Stangata per i fumatori e i giocatori d’azzardo. La Manovra finanziaria prevede infatti una serie di aumenti tra cui appunto quelli su tabacco, sigarette elettroniche e giochi. Nello specifico, per il tabacco nel mirino ci sono il trinciato, il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, negli ultimi tempi al centro di forti polemiche a causa di diversi decessi avvenuti negli Stati Uniti e le cui cause sembrano essere proprio le e-cig.
Atlantia boccia la bozza del piano di rilancio di Alitalia. Lo
avrebbe scritto al ministro dello Sviluppo economico, Stefano
Patuanelli. La società vuole modifiche per poter proseguire
nell’operazione. Irritazione da parte del governo con vertice del
premier Conte con i ministri Patuanelli, Di Maio, Gualtieri,
Franceschini e De Micheli.
La richiesta spiazza tutti: senza un intervento del governo,
Atlantia potrebbe addirittura tirarsi fuori dalla partita, con effetti
potenzialmente letali per il buon esito del salvataggio. Si tratta di
una mossa a sorpresa per tutti dopo gli incontri delle ultime settimane,
anche se sul tavolo rimangono ancora senza soluzione i nodi delle rotte
in Nord America e la governance della newco. La reazione del governo
giallorosso è veemente: in serata va in scena un breve vertice politico
sul dossier, con Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il ministro della Cultura Dario Franceschini e la ministra dei Trasporti Paola De Micheli.
A smontare le favole del governo giallorosso ci pensa Paolo Mieli, che era ospite in studio a PiazzaPulita, il programma condotto da Corrado Formigli, nella puntata in onda su La7 giovedì 3 ottobre. Subito dopo l’intervista a Roberto Gualtieri, il ministro dell’Economia, si fa il punto sulla manovra. E l’ex direttore del Corriere della Sera
mostra tutti i suoi dubbi: “Gualtieri è una persona seria – premette -,
però due-terzi della manovra è ancora indeterminata”. Dunque l’affondo
di Mieli contro Giuseppe Conte: “Il presidente del
Consiglio è lo stesso del precedente governo, anche un anno fa promise
la lotta all’evasione. A pagina 74 dell’attuale documento c’è scritto
che Conte lo scorso anno è riuscito a venire a capo di 370 milioni di evasione, quest’anno ne promette 7 miliardi.
Caspita, è un mago”, conclude ironico. Chiaro, anzi chiarissimo cosa
pensi Paolo Mieli delle promesse di Conte, M5s e Pd sulla manovra in
cantiere.
A PiazzaPulita di Corrado Formigli non ci andrà Matteo Salvini, ma a tenere alta la bandiera della Lega ci pensa Lucia Borgonzoni, presente in studio nella puntata in onda su La7 giovedì 3 ottobre. Si parla di ius culturae e cittadinanza agli immigrati, provvedimento sostenuto senza indugi da Formigli. “Anche attraverso l’istruzione si dovrebbe fare in modo che i figli degli immigrati si integrino meglio. Perché chi teme la scarsa integrazione non è favorevole allo ius culture?”, chiede il conduttore. “Io però parto da un punto completamente diverso, per me gli italiani non sono razzisti – premette la Borgonzoni -. Siamo un popolo composto da tante persone, ci saranno degli stupidi: chi aggredisce un bambino non è un razzista, ma uno stupido.
Il
leader della Lega ad Agorà parla dei possibili coinvolgimenti italiani
sul Russiagate: “Il premier non mi ha mai informato, spieghi se ha
qualcosa da nascondere”
“Io
assolutamente non sono stato informato di niente. A Ferragosto ero a
Castelvolturno e Conte non mi fece neanche mezzo colpo di telefono”.
Matteo Salvini, ad Agorà su Rai3, torna così sui possibili
coinvolgimenti italiani nel Russiagate che coinvolge l’amministrazione
Trump.
Un
semplice appunto di lavoro o il memorandum di un accordo raggiunto? Di
sicuro c’è che l’ultimo passo avanti compiuto dall’indagine della
Procura di Milano sugli affari in terra di Russia di Gianluca Savoini,
già plenipotenziario del ministro Matteo Salvini, si arricchisce di un
nuovo tassello: che dà, se non altro, il quadro definitivo di quali
fossero l’oggetto e le condizioni dell’incontro nella hall del Metropol,
il grande albergo nel cuore di Mosca.
