Vigili del fuoco, gli eroi che lo Stato ha abbandonato
domenica, Ottobre 20th, 2019di Floriana Bulfon
IL soffitto è una trama di travi corrose, con un buco nel mezzo dove i piccioni hanno fatto il nido. L’intonaco caduto dalle pareti lastrica il pavimento: ogni passo solleva polvere e sinistri scricchiolii. Dai rubinetti esce un liquido scuro con un odore nauseante. Sembra il set di un film dell’orrore, perfetto per girare una scena di zombie. Invece è la sede dei vigili del Fuoco. In questo edificio dove tutto appare fuori dalle regole ventisei agenti sono obbligati a convivere con il degrado. I cittadini contano sulla loro professionalità e sul loro coraggio, perché corrano a soccorrerli nelle situazioni più disperate. Lo Stato però li ha relegati a vivere in condizioni drammatiche. E questa villetta dall’aria diroccata di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, non è un’eccezione ma l’epicentro di un disastro che lungo tutta la Penisola coinvolge decine di caserme, installate in immobili carenti che le istituzioni affittano. E per le quali si pagano canoni esagerati. A spese nostre.
Sellia Marina pare perfetta, sì, ma solo per esercitarsi a fronteggiare le sciagure. Nella rimessa hanno tirato il nastro rosso, quello che delimita le zone di pericolo e tra i muri crollati, annodato a manicotti ed estintori coperti dalla polvere, a sorridere beffardo rimane solo uno gnomo da giardino. “Già quando siamo arrivati, dieci anni fa, non prometteva bene -racconta un vigile anziano- la cisterna del gasolio iniziò a galleggiare sull’acqua dopo qualche ora di pioggia intensa. Non era ancorata al terreno”. Per salire nelle camerate occorre arrampicarsi sulle scale: l’ascensore non è stato mai messo in funzione. In un angolo qualcuno, quasi a dare un senso di normalità, ha portato persino una cyclette e dei pesi: una palestra clandestina per allenarsi.