Archive for Ottobre, 2019

Conte: «Renzi? Non sto sereno Si rischia di non andare avanti»

sabato, Ottobre 5th, 2019

ROMA Il sole che accende le pietre del Sacro Convento, la fede di 4000 persone in preghiera, la luce della lampada votiva sulla tomba di San Francesco e poi, finite le celebrazioni, la gente che lo aspetta per un selfie. Giuseppe Conte è emozionato, fiero dell’abbraccio del mondo cattolico, pieno di orgoglio ma anche di ira verso tutti coloro che rendono difficile la navigazione del suo governo, da Salvini a Renzi. «Come posso stare sereno? So di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza», replica a chi gli chiede se l’ex premier punti a defenestrarlo, come fece con Enrico Letta nel 2014. «Non abbiamo bisogno di fenomeni — avverte il premier, spazientito perché sull’Iva Renzi “mistifica la realtà” — Non si rivendicano primati che io non riconosco a nessuno, neppure alle forze politiche che hanno maggiore consistenza numerica». E quando le luci delle telecamere si spengono, il premier ha ancora qualche severo monito da indirizzare, da Assisi, al fondatore di Italia Viva.

Renzi vuole il suo posto a Palazzo Chigi?

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Trieste, sparatoria in questura. La testimone: «Sembrava di stare a Beirut»

sabato, Ottobre 5th, 2019

di Giusi Fasano e Andrea Pasqualetto

Trieste, sparatoria in questura. La testimone: «Sembrava di stare a Beirut»

I poliziotti stretti all’esterno della questura (ANSA) shadow

Questura di Trieste, ieri pomeriggio. La voce di un uomo dice al poliziotto della centrale operativa che «lo scooter è qui con mio fratello, venitelo a prendere». È Carlysle Stephan Meran, 32 anni, dominicano con regolare permesso di soggiorno. Suo fratello, Alejandro Augusto, 29, aveva sottratto quel motorino ieri mattina presto a una turista straniera che poi era andata a denunciare tutto. Partono due volanti, a bordo anche Rotta e Demenego. I poliziotti arrivano a casa dei due fratelli, li caricano sulle volanti e li portano in Questura. Manca poco alle cinque del pomeriggio. Prima di arrivare Carlysle si sente in dovere di dire agli agenti che «mio fratello è un po’ alterato» («soggetto squilibrato» diranno poi altri inquirenti, pare anche seguito da un centro di igiene mentale). La volante si ferma davanti all’ingresso. I due fratelli non sembrano agitati, uno di loro si permette anche una battuta con una poliziotta in borghese che è lì davanti alla porta della Questura. Gli agenti li fanno entrare. Niente manette. Alejandro Augusto fa pochi passi e poi chiede di andare in bagno.

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Otto e mezzo di fuoco, tutti gli scontri di Gruber con i suoi ospiti

sabato, Ottobre 5th, 2019
Nel mirino della padrona di casa del programma in onda su La 7 Salvini, Renzi e Di Battista | Ansa – CorriereTv
Gli scontri di Lilli Gruber, conduttrice di Otto e mezzo, il programma in onda su La7, con alcuni dei suoi ospiti. Nel mirino della padrona di casa sono finiti il leader della Lega Matteo Salvini, il leader di Italia Viva Matteo Renzi e Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle.
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L’Avvocato delle spie

venerdì, Ottobre 4th, 2019
Giuseppe
Giuseppe Conte

È accaduto tutto così velocemente che ancora non tutto è chiaro. Il passaggio in 20 giorni da una coalizione orientata a destra, a un’altra di un colore opposto, è stato un tale cambio, e talmente improvviso, da non aver ancora sedimentato tutte le risposte sulle sue radici e ragioni – perché si è sgretolato il potere di Salvini proprio al suo culmine? Cosa ha rotto l’unità del governo? Come mai è sopravvissuto alla crisi della sua coalizione Giuseppe Conte, arrivando a guidarne una seconda di segno opposto? Le risposte sono tante e vanno dalle più fantasiose e oscure (doppi e tripli complotti) alle più politologiche, passando per l’inevitabile visita al sofà degli psicanalisti.

