Archive for Gennaio, 2020

“Dal 15 gennaio saranno attive le telecamere sulle ambulanze a Napoli”: l’annuncio di Lamorgese

martedì, Gennaio 7th, 2020

“Dal 15 gennaio saranno attive le prime telecamere sulle ambulanze in servizio nel territorio di Napoli come sollecitato il 16 dicembre scorso in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica mentre é prevista la realizzazione da parte dei presidi ospedalieri di sistemi di videosorveglianza collegati con le centrali delle Forze di polizia”. Lo annuncia la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, poche ore dopo il sequestro di un’ambulanza da parte di un gruppo di giovani. I ragazzi volevano, in questo modo, costringere i sanitari a soccorrere un amico sedicenne con una distorsione. “L’attenzione sulle gravissime aggressioni al 118 è massima”, ha spiegato la titolare del Viminale. 

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Conte si mette in asse con Merkel

martedì, Gennaio 7th, 2020

Nel pomeriggio del giorno della Befana Giuseppe Conte sente Angela Merkel. Una lunga conversazione telefonica, spiega una nota di Palazzo Chigi, per ribadire a due voci “la necessità di “uno stretto raccordo dell’Unione europea” sui due fronti caldi che rischiano di far deflagrare Medio oriente e nord Africa, l’Iran e la Libia. Un colpo battuto dal presidente del Consiglio (che in mattinata ha avuto un colloquio anche con il presidente degli Emirati Arabi Khalifa Bin Zayed) in uno scenario che vede l’Italia marginale in un contesto, quello dell’Ue, che fatica a trovare una propria linea coerente d’azione sullo scacchiere internazionale.
“Ben venga la telefonata”, spiega ad Huffpost Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari internazionali. “Senza azioni di questo genere il rischio per il nostro paese di scomparire dai radar è serio”, prosegue. Luigi Di Maio, al centro di polemiche per l’assenza dal ministero nelle ore successive allo scoppio della crisi, ha riunito oggi alla Farnesina apparati e intelligence per esaminare i dossier e fare il punto della situazione. Venerdì è stato convocato un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, al quale il capo delle feluche porterà una posizione fortemente pacifista. In un intervento su Facebook il capo politico M5s ha tirato quella che è sembrata una stoccata a Donald Trump: “Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni”.

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Il governo: giù le tasse da luglio. “Una mano alla classe media”

martedì, Gennaio 7th, 2020

di ANTONIO TROISE

Roma, 7 gennaio 2020 – Si parte dal cuneo fiscale. Ma l’obiettivo è arrivare a una riforma dell’Irpef che cominci davvero a tagliare le tasse anche al ceto medio. Parola di Antonio Misiani, viceministro dell’Economia, che spiega che, con l’intervento sul cuneo fiscale, i lavoratori dipendenti oggi sono esclusi dal bonus 80 euro di Renzi, potranno guadagnare fino a mille euro netti all’anno in più. E assicura che ci sarà una salvaguardia per coloro che guadagnano meno di 26mila euro e che rischiano di essere penalizzati.

Da luglio scatta l’intervento sul cuneo fiscale. Sarà un primo passo verso la riduzione delle tasse?
“Ridurre e riequilibrare il carico fiscale è un obiettivo strategico del governo. Dobbiamo alleggerire il peso delle tasse su chi lavora e chi fa impresa, recuperando le risorse necessarie dall’evasione, dalle rendite improduttive, da chi inquina. L’Italia ha bisogno di un sistema fiscale adatto alle sfide economiche e sociali del XXI secolo”.

Cosa cambia, in concreto, per i dipendenti dal 2020?
“La legge di bilancio ha stanziato 3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi dal 2021 per tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti e ai collaboratori con reddito fino a 35mila euro lordi l’anno, con un vantaggio che arriverà a regime fino a mille euro annui netti in più per chi oggi non ha diritto al bonus 80 euro”.

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Codice della strada, modifiche in arrivo: quasi 1.700 euro di multa per chi usa lo smartphone mentre è alla guida

martedì, Gennaio 7th, 2020

Cambia il codice della strada. Nel mirino cellulari e alta velocità. Tra le nuove norme per la sicurezza in votazione alla Camera c’è un inasprimento delle multe per chi guida con lo smartphone (da 422 a 1697 euro, e sospensione della patente fino a tre mesi in caso di recidiva), che risulta essere insieme all’alta velocità la principale causa di incidenti. Viene poi introdotto l’obbligo di cinture di sicurezza per gli scuolabus, a partire dal 2024.

Ma non sono le uniche novità. Viene introdotta la distanza di sicurezza laterale di 1,5 metri quando si supera una bicicletta. Il testo contiene poi alcune misure pensate per la sicurezza stradale nelle città. Per esempio l’istituzione da parte dei Comuni delle Zone scolastiche, vale a dire le strade intorno alle scuole in cui limitare la velocità a 30 chilometri orari, almeno durante gli orari di entrata ed uscita. 

