Archive for Novembre, 2019

COMUNICATO STAMPA: Settimana di riconoscimenti per la Casa Vinicola Nera e la viticoltura di montagna

giovedì, Novembre 28th, 2019

Chiuro, 26 novembre 2019. Settimana di premi per la Casa Vinicola Nera. Non fini a sé stessi se valutati come riconoscimento del ruolo di tutori dei terrazzamenti vitati valtellinesi e    manutentori dei muretti per la salvaguardia dell’assetto idrogeologico e paesaggistico montano.

Rispetto per la terra e per chi la lavora, attenzione per l’ambiente e pratiche vitivinicole attualizzate consentono la nascita di vini sempre più premiati dalla critica.

A partire dal concorso enologico Mondial des Vins Extrêmes, organizzato dal CERVIM, la cui premiazione è in calendario domenica 1° dicembre presso il Forte di Bard ad Aosta. Tre i diplomi che verranno consegnati e che assumono un valore diverso e particolare derivante dal fatto di essere l’unica manifestazione enologica internazionale dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche. Oltre 600 “vini di montagna” iscritti e commissione rigorosa formata da 30 esperti enologi ed enotecnici (mondialvinsextremes.com). 

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Hong Kong, il leader delle proteste Wong: “L’Italia fornisce mezzi per la repressione” | E avvisa Di Maio: “Attenti alla Cina con la Via della Seta”

giovedì, Novembre 28th, 2019

“Da cinque mesi viviamo la brutalità della polizia, che usa armi da fuoco contro i manifestanti. Ci sono anche aziende italiane che  forniscono agli agenti mezzi, tra cui autovetture”. Lo ha detto Joshua Wong, leader delle proteste di Hong Kong, in collegamento video a una conferenza stampa al Senato. “Credo che un Paese responsabile come l’Italia dovrebbe dimostrare quanto tenga alla libertà e prendere misure adeguate”, ha aggiunto.

“Invito a prendere delle iniziative, per quanto riguarda l’esportazione di armi antisommossa e i mezzi utilizzati dalla polizia a Hong Kong, e di adottare misure simili al provvedimento approvato dagli Stati Uniti, con un chiaro messaggio da parte dell’Italia di fermare le violazioni dei diritti umani”, ha poi sottolineato.

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Dominique Meyer: “Voglio riportare Riccardo Muti alla Scala di Milano”

giovedì, Novembre 28th, 2019

In attesa della tradizionale prima del 7 dicembre, con la “Tosca” di Puccini, il nuovo sovrintendente della Scala di Milano, Dominique Meyer, in carica dal prossimo marzo, guarda al futuro. “Sarebbe bello veder di nuovo Riccardo Muti in buca, e anche Daniel Barenboim che è legato alla Scala – dice -, e poi c’è Riccardo Chailly“. Meyer ha aggiunto che proprio Muti è stato il primo a inviargli un sms quando è stato nominato

“Mi ha detto di chiamarlo se ho bisogno di consigli” ha spiegato Meyer. “L’ho visto al festival di Salisburgo e fra pochi giorni verrà a Vienna e avremo tempo di chiacchierare”. A Vienna Muti sarà dal 6 dicembre per una serie di concerti con i Wiener. A Milano arriverà invece con la Chicago Symphony Orchestra il 22 gennaio per un concerto che fa parte della tournée europea dell’orchestra. Dal 2005 è infatti tornato solo a dirigere concerti della Chicago Symphony Orchestra.

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Fondo Salva-Stati, Salvini invoca l’intervento di Mattarella: «È un attentato ai danni degli italiani»

giovedì, Novembre 28th, 2019

di Antonella De Gregorio

Fondo Salva-Stati, Salvini invoca l'intervento di Mattarella: «È un attentato ai danni degli italiani»

Nuovo attacco di Salvini al premier sul fondo Salva-Stati (il Mes): «Conte ha compiuto un attentato ai danni degli italiani», ha detto alla Camera. Poi l’appello a Mattarella: «Faccia valere la Costituzione». In una conferenza stampa alla Camera convocata dalla Lega, il leader del partito ha detto: «Chiediamo un incontro al Presidente Mattarella per evitare la firma su un trattato che sarebbe mortale per l’economia italiana». La Lega ha anche annunciato «un esposto ai danni del governo e di Conte». Per il ministro Patuanelli si tratta di «una polemica surreale, ma un rallentamento nelle posizioni sarebbe una buona idea».

