Archive for Ottobre 17th, 2019

Il premier: pensioni e contanti, non tratto

giovedì, Ottobre 17th, 2019

di ANTONELLA COPPARI

Roma, 17 ottobra 2019 – Zingaretti si gioca la carta dell’iperbole: “La manovra è giusta, solida ed espansiva”. Addirittura un “mezzo miracolo”. Difficile che lo creda davvero: al di fuori dei diretti interessati, tutti dicono che la manovra è “modesta”, sia pure giustificando l’esito con la penuria di risorse. Anche sulla solidità è probabile che il segretario del Pd si allarghi, consapevolmente, di un bel po’: è vero che la legge di bilancio e il decreto fiscale sono stati varati nella notte un po’ a sorpresa, ma è pure vero che sono accompagnati dalla formuletta salvo intese che, per definizione, viene usata quando non tutto è risolto. “Sui principi-cardine, l’accordo c’è”, mette la mano avanti Conte. E, sul fuoco, la mette sulle coperture: “Garantisco io”. 

Per la verità, il principale oggetto del contendere tanto trascurabile non è: si tratta del carcere per i grandi evasori. Vero obiettivo mancato del M5s e di Di Maio che – dall’America – urla il suo scontento: “È per noi irrinunciabile”. Ma anche sul tetto al contante il leader grillino brandisce l’ascia di guerra: un conto è far rispettare la legge, un conto è far “regali a banche e multinazionali. Non mi si venga a dire che il problema dell’economia sono quelli che la tengono in piedi: parrucchieri, idraulici, commercianti e così via”. La priorità sono i pesci grossi: sul resto, si tratta e poi sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola. 

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Terremoto: boato in Toscana, poi la scossa. Molte chiamate di allarme ai vigili del fuoco

giovedì, Ottobre 17th, 2019

Una scossa di terremoto di magnitudo 2,6, con profondità di 8 chilometri, è stata registrata intorno alle 9.20 di stamattina ad Arezzo, con epicentro a 5 chilometri a sud ovest del centro cittadino, all’altezza della frazione di Olmo. La scossa, preceduta da un boato, è stata nettamente avvertita dalla popolazione che allarmata ha iniziato a chiamare il centralino dei vigili del fuoco.

IL MESSAGGERO

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Le 10 microtasse della manovra: dal nuovo bollo alle imposte catastali

giovedì, Ottobre 17th, 2019

Riduzione graduale di alcune detrazioni, blocco di certe deduzioni, triplicazione di imposte esistenti o introduzione di altre, nuove. In altre parole: tasse. Nel Documento programmatico di Bilancio inviato nottetempo a Bruxelles, durante un Consiglio dei ministri terminato all’alba, il Governo Conte II ha inserito diverse misure per rimodulare e/o incrementare il prelievo fiscale. Si tratta in sostanza di microtasse che a seconda dei casi possono interessare sia esclusivamente i redditi più alti sia tutta la platea dei contribuenti in modo indiscriminato. 

Si parte con un graduale azzeramento delle detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti oltre una soglia di reddito, escluse quelle per gli interessi sui mutui. Nell’elenco delle misure per la revisione delle tax expenditures, il Dpb non specifica quale sarà il livello di reddito interessato. Il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani ha chiarito che riguarderà i redditi oltre 120mila euro l’anno, con un andamento progressivo fino ai 240mila, e che l’azzeramento sarà selettivo e non su tutte le spese sostenute per cui è possibile richiedere la detrazione. Di certo non riguarderà le spese sanitarie, ha assicurato Misiani. Ma ce ne sono altre, come quelle veterinarie, per gli asili nido, per le attività sportive o per i corsi universitari dei figli a carico: ulteriori dettagli saranno forniti nelle prossime ore. 

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Eppur si muove

giovedì, Ottobre 17th, 2019

In fondo ha ragione Zingaretti, che tutto ha scommesso sulla stabilizzazione dell’alleanza tra Pd e Cinque stelle. La manovra, atto politico per eccellenza che fotografa gli equilibri di una coalizione, dice innanzitutto una cosa, politicamente non scontata: una coalizione, sia pur fragile, sia pur piena di contraddizioni, comunque c’è. Eppur si muove, nelle condizioni date. Ognuno, come è sempre accaduto nelle coalizioni, soprattutto in tempi di proporzionale, incassa una sua bandiera e sopporta qualche rinuncia, senza grandi sceneggiate e drammatizzazioni che superino i limiti del consentito: il Pd ottiene il taglio del cuneo fiscale anche se non riesce a rimodulare l’Iva, Renzi e i Cinque stelle incassano lo stop all’aumento dell’Iva, Pd e Conte la lotta all’evasione rinviando le misure spot, care ad Alfonso Bonafede, a provvedimenti successivi. 

