Le responsabilità del cortocircuito
Whirlpool sono diverse ma ora la priorità è una: trovare una soluzione
per lo stabilimento di Napoli e i suoi 400 dipendenti. Prima della
chiusura prevista il 31 ottobre. Nell’ufficio al terzo piano del
quartier generale della multinazionale americana, alle porte di Milano,
c’è Luigi La Morgia, ceo di Whirlpool Italia. Con lui Giovanni Ferrario,
il manager di lungo corso (ex Pirelli, ex Italcementi) segnalato da
Whirlpool come possibile subentrante. La proposta sembra ancora in
campo. Anche se Ferrario dice: «Sarei ben felice di illustrarla a
governo e Invitalia. Per intavolare qualunque discorso, però, dovrebbe
cambiare il clima».
Il modo in cui il governo, l’altra notte, ha approvato la manovra non promette niente di buono.
Lo stesso verbo approvare è ottimistico. Infatti, il disegno di legge
di Bilancio e il decreto legge fiscale che lo accompagna hanno ricevuto
l’ok del consiglio dei ministri «salvo intese», la famigerata formula
cui ci aveva abituato il Conte 1 e che sta a significare che
l’esecutivo, nonostante la maratona notturna, non è riuscito a trovare
pieno accordo sui provvedimenti della manovra da 30 miliardi per il
2020. I contrasti fra i ministri, in particolare sulla riduzione del
tetto all’uso del contante e sull’inasprimento del carcere per i grandi
evasori, evidenziano un alto livello di conflittualità nella risicata
maggioranza che sostiene il Conte 2, dove ciascuno dei quattro partiti
(M5s, Pd, Leu e Iv) ha potere di vita e di morte sull’esecutivo. E siamo
solo all’inizio.
Quando i due provvedimenti arriveranno in Parlamento la battaglia si trasferirà lì.
Sarà scontro soprattutto tra 5 Stelle e Italia viva, il nuovo partito
di Matteo Renzi. E fin d’ora si può affermare che sarà un miracolo se
Conte riuscirà, ovviamente ricorrendo al voto di fiducia, a portare a
casa la manovra senza stravolgimenti. Una manovra che, comunque vada,
resterà di scarso impatto sulla crescita e di corto respiro. Basti dire
che, tra un anno, la principale questione che dovrà affrontare il
governo, qualunque esso sia, sarà la sterilizzazione delle clausole di
salvaguardia. Gli aumenti dell’Iva già programmati dai precedenti
governi sono stati infatti cancellati totalmente per il 2020 ma solo
parzialmente per gli anni successivi. E così la legge di Bilancio 2021
dovrà trovare circa 18 miliardi per evitare il rincaro delle aliquote
Iva. Come dire che siamo punto accapo.
Anche le banche sono chiamate a
fare la loro parte per aiutare il governo a chiudere i conti del 2020,
con 1,6 miliardi messi a riduzione del deficit. Si tratta di un
intervento sulla massa dei crediti d’imposta degli istituti, che nella
sostanza ricorda da vicino un prestito forzoso a interessi zero imposto
dallo Stato a proprio vantaggio. In teoria le banche potrebbero far
valere per i prossimi dieci anni i crediti d’imposta legati a sgravi
fiscali sulle perdite dovute a vecchi prestiti finiti in default. Di
fatto è un loro patrimonio. Tuttavia, la Legge di bilancio stabilisce
che 1,6 miliardi di questi crediti verso lo Stato non sono godibili nel
2020, ma in futuro. Il patrimonio delle banche resta intatto, anche se
l’anno prossimo dovranno procurarsi quegli 1,6 miliardi altrove. Nella
sostanza non c’è una copertura strutturale del deficit, perché il
governo si limita a spostare al futuro il saldo di un debito che ha
verso le banche. Ma il ricorso stesso a questa operazione – per il
secondo anno di seguito – dà un’idea di come sia stato difficile per il
ministero dell’Economia chiudere i conti fra le mille linee rosse dei
partiti.
Attenti ai ribaltoni: non portano
fortuna. Salvini docet, e Renzi prenda nota. Quanto alla manovra
finanziaria, a sentire Giuseppe Conte non è pallida ma splendente di
futuro. In questa intervista, la prima dopo l’approvazione del documento
per la Commissione Ue, il premier consegna un messaggio iperpositivo,
forte dello spread basso e dei buoni rapporti con l’Europa.
