Archive for Ottobre, 2019

L’ultimo round della manovra: Si tratta su casa e partite Iva

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Antonio Signorini

Forse la posta il gioco del vertice di maggioranza sulla manovra che si terrà oggi dopo il consiglio dei ministri non è la sopravvivenza del governo e, come assicurano più fonti della maggioranza, siamo di fronte a una ordinaria competizione da legge Finanziaria, con i partiti impegnati a fare entrare nella legge di Bilancio il maggiore numero possibile di misure di bandiera, bloccando il più possibile quelle dei concorrenti.

Matteo Renzi e Luigi Di Maio anche ieri hanno lanciato ultimatum al governo. Il premier Giuseppe Conte ufficialmente sembra non fare concessioni e pochi giorni fa il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha escluso modifiche di sostanza. In realtà la trattativa tra partiti è iniziata già da un po’ al dicastero di via XX settembre e si stanno studiando modifiche.

Per lo più si tratta di proposte del Movimento 5 stelle. Ieri Di Maio ha riproposto le tre modifiche «imprescindibili». La prima è il carcere per i grandi evasori e la confisca dei beni per cifre sopra i 100 mila euro all’anno. Poi la riduzione delle commissioni sul Pos, infine il mantenimento della flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro.

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Un mondo sul punto di esplodere

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Lorenzo Vita

Una settimana di fuoco. Non c’è altro mondo per definire quanto accaduto in questi giorni in ogni angolo del mondo, dove sembra che le crisi abbiano deciso di esplodere nella loro massima violenza proprio tutte insieme, come in un’unica quanto inquietante strategia. Nessuna area del mondo si può dire immune da questi sommovimenti. E adesso tante crisi sembrano divampare anche nei luoghi che si consideravano blindati, nei templi della democrazia come nei Paesi più stabili, fino anche nei regimi o nei governi più autoritari. Un’unica grande crisi di carattere internazionale in cui è difficile districarsi ma in cui è comune il denominatore: la popolazione è in rivolta e i governi si stanno lentamente indebolendo. Una miscela esplosiva da cui dipana un’instabilità che ormai sembra imperante.

Le immagini di questi giorni parlano chiaro. Il Cile vive una delle sue crisi politiche e sociali più profonde, mentre la capitale, Santiago, ha visto tornare i blindati per le strade come non accadeva dalla fine dell’era di Augusto Pinochet. Sono passati decenni dall’ultima volta in cui i carri armati e l’esercito presidiavano la città: eppure oggi sembra essere piombati di nuovo nel passato. E non è stato certo un aumento del biglietto dei mezzi pubblici a poter scatenare la rabbia di un intero popolo. Rabbia che ha caratterizzato anche pochi giorni prima l’Ecuador, dove le rivolte hanno costretto il governo a fermare un nuovo aumento delle tasse. Un Sud America in ebollizione, in cui oltre al Cile e all’Ecuador si devono contare l’Argentina, sull’orlo del collasso economico e un Venezuela che vive sull’orlo del precipizio e che solo l’alleanza di Nicolas Maduro con alcune potenze internazionali ha evitato che crollasse sotto i colpi della guerra civile.

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Il Qe spaventa il Fmi: “Circolano 34mila miliardi di titoli a tasso negativo, il sistema può esplodere”

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Vittorio Da Rold

I tassi negativi ormai sono una realtà importante nel mondo della finanza. Ma a quanto ammontano? Per il Fmi del nuovo direttore generale, la bulgara, Kristalina Georgieva, ci sono in circolazione ben 15mila miliardi di dollari di obbligazioni statali e societarie a tassi negativi. E i mercati si attendono che circa un quinto dei titoli di Stato in circolazione continueranno ad avere tassi sotto lo zero per almeno 3 anni. Non solo. Sempre per l’Fmi ammonta a 19mila miliardi di dollari il debito aziendale a rischio default – in caso di choc – conservato nelle casseforti delle 8 principali economie mondiali, il 40% del totale. Il dato è contenuto a pagina 9 nel Rapporto sulla stabilità finanziaria globale. “Nonostante il notevole declino in Europa e in Giappone”, si legge nello studio dell’istituto di Washington, “le vulnerabilitlà delle imprese rimangono significative in molti Paesi”. I due fenomeni ovviamente sono legati alle politiche monetarie messe in atto per contrastare un decennio un’economia globale in rallentamento. Sono, potremmo dire noi, degli “effetti collaterali” indesiderati del QE e dei tassi negativi di deposito varati dalle banche centrali per convincere il cavallo a bere e a tornare a correre. Ma torniamo a ciò che dice il Fondo monetario.

