Archive for Gennaio, 2020

Francesco Guccini: “Parlano tutti di Salvini, ma la candidata della Lega in Emilia-Romagna non la conosce nessuno”

domenica, Gennaio 19th, 2020
  • ANSA

“Alle prossime elezioni in Emilia-Romagna voterò Stefano Bonaccini presidente contro l’avanzare della Lega. Darò la mia preferenza a Igor Taruffi e alla lista ‘Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna Coraggiosa’, perché Igor in questi cinque anni, ha lavorato bene, ha mantenuto le promesse e perché ha i piedi ben piantati nell’Appennino, ha le sue radici qui e conosce questo territorio. Voterò Bonaccini e Taruffi per fermare la propaganda della Lega e della destra. D’altronde parlano tutti di Salvini, ma la candidata, qui, non la conosce quasi nessuno”. Così Francesco Guccini in un video sulla sua pagina Facebook.

L’HUFFPOST

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Ora gli oppositori di Di Maio guardano a Patuanelli

sabato, Gennaio 18th, 2020
ROME, ITALY - JANUARY 08: Italian Minister of Economic Development, Stefano Patuanelli, during tv broadcast...
ROME, ITALY – JANUARY 08: Italian Minister of Economic Development, Stefano Patuanelli, during tv broadcast Porta a Porta. Rome (Italy), January 8th, 2020 (Photo by Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)

I critici guardano a Stefano Patuanelli. Il Movimento 5 stelle non è di certo un monolite, né tanto meno una testuggine, come piacerebbe a Luigi Di Maio. Il leader continua a smentire decisamente un suo passo indietro, nonostante le voci continuino a rincorrersi senza sosta. E continua a immaginare la costituzione di un Gran consiglio del grillismo, un organo politico con il quale condividere decisioni pesanti, oneri e onori. Dentro tutti i big, da Paola Taverna a Chiara Appendino, passando per Alessandro Di Battista e Roberto Fico. “Beh sì – ragiona un parlamentare dimaiano – anche Stefano lì ci starebbe bene”.

Fatto sta che è un po’ di tempo che la fronda al capo politico guarda al ministro dello Sviluppo economico come possibile sostituto alla guida dei pentastellati. L’interessato è stato costretto a smentire in tempi non sospetti. Ma il suo carisma semplice e la sua capacità di mediare i conflitti gli sono riconosciuti da tutti coloro che imputano a Di Maio come colpa principale quella di essere un leader chiuso in un fortino con la sua cerchia stretta, poco comunicativo e tendenzialmente autocratico.

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Antonio Di Pietro: «Craxi era solo uno dei tanti. Io puntavo ad Andreotti, mi hanno fermato»

sabato, Gennaio 18th, 2020

di Susanna Turco

Craxi? Ma Craxi era solo uno dei tanti». D’improvviso, allo scoccare della seconda ora e mezza di conversazione, con quel suo modo un po’ buffo e stratificato di parlare – sopra approssimativo, sotto preciso, fulmineo – Antonio di Pietro, 69 anni, ex pm, ex politico, oggi avvocato sostanzialmente lontano dalle scene, butta già l’ultimo feticcio che era rimasto in piedi di una pagina che ripercorre in un modo mai visto. Ci si doveva vedere a pranzo, a casa sua, a Montenero di Bisaccia, per parlare appunto di Bettino Craxi, a vent’anni dalla morte. Arrivati al caffè, quel nome ancora non l’ha pronunciato. Si muove da tutta un’altra parte. Racconta una storia diversa, un binario parallelo e inedito, che in parte ha depositato nella sua ultima testimonianza, al processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia a Palermo, a ottobre. «Mani pulite è una storia che andrebbe riscritta», dice adesso il volto più noto dell’inchiesta del Pool di Milano che ha buttato giù la Prima repubblica. Lui che è una pagina di storia. E che, quindici anni dopo, si è ritrovato di nuovo al centro dei giochi, nel cuore di uno degli prodotti di Mani pulite, l’onda antipolitica che ha portato – anche all’ombra di Casaleggio – alla nascita e alla crescita dei movimenti tra rete e realtà: non solo il Movimento 5 stelle, ma anche l’Italia dei valori, di cui proprio Casaleggio curò la comunicazione. Ecco lui, uomo di tanti snodi chiamato a parlare di Craxi, quando apre la porta di casa per prima cosa parla del codice penale. Ti accoglie così: «Scusi, ma il 323, io l’ho mai contestato? Non mi ricordo di averlo fatto».

