottobre 20th, 2019

WASHINGTON  – Piano piano, senza troppo clamore, i test salgono di livello. E’ iniziato anche in Europa l’arruolamento dei pazienti di Alzheimer per uno studio clinico americano che potrebbe aprire nuove prospettive di cura per una patologia che colpisce circa 40 milioni di persone nel mondo, di cui un milione solo in Italia. I risultati sono attesi nel 2021. Il ‘trial’ clinico, che mira a coinvolgere 570 pazienti tra Usa e vecchio continente, segue la messa a punto di un farmaco sperimentato finora solo sui topi, dopo la scoperta di un legame tra l’Alzheimer e il batterio ‘Porphyromonas gingivalis’, una delle cause principali della parodontite o piorrea, una grave forma di gengivite, altamente resistente agli antibiotici.

“C’è l’evidenza che il Porphyromonas gingivalis e i suoi enzimi, chiamati gingipains, in grado di degradare le proteine nel cervello, possono giocare un ruolo centrale nella patogenesi dell’Alzheimer, fornendo un nuovo quadro concettuale per il trattamento della malattia”, si legge nello studio, pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista americana online Science Advances. A condurlo e finanziarlo è stata la Cortexyme, compagnia biotech della California, in collaborazione con Jagiellonian University in Polonia, University of California, University of Louisville School of Dentistry e Harvard University School of Dental Medicine in Usa, University of Melbourne in Australia e University of Auckland in Nuova Zelanda.

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Brexit, Johnson ha chiesto il rinvio alla Ue

domenica, Ottobre 20th, 2019

dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA

LONDRA – Aveva detto “meglio morto in un fosso” che un rinvio sulla Brexit. E invece ieri Boris Johnson si è dovuto piegare. In serata ha inviato una lettera per l’estensione al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, ma non ci ha messo la firma e anzi ne ha allegata una seconda che smentisce la prima e definisce l’ennesimo rinvio della Brexit “un errore”. Uno stratagemma per salvare la faccia, ma che non ha turbato Tusk: “Ora la valuteremo”.

Gb, Westminster rinvia la Brexit. Johnson: “Non chiederò rinvio a Ue”, ma poi cede

dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
Più che in un fosso, ieri Johnson è caduto in un trappolone, osannato con cori e giubilo fuori Westminster da centinaia di migliaia di manifestanti per un secondo referendum sulla Brexit. La trappola gliel’ha ordita Sir Oliver Letwin, ex parlamentare conservatore con una pettinatura del secolo scorso e il sorriso affilato. Il suo emendamento è stato votato 322 a 306 voti da opposizioni (Labour e Lib Dem), tory moderati e i furiosi unionisti nordirlandesi del Dup, “traditi da Boris” sull’Irlanda del Nord “separata” da Londra dopo la sua Brexit. E ha così imposto la richiesta di Londra all’Ue per un rinvio della Brexit al 31 gennaio 2020.

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Cile, l’Esercito proclama coprifuoco totale: “Sospese le libertà”. È la prima volta dai tempi di Pinochet

domenica, Ottobre 20th, 2019

di DANIELE MASTROGIACOMO

È la prima volta dai tempi della dittatura di Augusto Pinochet. Mentre il presidente Sebastián Piñera decideva di revocare l’aumento del prezzo del biglietto dei trasporti pubblici, quello che ha provocato tre giorni di guerriglia infernale, l’Esercito ha proclamato il coprifuoco in tutta Santiago del Cile. Il drastico provvedimento viene dopo la proclamazione dello stato di emergenza di venerdì sera il cui bilancio è di tre morti.

Cile, guerriglia urbana a Santiago: protesta per costo della vita altissimo. Dichiarato lo stato di emergenza

di DANIELE MASTROGIACOMO
La gente è obbligata a restare in casa e non potrà uscire dalle 9 di sera alle 7 del mattino.

Chi sarà costretto a farlo dovrà avere una autorizzazione speciale. Le strade e le piazze della capitale sono già presidiate dai carri armati e dai blindati dei militari che controllano il rispetto della misura. Si tratta di un provvedimento eccezionale, tipico dei paesi dell’America Latina.

