Archive for Ottobre, 2019

COMUNICATO STAMPA:Giornata delle porte aperte al Catasto e Libro Fondiario.

giovedì, Ottobre 24th, 2019

Con la presente volevo comunicarvi che domani mattina, venerdì 25 ottobre 2019, alle ore 8:30 verrà inaugurata ufficialmente la giornata delle porte aperte presso gli uffici del Catasto e del Libro Fondiario a Bolzano in Piazza Ambrosoli, 16.

La visita avrà lo scopo di far conoscere l’attività degli uffici al pubblico ed alle scuole.

Si effettueranno delle visite guidate in lingua italiana e tedesca per tutto l’orario lavorativo.

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Draghi all’ultimo spettacolo. Dopo la Bce l’Italia lo aspetta

giovedì, Ottobre 24th, 2019

Rodolfo Parietti

Se Mark Twain fosse ancora in vita, forse cambierebbe il fulminante aforisma sui banchieri, quelli che «ti prestano l’ombrello quando c’è il sole, e lo rivogliono indietro quando inizia a piovere».

Mario Draghi si è comportato infatti in modo opposto. Ha aperto il parapioggia quando diluviava, per offrire protezione a tutti. E non l’ha ancora richiuso, neppure adesso che si appresta a guidare per l’ultima volta da presidente la riunione di oggi della Bce.

Otto anni turbolenti sono passati dalla sua nomina, maturata nel giugno del 2011, con il governo Berlusconi. Otto anni contrappuntati da un doppio tsunami finanziario culminato con la crisi del debito sovrano, inveleniti nella parte terminale del suo mandato da polemiche arroventate sulla modalità di gestione dell’Eurotower. Per molti, decisamente meglio l’accondiscendenza spacciata per collegialità nelle decisioni di Wim Duisenberg e di Jean-Claude Trichet, i suoi predecessori, piuttosto che la tendenza accentratrice di Draghi, quell’applicare perfino all’interno del board una fra le frasi che più svelano il carattere dell’uomo: «Non annunciamo cosa potremmo o vorremmo fare, annunciamo quello che abbiamo fatto».

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Trump vuole il “sesto occhio” e può essere l’Italia

giovedì, Ottobre 24th, 2019

Lorenzo Vita

Gli Stati Uniti hanno messo l’Italia nel mirino. E i nostri servizi segreti, forse mai come quest’anno, sono al centro di una delle più importanti indagini della storia repubblicana americana, quel sistema di inchieste e contro-inchieste racchiuso nella grande galassia del Russiagate e che vede a Roma uno dei suoi centri nevralgici. Tra università, incontri, professori misteriosi, viaggi di delegati americani a Roma e incontri ad alto livello delle intelligence Usa e italiane, a Roma si gioca una partita fondamentale del Russiagate. E l’audizione di Giuseppe Conte al Copasir è la prova che questo sistema di inchieste incide (e molto) anche sulla stessa capacità di resistenza del governo italiano.

La questione per Washington è fondamentale. Lo hanno chiarito non solo le inchieste della giustizia statunitense, ma anche i viaggi “politici” tra le autorità dei due Stati. Donald Trump ha ricevuto a Washington sia Giuseppe Conte che Sergio Mattarella, con il presidente della Repubblica che si è trasformato suo malgrado in una pedina di un gioco dei servizi segreti che ha irritato molto gli uffici del Quirinale e lo stesso presidente. Così come è chiaro il motivo per cui il presidente americano abbia voluto inviare Mike Pompeo a Roma, potente segretario di Stato ma soprattutto ex direttore Cia, nel bel mezzo dello scandalo, quando in Italia iniziavano a uscire le prime informazioni sugli incontri tenuti nel nostro Paese tra le agenzie americane e italiane.

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Ex Ilva, braccio di ferro ArcelorMittal-governo. Con lo spettro di più cig

giovedì, Ottobre 24th, 2019

La vicenda dell’ex Ilva rischia di complicarsi fino alle estreme conseguenze. La riduzione della produzione industriale e la mancanza delle tutele legali per i manager dell’azienda stanno surriscaldando un clima già abbastanza rovente. Per ora siamo nel campo delle ipotesi, tra minacce e prese di posizione. Sta di fatto che c’è stato un primo incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e l’amministratore delegato di ArcerolMittal Italia, Lucia Morselli, e non è stato certamente risolutivo. Ne seguiranno altri e determinante sarà anche quello con i sindacati.

L’ok alla soppressione delle tutele legali per gli affittuari e i futuri proprietari del siderurgico di Taranto in attuazione delle condotte del piano Ambientale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E ora potrebbe diventare il pretesto per ArcerolMittal, di fronte al mancato rispetto da parte del governo degli impegni presi, per abbandonare tutto e rescindere il contratto, o per ridurre ulteriormente il numero dei lavoratori aumentando i cassintegrati. Ovviamente questo è solo il timore che aleggia nelle ultime ore. Dal ministero dello Sviluppo economico trapela che un punto di equilibrio sarà trovato, mentre l’azienda ufficialmente tace.