Prego? Il 323?
«L’abuso d’ufficio adesso va molto di moda. Io l’ho sempre considerato una sconfitta dello Stato. Perché vuol dire che non hai la forza di scavare un po’ meglio. Lo dico perché, a differenza di Piercamillo Davigo, che è sempre stato monolitico sul tema – per lui sei colpevole fino a prova contraria – io ormai… Prendete il Codice: al primo capitolo ci sono i soggetti processuali. Ecco, io ho fatto il poliziotto, il giudice, il pm, il testimone, la parte lesa, la parte civile, l’indagato, l’imputato: mi manca soltanto il “responsabile civile per le ammende” e le ho fatte tutte. Ho messo talmente tanti abiti, ho visto così tante giustizie, che le certezze granitiche di Davigo non ce le ho più, perché dipende dai vestiti che indossi, prima cosa. Secondo: sono sempre convinto che noi del pool di Milano abbiamo creato un effetto positivo, ma anche una conseguenza non voluta: pur nell’entusiasmo generale abbiamo creato tanti dipietrini. Già all’epoca: è stato quello che ha bloccato Mani pulite».

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Sostenibilità e meno sprechi: italiani più attenti all’ambiente

sabato, Gennaio 18th, 2020

di Nando Pagnoncelli

Sostenibilità e meno sprechi: italiani più attenti all'ambiente

Venerdì prossimo sarà una data importante per il futuro del nostro Paese: verrà infatti presentato il Manifesto di Assisi che intende promuovere un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica. Il Manifesto, ideato dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento di Assisi, annovera tra i promotori i vertici di associazioni imprenditoriali e di primarie imprese italiane; in queste settimane ha raccolto l’adesione di oltre 1.600 esponenti di ambiti diversificati, dall’economia alla cultura, dalle istituzioni ai mondi associativi, alle amministrazioni locali. Non vuole essere un libro dei sogni, ma un impegno concreto dei firmatari a contribuire, ciascuno nel proprio ambito, al miglioramento sociale e ambientale del nostro Paese.

Sostenibilità

Da alcuni anni il tema della sostenibilità è oggetto di un’attenzione crescente da parte degli italiani; riguarda innanzitutto l’ambiente ma anche le diseguaglianze e la coesione sociale. Indubbiamente le preoccupazioni per la crisi climatica hanno contribuito ad aumentare l’importanza attribuita al tema e ai rimedi che possono essere adottati. Peraltro l’ambiente non riguarda solo il futuro del pianeta, ma anche la dimensione locale, basti pensare che quando si chiede ai cittadini di indicare il problema prevalente nella propria zona di residenza il 31% indica spontaneamente il tema ambientale che si colloca al secondo posto dopo l’economia e il lavoro (indicati dal 44%): inquinamento, aree verdi, consumo di suolo, gestione dei rifiuti, risorse idriche, hanno a che fare con la qualità della vita e rappresentano una priorità per molti. Rispetto a cinque e a dieci anni fa, la preoccupazione per l’ambiente ha fatto registrare un aumento del 16%.

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Libia, il premier Al Sarraj potrebbe disertare la conferenza di Berlino

sabato, Gennaio 18th, 2020

Il premier libico Fayez Al Sarraj potrebbe disertare la conferenza di Berlino in programma sabato, decidendo di inviare solo una delegazione di Tripoli. Lo riferisce in un tweet la “Libya Al Ahrar”, tv di base a Doha, in Qatar. Secondo l’emittente, che cita “fonti speciali del consiglio presidenziale”, Sarraj potrebbe non recarsi personalmente in Germania ma mandare solo una “delegazione del governo di accordo nazionale”. 

Il clamoroso passo indietro, se confermato, rischia di indebolire la sostanza del vertice, convocato con la speranza di mediare un cessate il fuoco duraturo. Ma l’atmosfera è tesa anche per i nuovi scambi di accuse tra gli opposti schieramenti, con il presidente turco Erdogan che ha bollato il generale Khalifa Haftar come “un uomo inaffidabile”.

Nella capitale tedesca, intanto, gli sherpa sono al lavoro per perfezionare una bozza di intesa da sottoporre alle parti al meeting in programma domenica. E la molla che avrebbe fatto scattare Sarraj sarebbe stata proprio un passaggio nell’ultima versione del documento, in cui si chiede un “nuovo governo di accordo nazionale”: una mossa letta dall’entourage di Sarraj come il tentativo di spingere il premier a farsi da parte.

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Parigi, alcuni manifestanti tentano di aggredire Macron e la moglie durante una serata a teatro

sabato, Gennaio 18th, 2020

Una trentina di manifestanti hanno tentato venerdì sera di entrare in un teatro parigino in cui Emmanuel Macron e la premiere dame Brigitte stavano assistendo a uno spettacolo. Il tentativo è stato respinto dalla polizia. Macron e la consorte sono stati messi in sicurezza, poi sono potuti rientrare nella sala per assistere alla fine della piece teatrale. Lo riferisce la radio France Info. 

Blitz dei manifestanti contro Macron in un teatro parigino

Macron e Brigitte stavano assistendo al teatro della Bouffe du Nord alla rappresentazione de “La Mouche”. Un uomo che si trovava anch’egli in sala ha postato sui social network una foto della coppia presidenziale in platea invitando i militanti ad intervenire fuori dal teatro: “Qualcosa si sta preparando, la serata sarà movimentata”, ha scritto su Twitter. Si trattava di Taha Bouhafs, un cosiddetto “giornalista militante”, che è successivamente stato fermato.