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Sgarbi: «Voglio raddoppiare i voti per FI e diventare il sultano del partito»

martedì, Gennaio 7th, 2020

di Paola Di Caro

Sgarbi: «Voglio raddoppiare i voti per FI e diventare il sultano del partito»

Onorevole Sgarbi, ma non aveva di meglio da fare che rischiare un flop alla guida della lista di Forza Italia in quell’Emilia-Romagna in cui i sondaggi mettono paura?
«Veramente sono deputato, sindaco di Sutri, prosindaco di Urbino, presidente del Mart di Rovereto, della Fondazione Canova, di Ferrara Arte, di…».

Capito, ha molto da fare: dunque perché imbarcarsi in questa impresa?
«Perché è una campagna elettorale breve e intensa, per amicizia con Silvio Berlusconi e perché politicamente è una sfida importante».

E ardua.
«Il mio obiettivo è raddoppiare i voti che ad oggi sono attribuiti a FI, e contribuire alla vittoria: in quel caso, il governo avrebbe i giorni contati».

E quindi lei non si troverebbe ad optare tra la Camera o il Consiglio regionale perché si andrebbe al voto?
«Esatto, ma la battaglia oggi è altra».

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Caso Rula Jebreal, nuova mossa della Rai: a Sanremo se parla solo di donne

martedì, Gennaio 7th, 2020

di Antonella Baccaro e Renato Franco

Caso Rula Jebreal, nuova mossa della Rai: a Sanremo se parla solo di donne

A conti fatti, all’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, non conviene alimentare le polemiche sulla partecipazione a Sanremo della giornalista Rula Jebreal. Le accuse di censura piovute sulla Rai e la presa di distanza di Matteo Salvini, che figurava come mandante dell’esclusione, tramite la direttrice di Rai1, Teresa De Santis, lascerebbero spazio all’ad per riproporre l’invito all’ospite. Un invito, beninteso, a esserci con interventi sul tema della violenza contro le donne, senza divagazioni. Potrebbe essere dunque questo l’esito dell’incontro che si svolgerà martedì in Rai tra Salini, De Santis e Amadeus. Un vertice per fare il punto (anche) sugli ospiti, come ha spiegato l’ad: «Le proposte della direzione artistica, già discusse con la direzione di Rai1, saranno oggetto, come di prassi, di un confronto con l’amministratore delegato, con il solo obiettivo di realizzare un grande Festival». Dall’entourage della direttrice fanno sapere che non c’è stata nessuna censura sulla Jebreal. E che il problema semmai è la mancanza assoluta di condivisione sulla composizione di tutto il cast da parte di Amadeus. Al punto che De Santis l’ha dovuto convocare a fine anno e poi il 3 gennaio per verificare indiscrezioni uscite sui media.

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LA «MANO LIBERA» NUCLEARE I RISCHI DELLA RISPOSTA IRANIANA

martedì, Gennaio 7th, 2020
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di   Franco Venturini |

Dopo l’uccisione di Qassem Soleimani, mentre gli Usa e l’Iran erano impegnati nell’escalation delle loro reciproche minacce, un unico grido si è levato dal resto del mondo: attenti alla guerra per contagio, attenti a non provocare un incendio globale. Più che giusto, ma forse è tardi. Perché i contagi ci sono già. Il primo, il più grave, è stato sancito domenica sera dall’Iran con l’annuncio che Teheran non accetterà più limitazioni ai suoi programmi nucleari. L’arricchimento dell’uranio, il numero e il modello delle centrifughe, la quantità di uranio arricchito e conservato, la ricerca, tutto obbedirà soltanto alle «necessità tecniche» dell’Iran (che nega di volersi dotare di armamenti atomici, senza però convincere la comunità internazionale). Va chiarito che un ulteriore passo iraniano per rispondere all’uscita di Trump nel 2018 dagli accordi di Vienna firmati da Obama nel 2015, era previsto per la prima settimana di gennaio sin dallo scorso novembre. Ma la radicale scelta di Teheran, che di fatto finisce di smantellare le intese anti-nucleari di Vienna già agonizzanti dopo il ripudio di Trump e l’incapacità europea a porvi rimedio, non può non essere stata influenzata dalla uccisione di Soleimani e dal clima di furore nazionalista che ha accompagnato le sue esequie.