Si sente dire che la manovra economica è piuttosto pallida. Era inevitabile, o hanno pesato le divisioni nella maggioranza? «È una manovra coraggiosa, nel segno della crescita pur avendo risorse limitate. Solo chi non l’ha letta può definirla pallida. E spinge l’Italia nel futuro. Abbassiamo le tasse e con il cuneo fiscale diamo più soldi in busta paga ai lavoratori, circa 500 euro l’anno a persona. Eliminiamo il super ticket. Ci sono 600 milioni in più per le famiglie, asili nido gratuiti e 100 milioni in più per i disabili. E poi c’è la madre di tutte le battaglie: la lotta all’evasione fiscale, che rappresenta un cambio di passo mai visto prima. E tutto questo senza aumentare l’Iva e non toccando quota 100».
“Se avessi conosciuto meglio Roma, e i suoi centri di potere, da
cui mi sento estraneo, mi sarei mosso meglio. Evitavo certe ingenuità.
Ma rifarei tutto. Ora si tratta di ripartire, e lo stiamo facendo
benissimo. Vinciamo in Umbria, poi in Emilia Romagna e poi in Calabria”.
Lo ha detto Matteo Salvini, che si prepara con gli alleati del
Centrodestra alla manifestazione di sabato contro il governo. “Non so se
sarà una spallata, ma riempiremo le piazze”.
“So che siamo gli unici matti che riempiranno la piazza più grande
della Capitale, mentre gli altri si rifugiano in salette e teatrini”,
prosegue Salvini in una intervista al Messaggero.. “La gente ha
chiesto alla Lega di dare un segnale contro il governo truffa e contro
l’accozzaglia delle dieci sinistre, ed eccoci qua”.
Diciamolo subito con molta
chiarezza. Nel duello televisivo nel salotto di Bruno Vespa, Matteo
Renzi è stato più bravo di Matteo Salvini. Più bravo perché padrone
della scena, a differenza del duellante che pareva a disagio persino nel
linguaggio vestimentario. Più bravo nelle argomentazioni, anche perché
Salvini aveva poco da argomentare. Più bravo perché più preparato (aveva
fatto i compiti a casa), mentre l’altro pareva ripetitivo e sfuggente.
In termini astratti, di comunicazione, ha vinto Renzi, ma a cosa serve
questa vittoria? A nulla. Perché era uno scontro troppo personale e
senza un chiaro obiettivo politico.
Attraverso la stampa
internazionale il Generale Khalifa Haftar ha dichiarato che eventuali avanzate
sulla città di Tripoli non interferiranno con la produzione e le politiche
petrolifere libiche, auspicando anche l’eventuale candidatura di Saif Al-Islam
Gheddafi alle prossime elezioni.
L’intervento
del presidente di FederPetroli Italia – Michele Marsiglia a seguito delle
dichiarazioni del Gen. Haftar ‘’Ad oggi le parole del Generale Haftar sono
le uniche che fanno intravedere un interesse per il core-business libico, ovvero
la produzione petrolifera. Le nostre impressioni non sono da attribuirsi come
una sponsorizzazione per l’una o l’altra parte coinvolta nel delicato conflitto
libico ma sicuramente apprezziamo chi, ad oggi, è stato l’unico a pronunciarsi
sulla situazione della produzione petrolifera nel Paese”.
Così sintetizzo in risultato
calcistico il confronto andato in onda ieri sera a Porta a Porta,
ennesimo capolavoro di Bruno Vespa che riesce ancora una volta a
dimostrare la sua centralità nel dibattito politico italiano (per
scegliendo uno stile di conduzione eccessivamente defilato, in alcuni
momenti addirittura capace di trasmettere la sensazione di una sfida
senza arbitro).
Valuto migliore la performance dell’ex premier perché credo sia stato capace di segnare due gol, che ora provo a descrivere.
VIDEO – Renzi: “Salvini vive alle sagre, stomaco d’amianto”. E il leghista replica
Il tanto attesto dibattito televisivo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini, nello studio di Porta a Porta, è stato visto e commentato da migliaia di persone sui social network. E anche gli stessi protagonisti hanno seguito il programma, registrato nel pomeriggio, commentando su Twitter le risposte dell’uno o dell’altro. Come in un incontro sportivo, il botta e risposta ha scatenato gli spettatori e ognuno ha scelto un proprio vincitore. A cura di Sofia Gadici
16 ottobre 2019
Ha sbandato ed è finito contro
un albero il bus della linea 301 dell’Atac che questa mattina stava
percorrendo la via Cassia. Al momento il bilancio è di 14 feriti, 4 in
codice rosso, ma nessuno in pericolo di vita, e gli altri in codice
giallo.
Roma, autobus contro albero sulla Cassia: polizia e vigili del fuoco al lavoro
Sul posto sono intervenute 12 ambulanze e sono stati trasportati tra il policlinico Gemelli, il San Filippo Neri, il Sant’Andrea e il Villa San Pietro. Alcuni dei passeggeri sono stati medicati sul posto.