Archive for Gennaio, 2020

Incidente in valle Aurina, auto centra pedoni: 6 morti a Lutago

domenica, Gennaio 5th, 2020

di Alessandro Fulloni

Incidente in valle Aurina, auto centra pedoni: 6 morti a Lutago

Questa notizia è in aggiornamento

Una cronaca che sa di bollettino di guerra. Un’automobile, lanciata come un missile a folle velocità e guidata da un ventottenne poi trovato ubriaco, ha falciato un gruppo di turisti affollati lungo la strada, in attesa di un pullman che li riportasse in albergo dopo una serata in discoteca. È di 6 morti e 11 feriti il bilancio dell’incidente stradale avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Lutago, frazione del comune di Valle Aurina in Alto Adige. Verso le ore 1.15 un’auto ha centrato a grande velocità un gruppo di persone che si trovava sul bordo della strada. Si tratta di tedeschi, tutti giovani. Un centinaio i soccorritori che sono intervenuti sul luogo dell’incidente. In mattinata è prevista una conferenza stampa nella sala della Cassa Rurale di Lutago.

Guidatore è un 28enne del posto: tasso alcolemico elevato

Dopo aver passato la serata in un locale, la comitiva si trovava accanto a un pullman turistico quando è stata centrata in pieno da un’automobile. Appunto: sei giovani sono morti sul colpo, mentre 11 hanno riportato ferite. Tre sono in gravi condizioni. Tra loro una donna che è stata trasferita d’urgenza di notte con l’elicottero del Aiut Alpin alla clinica universitaria di Innsbruck, in Austria. L’automobilista è un uomo del posto di 28 anni, di Chienes. Secondo le prime informazioni, avrebbe avuto un tasso alcolemico molto elevato.

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Iraq, razzi sulla zona verde di Baghdad: colpita base con soldati americani

sabato, Gennaio 4th, 2020

Due razzi si sono abbattuti sulla superprotetta Green Zone di Baghdad, in Iraq, e hanno colpito una base aerea che ospita soldati americani. Le esplosioni si sono verificate nella zona che ospita gli uffici del governo iracheno e l’ambasciata degli Stati Uniti. Secondo i media locali diversi elicotteri americani si sono alzati in volo per sorvegliare la zona. Non vi sono al momento notizie di vittime.

Le sirene hanno immediatamente suonato nella base aerea Al-Balad di Baghdad, che ospita sia diplomatici sia truppe americane, secondo fonti dell’agenzia Afp. La base è stata colpita da missili Katyusha, hanno riferito fonti di sicurezza. Gli Stati Uniti temevano contraccolpi contro le basi in cui le loro truppe sono schierate in tutto l’Iraq a seguito dell’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani.

TGCOM

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Incontro Di Maio-Zingaretti a Palazzo Chigi: «Clima positivo e costruttivo»

sabato, Gennaio 4th, 2020

Anche il Pd segue le ultime fratture nel Movimento 5 Stelle, pur tenendosi a distanza da «dinamiche interne verso cui nutriamo rispetto», come ha riferito il vicesegretario dem Andrea Orlando. Dinamiche che, inevitabilmente, saranno state toccate nell’incontro — che non era in agenda — che hanno avuto oggi Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Il capo politico del Movimento 5 Stelle e il segretario del Pd, infatti, si sono visti a Palazzo Chigi.

«Al centro del colloquio, durato 45 minuti e svoltosi in un clima molto positivo e costruttivo — riferisce una nota congiunta degli staff dei due leader politici — si è parlato della situazione politica generale ed è stato un primo confronto sul percorso da avviare per definire i prossimi obiettivi di governo».

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Il mistero del Pd abbindolato dai grillini sull’orlo del crac

sabato, Gennaio 4th, 2020

Augusto Minzolini

P aradosso. La crisi del Movimento 5 Stelle è verticale, ineluttabile. Parlamentari che vanno verso la Lega, verso il misto, verso Italia Viva. E la radiografia diventa ancora più spietata per un soggetto politico nato contro la casta, se si pensa che le ragioni – lo teorizza pure Di Maio – alla base ) dei sommovimenti interni, delle migrazioni o, addirittura, di una possibile scissione, sono le poltrone (di governo o di partito poco importa) perse o promesse ma non ricevute; o, ancora, i contributi non versati dai parlamentari grillini al partito o a quel surrogato di partito che è la Casaleggio Associati.

Per cui Gianluigi Paragone viene espulso e se ne va al gruppo misto portandosi dietro forse due senatori. E si becca anche la solidarietà polemica verso il movimento da parte di uno dei leader storici, Alessandro Di Battista, a cui Giggino Di Maio, a sentire l’inner circle molto inner del ministro degli Esteri, aveva pensato addirittura di dare il ministero della Pubblica istruzione, ipotesi poi svanita in un bagno di realpolitik. «Mi sarei sentito una merda a non difendere Paragone visto che su molti punti la pensiamo allo stesso modo», ha confidato ieri agli amici Di Battista, per cui alla macchina del consenso grillina non è rimasto altro, per rassicurare i militanti, che raccontare la storiella che la presa di posizione del Dibba fosse solo un fake. Siamo, quindi, al fake su fake.