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In fiamme la Cavallerizza Reale a Torino, è patrimonio Unesco

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Fiamme alla Cavallerizza Reale, storico complesso architettonico nel centro di Torino dichiarato patrimonio dell’Unesco. L’incendio è scoppiato poco prima delle 8 e sta riguardando il tetto. Sul posto sei squadre dei vigili del fuoco.

Lo stabile da anni è occupato da collettivi. Già alcuni anni fa c’era stato un incendio. Il fumo alto e le fiamme hanno accolto al risveglio i residenti della zona. Non ci sarebbero feriti ma ancora da capire quali siano le cause dell’incendio. 

VIDEO – Il tetto della Cavallerizza Reale in fiamme

Il collettivo che occupa lo stabile – “Cavallerizza Irreale” – rassicura in un post su Facebook, scrivendo che le fiamme sono scoppiata nella zona delle “Pagliere, sezione del complesso della Cavallerizza Reale non vincolata al patrimonio Unesco”.

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Forza Italia Viva

lunedì, Ottobre 21st, 2019
Renzi
Renzi

Il gran finale di questo “nuovo inizio” ha il sapore stantio dell’elogio a Silvio Berlusconi, e, udite udite, a quel che ha rappresentato in questo paese, senza tanti se e tanti ma. Proprio un elogio, che lo colloca di diritto nel Pantheon di questa novella “Forza Italia Viva”. Sentitelo Renzi, sul palco della Leopolda, che ne parla come di un “modello” per un quarto di secolo, in quanto “destra europea, popolare e liberale” in Italia, modello tradito solo oggi dalla partecipazione del Cavaliere alla manifestazione di San Giovanni. E dunque l’invito, a quanti ci hanno creduto, a “venire con noi”.

Proprio così. Basterebbe, se proprio uno avesse smarrito la memoria, una telefonata alla Merkel o a Sarkozy, o a uno dei tanti leader della destra europea, per ricordare ciò che il berlusconismo è stato, ovvero l’anomalia italiana nella destra europea: moderato o estremista, a seconda degli interessi politici, economici o giudiziari del momento. Il “modello” è colui che, negli ultimi dieci anni, compie la scelta moderata di Monti, per poi scaricarlo come “servo della Merkel”, che rielegge Napolitano per poi urlare ai colpi di Stato, che vorrebbe la grazia per poi marciare sulla procura di Milano, che, altra amnesia, fa il “patto del Nazareno” tranne poi risuscitare l’alleanza con la Lega sovranista, tanto per ricordare gli anni in cui il nostro lo ha visto da vicino. E che, in questi anni, si è pressoché estinto perché abbandonato dal ceto medio piegato dalla crisi, perché in Italia, come in tutto il mondo, i moderati si sono “arrabbiati” e rivoltati contro l’establishment.

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Governo, Zingaretti agli alleati: “Rispettiamo gli accordi perché gli italiani non sono coglioni”

lunedì, Ottobre 21st, 2019

“Noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti, ma nessuno ricominci a mettere bandierine sulle proprie identità, perché di questo gli italiani sono stanchi. Abbiamo fatto delle promesse, ora manteniamo gli accordi perché altrimenti ci sarà una rivolta“. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti intervistato da Massimo Giletti a “Non è l’arena” su La7

video Non è l’arena / La7

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Bambini senza libri, poco sport e scuole pericolanti: quando la povertà comincia dall’educazione

lunedì, Ottobre 21st, 2019

di VALERIA STRAMBI

Edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico alle stelle. Se in Italia quasi la metà degli studenti under 18 non legge neppure un libro che non sia stato “imposto” dalla professoressa, sono in costante crescita i numeri di chi è sempre connesso alla rete, in classe e fuori: solo il 5,3% dei minori non usa Internet quotidianamente. Molti giovani (almeno uno su sette) si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, mentre chi continua ad andare a scuola è spesso costretto a farlo in strutture inadeguate (settemila sono da considerarsi “vetuste” e più di 21mila non hanno il certificato di agibilità).  È la fotografia che emerge da ll tempo dei bambini, il decimo “Atlante dell’infanzia a rischio” di Save the Children, l’organizzazione internazionale che da cento anni lotta per salvare i più piccoli e garantire loro un futuro: qui l’edizione 2018. Il report, a cura di Giulio Cederna, è suddiviso in più sezioni e traccia un bilancio della condizione dI bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni. 