Da una parte i tre italiani: Savoini con i suoi
singolari consulenti, Gianluca Vannucci e Francesco Meranda. Dall’altra
parte i tre interlocutori russi, solo due dei quali allo stato attuale
identificati. Nessuno dei sei è un funzionario pubblico, nessuno dei tre
ha cariche in aziende che si occupano di petrolio. Tutti e sei, a
quanto pare, si muovono nel milieu delle mediazioni, dei subcontratti di
fornitura. E la nuova prova acquisita dai pm è la fotografia di un
appunto che delinea la spartizione tra i due schieramenti dello sconto
sulla fornitura di gasolio oggetto dell’incontro: del 10 per cento di
sconto, il 6 resterebbe in tasca ai russi, il 4 agli italiani. È il 4
per cento che in parte, secondo l’ipotesi della Procura di Milano,
doveva poi alimentare la campagna elettorale della Lega.
Nella
prossima legge di bilancio ci sarà la tassa verde. Le modalità sono
tutte da decidere, ma l’entità del taglio ai «sussidi dannosi» fissata
dal nuovo Def – lo 0,1% del Pil – fa pensare che non sarà indolore per
gli italiani.
Sono più di 1,7 miliardi, la stessa cifra prevista dal decreto
clima del dicastero dell’Ambiente. Ma a differenza del decreto circolato
poco prima del varo del Def, la decisione di quanto e cosa tagliare non
sarà affidata alla lista di tax expenditures stilata dal ministero
guidato da Sergio Costa. La scelta è rinviata alla legge di Bilancio.
Un
modo per fare tornare le leve del comando a via XX Settembre. Ma visto
che la cifra fissata dal Def è alta, difficile che non siano colpiti i
regimi fiscali speciali per i carburanti dell’autotrasporto e
dell’agricoltura. O l’Iva agevolata per il gas e l’energia per usi
domestici e la tassa sugli imballaggi.
Sempre che l’aumento della pressione fiscale non sia fermato durante l’iter parlamentare della manovra.
Giuliano Ferrara, giornalista e fondatore de Il Foglio, ha voluto dire la sua sull’attuale situazione politica italiana. L’ex europarlamentare del PSI nel suo editoriale si è espresso con fermezza sul nuovo esecutivo, il cosiddetto Conte bis, che vede l’unione del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle: «Siamo
consapevoli che l’alleanza innaturale è anche grottesca, che i rischi
di flop sono altissimi, ma detto questo siamo incapaci di goderci lo
spettacolo: e senza goduria non c’è vera critica, né stroncatoria né
apologetica. C’è solo mugugno, che è il tipico compagno dell’attento
posizionamento sempre terzista nell’ispirazione».
Giuliano Ferrara è intervenuto sulla polemica di questi giorni che ha visto protagonista ancora una volta il reddito di cittadinanza, intascato questa volta da un’ex brigatista: «Ora
si scopre che retribuiamo la cittadina Saraceni, che atterrò D’Antona
nel sangue, e non è decente, ovvio: ma le colpe di Conte non ricadono su
Bisconte, anche questo è ovvio, e ci si metterà una pezza in spirito di
non accanita e non esemplare giustizia!». Il giornalista 67enne romano ha poi parlato di Matteo Renzi, che si prepara a presentare il logo del suo nuovo partitoItalia Viva alla prossima Leopolda: «A
me sembra che lo sconfitto del 4 dicembre 2016, quello che voleva il
monocameralismo e il ballottaggio alle elezioni, è l’unico che sarà in
grado di far ballare il governo sulle punte, visto che l’ha generato e
non è sprovvisto di duttilità, perché è l’unico che non sgomita e non
mugugna, fa politica che è ciò per cui paghiamo viventi e semiviventi
del Parlamento!».
Le parole del fondatore di Italia Viva ospite a Otto e Mezzo | Ansa – CorriereTv
“Conte? Può stare sereno se mantiene la promessa di
non aumentare le tasse. Mi sembra che finora il governo abbia mantenuto
la parola data, quindi bene così”, così ha dichiarato il leader di
Italia Viva Matteo Renzi per rispondere alla domanda di Lilli Gruber su
cosa debba fare il premier Giuseppe Conte per stare sereno con il
proprio esecutivo. Sull’abbassamento dell’Iva per prodotti di largo
consumo, Renzi ha aggiunto: “Se questa idea è a costo zero, per esempio
se abbassa l’Iva al pannolino, lo firmo anch’io”. Infine, di fronte a
una potenziale alleanza con il Movimento 5 Stelle alle prossime
elezioni, il senatore ha dichiarato: “Competition is competition. Noi
non staremo con il Movimento 5 Stelle, perché ci divide un abisso da
loro”.
Il leader della Lega a margine di una conferenza al Senato | Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev – CorriereTv
Roma, 02 ottobre 2019 Immigrazione, Salvini: “Di Maio
dice che faranno più di me? Rido e aspetto di vedere cosa fanno” Il
leader della Lega, Matteo Salvini, in conferenza stampa al Senato per la
presentazione di un progetto di legge del gruppo Lega al Senato, a
prima firma del senatore Gianfranco Rufa, che prevede di estendere la
possibilità di versare il cinque per mille alle forze dell’Ordine.
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