Archive for Gennaio, 2020

Fioramonti, quando i Conti da saldare non tornano

domenica, Gennaio 12th, 2020
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di   Aldo Grasso

Tagliare i ponti ma pagare i conti. Il prof. Lorenzo Fioramonti, ex ministro del governo Conte bis, ha lasciato i cinquestelle ed è in attesa di battezzare una sua creatura politica. Ma prima deve saldare qualche arretrato: il M5S vuole che restituisca 70mila euro che deve al partito e all’associazione Rousseau, versamenti cui sono vincolati tutti i parlamentari grillini. «Ho smesso di versare le restituzioni al M5S — si è difeso l’interessato — perché finivano in un conto privato intestato a Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva. Nessuno sa come vengono utilizzati».

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Renzi: «Se nel Pd fanno come Corbyn allora ci aprono un’autostrada»

domenica, Gennaio 12th, 2020

di Maria Teresa Meli

Renzi: «Se nel Pd fanno come Corbyn allora ci aprono un'autostrada»

Senatore Matteo Renzi, secondo lei come si sta muovendo il governo in Libia ?

«La situazione libica è drammatica, non solo preoccupante. Il governo italiano non sta raccogliendo successi, uso un eufemismo, ma il problema è più ampio. Dobbiamo prendere atto che gli Stati Uniti sono meno attenti a questa parte di mondo. La scoperta dello shale gas ha portato gli americani all’autosufficienza energetica e questo quadrante non è più decisivo come in passato per Washington. A ciò si somma la miopia dell’Europa che non si interessa al Mediterraneo, con atteggiamento autolesionista. Non a caso la Russia per l’intelligenza strategica di Putin e la Turchia per la scriteriata campagna di Erdogan ne approfittano. È un periodo difficile, occorrono nervi saldi e lucidità di visione».

Il premier non è riuscito a incontrare Sarraj e Haftar lo stesso giorno…

«Non è questo il punto. Incontrare quei due lo stesso giorno può funzionare per il Tg1 delle 20 o come foto notizia sui quotidiani. Ma questa non è politica estera, questa è solo mediocre comunicazione. Qui abbiamo un problema ben più grande: l’Italia deve riaffermare il proprio ruolo nel Mediterraneo e in Libia in particolare. E dobbiamo dire con forza che non permetteremo a Erdogan e ai turchi di sostituirci come interlocutori in Libia. Questo vale per il petrolio e per l’Eni, certo. Ma vale per tutto: per l’immigrazione, per le infrastrutture, per la relazione Europa-Africa. A me non interessa chi incontra Conte a Palazzo Chigi: a me interessa che l’Italia non perda la leadership nel Mediterraneo».

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I giovani possono riuscire dove noi abbiamo fallito

domenica, Gennaio 12th, 2020

di   Massimo Ammaniti

I giovani possono riuscire dove noi abbiamo fallito

Cile, Hong Kong, Repubblica Ceca, Libano e adesso anche Italia, solo per citare alcuni paesi in cui i giovani sono in prima fila nelle manifestazioni di piazza per protestare contro le sopraffazioni e le corruzioni dei Governi e delle élite finanziarie. Probabilmente l’universo dei giovani si sta risvegliando dopo che per molto tempo li avevamo considerati troppo dipendenti dalla famiglia e privi di autonomia, addirittura «bamboccioni» come ne parlò Tommaso Padoa Schioppa.

Eppure i dati italiani di Eurostat del 2017 confermavano che il 67 % dei giovani fra i 18 e i 34 anni vivevano ancora in famiglia senza una propria indipendenza lavorativa. Ma non è solo un’anomalia italiana anche negli Usa, nonostante sia il paese di Mark Zuckerberg che a vent’anni ha costruito con Facebook un impero finanziario, esiste un problema giovanile, perché i giovani per studiare sono costretti ad indebitarsi e non riescono a vivere in una propria casa perché gli affitti sono troppo elevati.

Questi ritardi ad accedere al mondo dei giovani adulti hanno messo in discussione uno degli assiomi della psicoanalisi, con la fine dell’adolescenza non si raggiunge più un’identità personale e sociale stabile ma si rimane in un territorio indefinito. E’ una fase in cui l’età adulta comincia ad emergere resa più difficile dall’instabilità esistenziale secondo la definizione dello psicologo americano Jeffrey Arnett, che ha coniato la definizione psicologica «Emerging Adulthood», che indica il mancato raggiungimento di una direzione di sé .