Le rivelazioni del New York Times e del Washington Post sulle visite e gli incontri segreti avuti nel nostro Paese dagli alti rappresentanti dell’amministrazione Trump con rappresentanti dell’Intelligence italiana aggiungono ora altre domande, molto più inquietanti: come mai il Presidente Conte non ha informato nessuno di questi contatti con gli americani e della loro missione in Italia? Avrebbe potuto? Avrebbe dovuto? O la sua è stata una opaca manovra, che ha in qualche modo interferito sul corso stesso della crisi e della sua composizione?

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Il ministro dell’Istruzione Fioramonti iscrive il figlio alla scuola inglese, polemiche

venerdì, Ottobre 4th, 2019

 Il ministro dell’Istruzione del governo italiano, Lorenzo Fioramonti,  per il figlio ha scelto la scuola inglese e quando si è trattato di decidere se fargli fare l’esame di italiano, ha detto di no: niente italiano. Lo rivela l’agenzia Adnkronos.

La vicepreside ha confermato all’agenzia quanto sostenuto nel tam tam sulle chat dei genitori: “La storia del test del figlio del ministro è la seguente: in prima e seconda elementare i bambini, il 30-40% dei quali sono stranieri, fanno il programma esclusivamente in inglese. L’ora di italiano scatta, solo per chi vuole, a partire dalla terza. Non facciamo gli esami di italiano in sede, ma in un’altra struttura e l’anno scorso Fioramonti, che non era ministro (era viceministro all’Istruzione, ndr) – tiene a precisare la dirigente scolastica – insieme alla moglie straniera ha scelto di non far fare il test in italiano al figlio perché preferiva si concentrasse sull’inglese. Il bimbo, venendo dal Sudafrica, non parla infatti bene l’italiano. Oggi quel bambino frequenta un’altra scuola”.

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Sondaggio Youtrend: Italia Viva di Matteo Renzi al 4,3 per cento, il Pd perde un punto e si ferma al 20,1

venerdì, Ottobre 4th, 2019

Si consolida Italia Viva di Matteo Renzi al 4,3 per cento mentre perde un punto percentuale il Pd che si attesta al 20,1 per cento. In calo anche il Movimento 5 stelle ora al 19,8 per cento (-0,4) e la Lega di Matteo Salvini al 31,8 per cento (-0,3) che però resta saldamente il primo partito. E’ quanto emerge dal sondaggio Youtrend per Agi. Cresce ancora Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che guadagna lo 0,6 e si attesta così al 7,8 per cento, sempre sopra Forza Italia di Silvio Berlusconi che perde un ulteriore 0,1 per cento fermandosi così al 6,6.

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Migranti, Carola Rackete attacca l’Europa: “Dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto?”

venerdì, Ottobre 4th, 2019

Nessun governo europeo si è preso la responsabilità dei 53 migranti, “è stata una vergogna”. Carola Rackete, la comandante tedesca della SeaWatch3 che forzò il blocco italiano ed entrò nel porto di Lampedusa dopo aver atteso per 17 giorni in mare con quei 53 derelitti a bordo della nave, attacca duramente le istituzioni europee durante l’audizione davanti alla Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni (Libe) del Parlamento europeo.

“L’unica risposta che ho avuto allora è stata da Tripoli, dove non potevo andare. In Europa, la culla dei diritti, nessun governo voleva 53 migranti. E’ stata una vergogna. Le istituzioni mi hanno attaccata. Sono stata lasciata sola. I governi hanno eretto muri, come se sulla nave ci fosse la peste”. La mia” decisione di entrare in porto “dopo 17 giorni in mare senza ricevere risposta non fu una provocazione come molti hanno detto. Ma un’esigenza”. “Ritenevo che non fosse più sicuro restare in mare e temevo per quanto potesse accadere”.