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In mare aperto, dove osano le Sardine

sabato, Gennaio 18th, 2020

Martino Bernuzzi, diciott’anni compiuti a inizio gennaio: ”Non è vero che gli italiani sono disinteressati alla politica e lasciano che tutto accada, cambiare le cose dipende da noi ”. Per questo Martino, insieme ai suoi due compagni di classe al liceo, Joy Olayanju e Francesco Martino, ha deciso di organizzare il flash mob di Parma. Per questo Roberto Morotti, Andrea Garreffa e Giulia Trappoloni hanno dato vita alla prima adunata bolognese con Mattia Santori, a metà novembre del 2019 – e qui vediamo il loro quartier generale – per poi sconfinare in altre piazze, con altri volti. Per esempio a Bruxelles, dove “i sovranisti avanzano rivendicazioni nazionali” a scapito di un futuro che gemma nel multiculturalismo, secondo Alessandra Giannessi, che da più di 6 anni vive nella capitale belga.

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Bibbiano, l’attivista delle Sardine che ha battuto Salvini

sabato, Gennaio 18th, 2020

di Mauro Giordano

Bibbiano, l'attivista delle Sardine che ha battuto Salvini

«Rinunceremo alla piazza di Bibbiano solo se prima di noi lo farà la Lega». A dirlo sono le Sardine reggiane insieme al portavoce e fondatore del movimento anti-populisti, Mattia Santori, chiarendo la posizione sulla diatriba nata con il Carroccio in vista del 23 gennaio: giorno in cui, come annunciato dal leader leghista, Matteo Salvini, ci sarà la chiusura della campagna elettorale del centrodestra in Emilia-Romagna, proprio nella cittadina protagonista dell’inchiesta sugli affidi illeciti.

In vista dell’appuntamento però le Sardine hanno prenotato per prime piazza della Repubblica, diventata sede contesa tra i due fronti e sulla quale si aspetta una presa di posizione della Prefettura per capire chi potrà essere presente.

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Il ritorno (politico) dell’idea di centro

sabato, Gennaio 18th, 2020
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di   Angelo Panebianco

Chi ha voglia di non fermarsi alla superficie delle cose, di non accontentarsi dei ragionamenti sul cui prodest, su quelli che, qui e ora, hanno vinto e su quelli che hanno perduto, può rendersi conto del fatto che la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum leghista sulla legge elettorale chiude definitivamente un’epoca. D’ora in poi non sarà più possibile, per chissà quante generazioni, immaginare cambiamenti sostanziali della «costituzione materiale» della Repubblica nata alla fine della Seconda guerra mondiale.

C’è un nesso strettissimo fra la sentenza e il risultato del referendum costituzionale del 2016. Allora, una maggioranza schiacciante decise che la democrazia acefala (con governi deboli, ricattabili e per lo più di brevissima durata), ossia il regime assembleare — che è una variante del parlamentarismo — scelto dai costituenti dopo la Liberazione, era esattamente ciò che gli italiani volevano conservare. La sentenza della Corte prelude al ritorno della proporzionale pura. In effetti, una democrazia assembleare, una democrazia acefala, «chiama» la proporzionale. Nel senso che la legge elettorale proporzionale è la più adatta per un simile assetto costituzionale.

Ripeto ciò che sia io che altri abbiamo detto tante volte ma che, stando a quanto si continua a leggere, pare sia cosa assai complicata. Il movimento che volle la legge elettorale maggioritaria e che si formò fra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta non pensava affatto che bastasse cambiare la legge elettorale (dal proporzionale al maggioritario) per avere una democrazia rappresentativa ben funzionante. Pensava (sperava) che il cambiamento della legge elettorale obbligasse la classe politica a riformare la Costituzione del 1948. Occorreva — pensavano i protagonisti di quel movimento — una «democrazia maggioritaria». Ma una tale democrazia non lo è solo in virtù della presenza di una legge elettorale maggioritaria. Necessita anche di un assetto costituzionale coerente, necessita soprattutto di governi istituzionalmente forti, il contrario della democrazia acefala.

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Salvini: «Io e Casellati? È vero, ci siamo visti. Ma per parlare di altro»

sabato, Gennaio 18th, 2020

di Marco Cremonesi

Salvini: «Io e  Casellati? È vero, ci siamo visti. Ma per parlare di altro»

«Per quanto mi riguarda, io sono tranquillissimo. Soltanto, mi vergogno come italiano». Matteo Salvini sta raggiungendo Spezzano della Sila, in Calabria, dove terrà uno dei tanti comizi della sua campagna elettorale per le Regionali. Ma «la grande vergogna» è il processo per i fatti della nave Gregoretti su cui lunedì dovrà votare la Giunta delle immunità del Senato, la Camera in cui è stato eletto il leader della Lega.

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