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Zingaretti: “Dopo le Regionali sciolgo il Pd e lancio un partito nuovo” | “Cambio nome? Lo decideremo”

domenica, Gennaio 12th, 2020

Vinciamo in Emilia-Romagna“, dove “il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine” senza l’appoggio di Iv e M5s, “e poi cambio tutto: sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito“. Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Cambiare nome al partito? Questo lo decideremo. Non credo che si debba partire dai nomi o dalle forme organizzative”, aggiunge. 

“Non penso a un nuovo partito – ha spiegato in un’intervista a “La Repubblica” -, ma a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese. In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla”. 

“Dobbiamo aprirci ai movimenti che stanno riempiendo le piazze” “La nuova legge elettorale ci indica una sfida: dobbiamo costruire il soggetto politico dell’alternativa, convocando un congresso con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura. Dobbiamo rivolgerci però alle persone, e non alla politica ‘organizzata’”, ha quindi sottolineato Zingaretti. “Dobbiamo aprirci alla società e ai movimenti che stanno riempiendo le piazze in queste settimane. Non voglio lanciare un’opa sulle sardine, rispetto la loro autonomia: ma voglio offrire un approdo a chi non ce l’ha”.

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Luigi Di Maio, “declino” sui social: da Facebook a Instagram

domenica, Gennaio 12th, 2020

La crisi della leadership di Luigi Di Maio non è solo nei palazzi della politica, nelle riunioni di deputati e senatori che criticano la sua linea, ma anche sui social. Il sentiment della rete è spietato: su Facebook, dove conta 2.206.920 di fans ed è secondo in Italia solo dietro a Matteo Salvini, da mesi ormai si trova a che fare con la fuga dei like. Flotte di utenti a cui piaceva e che da settimane hanno deciso di non seguirlo più.

Da quando è partito il governo giallorosso, ricorda il Messaggero, Di Maio ha inoltre perso 31.071 followers. Un picco, va detto, che accomuna un po’ tutti i big pentastellati (da Beppe Grillo ad Alessandro Di Battista) ma non con dimensioni così vaste, Il leader M5s e ministro degli Esteri Di Maio ha perso circa 7.600 amici su Facebook. Discorso simile anche su Instagram, piattaforma in forte espansione che usa per dirette e rimbalzi su Fb, con -1500.

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Libia, il generale Haftar annuncia il cessate il fuoco

domenica, Gennaio 12th, 2020
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Ahmed Al Mismari,  portavoce dell’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, ha annunciato in un video il cessate il fuoco. Una dura rappresaglia, ha affermato, verrà attuata contro chi non lo rispetterà. L’iniziativa dopo l’azione diplomatica del premier Conte, che, sabato, ha incontrato il premier Al Sarraj, il quale si è detto disposto ad accogliere “l’iniziativa di Russia e Turchia per la tregua”, ma a patto che Haftar si ritiri.

Il generale della Cirenaica, pur non mostrando una qualche intenzione di ritirarsi, ha comunque fatto un’importante concessione, accettando in serata il cessate il fuoco che non era affatto scontato.

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Teheran ammette: l’aereo, un errore Studenti in piazza: morte ai bugiardi

domenica, Gennaio 12th, 2020

di Viviana Mazza, inviata a Teheran

Teheran ammette: l'aereo, un errore Studenti in piazza: morte ai bugiardi

Shehad Sahar, la «città del testimone», è il nome di un poverissimo quartiere nel Sud della capitale iraniana, a pochi chilometri dall’aeroporto Imam Khomeini. Qui l’aereo della Ukraine International Airlines è precipitato in fiamme mercoledì scorso, mancando per 800 metri una centrale elettrica e una fabbrica di batterie, e per molto meno le case degli abitanti. È esploso in uno spiazzo non edificato, davanti a un parco giochi che abbiamo visitato ieri, accompagnati da un anziano tassista veterano di guerra, che serve il tè in macchina per riscaldarsi. Non può credere che sia stato un missile, «non ha senso». Aspettiamo che la luna piena ceda il posto all’alba, dice. «Aspettiamo che si schiarisca un po’ l’aria».

