La nave di Carola Rackete pronta
a tornare in mare. Nel giorno in cui la ong tedesca ha lanciato la sua
campagna per la liberazione delle navi umanitarie, arriva anche il
benestare della sezione civile del tribunale di Palermo. La Sea Watch è
stata così dissequestrata dopo la decisione del governo giallo-verde
dello scorso luglio. Mese nel quale la ben nota capitana ha violato le
leggi italiane e speronato la motovedetta della nostra Guardia di
Finanza per sbarcare a Lampedusa.
Lapo Elkann folgorato. Adesso vuole cambiare vita,
fare bene agli altri. “Sono stato in coma, ora voglio fare solo del
bene”. Con queste parole al Corriere della Sera Lapo Elkann parla dopo oltre una settimana dell’incidente che lo ha coinvolto a Tel Aviv, in Israele.
Il fatto – da quanto si apprende – è ancora poco chiaro, visto che lo
stesso rampollo di casa Agnelli ha perso conoscenza durante l’impatto
ed era solo al volante. L’ambulanza lo ha subito trasferito all’Assuta
Hospital, dove per le diverse fratture è stato ricoverato in codice
rosso ed è entrato in coma.
In Messico, nella regione di Sonora, c’è la più grande miniera di litio mai scoperta fin’ora al mondo: le sue riserve probabili sono stimate in 243,8 milioni di tonnellate e il carbonato di litio, il minerale da cui si estrae il metallo, è pari a 4,5 milioni di tonnellate equivalenti.
La miniera, la cui costruzione è cominciata nel 2018, entrerà in produzione entro la prima metà del 2020
e sarà in grado di produrre 17.500 tonnellate/anno di carbonato di
litio nella sua prima fase, per poi passare a 35mila nella seconda fase
di sfruttamento per una vita complessiva pari a 19 anni.
La concessione mineraria è detenuta da una joint venture formata per il 77,5% dalla anglocanadese Bacanora Ltd e per il restante 22,5% dalla cinese Ganfeng Lithium.
Litio, Terre Rare e Pgm: il nuovo petrolio
Il litio è un metallo alcalino che si trova in natura principalmente sotto forma di brine – ovvero precipitati di soluzioni concentrate – e di minerali come carbonati, idrossidi e inosilicati, deriva cioè dall’alterazione ed erosione di minerali come lo spodumene o la petalite.
Roma, 19 dicembre 2019 – Governissimo, governo di scopo, elezioni subito. Tutto si accavalla in fretta. Giancarlo Giorgetti, facciamo un po’ d’ordine? “I problemi seri che ha l’Italia si possono affrontare con un governissimo, un governo o governino. Adesso abbiamo governino, che peraltro nel Paese è palesemente minoranza. Semplicemente diciamo che se serve un contributo ci siamo”. Quindi governissimo o governo di scopo? “Siamo disposti a discutere. Anche perché è consapevolezza comune, anche alla maggioranza, che ci troviamo in una situazione di stallo. E sappiamo tutti che in una democrazia dalle situazioni di stallo si esce col voto”. Con quale legge elettorale? “Quella che c’è va benissimo”. Ma tutti hanno paura che poi vinca Salvini. “Ecco, appunto. Allora diciamo che c’è ci va bene qualsiasi legge tenga conto della rappresentanza ma garantisca la governabilità. Non si può tornare agli anni Settanta con il proporzionale puro. La nostra richiesta di referendum maggioritario che a gennaio la Corte esaminerà va in questo senso”. Si è parlato del modello spagnolo. “Guardi, che ci va bene anche il modello greco”. Non è un gran paragone. “Capisco che possa far sorridere, ma è un proporzionale corretto, che assicura a chi vince un certo premio. In sostanza dà un’indicazione chiara su chi deve governare. E non fa governare chi ha perso, come accade adesso”.
Roma, 19 dicembre 2019 – Meglio non correre, in questi casi, e
ponderare al meglio l’affare. Ma se nella scintillante offerta
natalizia di schermi ad altissima definizione qualcuno fosse preso da
irresistibile voglia di acquisto – in vista del passaggio alla
tecnologia Dvb-T2/Hevc operativa a partire dall’1 settembre 2021 – sappia che il Ministero dello Sviluppo economico favorisce la programmata transizione. Lo fa, da ieri e fino al 31 dicembre 2021, concedendo un bonus tv/decoder fino a 50 euro alle famiglie con indicatore reddituale ISEE inferiore a 20.000 euro.
Lo stanziamento governativo da 151 milioni, varato per agevolare
oltre tre milioni di nuclei familiari classificabili tra i meno
abbienti, consente di ottenere dal rivenditore uno sconto una tantum su
un televisore programmato per lo standard in arrivo, oppure di un
decoder di ultima generazione capace di allungare la vita all’attuale
apparecchio. In tal caso, il bonus potrebbe essere inferiore a 50 euro,
perché molti decoder hanno prezzi più bassi del contributo massimo
assegnato. Il bonus tv/decoder è per fortuna cumulabile anche con l’Iva ridotta al 4% nel caso di documentata invalidità del compratore ai sensi della legge 104/92.
Chiedere le dimissioni del
governatore della Banca d’Italia per la vicenda della Popolare di Bari?
“Io penso che nei prossimi mesi sia utile affrontare una riforma della
governance di Bankitalia”. Lo afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di
Maio, nella registrazione della puntata di ‘Porta a porta’, che andrà
in onda questa sera. Parlando del caso della Popolare di Bari, Di Maio
aggiunge: “Non voglio individuare in una sola persona le responsabilità.
Ma nominare tra i commissari quello che aveva seguito la questione
Tercas è abbastanza ridicolo”.