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«Savoini doveva agire in fretta per il voto europeo»

venerdì, Ottobre 4th, 2019

Di Giuseppe Guastella

«Savoini doveva agire in fretta per il voto europeo»

È un sospetto che «emerge in maniera molto evidente» quello secondo il quale il 18 ottobre del 2018, intorno a un tavolo dell’Hotel Metropol di Mosca, si sia svolta una trattativa che, attraverso la compravendita di tre milioni di tonnellate di prodotti petroliferi, avrebbe dovuto portare 65 milioni di dollari nelle esangui casse della Lega. A confermare la fondatezza delle basi dell’inchiesta della Procura di Milano per corruzione internazionale, che ruota intorno Gianluca Savoini, uomo molto vicino al capo del Carroccio Matteo Salvini, sono i giudici del Tribunale del riesame.

Nelle venti pagine di motivazioni con le quali confermano il sequestro di documenti, di una chiavetta usb e di tre telefonini trovati nelle perquisizioni in casa e nell’auto del presidente dell’associazione Lombardia Russia, i giudici ripercorrono le fasi iniziali delle indagini dei pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, ai quali ora si è aggiunta la collega Donata Costa, coordinati dall’aggiunto Fabio De Pasquale.

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Emergenza rifiuti a Roma, una questione di governo

venerdì, Ottobre 4th, 2019
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di   Goffredo Buccini

Emergenza rifiuti a Roma, una questione di governo

E’ ormai un’ineludibile questione di governo questa Roma sepolta dai rifiuti. L’Ordine dei medici del Lazio ha rilanciato l’allarme, come pochi mesi fa. I presidi non escludono la chiusura delle scuole. L’emergenza mondezza è così ripetitiva da rivelarsi per ciò che è: strutturale. Dunque una simile coazione al peggio interpella doppiamente l’esecutivo. Non solo per l’ovvio motivo che Roma è la capitale d’Italia e ne sta diventando la vergogna. Ma perché i due soci principali della maggioranza, i Cinque Stelle e il Pd di Zingaretti, sono parte direttamente in causa nella vicenda capitolina (avendone determinato l’ultima drammatica fase) e i cittadini non faticheranno a risalire fino a loro nella ricerca delle responsabilità.

Anzi, quanto ai Cinque Stelle, non è escluso che il crollo di consensi nell’ultimo anno non dipenda tutto dalla imbarazzante sudditanza a Salvini ma anche dall’esasperante china romana: Virginia Raggi era il loro prototipo, la prima vittoria. Ora i grillini avrebbero un’occasione irripetibile per fare pace con i romani e dimostrare all’Italia un filo di etica della responsabilità: forse valutando pro e contro nell’indurre la Raggi alle dimissioni oppure aprendo alla nomina di un commissario straordinario per gravi motivi di sanità pubblica (come da allarme dei medici).

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Renzi: «Le spese per i servizi salite a 150 miliardi. Bisogna tagliare lì per aiutare il lavoro»

venerdì, Ottobre 4th, 2019

di Matteo Renzi

Renzi: «Le spese per i servizi salite a 150 miliardi. Bisogna tagliare lì per aiutare il lavoro»

Caro Direttore, diminuire le tasse sul lavoro è la priorità ribadita a parole da tutti i leader politici e da tutti i commentatori economici. Tutti possono permettersi di dire che va abbassato il cuneo fiscale. Ma pochi, pochissimi, possono dire di averlo fatto davvero. Perché con le parole sono bravi tutti, ma quando si tratta di passare ai fatti le cose cambiano. Il governo che ho avuto l’onore di presiedere costituisce una felice eccezione. Nel triennio 2015-2017, figlio delle nostre leggi di bilancio 2014-2016, la riduzione del cuneo è stata di oltre 22 miliardi di euro l’anno comprensiva dell’operazione 80 euro, dell’Irap costo del lavoro e della decontribuzione prevista dal Jobs act. Ventidue miliardi, non spiccioli. E non è un caso se le recenti revisioni dell’Istat dimostrano come questo triennio sia quello con i risultati più positivi per la nostra economia dall’avvento della zona euro. Se abbassi davvero le tasse agli imprenditori, questi assumono. Se metti davvero soldi in tasca al ceto medio basso, questo spende. Il triennio 2015-2017 dimostra che sì, si può fare.

Ma non è pensabile che per diminuire il cuneo si voglia aumentare l’Iva. Aumentare l’Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2.5 miliardi di euro non è un affare: è un autogol. E bene hanno fatto i nostri rappresentanti a opporsi con tutte le loro forze.

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