Archive for Novembre, 2019

Brasile, arrestati quattro attivisti ong antincendio: appiccavano loro i roghi

mercoledì, Novembre 27th, 2019

Federico Giuliani

Sulla carta dovevano combattere gli incendi in Brasile, ma in realtà erano loro i primi ad alimentare i roghi in Amazzonia.

Quattro volontari dell’associazione Progetto Salute ed Allegri (Psa), una Ong che si batte per contrastare la piaga degli incendi che stanno devastando la foresta amazzonica, sono stati arrestati dalla polizia brasiliana con l’accusa di aver dato alle fiamme ampi territori della località di Alter do Chao, nello Stato del Parà, per ricevere finanziamenti internazionali.

La sinistra è subito insorta, accusando gli investigatori di aver montato un caso ad hoc per favorire la ricostruzione del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, il quale aveva più volte puntato il dito contro la presunta attività criminale delle ong in terra brasiliana. Bolsonaro, a sua volta accusato da numerose associazioni per essere il responsabile indiretto degli incendi, ha più volte sottolineato come numerosi roghi appiccati in Amazzonia fossero in realtà da attribuire alle Ong.

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Roma è invasa dall’immondizia: Raggi rischia il commissariamento

mercoledì, Novembre 27th, 2019

Alessandra Benignetti

L’allarme l’ha lanciato il sindaco di Roma, Virginia Raggi, venerdì sera, quando ha chiesto al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, un incontro urgente per scongiurare una “gravissima crisi” sul fronte della raccolta dei rifiuti.

La discarica di Colle Fagiolara, a Colleferro, dove Roma conferisce circa mille tonnellate di rifiuti al giorno, ha chiuso temporaneamente per permettere alle autorità di effettuare nuovi rilievi sulla morte di un operaio di 63 anni investito da un mezzo mentre stava lavorando. Ma dal prossimo primo gennaio lo stop sarà definitivo. Il problema è dove sistemare l’immondizia. La soluzione temporanea messa in campo dalla sindaca grillina porta a Civitavecchia. Ma il primo cittadino leghista, Ernesto Tedesco, ha alzato le barricate al grido di “non siamo la pattumiera di Roma”. A dargli manforte è arrivato anche Matteo Salvini che si è detto pronto, come lo studente di piazza Tienanmen, a “sbarrare la strada ai camion di Ama”.

Ma anche mettendo da parte le proteste, il sito di Fosso del Crepacuore da solo non ce la farebbe ad accogliere tutta l’immondizia destinata a Colleferro. La discarica di Civitavecchia, infatti, ha una capienza massima di 500 tonnellate. Così finisce che le signore eleganti che passeggiano su corso Trieste devono stare attente a non inciampare nei sacchetti della spazzatura che per poco non invadono i marciapiedi.

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Deputati assenteisti. I terremotati possono attendere

mercoledì, Novembre 27th, 2019

di BEPPE BONI

Con le mail e i post sui social sono imbattibili, efficienti, prolifici, attenti ai particolari e attivi senza sosta, domenica compresa. Annunci, promesse di lotta dura senza paura, impegno civico al fianco dei cittadini. Uno spirito di servizio non stop dedicato alla collettività, insomma. Però lo spettacolo desolante dell’aula della Camera per la discussione (rinviata) del decreto terremoto per il disastro del centro Italia nel 2016 racconta un’altra storia.

In calendario c’era anche la discussione sul clima sull’onda della sveglia data da Greta. Uno pensa: si saranno messi d’accordo, tutti fuori come si faceva al liceo per evitare il compito di matematica. Uniti e compatti. Purtroppo no. La mattina dell’aula vuota è sorta così, per caso, senza complotti, una fuga trasversale da destra e sinistra. L’emiciclo popolato solo di venti deputati prima del rinvio dei lavori è stato un esempio di menefreghismo spontaneo. Di fatto genuino. La discussione riprenderà a breve. I terremotati di Umbria e Marche attendono da tre anni soluzioni per accelerare la ricostruzione. È gente abituata a non avere fretta.

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Le scuole vecchie? Più sicure delle nuove

mercoledì, Novembre 27th, 2019

di VERONICA PASSERI

Roma, 27 novembre 2019 – Gli edifici scolastici italiani hanno un’età media di 52 anni, ben due terzi risalgono a più di 40 anni fa, e in gran parte non sono più adeguati alle esigenze del mondo della scuola. Il primo problema è senza dubbio la sicurezza degli edifici, la sostenibilità ma anche, oltre al ‘dove’, il ‘come’ si studia. La scuola, insomma, non è più quella della didattica frontale con studenti seduti per cinque o più ore allo stesso banco, tutti i giorni, per cinque anni. L’ambiente e le condizioni incidono sempre di più sulla capacità di apprendere – laboratori, aule di musica, spazi per lo studio per gruppi o individuale – e se non ci sarà un’inversione di rotta gli studenti italiani rischiano un distacco ancora più profondo dai livelli di apprendimento degli studenti dei Paesi avanzati. Questi ed altri aspetti sono messi in luce dal Rapporto sull’Edilizia Scolastica della Fondazione Agnelli, pubblicato da Editori Laterza (in libreria a gennaio), che viene presentato oggi pomeriggio a Torino.

