Archive for Ottobre, 2019

Leonardo Da Vinci, il Tar sospende il prestito dell’Uomo Vitruviano al Louvre

martedì, Ottobre 8th, 2019

Dopo il ricorso presentato dall’associazione Italia Nostra, il Tar del Veneto ha sospeso il prestito al museo francese del Louvre dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, conservato presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Tenendo conto dell’apertura della mostra parigina, prevista per il 24 ottobre, il Tribunale amministrativo ha deciso di anticipare la discussione in camera di consiglio, annunciata per il 16 ottobre.

Nello stesso provvedimento, il Tar sospende anche il memorandum d’intesa siglato a Parigi tra il ministero dei Beni culturali e il museo del Louvre per lo scambio di opere di Leonardo e Raffaello nella parte “in cui viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro”.

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Dazi Usa, dati dogane: “L’Italia è il quinto Paese Ue ad essere colpito”

martedì, Ottobre 8th, 2019

Italia quinto Paese Ue colpito dai dazi Usa, con un valore dell’export interessato molto inferiore ai 4 membri del Consorzio Airbus (Francia, Regno Unito, Germania e Spagna)”. E’ la stima di un’analisi realizzata da Ice New York su dati delle dogane Usa relativi al 2018 proiettati sul 2019. In termini percentuali, “il peso maggiore dei dazi viene imposto a Francia (27.7%), Gb (25.9%) e Germania (19.8%). Seguono Spagna (11.2%), Italia (6.4%).

“Il settore aeronautico delle sole Francia e Germania – si legge nella nota del Consorzio che cita l’analisi dell’Ice New York – viene colpito per un totale di circa 3,5 miliardi di dollari. Gli altri prodotti industriali e agroalimentari pesano per circa 5,9 miliardi di dollari. Il totale delle esportazione europee colpite valeva nel 2018 oltre 9,4 miliardi di dollari: i dazi del 10% e 25% proiettati su queste cifre totalizzano circa 1,8 miliardi su base annua (rispetto al massimale di 7,5 miliardi stabilito dalla sentenza Wto, Organizzazione mondiale del Commercio), il che significa circa 117 milioni a carico dell’Italia”.

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Spygate, Conte e l’affaire con gli Usa: sospetti sui “governi precedenti”

martedì, Ottobre 8th, 2019

Roberto Vivaldelli

Il premier Giuseppe Conte conferma ciò che InsideOver ha scritto per mesi: l’obiettivo dell’indagine di Washington è stabilire se Roma nel 2016 – nel periodo dei governi Renzi e Gentiloni – abbia collaborato con i democratici per fabbricare false prove sul Russiagate: cosa di cui lo stesso presidente Donald Trump e i repubblicani sono più che convinti. Una “cospirazione” con possibili implicazioni internazionali che ora ha investito il nostro Paese con la doppia visita – 15 agosto e 27 settembre – dell’Attorney general William Barr e del Procuratore John Durham a Roma. Come riporta Repubblica, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte autorizzò l’incontro tra il capo del Dis Gennaro Vecchione e William Barr per cercare “nell’interesse dell’Italia di chiarire quali fossero le informazioni degli Stati Uniti sull’operato dei nostri Servizi all’epoca dei governi precedenti”.

Dichiarazioni tutt’altro che sibilline di Giuseppe Conte, dato che confermano quella che potrebbe essere un’indagine sulla correttezza dei comportamenti dei servizi segreti italiani nel periodo dei governi Renzi e Gentiloni. Sugli incontri fra Barr e i vertici dell’intelligence italiana, Palazzo Chigi spiega che “la richiesta è pervenuta tramite i canali diplomatici e non attraverso contatti diretti del presidente del Consiglio con l’amministrazione americana”. Non ci sarebbe stato, dunque, stando a queste dichiarazioni, un colloquio diretto fra Conte e Trump.

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Taglio parlamentari, la Lega voterà sì. Il Pd: «Non è più legge populista»

martedì, Ottobre 8th, 2019

di Franco Stefanoni

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato alla Camera per il voto nel primo pomeriggio sul taglio dei parlamentari. I partiti nelle scorse ore hanno reso nota la propria posizione. «Sul taglio dei parlamentari la Lega voterà a favore. Ha sempre votato a favore, non è una posizione nuova ma è un posizione anche storica», ha detto a Start, su Sky Tg24 l’ex ministro per le Disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega Alessandra Locatelli. Dal gruppo parlamentare, si è saputo poi, è arrivata anche l’indicazione di ritornare a partecipare ai lavori delle Commissioni. «Le tecniche parlamentari sono variegate… il nostro è un voto favorevole senza se e senza ma. Il governo però deve dimostrare di avere i numeri», ha confermato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. In ultimo è arrivato il via libera di Matteo Salvini.