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Il raid Usa contro l’Iran ha ovvie ripercussioni sul prezzo del petrolio. Ma sono i mercati azionari che potrebbero andare e a fuoco

sabato, Gennaio 4th, 2020

Mauro Bottarelli

Al netto dell’ovvia reazione al rialzo del prezzo del petrolio al raid statunitense che ha portato all’uccisione del generale iraniano Soleimani (i più pessimisti parlano di barile a 150 dollari se come extrema ratio Teheran dovesse chiudere lo streeto di Hormuz), l’aumento della tensione geopolitica in Medio Oriente come può impattare sui mercati esuberanti di questo inizio anno?

Ma, soprattutto, esiste il rischio che quanto accaduto all’aeroporto di Baghdad possa tramutarsi nel detonatore di una vera e propria correzione dei corsi azionari?

“La geopolitica è tornata prepotentemente sul tavolo principale e questo rappresenta uno sviluppo che può avere implicazioni cross-assets decisamente severe“, scriveva nella sua nota agli investitori Salman Ahmed, chief investment startegist presso la Lombard Odier, cui faceva eco uno degli analisti di punta di Credit Agricole, Valentin Marinov, a detta del quale “il sentiment legato al rischio dovrebbe restare fragile, anche perché nel mirino di tutti c’è una dinamica tutta incentrata sul comportamento delle Banche centrali di fronte a questo nuovo focolaio di tensione: reagiranno abbastanza in fretta? E, soprattutto, avranno in arsenale abbastanza mezzi per far fronte a un’eventuale escalation di instabilità?”.

Ovviamente, tutto ora dipende dalla magnitudo dell’eventuale reazione iraniana all’attacco Usa e, susseguentemente, all’atteggiamento che questa susciterà non solo in Washington ma anche negli altri Paesi dell’area mediorientale, già oggi schierati in un risiko che vede Teheran come protagonista di molti conflitti proxy, sia in Siria che in Libano che in Yemen contro il nemico saudita di sempre.

Ma senza dover attendere i tempi della diplomazia belligerante, quale potrebbe essere il catalizzatore pressoché immediato di rischio, vista anche la reazione da modalità risk-off vissuta immediatamente dal prezzo dell’oro, dallo yen e dai Treasuries Usa?

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Chi era (davvero) Soleimani

sabato, Gennaio 4th, 2020

L’operazione militare condotta dalle forze statunitensi nella notte tra il 2 e il 3 gennaio, che ha portato all’eliminazione del generale Qassem Soleimani, determina un profondo mutamento degli equilibri regionali e l’avvio di una nuova fase di crisi dagli incerti orizzonti.

Ufficialmente ordinata come reazione all’attacco dell’ambasciata americana a Baghdad nei giorni scorsi, l’uccisione del generale iraniano è espressione di un processo decisionale che a Washington sembra aver voluto solcare quella linea rossa che da tempo rappresentava il perno di equilibrio tra Stati Uniti e Iran. Una decisione probabilmente motivata anche da forti esigenze di politica interna, i cui effetti rischiano tuttavia di propagarsi velocemente quanto disastrosamente nell’intero Medio Oriente.

Con la morte di Soleimani viene paradossalmente meno l’unica e ultima garanzia negoziale degli Stati Uniti con l’Iran, l’interlocuzione diretta di Washington con l’apparato della sicurezza di Teheran e, più in generale, con l’uomo che più di ogni altro aveva esperienza e visione sul piano regionale e globale.

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M5s, il gruppo Fioramonti spina nel fianco

sabato, Gennaio 4th, 2020
Press conference to the foreign Press by Lorenzo Fioramonti Minister of Education, University and Research,...
Press conference to the foreign Press by Lorenzo Fioramonti Minister of Education, University and Research, to talk about school, environment and Government on November 12, 2019 in Rome, Italy (Photo by Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images)

La scissione tra i 5 stelle è sempre una cosa grave, ma non è mai seria. Lo sfaldamento, dal lontano 2013, avviene capillarmente, un lento stillicidio di singolarità deluse, travolte da ambizione, profondamente critiche che hanno mollato la baracca alla chetichella. Dopo il clamoroso caso di Grassi, Lucidi e Urraro che al Senato hanno abbandonato il Movimento accolti a braccia aperte dalla Lega, tocca alla Camera registrare due addii in contemporanea. Quelli di Nunzio Angiola e di Gianluca Rospi, che hanno fatto ciao con la mano puntando l’indice contro il “verticismo” e la “scarsa attenzione alla collegialità e ai parlamentari”. E a Montecitorio la storia non è finita, con il ribollire di chat e incontri tra gli uomini più vicini all’ex ministro Lorenzo Fioramonti, destinato a non rimanere solo dopo il suo addio. Se si aggiunge che i casi critici fra i morosi delle restituzioni ammontano a una quarantina, si ha l’idea del puzzle andato in mille pezzi.