“Oggi ho incontrato il senatore
Elio Lannutti e mi ha detto che non voleva essere un alibi per non far
partire la commissione Banche, per questo ha deciso di fare un passo di
lato”, ha aggiunto.
‘O presepe, più di tanto, non gli piace. Si intuisce dalla freddezza con cui porge al Conte-bis il saluto natalizio, a mo’ di telegramma: “Esprimo gli auguri al governo di recente costruzione per la sua attività”. Punto. Però si capisce che per Sergio Mattarella l’auspicio è che duri, perché l’alternativa è peggio, anche se non viene neanche evocata. L’arbitro, si sa, è dei più rigorosi, non avvezzo a brandire spettri o a provocare allarmi.
È un po’ questo il senso del tradizionale discorso alle Alte Cariche
dello Stato: un invito ad andare avanti, a durare. Il che, fughiamo
subito il dubbio, non significa “tirare a campare”, arrocco al potere
fino a se stesso per paura di perderlo. Semmai l’opposto. La ricerca del
“come” andare avanti, di una necessaria ricerca di senso, non di mero
consenso, in una politica affogata nel presente, è affidata alle parole
di Aldo Moro: “Anche se talvolta profondamente divisi, sappiamo di avere
in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere
di andare più lontano e più in alto”. È un discorso del ’77, in piena
fase di compromesso storico, di percorso comune cioè tra diversi
nell’Italia della guerra fredda, più diversi allora di quanto lo siano i
partiti dell’attuale coalizione di governo. Per stare insieme, dice
Mattarella, non è necessario pensarla allo stesso modo, ma è necessario
il “dialogo” e la “comune accettazione delle essenziali ragioni di
libertà e rispetto”.
“Sulla legge elettorale per ora siamo all’aperitivo”. Il forzista Francesco Sisto ha risposto alla chiamata del presidente della commissione Affari costituzionali, il grillino Giuseppe Brescia. Andrà con la capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini oggi all’incontro nell’ufficio di Brescia a Montecitorio. Dice: “Andiamo solo ad ascoltare, anche perché noi puntiamo a una proposta unitaria del centrodestra con Salvini e Meloni”. L’invito di Brescia è alquanto insolito: gli ospiti dell’opposizione saranno accolti una delegazione per volta, e conferiranno con gli sherpa della maggioranza giallo-rossa che da mesi ormai cercano di trovare una strada per cambiare le attuali regole (il Rosatellum) con cui gli italiani vanno a votare. I forzisti saranno ultimi: alle 17,30. I leghisti saranno capitanati da Roberto Calderoli – autore del fu-Porcellum e “mente” del referendum per l’ipermaggioritario su cui la Consulta deve pronunciarsi a metà gennaio – e apriranno la sfilata: sono attesi alle 10. Subito dopo, intorno alle 11, Fratelli d’Italia. L’idea di Brescia è stata: andiamo al sodo e vediamo le carte di ciascuno.
Sul tavolo comunque le opposizioni si troveranno già i due modelli elettorali su cui tra i giallo-rossi si è acceso il dibattito. Entrambi proporzionali, con differente calcolo delle soglie per accedere ai seggi parlamentari: o con uno sbarramento al 5% oppure con uno sbarramento cosiddetto implicito, perché definito dalla grandezza della circoscrizione elettorale, all’uso spagnolo.
ROMA – Due miliardi messi a disposizione già a partire dal prossimo per la salute e l’utilizzo degli specializzandi in corsia già dal terzo anno. A questo si aggiunge anche, fino al 2022, la possibilità per i medici che hanno compiuto i 70 anni di età di permanere in servizio. Sale anche il tetto della spesa per il personale – le norme sono già state inserite nel decreto fiscale – che consentirà nuove assunzioni. Il Patto per la Salute appena approvato è la risposta per superare l’emergenza della carenza di medici annunciata dal presidente della Conferenza delle Regioni.
Proviamo ad investire con vigore: lo facciamo con 2 miliardi di euro in più quest’anno e 1,5 miliardi il prossimo. Ma abbiamo un obiettivo molto più ambizioso da qui alla fine della legislatura, annunciato insieme al presidente del Consiglio Conte: 10 miliardi per la sanità. Con questo Patto affrontiamo alcuni nodi fondamentali, a partire da quelli del personale, per provare a dare più forza al nostro Servizio sanitario nazionale. Oggi, si è scritta una bella pagina di dialogo tra le istituzioni e di collaborazione istituzionale e il Servizio sanitario è più forte”.
ROMA – Sergio Mattarella sferza il mondo il mondo politico italiano a smetterla di scontrarsi giorno per giorno e di pensare invece al futuro del paese. Pensarlo alla luce dei grandi mutamenti anche ambientali, che stiamo vivendo. E con un occhio molto attento alla mancanza di lavoro e alla disoccupazione. Il presidente della Repubblica prende la parola in occasione della tradizionale cerimonia dello scambio di auguri con le alte cariche dello Stato. Da Quirinale guarda alle battaglie quotidiane che si combattono nelle aule parlamentari. Spesso fini a stesse. Mattarella osserva e commenta: “Nella stagione che viviamo il confronto politico assume sovente toni molto aspri; e anche alcuni recenti passaggi parlamentari hanno fatto registrare tensioni”.
Lo spettacolo, è evidente non gli piace. E allora, per lanciare il suo monito cita un passaggio di un discorso di Aldo Moro. Scriveva, Moro, dice Mattarella che “anche se talvolta profondamente divisi, sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto. Non è importante che pensiamo le stesse cose. Invece è di straordinaria importanza la comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo”.