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Ben venga la web tax. Un oltraggio che non si può tollerare

giovedì, Novembre 28th, 2019

di RAFFAELE MARMO

I numeri hanno una loro forza che le parole possono rincorrere e accompagnare, ma non sostituire. Ebbene, il fisco italiano ha incassato “solo” 64 milioni di euro da 15 giganti globali del webe dei social con filiali nel nostro Paese. Verrebbe da dire: c’è bisogno di aggiungere altro?

Sì, c’è bisogno di gridare da parte di tutti i contribuenti onesti che si tratta di un oltraggio, di uno schiaffo doloroso alla verità e all’equità. Sì, c’è l’esigenza di confrontare quella infinitesima e offensiva cifra con quanto versano (e sono costrette a versare) le nostre imprese.

Allora basta mettere in fila anche qui due altri numeri. I lavoratori autonomi e le piccole ditte del Belpaese hanno contribuito alle casse dello Stato, con imposte e tasse, con oltre 42,3 miliardi 
di euro. Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, hanno, a loro volta, corrisposto 37,9 miliardi. In totale siamo oltre 80 miliardi.

Ottanta miliardi contro 64 milioni di euro: dal lato degli 80 miliardi ci sono il nostro barista, come il nostro artigiano di fiducia, il salumiere e il meccanico, ma anche le nostre multinazionali (tascabili e no) che versano una cospicua quota di quel bottino. Dal lato dei 64 milioni ci sono, invece, Google e Facebook, Amazon e Alibaba, Microsoft e Oracle, solo per citare i primi colossi che svettano dal mazzo dei 15.

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Autostrade, omessi lavori su altri cinque viadotti: “Si rischiano cedimenti improvvisi”

giovedì, Novembre 28th, 2019

Tommaso Fregatti

GENOVA. Da una parte Autostrade anche dopo il crollo del ponte Morandi e la morte di 43 persone «ha omesso di svolgere lavori necessari a garantire la sicurezza su almeno cinque viadotti in Liguria tra cui il Fado (uno dei due chiusi lunedì sull’A26, ndr) che non è mai stato valutato negli ultimi anni»; dall’altra Spea, società gemella di Autostrade che controlla la rete, «che ha falsificato le relazioni di sicurezza su almeno altri quattro ponti». Viadotto crollato sulla Torino-Savona: il video della voragine

La Procura di Genova ha così aperto due nuovi filoni di inchiesta sulle condizioni dei viadotti dopo il caso dell’A26. I fascicoli – al momento a carico di ignoti – sono in mano al sostituto procuratore Walter Cotugno. E contengono precise contestazioni. La prima sui mancati interventi effettuati su cinque viadotti: Bisagno e Veilino (A12), Letimbro (A10), Fado e Pecetti (sull’A26, chiusi poi parzialmente riaperti con un bypass). Il reato ipotizzato è quello di “omissioni di lavori che provocano rovina”. A questa contestazione il pm è arrivato dopo l’analisi dei periti della Procura che nei vari sopralluoghi hanno evidenziato come gli stessi presentino «pericoli imminenti e gravi di rovina» con elevata corrosione del cemento.

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Un esecutivo in ostaggio

giovedì, Novembre 28th, 2019

Gian Micalessin

Alla fine, dopo una «via crucis» durata oltre quattro mesi e l’eliminazione di ben tre aspiranti-Commissari Ursula von der Leyen è riuscita a far approvare la sua Commissione.

