Archive for Ottobre, 2019

Doppia morale a 5 stelle. Ma i grillini hanno difeso i giganti

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Il carcere ai grandi evasori è uno slogan ruffiano da esibire nella campagna elettorale permanente, quella per cui alla sera i politici di oggi contano i like dell’ultimo sberleffo su Fb e si sentono De Gasperi. In teoria non è neppure una cattiva idea, perché non si capisce come mai se rubi una cassetta di mele vai in galera e se rubi milioni al fisco no. Il punto è semmai capire chi sono i grandi evasori, e se ci siano grandi evasori più grandi di altri. Su questo chi ha voluto il carcere appunto per i grandi evasori, il M5s, è in una contraddizione evidente. Tanto evidente perché in realtà, molti sospettano, per gli uomini di Grillo e Casaleggio si tratta di un conflitto di interessi.

Nella battaglia combattuta qualche mese fa sul fronte europeo per il copyright il Movimento Cinquestelle si è schierato in maniera compatta a favore della posizione sostenuta dai giganti del web. Ossia coloro che sono unanimente considerati come i grandi «evasori» dell’epoca contemporanea. Un’evasione il più delle volte condotta sul filo della legalità ma che di fatto sottrae al fisco ingentissime risorse.

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Manovra 2020, mancano risorse: si stringe sulla Web tax

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

di ANTONIO TROISE

Roma, 23 ottobre 2019 – È la volta buona? Chissà. Sarà un caso ma la “Web Tax”, appena annunciata dal governo, è stata subito spostata dal decreto fiscale alla legge di bilancio. Nel primo caso sarebbe entrata in vigore subito. Ora bisognerà attendere l’approvazione della manovra, a dicembre. Niente di grave, per carità, considerando è che da almeno tre anni che l’Italia vorrebbe tassare i giganti del Web, da Google ad Amazon fino a Facebook, multinazionali che macinano utili miliardari e pagano imposte da bottega artigiana.

Finora hanno sempre scampato il pericolo, grazie alla potenza di fuoco delle rispettive lobby. Tanto che in Italia, giusto per restare dalle nostre parti, il tentativo degli ultimi due governi di tassare i colossi della rete si è infranto sul muro di gomma delle procedure burocratiche. Risultato: l’imposta non è mai partita perché nessuno è riuscito a scrivere uno straccio di decreto attuativo. Il vento, però, negli ultimi mesi sta cambiando. Ieri Confesercenti è tornata all’attacco: «L’evasione si combatte facendo pagare i giganti del web», ha detto la presidente Patrizia De Luise, nel corso dell’assemblea dell’associazione.

Al ministero dell’Economia, per bruciare i tempi ed evitare brutte sorprese, hanno deciso di copiare la ‘Gafe Tax’ dei francesi. Dal 2020 dovrebbe scattare anche in Italia un’imposta del 3% sui ricavi delle imprese digitali con fatturati superiori ai 750 milioni o con un valore della prestazioni di servizi digitali superiori ai 5,5 milioni.

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Siria, il “Patto di Sochi” russo-turco cancella il sogno curdo

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

Il patto di ferro tra lo Zar e il Sultano segna il futuro della Siria. E quello dei curdi. “Traditi” da Putin, dopo essere stati scaricati da Trump. Turchia e Russia hanno concluso un “accordo storico” per una nuova tregua di 150 ore nel nord della Siria per completare l’evacuazione delle milizie curde Ypg da un’area di 30 km entro il confine siriano. Lo ha annunciato a Sochi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al termine del suo incontro con Vladimir Putin.

Russia e Turchia condurranno pattugliamenti congiunti fino a 10 km entro il territorio siriano oltre il confine turco, a est e ovest dell’area in cui è stata condotta l’operazione turca nel nord della Siria. È esclusa Qamishli, principale centro curdo nell’area. Lo indica il memorandum d’intesa siglato a Sochi dai presidenti dei due Paesi. Dalle 12 locali di domani (le 11 in Italia) la polizia militare russa e le guardie di frontiera siriane entreranno nell’area di confine con la Turchia in territorio siriano, al di fuori dell’area dell’operazione militare turca, per facilitare entro 150 ore l’evacuazione delle milizie curde Ypg. I pattugliamenti congiunti Ankara-Mosca inizieranno dopo questa fase di tregua. 