Non è facile restituire il senso di quel che sta succedendo in Parlamento alla creatura politica che fu di Beppe Grillo. La frantumazione ha il minimo comun denominatore di una creatura politica cui manca un senso e una direzione, le cui spericolate oscillazioni prima a destra poi a sinistra dopo anni di rivendicata purezza hanno tolto identità e punti di riferimento. E di una leadership finora incapace di valorizzare il capitale umano a disposizione, arroccata in un fortino dal quale muove le fila di truppe che vanno via via assottigliandosi.

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Meteo, la Befana porta il gelo. Tanto sole e temperature in picchiata

sabato, Gennaio 4th, 2020
Meteo, la Befana porta il gelo. Tanto sole e temperature in picchiata

ROMA – Venti polari per dare il benvenuto alla Befana e poi salutare tutte le feste. Cieli limpidi e sereni, ma temperature rigidissime nell’ultimo weekend festivo. Poche le piogge, attese soltanto tra Liguria e Toscana e in serata sulle coste campane e calabresi tirreniche.

Ma, dalle prime ore di domenica faranno irruzione venti gelidi di origine polare che colpiranno principalmente il medio adriatico e il Sud. Il tempo peggiorerà su Abruzzo, Molise, Calabria meridionale e Sicilia settentrionale con qualche rovescio o locale temporale. La neve potrà cadere a quote collinari sugli Appennini. Bel tempo sul resto d’Italia. Temperature in diminuzione, anche sensibile al Sud e sul medio Adriatico.

Meteo, la Befana porta il gelo. Tanto sole e temperature in picchiata
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Redditi dei politici, Conte dichiara 700mila euro in più rispetto al 2018. Berlusconi il più ricco

sabato, Gennaio 4th, 2020

ROMA – Un aumento di circa 700 mila euro per il reddito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E’ quanto risulta dalla dichiarazione dei redditi del 2019, pubblicata sul sito del parlamento. Il premier ha dichiarato infatti per il 2018 un reddito imponibile pari a 1.155.229 milioni di euro. Nell’anno precedente, invece, il reddito dichiarato da Conte era di 370.014 euro. Un aumento, quindi, di circa 700 mila euro. Conte attesta che non sono intervenute “variazioni” in “rapporto all’ultima dichiarazione presentata”: questo significa che resta proprietario di un fabbricato a Roma, probabilmente la sua abitazione privata, e di una Jaguar d’epoca, modello XJ6, immatricolata nel ’96. L’incremento dell’imponibile, spiegano fonti di Palazzo Chigi all’Adnkronos, è dovuto al fatto che quando Conte ha assunto l’incarico di presidente del Consiglio ha dovuto chiudere tutti gli incarichi pendenti emettendo le relative fatture, e, quindi, ha fatturato in un solo anno importi che altrimenti sarebbero stati diluiti nel corso del tempo.

Quasi 800mila euro. A tanto ammonta l’imponibile dichiarato da Matteo Renzi nel 2019 e relativo al periodo d’imposta 2018. Spulciando le sue ultime dichiarazioni dei redditi depositate in Parlamento e pubblicate on line, si scopre, infatti, che il leader di ‘Italia Viva’, diventato senatore alle ultime politiche, ha guadagnato 796mila 281 euro, rispetto alle 29mila 315 euro percepite l’anno d’imposta precedente. Oltre 700mila euro in più nel portafoglio in un anno. Renzi ha firmato la sua ‘dichiarazione per la pubblicità della situazione patrimoniale’ l’8 dicembre scorso. Nel documento il fondatore di Iv attesta che “in rapporto all’ultima dichiarazione presentata” sono intervenute alcune ‘variazioni’: la cessione, il 27 maggio scorso, di “due unità immobiliari” a Pontassieve, in provincia di Firenze, di cui aveva il “possesso al 50%”, ovvero, riferiscono nel suo entourage, la casa e la tavernetta annessa; la liquidazione della ‘Digistart srl’ con sede a Firenze, che vedeva l’ex premier socio con una quota da 10mila euro.

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Bagdad, in migliaia ai funerali del generale Solemaini: “Morte all’America”

sabato, Gennaio 4th, 2020

Migliaia di iracheni partecipano a Bagdad alle esequie di Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso da un raid Usa, scandendo “Morte all’America”. I funerali si terranno a Baghdad e nelle due città sante sciite di Najaf e Kerbala. Secondo l’emittente ‘Press Tv’, il corpo del generale sarà trasferito in Iran dopo le funzioni religiose.

La processione accompagna le salme di Soleimani e anche del suo principale collaboratore in Iraq, Abu Mahdi al-Muhandis, il ‘numero due’ di Hashed al-Shaabi, la coalizione di milizie filo-Teheran, integrate nelle forze di Baghdad, anche lui rimasto ucciso nel raid statunitense

video Reuters

REPTV

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