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L’allarme di Di Matteo e Ardita: “Dopo la Consulta sull’orgastolo ostativo, la mafia si può riorganizzare”

giovedì, Ottobre 24th, 2019

C’è il rischio di una “riorganizzazione di Cosa Nostra” e che riesca a raggiungere lo scopo che si era data con le stragi. “Nessun regalo alla mafia”; “nella sostanza cambierà pochissimo”. La sentenza della Consulta che apre ai permessi per gli ergastolani per mafia, oltre alla politica spacca anche la magistratura.
L’allarme più forte arriva da due consiglieri del Csm, in un recentissimo passato in prima linea nella lotta ai clan, Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita. “La sentenza della Consulta apre un varco potenzialmente pericoloso, ponendo fine all’automatismo che caratterizza l’ergastolo ostativo. Dobbiamo evitare che si concretizzi uno degli obiettivi principali che la mafia stragista intendeva raggiungere con gli attentati degli anni ’92-’94″, avverte Di Matteo, che si augura che “la politica sappia prontamente reagire e approvi le modifiche normative necessarie ad evitare che le porte del carcere si aprano indiscriminatamente ai mafiosi e ai terroristi condannati all’ergastolo”.


Ardita, oggi presidente della Commissione penale del Csm sull’esecuzione penale e la sorveglianza, vede nella decisione il rischio di gravi conseguenze, a partire dalla “pressione” che le organizzazioni mafiose potrebbero esercitare sui magistrati di sorveglianza. Anche se, spiega, la sentenza “non rappresenta di per sé il superamento di quel modello”, vale a dire l’assoluta chiusura nella concessione dei benefici ai mafiosi che non collaborano, ma “rimette al legislatore il compito di modulare in concreto l’ampiezza di questa innovazione”. Ecco perché il Parlamento deve “mantenere fermo il sistema della prevenzione antimafia” e “impedire che quella che dovrebbe essere una eccezione diventi una regola, che va a beneficio di personaggi capaci di riorganizzare Cosa nostra e non rivolta a chi sta fuori dalla organizzazione”.

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La palla Brexit finisce nella Manica

giovedì, Ottobre 24th, 2019
La palla Brexit finisce nella

“Sta a Londra fare chiarezza sui prossimi passi”. Michel Barnier rilancia la palla oltre la Manica. All’indomani dello stop alla Brexit arrivato ieri da Westminster – con un sì all’accordo e subito dopo il no all’iter sprint proposto da Boris Johnson sull’esame degli emendamenti – i leader europei sono in panne. Non sanno più che fare con la Gran Bretagna. Eppure sembrava così semplice: rinvio al 31 gennaio come previsto dalle due risoluzioni approvate dal Parlamento britannico e come si intende anche nelle lettere – pur contraddittorie – inviate da Johnson a Bruxelles sabato scorso. Invece niente mai è semplice quando la decisione deve essere presa dai 27 Stati membri.

Non c’è una posizione comune tra i leader Ue, a partire da Germania e Francia. Angela Merkel fa subito sapere di essere disponibile ad accordare una proroga al 31 gennaio. Emmanuel Macron invece non è d’accordo, come sempre il presidente francese si ritaglia una posizione diversa e divisiva. Ieri a mezzanotte la sua ministra agli Affari Europei Amelie de Montchalin si è affrettata a comunicare la posizione dell’Eliseo: al massimo un rinvio “tecnico di qualche giorno, per permettere al parlamento britannico di completare la procedura parlamentare”, ma “al di fuori di questa prospettiva, è esclusa un’estensione intesa a risparmiare tempo o a ridiscutere l’accordo”.

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Calcio, assegnata alla Cina la prima edizione della Coppa del mondo per club

giovedì, Ottobre 24th, 2019

24 ottobre 2019 La Fifa ha assegnato l’edizione inaugurale della sua Coppa del Mondo per club a 24 squadre alla Cina: lo ha annunciato a Shanghai il presidente dell’associazione Gianni Infantino, definendola una “decisione storica”. Si tratta di un torneo a 24 squadre previsto per giugno/luglio del 2021 a cui prenderanno parte alcune delle più grandi squadre al mondo. La decisione di assegnare i diritti alla Cina è stata annunciata a Shanghai al termine del voto del consiglio direttivo della Fifa nella sua riunione trimestrale. Il nuovo evento quadriennale, annunciato a marzo, sostituirà la Confederations Cup, torneo a 7 squadre che nelle ultime versioni aveva fatto da messa a punto per il paese ospitante della Coppa del Mondo.