M5S: «Noi compatti»

Negli ultimi giorni, all’interno del M5S, c’erano stati malumori sulla riforma e si è parlato di scissioni (con alcuni Cinque Stelle pronti a uscire dall’Aula al momento del voto). Ma Federico D’Incà, parlamentare del M5S e ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha detto di aver «trovato un gruppo dei 5 Stelle assolutamente compatto». Ancora dal fronte del centrodestra, Forza Italia ha annunciato il proprio sì («come nel centrodestra») e anche Fratelli d’Italia si schiera apertamente a favore del taglio di senatori e deputati. «I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio», ha detto la leader Giorgia Meloni, «diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente.

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M5S, Di Maio rischia lo strappo dei frondisti sui nuovi capigruppo

martedì, Ottobre 8th, 2019

di Mario Ajello

ROMA «Occhio a Toninelli, alla Lezzi e alla Grillo», dicono tra Camera e Senato nei 5 stelle. I capi della rivolta interna al movimento sono loro, i tre ex ministri lasciati a spasso da Di Maio. Se Toninelli non verrà risarcito del posto al governo non riconfermatogli diventando capogruppo al Senato (da oggi si vota), i venti di fronda e di scissione avranno anche lui in prima fila. E Danilo, lombardo della provincia di Cremona con buoni rapporti con i leghisti della sua regione, anche se Salvini lo prende sempre in giro, potrebbe riservare sorprese. «Speriamo che vada tutto bene, sia nell’elezione del capogruppo al Senato sia in quella alla Camera», questo il mood in M5S, «sennò la festa del movimento a Napoli il prossimo weekend, edizione annuale ma anche occasione per celebrare il decennale della fondazione, potrebbe essere rovinata da clamorose assenze polemiche». APPROFONDIMENTI

Fuga da M5S, le cene della Lega con gli scontenti anti-governo

M5S dieci anni dopo: dal “Vaffa” alla svolta dorotea il tramonto del sogno grillino

FESTA OPPURE NO
Ma festa o non festa, c’è che la non elezione di Toninelli – si dice che Di Maio preferisca il rivale, Gianluca Perilli, gran mediatore assai stimato da tutti – farebbe esplodere la polveriera dei malcontenti e addenserebbe una corrente, una fronda o una scissione. Con dentro la Grillo e la Lezzi, il senatore Giarrusso che non ne può più di Di Maio e di Casaleggio, i calabresi di Morra che hanno già detto mai e poi mai al patto con il Pd nelle regionali di casa loro e via così.

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Pensioni, spunta la rivalutazione. Il Mef: Iva rimodulata

martedì, Ottobre 8th, 2019

di Jacopo Orsini

Il governo apre ai sindacati sulla rivalutazione delle pensioni. Si terrà venerdì a Palazzo Chigi un tavolo tecnico su questo tema e i sindacati sperano di poter strappare qualche novità positiva sul tema dell’adeguamento all’inflazione dei trattamenti previdenziali. Adeguamento che oggi al di sopra dei 1.520 euro mensili lordi è riconosciuto in misura parziale e decrescente in base al reddito. Anche di questo si è parlato ieri nell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e i leader di Cgil, Cis, e Uil: i margini di manovra sono incerti ma c’è la volontà di dare un segnale anche al mondo dei pensionati. Nel 2019 sarebbe dovuto tornare in vigore il sistema di rivalutazione quasi pieno degli assegni, con il quale viene applicata una piccola riduzione dell’aumento riconosciuto, ma solo per le fasce di pensione che superano una certa soglia. L’esecutivo gialloverde però ha deciso che per tre anni questo meccanismo sarebbe stato sostituito da uno più penalizzante (e simile a quello in vigore tra il 2014 e il 2018): le decurtazioni della rivalutazione riconosciuta sono sull’intero importo della pensione e arrivano al 60 per cento per i trattamenti più alti.

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Manovra insufficiente

martedì, Ottobre 8th, 2019

È sera quando Roberto Gualtieri arriva al Senato per la sua prima audizione in Parlamento. All’ordine del giorno c’è l’illustrazione della cornice della manovra: un’attività di routine per un ministro dell’Economia, ma Gualtieri ha una necessità che è di gran lunga superiore allo snocciolare numeri e illustrare tabelle. Deve farsi volto e voce della difesa dell’esecutivo contro un voto di insufficienza che è piombato da più parti durante tutta la giornata. In fila, una dopo l’altra: per Confindustria la legge di bilancio è “restrittiva”, per i sindacati ci sono troppe poche risorse sul taglio del cuneo fiscale. Il tutto calato in una debolezza economica che per l’Istat è destinata a proseguire: l’indicatore che anticipa l’andamento dell’economia per i prossimi mesi, ha spiegato l’istituto di statistica, “ha mantenuto un profilo negativo, suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”. Dopo l’assalto dei renziani, la fragilità della manovra si trova di fronte le critiche e le rivendicazioni delle parti sociali. 