Tutto questo è fisiologico, in un certo senso tradizionale, come fisiologica è la tensione fino all’alba nel cdm, la discussione accesa su questo o quello, ma proprio questo recupero di normalità e – perché no, di politica – è la notizia: una manovra che, nel processo di formazione prima ancora che nell’esito, archivia il “metodo populista”, diventato un anno fa gioco d’azzardo sulla pelle del paese, nel grande festival di ministri sui balconi o impegnati a fermare barconi, pagato a colpi di spread. L’anno scorso di questi tempi, in pieno velleitarismo di un conflitto cieco con l’Europa e di sfida ai mercati, lo spread superò i 300 punti base, col povero Tria costretto a ipotizzare una media di 250 per l’anno successivo, oggi chiude a 130 punti, il livello più basso da maggio 2018.

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Siria, l’appello della comandante curda all’Ue: “Combattiamo anche per voi”

giovedì, Ottobre 17th, 2019

“Stiamo combattendo contro l’Isis per difendere anche voi”. E’ questo l’appello lanciato da Nassrin Abdulla, comandante curda dell’Unità di difesa delle donne di Rojava, lanciato all’Italia e a tutta la comunità europea. In collegamento via Skype da Kobane, durante una conferenza stampa organizzata in Senato dall’Intergruppo Parlamentare di Amicizia con il Popolo Kurdo, la comandante ha raccontato proprio la situazione drammatica della città siriana al confine con la Turchia. L’offensiva di Erdogan e i continui bombardamenti, afferma, sono volti a colpire i centri di detenzione dei combattenti dell’Isis, presenti nella regione, al fine di rimetterli in libertà e utilizzarli come arma proprio contro il popolo curdoVideo di Camilla Romana Bruno

REPTV

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Trump-Mattarella, subito scontro sui dazi

giovedì, Ottobre 17th, 2019

al nostro inviato CONCETTO VECCHIO

WASHINGTON – Tensione sui dazi tra il presidente Mattarella e Donald Trump durante l’incontro nello studio Ovale. Dopo che Trump aveva ribadito le ragioni del provvedimento contro le merci europee – imposto dopo la decisione Wto sugli aiuti Ue all’Airbus – il presidente Mattarella ha chiesto la parola, interrompendo così un comizio di mezz’ora, e ha invocato “un metodo collaborativo”, “nello spirito transatlantico” che eviti “uno scambio di provvedimenti ritorsivi” quando, tra qualche mese, verranno in discussione i finanziamenti americani a Boeing. Mattarella ha auspicato un punto d’incontro nell’interesse di tutti, che “tanto vale perseguirlo subito”.

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Mattarella-Trump, clima positivo ma dal presidente Usa un lungo elenco di richieste

dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI
Ma Trump non sembra dello stesso avviso. Infatti ha risposto risoluto che l’Europa è stata scorretta con Airbus e che i dazi non sono alcuna ritorsione. “Adesso pari siamo”. E ha strizzato l’occhio a un giornalista americano. E poco dopo spieghera che “noi americani non possiamo perdere questa guerra dei dazi per squilibrio commerciale”.

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Brexit, gli unionisti del Dup affondano l’accordo: “Non possiamo sostenerlo”

giovedì, Ottobre 17th, 2019

LONDRA  – Il Dup, il partito unionista nordirlandese, dice no al prospettato accordo sulla Brexit che sembrava in dirittura d’arrivo e tutto torna in alto mare.

Con una nota congiunta, la leader Arlene Forster e il suo vice Nigel Dodds, hanno detto di non poter supportare l’intesa: “Stando così le cose, non possiamo dare il nostro via libera alle misure previste sulla dogana e c’è una mancanza di chiarezza sull’Iva”, hanno aggiunto, riferendosi a uno dei nodi della trattativa, e cioè la modalità di riscossione dell’Iva in Irlanda del Nord.