Un interrogativo resta però irrisolto. A che serve un simulacro d’esecutivo europeo i cui esponenti non sono scelti in base alle capacità e alle competenze necessarie a realizzare un programma comune, ma solo per riempire le caselle riservate ai singoli stati? Ovviamente a ben poco. E infatti ogni crisi è stata fin qui affrontata dalle varie Commissioni con la pachidermica lentezza tipica di non di un esecutivo politico, ma di un irresponsabile organismo burocratico. Questo perché la Commissione, a differenza di un vero governo, nulla può senza l’imprimatur dei veri sovrani ovvero Germania e Francia. L’ombra della neppur dissimulata diarchia grava anche sulla Commissione von der Leyen. Per capirlo basta esaminare il progetto, presentato lunedì da Parigi e Berlino, di una «Conferenza sul Futuro dell’Europa» pronta a partire nel 2020, in concomitanza con la Presidenza tedesca del Consiglio Ue, e da concludersi, nella prima metà del 2022, quando la Presidenza passerà a Parigi.

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Il pizzino giudiziario

giovedì, Novembre 28th, 2019

Alessandro Sallusti

Venti perquisizioni contemporaneamente in tutta Italia sanno di retata, così si dice di un’operazione eseguita con sorpresa, rapidità e spiegamento di forze di solito usate per stanare organizzazioni criminali.

Forse troppo onore per Matteo Renzi, presunto boss di questa presunta cosca che di nome fa Open e che dal 2012 al 2017 ha raccolto fondi privati per finanziare la corrente politica dell’ex premier. Una fondazione, come si usa in politica, che nel tempo ha gestito circa sette milioni di euro usati tra l’altro per pagare i conti della Leopolda (l’annuale congresso dei renziani). Le accuse sono varie, da traffico d’influenze a riciclaggio, e sono state subito respinte al mittente dagli interessati.

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Mika: “Abbiamo dimenticato perché esiste l’Europa”

giovedì, Novembre 28th, 2019
Mika - Commissione

“Essere europeo non è una condizione naturale, è un’idea”. Figlio di una libanese e di un americano, Mika si sente, si è sempre sentito, europeo pur “senza avere il passaporto” Ue. Il cantante e showman ha iniziato una collaborazione con il Messaggero e, nel suo primo articolo, racconta quanto sia importante l’idea di Europa e quanto possa essere nociva la Brexit. Per farlo inizia ripercorrendo le sue origini:

“La mia identità, un mix di culture, me la sono costruita come tutti i figli immigrati: attraverso il mio lavoro, in quel senso di comunità e appartenenza che si è creato fin dal principio durante i miei concerti in Europa”

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Governo, un disequilibrio che non si ricompone

giovedì, Novembre 28th, 2019

Lo smarrimento è tutto nella risposta che Dario Franceschini dà appena arriva in Parlamento. Sentite qui, il più convinto sostenitore del governo: “Qualunque domanda voi facciate, non ho risposte da darvi”. Poi si allontana, per parlare di Rai con qualche parlamentare. La sintesi del conciliabolo: i Cinque stelle hanno fatto saltare anche l’accordo sulle nomine, e chissà se sarà possibile riacchiapparlo prima dell’Emilia.

Ecco, si vive così, ai tempi del governo giallorosso, senza un centro di gravità permanente. In parecchi, anche oggi, sono andati in processione da Nicola Zingaretti, invitandolo a dire qualcosa: “Ormai Di Maio è scientifico, sta usando ogni occasione per distruggere tutto. Iniziamo a dirlo apertamente”. Il segretario però, che concorda sull’analisi, per ora ha scelto di tacere, consapevole dell’equilibrio instabile e convinto che, porre la questione adesso, scaricherebbe sul Pd la responsabilità di un crescendo di tensione. Perché c’è poco da fare: se riproduci la dinamica del governo gialloverde, prima o poi ne riproduci anche il bis dell’epilogo. C’è prima una finanziaria da approvare, in un quadro in cui sembra che del paese importi a pochi.

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