Tra i bambini italiani 1,2 milioni di poveri
La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni. Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.  

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Quel frammento del Muro e la libertà ritrovata

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Tra le cose a cui tengo di più e che non vorrei mai perdere c’è un frammento del Muro di Berlino fatto a pezzi nel novembre 1989, trent’anni fa esatti, che un tedesco allora giovane come me mi aveva portato come un meraviglioso trofeo della libertà ritrovata. Chi oggi non ha almeno quarant’anni non può capire con quale senso di liberazione abbiamo vissuto in diretta le picconate che stavano demolendo in una grande festa commovente un monumento lugubre dell’oppressione e del totalitarismo. Le folle dei berlinesi dell’Est che sciamavano ebbre di felicità verso i negozi considerati dal comunismo al potere simbolo del vituperato consumismo occidentale. Il maestro Mstislav Rostropovich che con il suo violoncello suonava davanti al Muro preso d’assalto dai giovani finalmente liberi per festeggiare la caduta di una barriera che, diceva, «mi lacerava il cuore». Quel rumore di martelli perché ogni tedesco che si trovava lì voleva dare il suo contributo alla distruzione materiale di un incubo. Emozioni incancellabili, che ho ritrovato anni dopo quando insieme a mia figlia ci siamo commossi al Museo del Checkpoint Charlie davanti alle immagini dei tanti tedeschi prigionieri di Berlino Est che cercarono di attraversare la frontiera nei modi più avventurosi per sfuggire ai Vopos, i cecchini della dittatura della Ddr, il regno della Stasi.

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Matteo Salvini e «La Bestia»: come catturare 4 milioni di fan sui social

lunedì, Ottobre 21st, 2019

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

«Il nome della Bestia l’ho copiato dalla campagna elettorale di Barack Obama («The Beast» era proprio la struttura creata, con un peso schiacciante di internet, per arrivare alla Casa Bianca)». Le similitudini però si fermano giusto al nome. Pochi giorni fa il 46 enne Luca Morisi, il noto consulente d’immagine di Matteo Salvini, lascia il bunker di Mantova da dove produce l’epica del Capitano, per una lezione a Torino a 50 giovani aspiranti spin doctor (organizzata da YouTrend). I documenti presentati in quell’occasione permettono a Dataroom di ricostruire il funzionamento della potente macchina social che dal 2014 sta dietro l’ascesa del leader della Lega, oggi il politico con più consenso in Italia (sabato a Roma in piazza San Giovanni c’erano oltre 100 mila partecipanti).

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Vigili del fuoco, gli eroi che lo Stato ha abbandonato

domenica, Ottobre 20th, 2019

di Floriana Bulfon

IL soffitto è una trama di travi corrose, con un buco nel mezzo dove i piccioni hanno fatto il nido. L’intonaco caduto dalle pareti lastrica il pavimento: ogni passo solleva polvere e sinistri scricchiolii. Dai rubinetti esce un liquido scuro con un odore nauseante. Sembra il set di un film dell’orrore, perfetto per girare una scena di zombie. Invece è la sede dei vigili del Fuoco. In questo edificio dove tutto appare fuori dalle regole ventisei agenti sono obbligati a convivere con il degrado. I cittadini contano sulla loro professionalità e sul loro coraggio, perché corrano a soccorrerli nelle situazioni più disperate. Lo Stato però li ha relegati a vivere in condizioni drammatiche. E questa villetta dall’aria diroccata di Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, non è un’eccezione ma l’epicentro di un disastro che lungo tutta la Penisola coinvolge decine di caserme, installate in immobili carenti che le istituzioni affittano. E per le quali si pagano canoni esagerati. A spese nostre.

Sellia Marina pare perfetta, sì, ma solo per esercitarsi a fronteggiare le sciagure. Nella rimessa hanno tirato il nastro rosso, quello che delimita le zone di pericolo e tra i muri crollati, annodato a manicotti ed estintori coperti dalla polvere, a sorridere beffardo rimane solo uno gnomo da giardino. “Già quando siamo arrivati, dieci anni fa, non prometteva bene -racconta un vigile anziano- la cisterna del gasolio iniziò a galleggiare sull’acqua dopo qualche ora di pioggia intensa. Non era ancorata al terreno”. Per salire nelle camerate occorre arrampicarsi sulle scale: l’ascensore non è stato mai messo in funzione. In un angolo qualcuno, quasi a dare un senso di normalità, ha portato persino una cyclette e dei pesi: una palestra clandestina per allenarsi.

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