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Whirlpool: pronti a trattare sulla riconversione di Napoli

giovedì, Ottobre 17th, 2019

di Rita Querzè

Whirlpool: pronti a trattare sulla riconversione di Napoli

Le responsabilità del cortocircuito Whirlpool sono diverse ma ora la priorità è una: trovare una soluzione per lo stabilimento di Napoli e i suoi 400 dipendenti. Prima della chiusura prevista il 31 ottobre. Nell’ufficio al terzo piano del quartier generale della multinazionale americana, alle porte di Milano, c’è Luigi La Morgia, ceo di Whirlpool Italia. Con lui Giovanni Ferrario, il manager di lungo corso (ex Pirelli, ex Italcementi) segnalato da Whirlpool come possibile subentrante. La proposta sembra ancora in campo. Anche se Ferrario dice: «Sarei ben felice di illustrarla a governo e Invitalia. Per intavolare qualunque discorso, però, dovrebbe cambiare il clima».

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Vecchi balzelli e respiro corto

giovedì, Ottobre 17th, 2019
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di   Enrico Marro

Il modo in cui il governo, l’altra notte, ha approvato la manovra non promette niente di buono. Lo stesso verbo approvare è ottimistico. Infatti, il disegno di legge di Bilancio e il decreto legge fiscale che lo accompagna hanno ricevuto l’ok del consiglio dei ministri «salvo intese», la famigerata formula cui ci aveva abituato il Conte 1 e che sta a significare che l’esecutivo, nonostante la maratona notturna, non è riuscito a trovare pieno accordo sui provvedimenti della manovra da 30 miliardi per il 2020. I contrasti fra i ministri, in particolare sulla riduzione del tetto all’uso del contante e sull’inasprimento del carcere per i grandi evasori, evidenziano un alto livello di conflittualità nella risicata maggioranza che sostiene il Conte 2, dove ciascuno dei quattro partiti (M5s, Pd, Leu e Iv) ha potere di vita e di morte sull’esecutivo. E siamo solo all’inizio.

Quando i due provvedimenti arriveranno in Parlamento la battaglia si trasferirà lì. Sarà scontro soprattutto tra 5 Stelle e Italia viva, il nuovo partito di Matteo Renzi. E fin d’ora si può affermare che sarà un miracolo se Conte riuscirà, ovviamente ricorrendo al voto di fiducia, a portare a casa la manovra senza stravolgimenti. Una manovra che, comunque vada, resterà di scarso impatto sulla crescita e di corto respiro. Basti dire che, tra un anno, la principale questione che dovrà affrontare il governo, qualunque esso sia, sarà la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Gli aumenti dell’Iva già programmati dai precedenti governi sono stati infatti cancellati totalmente per il 2020 ma solo parzialmente per gli anni successivi. E così la legge di Bilancio 2021 dovrà trovare circa 18 miliardi per evitare il rincaro delle aliquote Iva. Come dire che siamo punto accapo.

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«Evasometro», con la manovra 2020 arriva il Grande Fratello fiscale (con anonimato)

giovedì, Ottobre 17th, 2019

di Federico Fubini

Anche le banche sono chiamate a fare la loro parte per aiutare il governo a chiudere i conti del 2020, con 1,6 miliardi messi a riduzione del deficit. Si tratta di un intervento sulla massa dei crediti d’imposta degli istituti, che nella sostanza ricorda da vicino un prestito forzoso a interessi zero imposto dallo Stato a proprio vantaggio. In teoria le banche potrebbero far valere per i prossimi dieci anni i crediti d’imposta legati a sgravi fiscali sulle perdite dovute a vecchi prestiti finiti in default. Di fatto è un loro patrimonio. Tuttavia, la Legge di bilancio stabilisce che 1,6 miliardi di questi crediti verso lo Stato non sono godibili nel 2020, ma in futuro. Il patrimonio delle banche resta intatto, anche se l’anno prossimo dovranno procurarsi quegli 1,6 miliardi altrove. Nella sostanza non c’è una copertura strutturale del deficit, perché il governo si limita a spostare al futuro il saldo di un debito che ha verso le banche. Ma il ricorso stesso a questa operazione – per il secondo anno di seguito – dà un’idea di come sia stato difficile per il ministero dell’Economia chiudere i conti fra le mille linee rosse dei partiti.

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