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Leopolda, Renzi ringraziato per la scissione dal Pd: «Ci hai liberato»

domenica, Ottobre 20th, 2019

di Gian Antonio Stella

Leopolda, Renzi ringraziato per la scissione dal Pd: «Ci hai liberato»

«Grazie, Matteo». «Grazie, Matteo». «Grazie, Matteo». Manco fossero stati scarcerati dai pozzi della Cayenna coi pipistrelli vampiro, gli ex capigruppo, vicepresidenti del parlamento, deputati, onorevoli, ministri sfilano alla Leopolda ringraziando Matteo Renzi per averli liberati finalmente dal Partito Democratico. Prigionieri, ecco come si sentivano. Reclusi. Intrappolati. Chiusi dentro una vecchia ideologia, una vecchia ditta coi cardini arrugginiti, un partito dove tutto era odio, rissa, contrasto, litigio, spaccatura… Sia chiaro: i democratici salteranno su dicendo di avere solo difeso accanitamente i cari valori di una volta sconvolti dalla irruenza guascona e prepotente del giovanotto arrivato da Rignano e impostosi a Roma senza guardare in faccia nessuno e senza rispetto per la storia. Ma certo colpisce, alla Leopolda, la parola che più viene ritmata praticamente in ogni intervento: libertà, libertà, libertà…

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Manifestazione a Roma, Salvini rilancia: «Ora dobbiamo studiare»

domenica, Ottobre 20th, 2019

È cambiato il capo ma il popolo è lo stesso di tredici anni fa, quando per la prima volta il centrodestra riempì la piazza «rossa» di San Giovanni: oggi come allora si è presentato in modo festoso e famigliare, oggi come allora ha i numeri per puntare alla riconquista del governo. Solo che oggi rispetto ad allora non ha ancora un programma di governo.

Perché le parole d’ordine pronunciate ieri dai tre leader del centrodestra non erano che una rivisitazione degli slogan berlusconiani con cui venticinque anni fa venne annunciata la «rivoluzione liberale». Nell’attesa del «nuovo miracolo italiano», Salvini Meloni e Berlusconi hanno riproposto infatti le formule del «meno tasse» e «più sicurezza». Hanno cavalcato l’algoritmo mediatico dei «porti chiusi», dietro il quale si tenta di nascondere un anno di gestione fallimentare nella politica dei rimpatri. E hanno persino scomodato «Dio patria e famiglia» per difendere l’identità nazionale.

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Di Maio spiazzato da Conte: questa volta ha esagerato | Il premier: «Chi non fa squadra è fuori»

domenica, Ottobre 20th, 2019

di Monica Guerzoni

Di Maio spiazzato da Conte: questa volta ha esagerato | Il premier: «Chi non fa squadra è fuori»

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte (Ansa)

ROMA — Nicola Zingaretti si è tappato le orecchie per non sentire i bellicosi echi della Leopolda di Matteo Renzi. Ma all’accusa di guidare «il partito delle tasse e delle tessere», il segretario del Pd ha deciso che era troppo. E così nel primo pomeriggio i contatti sulla linea Nazareno-Palazzo Chigi si sono intensificati. E in serata il premier, che ormai si affida più al Pd che al M5S, ha accettato di offrire un assist ai democratici. «Chi non fa gioco di squadra è fuori dal governo», ha alzato la voce il premier. E anche se i collaboratori hanno subito chiarito che non ce l’aveva con Di Maio e non alludeva alle tensioni sulla manovra, dalla Farnesina è trapelato tutto il fastidio del ministro: «Ha esagerato, lo vedo un po’ nervoso».

Conte sa bene che il suo esecutivo non ha i numeri per rinunciare a nessuna delle tre forze che lo sostengono, ma sa anche che né Renzi, né Di Maio, sono in condizioni di sfiduciarlo in aula per poi contarsi nelle urne. Per scongiurare il prematuro collasso della sua litigiosa maggioranza, il premier ha segnato in agenda per lunedì un vertice chiarificatore, in cui sfiderà Renzi (e Di Maio) al rispetto degli accordi assunti davanti ai cittadini.

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