Il Rapporto si fonda su analisi approfondite e inedite, a partire dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica del Miur, per fornire indicazioni di politiche in vista degli interventi necessari all’edilizia scolastica nei prossimi anni. Che sono a dir poco consistenti: la stima è di 200 miliardi di euro per mettere a posto le scuole di tutto il Paese. Una delle cose che lo studio racconta è che gli edifici scolastici messi peggio non sono i più vecchi in assoluto – costruiti molto bene da un punto di vista strutturale – ma quelli, molti prefabbricati, realizzati nel periodo del cosiddetto baby boom, tra il 1964 e il 1979.

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“L’inchiesta sulla fondazione Open? Ho sempre rispettato la legge”: la difesa di Carrai

mercoledì, Novembre 27th, 2019

Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge”. Marco Carrai è tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open. Ex componente del consiglio di amministrazione dell’ente che ero stato costituito per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi si difende con poche parole.

L’imprenditore – che è presidente di Toscana aeroporti e console onorario di Israele per la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia – ha rilasciato questa dichiarazione nella tarda serata di ieri, quando si è appreso che il suo studio era stato perquisito ed egli risultava indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura fiorentina sulla fondazione Open, che dal 2012 al 2018 ha sostenuto le iniziative politiche di Matteo Renzi, e nella quale Carrai faceva parte del consiglio d’amministrazione insieme al presidente Alberto Bianchi, anch’egli indagato per traffico d’influenze e finanziamento illecito ai partiti, a Luca Lotti e a Maria Elena Boschi. Carrai, da tempo amico dell’ex premier, sarebbe stato il consigliere di riferimento per i finanziatori privati della stessa fondazione.

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Governo, la fase nuova è invecchiata in 48 ore

mercoledì, Novembre 27th, 2019

La “fase nuova” è durata 48 ore. Si è rivelata cioè un’illusione l’idea di un intervento risolutore di Beppe Grillo, di una sorta di “commissariamento” di Luigi Di Maio, di una stabilizzazione dell’alleanza col Pd e, con essa, del governo. Franata. Raccontano che, a metà giornata, Nicola Zingaretti, di fronte a un nuovo impazzimento del quadro, ha così commentato, quasi allargando le braccia: “È ripartita la rumba”. Qualcun altro, tra i suoi, parla di “gioco al massacro”.

Effettivamente, la dinamica è piuttosto chiara. Seguite l’escalation di giornata. La miccia è la raffica di perquisizioni, all’alba, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato l’avvocato Bianchi, presidente della fondazione Open, cassaforte del renzismo. Alla notizia, Luigi Di Maio avrebbe potuto scegliere due strade. Limitarsi a esprimere fiducia nell’operato della magistratura o caricarla politicamente. Sceglie la seconda, chiedendo di accompagnare l’indagine con una sorta di processo politico che coinvolge l’alleato di governo, attraverso una “commissione di inchiesta” sui finanziamenti ai partiti, come ai tempi della commissione sulle banche per colpire su Etruria. E lo fa– non è un dettaglio – sapendo che sul tema ha con sé il consenso di tutto il Movimento, anche di chi vorrebbe metterlo in discussione su altro. Perché è materia identitaria, genetica, è come ricordare a tutti il proprio Dna.

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Non perdetevi di vista

mercoledì, Novembre 27th, 2019

di Marco Damilano

Manifestazioni dei partigiani, cortei anti-fascisti, bandiere rosse, lotte sindacali, le donne delle primavere arabe, Women’s march, scarpe rosse, periferie, Scampia. Scorrevano le immagini sui monitor di palazzo Re Enzo nel cuore di Bologna, a testimoniare il ritorno del Partito democratico nella casa madre, la sinistra. Nelle giornate dell’assemblea del Pd, nella stessa piazza Maggiore in cui, qualche ora prima, aveva conquistato la scena mediatica la novità di stagione, il movimento delle Sardine, provocando lo stupore che sempre scatena lo sconosciuto, il non previsto, quello che avviene senza essere stato calcolato.

I due eventi si sono verificati nello stesso momento e nello stesso luogo, nel mese di novembre e a Bologna, trent’anni dopo la svolta di Achille Occhetto che portò il Pci a cambiare simbolo e nome dopo la caduta del muro di Berlino. Nel novembre 2019 il muro con cui i delegati del principale partito della sinistra italiana hanno fatto i conti è quello delle cassette di mele punto di riferimento per la fermata del taxi a Cibo, il tempio della gastronomia scelto dai dirigenti di largo del Nazareno per concludere i lavori della loro assemblea, insieme all’ex deposito ferroviario ribattezzato Dumbo, spazio di rigenerazione creativa, recita il cartello all’ingresso, dove Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini hanno partecipato a una cena con gli iscritti al partito.