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Libia, le truppe di Haftar rivendicano: «Abbiamo preso Sirte»

martedì, Gennaio 7th, 2020

di Franesco Battistini

Libia, le truppe di Haftar rivendicano: «Abbiamo preso Sirte»

Jihad, aveva promesso. E jihad sia. L’Epifania del generale Khalifa Haftar, che tanti avevano sfottuto per l’interminabile assedio di Bengasi, che pochi avevano preso sul serio quando in aprile era iniziato quello di Tripoli, si manifesta in un nuovo teatro della nuova guerra libica: Sirte. Bastano tre ore, e la Brigata Madkhalita 210 finanziata dai sauditi con la 604 dell’Esercito di liberazione nazionale (Lna) partita dalla Cirenaica, assieme a una nuvola di milizie jihadiste delle unità d’élite Al Saiqa, di mercenari arabi sudanesi Janjaweed e di soldati dell’opposizione ciadiana — tutti salafiti ben conosciuti per una certa quantità di crimini di guerra compiuti nel Darfur, a Kufra e a Sabha —, bastano tre ore ed eccoli entrare nella città natale di Gheddafi, 450 km da Tripoli, nella prima grande roccaforte che l’Isis riuscì a impiantare sul Mediterraneo, nel terminal delle grandi carovane e soprattutto nel centro di controllo della Mezzaluna petrolifera. «Sirte è liberata», annuncia un portavoce del generalissimo, Ahmed al Mismari: «Abbiamo preso la città lungo tre direttrici via terra e via mare, con un attacco ben pianificato e preventivo». Prima arrivando al porto e poi alla base aerea di Qardabiya, una delle più grandi della Libia, per chiudere l’avanzata al campo meridionale militare di Saadi e al quartier generale della brigata Tefrafet, fedele al governo di Tripoli. «Sirte era il covo dell’Isis, di Al Qaeda e dei criminali che attaccavano i pozzi del petrolio».

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Lotteria Italia, estratti i biglietti di prima categoria e quelli da 100mila euro. Primo premio da 5 milioni di euro a Torino

martedì, Gennaio 7th, 2020

Festa grande all’ombra della Mole. È Torino, infatti, la città che si porta a casa il primo premio da 5 milioni di euro della Lotteria Italia di quest’anno. Il biglietto, serie O numero 005538, è stato venduto proprio nel capoluogo piemontese dove è già scattata la caccia al vincitore.

Il secondo premio, quello da 2,5 milioni, è andato invece ad un biglietto venduto a Gonars, paesino da quattromila anime in provincia di Udine. Sul gradino più basso del podio, con una vincita da 1,5 milioni di euro, si piazza Roma, seguita da Lucca con 1 milione di euro, e da Erba, in provincia di Como, con 500 mila euro. Anche quest’anno l’estrazione dei premi di prima categoria è stata fatta in diretta durante il programma “I Soliti Ignori – il ritorno”, condotto da Amadeus.

Per Torino, come riportano le agenzie specializzate Agimeg e Agipronews, si tratta della prima vincita da 5 milioni di euro nella storia della Lotteria Italia, anche se in passato il capoluogo piemontese aveva comunque già “centrato” vincite a sei zeri. Lo scorso anno è arrivato il premio da un milione di euro, uno dei cinque di prima categoria venduti in città negli ultimi venti anni. Da notare che la provincia di Torino è una delle poche in cui i biglietti venduti quest’anno hanno fatto segnare una crescita rispetto alla scorsa edizione: da 219 mila si è passati a 226 mila, con un incremento del 3,2%.

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Le polveri sottili assediano il Nord, stop alle auto in Piemonte, Lombardia e Veneto.

martedì, Gennaio 7th, 2020

Di CORRADO ZUNINO

ROMA – L’alta pressione sta facendo alzare i livelli di smog nel Nord del Paese. Piemonte, Lombardia e Veneto chiudono le loro città al traffico automobilistico.

A Torino, la città più inquinata d’Italia, dal 2 gennaio si assiste al blocco dei diesel fino a Euro 4, ma le condizioni climatiche stabili – temperature sopra le medie invernali e scarsa ventilazione – fanno ipotizzare la ferma degli Euro 5 immatricolati entro il primo gennaio 2013: sono la maggior parte dei 320 mila diesel di quella categoria circolanti in Piemonte. Oltre ai venti comuni dell’area metropolitana di Torino, la luce “arancione” (livello di inquinamento intermedio, inferiore ai dieci giorni consecutivi di sforamento) si è accesa anche ad Asti, Alessandria, Casale, Tortona, Novi Ligure, Vercelli, Novara e Trecate.

A Milano, una presenza di Pm10 (in discesa) a 45,8 microgrammi per metro cubo, lo stop alle auto alimentate a diesel – fino a Euro 4 in questo caso – viene confermato per il secondo giorno consecutivo. Le polveri sottili restano alte in tutta la provincia. I divieti di primo livello sono stati revocati oggi a Monza, Bergamo, Pavia, Vigevano e nei comuni delle quattro province sopra i 30 mila abitanti. Resta lo stop a Como e Cremona, dove i limiti sono stati superati per dieci giorni consecutivi, come certifica l’Agenzia Arpa che monitora la qualità dell’aria. Le restrizioni sono state introdotte, ancora, nelle province di Lodi e Mantova, in quest’ultima città le polveri sottili sono oltre soglia da una settimana. In assenza di cambiamenti climatici, l’amministrazione regionale potrà decidere misure ancora più restrittive.

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