Attraverso le inferriate del cancello da cui pende il nastro giallo della polizia, sono visibili grossi pezzi di metallo accartocciato accanto alle giostre dei bambini. La fusoliera, fotografata qui nel giorno dell’incidente, è stata rimossa lasciando nel fango una scia di sedili imbottiti, pezzi di finestrini insieme agli oggetti più intimi dei 176 passeggeri, reggiseni, taccuini.

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Gregoretti, referendum e urne. Per Salvini in arrivo tre siluri

venerdì, Gennaio 10th, 2020

Augusto Minzolini

Transatlantico di Montecitorio, ieri mattina. Da pochi minuti 4-5 senatori di Forza Italia, che avevano firmato il referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari, hanno fatto dietrofront e ritirato la firma. La sera prima Mara Carfagna, punto di riferimento di questo drappello azzurro guidato da Massimo Mallegni, ha avuto contatti con il Quirinale che gli ha confermato che con il referendum in piedi, in caso di crisi di governo, il capo dello Stato manderebbe il Paese alle urne con l’attuale legge che prevede ancora 630 deputati e 315 senatori: un argomento efficace in mano a Matteo Salvini, che punta alle elezioni in primavera, per convincere i recalcitranti al voto e per arruolare parlamentari promettendo collegi.

«Qualche forzista confida Paolo Russo, carfagnano di ferro ha ceduto a queste false lusinghe, consigliato da qualche fan di Salvini di casa nostra. Il leader della Lega tratta Forza Italia come le grandi organizzazioni criminali i kosovari: quelle danno le armi ai kosovari per commettere i delitti più truci (nel nostro caso è uccidere la legislatura); poi gliele ritirano e li uccidono. Lo dice uno che ha un fratello nella Dia».

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Il piano per le nuove pensioni. Via 200 euro dagli assegni

venerdì, Gennaio 10th, 2020

Franco Grilli

Le pensioni cambieranno volto. Il governo ha un obiettivo chiaro: smantellare Quota 100. La riforma fortemente voluta da Matteo Salvini “morirà” con la scadenza del 31 dicembre 2021.

Chi ha fatto i conti per andare via con il nuovo sistema previdenziale l’1 gennaio del 2022 dovrà rifare i calcoli e restare a a lavoro probabilmente per altri due anni. In quaesto quadro va sottolineata una circostanza chiara: il nuovo piano su cui sta lavorando l’esecutivo e la maggioranza prevede un’uscita a 64 anni con 38 di contributi. In sostanza debutterebbe quota 102. Il tutto mettendo da parte ad esempio la Quota 41 che aveva annunciato Salvini più volte per il dopo Quota 100.E a parlare di questa prospettiva è stato Alberto Barmbilla, presidente di Itinerari Previdenziali e già sottosegretario nel governo Berlusconi: “L’adeguamento alla aspettativa di vita è previsto sia per la vecchiaia (oggi 67 anni) sia per l’anticipata (oggi 64 anni) ma non per l’anzianità contributiva perché – sottolinea Brambilla – tra meno di 8 anni sarebbe come scrivere che l’anzianità contributiva è abolita”.

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Rivoluzione nel M5S, Di Maio potrebbe non essere più l’unico leader

venerdì, Gennaio 10th, 2020

di Emanuele Buzzi

Rivoluzione nel M5S,  Di Maio potrebbe non essere  più l'unico leader

Una nuova fase per il Movimento che inizierà con gli Stati generali. «Importanti novità» in arrivo (c’è chi parla di «gestione collegiale») e voci di dimissioni per Luigi Di Maio – smentite dall’interessato – che si rincorrono. Il leader secondo i rumors sarebbe a un passo dal lasciare come capo politico dei Cinque Stelle. Una mossa che il ministro degli Esteri avrebbe in mente di compiere prima del 26 gennaio, data delle elezioni in Emilia-Romagna. Di Maio, secondo le indiscrezioni riprese prima dal Foglio e poi dal Fatto quotidiano, non avrebbe intenzione di intestarsi la paternità di una eventuale sconfitta e delle conseguenze che questa potrebbe avere sul governo. Lo staff di Di Maio parla di «narrazione surreale».

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