Tutto parla di un trasloco dal materiale all’immateriale, dalla civiltà industriale al post, dalle fabbriche ai non luoghi fighetti, dagli anni Venti del Novecento agli anni Venti del Duemila, con la difficoltà epocale di riscrivere il lessico di un partito progressista. Quello conformista e sciatto, che riecheggia nel saluto di rito «a tutte e a tutti», a mascherare la carrellata di uomini maschi che si alterna sul podio (una sola donna intervenuta nella giornata clou, Elly Schlein), o nel riferimento «agli ultimi e ai penultimi» cui rivolgersi nella società, frutto di una qualche scopiazzatura che deve essere piaciuta a qualcuno e che tutti gli altri ripetono.

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Maltempo, tornano le piogge al Nord: allerta rossa in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto

mercoledì, Novembre 27th, 2019

Il maltempo continua a colpire il Nord Italia. Una nuova perturbazione in arrivo sul Settentrione e, localmente, anche le regioni centrali tirreniche con piogge e fenomeni localmente di forte intensità. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa ha fatto scattare l’allerta rossa su Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, con particolare attenzione ai livelli del Po.

METEOLe previsioni in tempo reale

Dopo poche ore di tregua e danni diffusi per piogge frane e allagamenti, anche in Liguria torna l’allerta arancione e gialla per condizioni meteo avverse: si tratterà di “un passaggio instabile piuttosto veloce ma, visto il livello di saturazione quasi completo del terreno, da tenere sotto osservazione”, spiegano da Arpal (l’Agenzia regionale ligure per l’ambiente). Nel Centro Levante lungo la costa l’allerta arancione è in vigore fino alle 18, mentre nell’entroterra di Centro Ponente è fino alle 15, per diventare gialla fino alle 18. Su tutta la regione è comunque allerta gialla a partire dalle 3. Nel Ponente per bacini piccoli e medi è in vigore fino alle 15. Nell’entroterra di Centro Ponente su bacini piccoli e medi l’allerta torna gialla alle 15 fino alle 18 (per i bacini grandi dalle 6 alle 15).

mappa bollettino previsionale del 27 novembre: allerta ROSSA in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Allerta ARANCIONE in Lombardia e Liguria. Allerta GIALLA su ampi settori del Paese
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Fondazione Open e Renzi, i pm: «Carte e bancomat ai parlamentari. Così finanziò il Giglio magico»

mercoledì, Novembre 27th, 2019

La Fondazione Open gestita dall’avvocato Alberto Bianchi era una vera e propria cassaforte che Matteo Renzi utilizzava per la sua attività politica. E per questo «bisogna accertare quali siano stati nel dettaglio i rapporti instauratisi tra la stessa Open e i soggetti finanziatori». È in questa frase, contenuta nel decreto di perquisizione eseguito ieri dalla Guardia di Finanza, la chiave dell’indagine della procura di Firenze che mira a verificare dove siano finiti i soldi che imprenditori e aziende hanno versato dal 2012 al 2018. Ma soprattutto se quel denaro potesse essere in realtà, almeno in alcuni casi, un finanziamento illecito che aveva lo scopo di portare vantaggi a chi decideva di sostenere economicamente la carriera di Renzi e il partito. Ecco perché, dopo aver acquisito nei mesi scorsi i documenti relativi ai bonifici nello studio di Bianchi, i pubblici ministeri guidati da Giuseppe Creazzo hanno deciso di verificare le “uscite” delle aziende.

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Manovra, plastic tax dimezzata e cambio sulle auto aziendali

mercoledì, Novembre 27th, 2019

di Lorenzo Salvia

La platea è direttamente interessata e si aspetta buone notizie. Ma quello annunciato dal presidente del consiglio alla conferenza dell’Aci è un vero e proprio dietrofront: «Sulle auto aziendali — dice Giuseppe Conte — dobbiamo fare ammenda: con umiltà ci siamo messi al lavoro per rimodulare la misura fino a svuotarne l’effetto negativo che potrebbe avere sul sistema produttivo». Senza un ritocco alla manovra, da gennaio il prelievo fiscale su un’auto media passerebbe da 600 a quasi 2mila euro. Ma dovrebbe rimanere a 600 euro. Anzi, addirittura scendere per aumentare invece solo sulle auto di grossa cilindrata e con emissioni elevate. legge di bilancio

Decreto fiscale, modello 730 rinviato a settembre e uno scontrino unico per il Pos

di Redazione Economia

Come verrà riformulata l’imposta sulle auto aziendali?

In particolare, ci dovrebbe essere un incentivo più alto rispetto a oggi per le auto con emissioni sotto i 60 g/km. Mentre verranno lievemente ritoccati al ribasso i sussidi per le auto più inquinanti, divise in tre fasce, ma ad un livello inferiore rispetto a quanto previsto adesso dalla manovra. «Nessuno avrà un euro di tasse in più» dice il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «Sarà una misura a gettito quasi zero che determinerà un giusto e necessario incentivo verso veicoli meno inquinanti». Lo Stato perderebbe dunque quasi tutto il gettito previsto, 300 milioni l’anno.

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