Il presidente turco mi ha spiegato le ragioni dell’offensiva – ha iniziato così Putin la conferenza stampa congiunta al termine dei colloqui-. – Io sono convinto che i sentimenti separatisti nel Nord-Est della Siria, siano stati fomentati dall’esterno. La regione va liberata dalla presenza illegale straniera”. Il capo del Cremlino ha fatto riferimento anche al timore che i prigionieri dell’Isis, sotto controllo dei curdi nell’area del Nord-Est e ora sotto controllo turco, possano approfittarsene per riprendere forza: “I terroristi non traggano forza dall’operazione turca”. E poi ci ha tenuto a sottolineare che l’accordo con Erdogan è “di importanza fondamentale per il futuro della Siria”.

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Quanto ha pasticciato Conte con l’intelligence?

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

Nella legge numero 124 del 3 agosto del 2007, che disciplina il “sistema di informazione e di sicurezza della Repubblica”, non c’è un solo rigo in cui, tra i compiti e le funzioni dei nostri servizi, sia prevista una loro collaborazione con il livello “politico” di un governo straniero.

È questa “irritualità” il primo punto che il premier Conte dovrà chiarire nella sua audizione al Copasir: per quali ragioni ha “autorizzato” che ci fosse un rapporto diretto tra il ministro americano Barr e i vertici dei servizi italiani in due occasioni: a Ferragosto, in piena crisi di governo gialloverde, e il 27 settembre, quando era già nato il nuovo governo. È una “omologazione” di due livelli che normalmente restano distinti, come distinte sono un’istituzione che ha una forma di legittimazione popolare (un governo) e apparati di natura “tecnica” preposti alla sicurezza nazionale. Detta con parole semplici: perché il presidente del Consiglio non ha suggerito, di fronte alla richiesta, l’opportunità di un incontro tra i servizi italiani e i corrispettivi americani? O perché non ha suggerito di portare l’incontro sul terreno del governo, facendo incontrare il ministro della Giustizia italiana con quello americano?

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Città segrete e isole fantasma: ecco i luoghi introvabili che non sono sulle mappe

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

Sono città rimaste segrete per decenni, isole fantasma e località al confine tra finzione e realtà. Sono i luoghi protagonisti dei libri del geografo britannico Alastair Bonnett, tra cui l’ultimo pubblicato a settembre 2019. Bonnett si spinge alla scoperta di località che non sono rintracciabili nelle mappe tradizionali e ne ripercorre la storia. Così si scoprono isole fatte interamente di plastica e isole che in realtà non sono mai esistite.

A cura di Roberta Lancellotti

REP.TV

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Mafia, l’ultima verità sulla strage di Capaci: “Un ex poliziotto mise l’esplosivo sotto l’autostrada”

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

Dal nostro inviato SALVO PALAZZOLO

CALTANISSETTA. E’ stato agente della polizia penitenziaria e mafioso del clan di Caltanissetta, collabora con la giustizia dal 2009, ma alcuni mesi fa, dopo la sentenza sulla “trattativa Stato-mafia”, ha chiesto di tornare nuovamente davanti ai magistrati che indagano sulle stragi Falcone e Borsellino. Lui è Pietro Riggio, 54 anni, uno dei pentiti che hanno parlato anche del leader di Confindustria Antonello Montante. Adesso, racconta una storia misteriosa, in cui il protagonista è un ex poliziotto che chiamavano il “turco”. “Mi ha confidato di aver partecipato alla fase esecutiva delle strage Falcone – ha messo a verbale Riggio davanti ai pm di Caltanissetta – si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell’autostrada con l’esplosivo, operazione eseguita tramite l’utilizzo di skate-bord”.

Dichiarazioni pesanti, che hanno lasciato perplessi i magistrati nisseni, da sempre scettici sull’ipotesi che a Capaci ci sia stato un “doppio cantiere” per la strage del 23 maggio 1992: le sentenze fin qui emesse annoverano solo uomini delle cosche attorno all’autostrada dove furono uccisi Falcone, la moglie e gli agenti di scorta.

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Spaventare i ceti medi: la coazione a ripetere della sinistra di governo

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019
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di   Antonio Polito

C’è una coazione a ripetere nei governi cui partecipa la sinistra da 25 anni a questa parte; una specie di maledizione, come se lassù ci fosse qualcuno che le vuole talmente male da farle commettere sempre lo stesso errore. Il quale consiste nello spaventare fiscalmente i ceti medi ma senza produrre risultati che portino sollievo effettivo ai ceti popolari. Se fosse ancora vivo il grande storico Carlo Cipolla, avrebbe potuto aggiungere al suo aureo libretto una ulteriore legge fondamentale della stupidità, stavolta politica. Le settimane della manovra finanziaria sono state uno straordinario esercizio di masochismo. Terminato nel più classico dei modi, ovverosia con il rinvio delle proposte più controverse, l’abbassamento del limite dei contanti, delle sanzioni per i commercianti che non si dotano del Pos, del carcere per gli evasori. Ma l’impressione provocata da queste misure è rimasta viva nel ricordo di chi le temeva: i lavoratori autonomi hanno capito benissimo che solo la debolezza del governo ne ha fermato la mano. Allo stesso tempo le risorse racimolate per il taglio del cosiddetto «cuneo fiscale» (un altro Santo Graal della sinistra), al massimo 3 miliardi, non sono tali da potersi aspettare che nelle case dei lavoratori a reddito fisso si festeggerà il Natale brindando al governo.