REP.IT

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Decreto «salva imprese»: cosa cambia per i rider

giovedì, Ottobre 24th, 2019

di Riccardo Antoniucci

Luigi Di Maio, allora ministro del Lavoro, l’aveva inserito tra le priorità del Governo Conte uno, ma il decreto di tutela sui rider vedrà la luce in un’altra stagione politica, quella dell’alleanza tra Movimento Cinque Stelle e PD nel governo Conte due, e con un altro ministro del lavoro (Nunzia Catalfo, sempre Cinque Stelle). Nel frattempo, delle norme sui rider si è discusso molto. Da subito la proposta aveva suscitato la (attesa) contrarietà di alcune piattaforme, i dubbi dei sindacati e anche dei malumori tra gli stessi rider, che non hanno una rappresentanza organizzata ma hanno costituito alcuni gruppi informali. Le norme sui ciclofattorini erano poi finite dentro il calderone del più ampio pacchetto di «disposizioni urgenti per la tutela del lavoro», il Dl.gs 101 pubblicato in Gazzetta ufficiale il 3 settembre, che ora il Parlamento deve convertire in legge entro il 3 novembre. Ora, alla luce degli emendamenti passati al Senato con il voto di fiducia, arrivano le prime tutele rafforzate, anche se a partenza differita: tre mesi per le coperture e un anno per i compensi.

Cosa cambia per i rider?

Non era la parte del Dl più «scottante», ma ai lavoratori delle piattaforme digitali di consegna, la Commissione lavoro nelle scorse settimane ha comunque dedicato diverse audizioni e raccolto il parere di Inps, Inail e Istat. Il testo uscito dal Senato apporta modifiche al Jobs Act del 2015, inserendo le prestazioni di lavoro «organizzate mediante piattaforme anche digitali» tra i rapporti di lavoro subordinato. Ai fini del trattamento di lavoro, quindi, i riders verranno considerati dipendenti a meno che non abbiano un rapporto di collaborazione occasionale (fino a 5mila euro l’anno).

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L’Europa non balla da sola

giovedì, Ottobre 24th, 2019
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di   Angelo Panebianco

Non è ancora possibile capire come andrà a finire la tormentatissima vicenda della Brexit: a quel che sembra il premier, Boris Johnson, non otterrà l’uscita definitiva della Gran Bretagna entro il 31 ottobre, forse vinceranno i suoi avversari interni conquistando un rinvio di alcuni mesi. Si può comunque capire, o per lo meno immaginare, che la Brexit potrebbe non avere soltanto rilevanti effetti economici (per la Gran Bretagna come per gli altri Paesi europei). Potrebbe anche preannunciare cambiamenti negli equilibri geopolitici. Potrebbe innescare una rivoluzione, accelerare la scomposizione dei rapporti interatlantici, fare emergere un’inedita frattura fra un blocco rappresentato dalle democrazie anglosassoni e l’Europa continentale.

Il referendum in cui prevalse il partito della Brexit si tenne nel 2016, poco prima delle elezioni presidenziali americane vinte da Donald Trump. Allora c’era ancora la presidenza Obama. Ma lo sfilacciamento delle relazioni interatlantiche era già in corso da tempo. Pur con uno stile diverso da quello del suo successore, anche Obama puntava a ridimensionare l’impegno internazionale degli Stati Uniti. Come dimostrò la sua (infelice) politica in Medio Oriente: fu con lui, e grazie ai suoi errori, che la Russia di Putin potè rientrare da protagonista nella politica mediorientale. Il referendum britannico cadde in quel frangente. Poi arrivò il ciclone Trump: a differenza del predecessore, egli appoggiò la scelta britannica di lasciare l’Unione.

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Rai, Lega-Fdi vs Report: ‘Puntata su Salvini ha violato par condicio’. Zingaretti: ‘No a censura’. Ranucci: ‘Qui sempre libero di fare mio lavoro’

giovedì, Ottobre 24th, 2019
Rai, Lega-Fdi vs Report: ‘Puntata su Salvini ha violato par condicio’. Zingaretti: ‘No a censura’. Ranucci: ‘Qui sempre libero di fare mio lavoro’

La puntata su Moscopoli “è apertamente finalizzata al condizionamento del dibattito politico”, ha detto Giampaolo Rossi di Fratelli d’Italia. Che, insieme al leghista Igor De Biasio, ha sostenuto che la normativa nazionale debba essere estesa al caso dell’Umbria, al voto domenica. Una tesi respinta da Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (dipendenti): “Esercitato il diritto di cronaca

di Marco Pasciuti

L’inchiesta di Report dedicata ai legami tra dirigenza di via Bellerio e Mosca ha colpito nel segno, riaccendendo la polemica politica sul presunto finanziamento russo alla Lega di Matteo Salvini. Poche ore dopo la messa in onda dello spot che annuncia la seconda puntata, la trasmissione è finita sotto accusa nel consiglio di amministrazione della Rai, dove i consiglieri del Carroccio e di Fratelli d’Italia hanno accusato il programma condotto da Sigfrido Ranucci di violare le norme sulla par condicio in vista delle regionali in Umbria. “In questa azienda sono sempre stato libero di fare correttamente il mio lavoro – è il lapidario commento di Ranucci a IlFattoQuotidiano.itcontinuerò a essere libero e non ho motivo di pensare il contrario”.

Fondi Lega, Fabio Fazio: “Guardate la puntata di Report su Salvini, riguarda tutti. È incredibile che non succeda nulla”

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