Quello che Gualtieri fa dopo aver appreso dal vivo l’insoddisfazione di viale dell’Astronomia e di Cgil, Cisl e Uil è rilanciare il messaggio politico della manovra espansiva. “Insisto”, dice davanti ai parlamentari che lo inondano di domande per apprendere i dettagli. In quell’espressione esasperata c’è tutto il senso dell’affanno del Governo nel dare un’anima alla sua prima creatura, qualcosa che non sia il saldo del conto del governo precedente. Il titolare del Tesoro ci prova, parlando di investimenti, green, credito d’imposta per il Sud (674 milioni). Aggiunge un pezzetto di narrazione perché la sola promozione non basta più.

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Nobel per la Medicina a William Kaelin, Peter Ratcliffe e Gregg Semenza. Studiano come le cellule reagiscono alla carenza di ossigeno

martedì, Ottobre 8th, 2019

di ELENA DUSI

Gli americani William Kaelin e Gregg Semenza e il britannico Sir Peter Ratcliffe hanno vinto il Nobel per la Medicina. Hanno scoperto come le cellule sentono che nell’ambiente manca ossigeno, e come si adattano modificando il loro metabolismo e i loro livelli di attività. “Si tratta di uno dei meccanismi essenziali per la vita” ha spiegato l’Accademia nel motivare la scelta, che viene messo alla prova ad esempio durante l’attività fisica, oppure per eventi traumatici come ferite, infarti o ictus. In molti tumori, inoltre, le cellule che crescono tumultuosamente consumano grandi quantità di ossigeno. Questo apre diverse possibilità per combatterli. Capire l’effetto del livello di ossigeno nelle cellule ha implicazioni per la cura di malattie come l’anemia, il cancro, per l’allenamento degli atleti o per l’adattamento del corpo all’alta montagna. L’ossigeno è essenziale per trasformare il nutrimento in energia. Viene sfruttato in particolare dai mitocondri: organelli presenti nelle cellule che vengono soprannominati le “centrali elettriche” dell’organismo. Accanto alle carotidi esistono delle cellule specializzate nel misurare la presenza di ossigeno (per la loro scoperta è stato assegnato il Nobel per la Medicina del 1938) che comunicano direttamente con il cervello e regolano il ritmo del nostro respiro.

LEGGI Il Nobel e la speranza nella lotta ai tumori

Un’altra tecnica per reagire alla carenza di ossigeno è aumentare l’ormone eritropoietina nel sangue, come sanno molti atleti che fanno ricorso al doping. Il gene che regola la produzione di questo ormone è stato studiato in particolare da Gregg Semenza e Peter Ratcliffe. Nel cancro (il campo di ricerca di William Kaelin) la presenza di ossigeno è legata alla proliferazione dei vasi sanguigni all’interno del tumore. Vari farmaci sono allo studio per regolare questo meccanismo, con lo scopo di bloccarlo.

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Un tesoro sommerso al largo delle coste spagnole: le anfore romane di 1700 anni fa sono intatte

martedì, Ottobre 8th, 2019

Hanno resistito a 1700 anni di storia, le 93 anfore ritrovate a pochi metri dalla costa di Palma di Maiorca. Un team di archeologi e subacquei ha recuperato il tesoro che viaggiava su una barca proveniente dal sud della penisola iberica e diretta verso Roma. Le anfore, quasi tutte intatte e sigillate, hanno conservato il loro contenuto: probabilmente olio, vino e una salsa tipica dell’antica roma a base di pesce. Il fatto che non ci siano stati gravi danni alle anfore porta a pensare che l’imbarcazione sia affondata lentamente, fanno sapere gli studiosi, probabilmente a causa di un danno allo scafo.

A cura di Roberta Lancellotti

REPTV

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Lagarde: Draghi? È superintelligente e ha carisma. Così ha salvato l’euro

martedì, Ottobre 8th, 2019

di Christine Lagarde

«Qual è stato il contributo personale (di Mario Draghi) alla Bce e, più in generale, all’economia globale? (…) In estrema sintesi, ritengo che il suo contributo sia riassumibile nei tre elementi chiave della sua gestione: intelligenza, integrità e leadership». Dice così Christine Lagarde, che lascia la guida del Fondo monetario internazionale per succedere al presidente della Banca centrale europea , nel libro «Mario Draghi l’artefice», edito da Rizzoli, dove i giornalisti Jana Randow e Alessandro Speciale ricostruiscono gli anni del banchiere centrale alla guida di Francoforte. Ecco di seguito la prefazione al volume, scritta da Lagarde.

«Per cominciare, l’intelligenza. Come si è guadagnato l’affettuoso nomignolo di «Super Mario»? Semplice: perché è superintelligente. Governare una banca centrale posta alla guida di diciannove economie diverse, con 340 milioni di europei e un Pil di oltre 11.000 miliardi di euro non è un’impresa facile. La Bce punta a portare allo stesso livello l’inflazione media di tutti i Paesi dell’eurozona, ciascuno dei quali, in un dato momento, si trova in una determinata fase del ciclo economico. E se già così il suo compito non fosse abbastanza complesso, la banca centrale è anche responsabile del Meccanismo di vigilanza unico, ed è tenuta a mantenere la più rigorosa indipendenza tra le sue funzioni di vigilanza e di politica monetaria, garantendone al tempo stesso un funzionamento armonico».

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