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Bonafede: «I grandi evasori sono parassiti. Il carcere è una svolta culturale»

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

«È una svolta epocale» ripete soddisfatto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a proposito del decreto che prevede il carcere per i grandi evasori.

«Epocale» è un termine che aveva usato anche per la riforma del processo penale che dovevate approvare insieme alla Lega, e s’è visto com’è andata…

«La differenza è evidente, la Lega ha bloccato la riforma, questo governo invece fa norme coraggiose. Io rivendico che dal punto di vista anche solo culturale la norma che prevede pene da 4 a 8 anni per chi evade cifre superiori ai 100.000 euro rappresenti un grande cambiamento. La soglia minima di quattro anni fa sì che non si acceda automaticamente a misure alternative alla detenzione, anche se poi toccherà sempre ai magistrati valutare i singoli casi e decidere».

Il carcere una svolta culturale?

«Sì, perché questa riforma è uno dei tasselli della lotta all’evasione fiscale, fra i più importanti. I cittadini devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti, e ciò consentirà a tutti di pagare meno. I grandi evasori sono parassiti che camminano sulla testa dei cittadini onesti, un fenomeno che non può rimanere impunito. Governo e maggioranza compatti hanno dato un segnale chiarissimo e netto».

Ci sono magistrati che i Cinque Stelle hanno sempre guardato con rispetto e simpatia, come Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, che ritengono la riforma sostanzialmente inutile: rischia di ingolfare i tribunali con migliaia di nuove inchieste e processi, senza risultati concreti.

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Mafia Capitale, la Cassazione: «Non fu associazione mafiosa» Valzer di sentenze e Procura sconfitta

mercoledì, Ottobre 23rd, 2019

Respinta definitivamente l’accusa di mafia. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Mondo di Mezzo si componeva di due associazioni, una facente capo a Massimo Carminati, dedita alle estorsioni e all’intimidazione e l’altra che aveva come riferimento il re delle coop Salvatore Buzzi, impegnata a corrompere e manipolare le gare d’appalto.

Esultano le difese unite nel combattere il temuto 416 bis, riconosciuto nel secondo grado d’appello (nel primo era saltato) e ora sconfessato. Quanto alle pene di molti dei 32 imputati si dovrà attendere che vengano rideterminate in appello. Ad esclusione di alcuni per i quali la condanna è già definitiva, come, per fare un esempio, l’ex presidente del consiglio comunale il dem Mirko Coratti (quattro anni e sei mesi), l’ex consigliere pidiellino Giordano Tredicine (due anni e sei mesi) e l’ex presidente di Ostia, il dem Andrea Tassone (cinque anni).

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I sentimenti e il futuro. Le due cose essenziali per vivere

martedì, Ottobre 22nd, 2019

di MICHELE BRAMBILLA

Il nome di Erika, la ragazza di 19 anni morta alla discoteca Jaiss di Vinci, va ad aggiungersi a quello di Lamberto, morto sedicenne nel 2015 al Cocoricò di Riccione stroncato dalle anfetamine, e a quello di Sdrjan, che aveva anche lui 19 anni quando nel 2014 al Madison di Milano fu ammazzato da una pastiglia dello sballo. Così come i nomi di Giorgio e Kevin, i due minorenni morti nell’incidente di Palermo, si aggiungono al lunghissimo elenco delle vittime delle stragi stradali del sabato. 

E se invece del Pil fosse questa la vera emergenza del Paese? Voglio dire non solo l’emergenza dei morti ma anche quella di chi vive come se fosse morto?

Perché non basta la macabra contabilità di chi finisce sotto terra: ce n’è anche una, nascosta ma non troppo, del disagio, lo stordimento, non saprei neanche come dire, forse la disperazione, ma ultimamente direi il dolore di chi alle quattro del mattino prende un veleno sapendo che è un veleno, oppure “posta” – adesso si dice così – su Instagram una foto di se stesso con a fianco una bottiglia, mentre guida ubriaco per andare a schiantarsi e ammazzare due suoi passeggeri poco più che bambini. E anche lui che guidava è poco più che bambino, perché ha vent’anni.

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