Archive for Gennaio, 2020

Coronavirus dalla Cina: presidente Xi, situazione grave epidemia accelera

sabato, Gennaio 25th, 2020

Il presidente cinese Xi Jinping ha detto che la Cina sta affrontando una “situazione grave” data “dall’accelerazione” dell’espansione del nuovo virus che ha infettato quasi 1.300 persone nel Paese. “Di fronte alla grave situazione di una diffusione sempre più rapida del nuovo coronavirus… è necessario rafforzare la leadership centralizzata e unificata del Comitato Centrale del Partito”, ha detto Xi. Che afferma anche come la Cina possa comunque “vincere la battaglia” contro il virus.

Le dichiarazioni di Xi Jinping, pronunciate in una riunione del comitato permanente dell’ufficio politico del partito comunista cinese, organismo di sette uomini che dirige il Paese, arrivano poche ore dopo che il governo cinese ha dichiarato che da domani vieterà nell’area del centro della città di Wuhan la circolazione dei veicoli “non essenziali” al fine di contenere l’epidemia del coronavirus. Lo ha riferito il quotidiano “People’s Daily”. Il virus, apparso a Wuhan alla fine dell’anno scorso, ha ucciso 41 persone e ne ha infettate oltre 1.300 in tutto il mondo.

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Parcheggio ostaggio dei rifiuti. Spunta discarica choc a Roma

sabato, Gennaio 25th, 2020

Alessandra Benignetti

Doveva restituire al quartiere centinaia di posti auto persi con la costruzione della metro B1. E invece il maxi parcheggio interrato di piazza Annibaliano da otto anni è abbandonato al degrado.

Il motivo? Per aprire i battenti servono dei lavori di adeguamento. I soldi, circa 4 milioni di euro di fondi europei, sono disponibili dall’aprile del 2018. “Ma finora il Campidoglio non è ancora riuscito a pubblicare un bando per far partire i lavori e consegnare alla cittadinanza quest’opera infrastrutturale fondamentale”, attacca Lavinia Mennuni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e membro della commissione Mobilità, che sul caso ha presentato un’interrogazione in Campidoglio.

Oltre 7500 metri quadri, 273 stalli, che rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per un quartiere, il Trieste Salario, con una carenza importante di parcheggi. La road map tracciata a febbraio del 2018 dal presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefàno, prevedeva l’approvazione del progetto da parte di Roma Metropolitane entro il 2019 e la pubblicazione delle gare d’appalto entro novembre. Siamo all’inizio dei 2020 e dei bandi ancora non c’è traccia. Per Holljwer Paolo, consigliere del partito di Giorgia Meloni al II Municipio, “di questo passo sperare in un’apertura entro il 2022 è un’utopia”.

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Previsioni meteo, domenica ancora pioggia. Ma resta un inverno anomalo

sabato, Gennaio 25th, 2020

Roma – Le previsioni meteo di domani, domenica 26 gennaio, certificano la chiusura di weekend all’insegna del cielo grigio e della pioggia. Tuttavia si scorgono già segnali di un tenue miglioramento, che dovrebbe fare da preludio al progressivo ritorno della stabilità dalla prossima settimana.

Il team de iLMeteo.it spiega che nella giornata di domenica “la perturbazione comincerà lentamente a perdere di energia”, anche se non a sufficienza per riportare il sereno. Al netto di una diffusa nuvolosità, le condizioni atmosferiche miglioreranno al Nord (con qualche schiarita a Ovest), mentre al Centro avremo ancora precipitazioni a carattere sparso, ma piuttosto deboli, su Marche, Toscana, Umbria e Lazio.

Al Sud il tempo sarà invece più capriccioso tra pomeriggio e sera, quando prenderanno corpo rovesci e temporali in Puglia centro meridionale e Basilicata. Sul basso Tirreno servirà invece l’ombrello per ripararsi dall’insorgere di piovaschi che bagneranno localmente sia la Campania che la Calabria.

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Bonaccini chiude a Forlì, tra moniti e risate: “Ritroviamo l’orgoglio e vinciamo”

sabato, Gennaio 25th, 2020

Forlì – “Siete tre volte di più di quanti erano a Ravenna da Salvini, Berlusconi e Meloni. Con la Lega si torna al Medioevo”, ha aperto così il suo comizio (foto) Stefano Bonaccini (candidato presidente per il centrosinistra alle regionali di domenica) davanti agli oltre tremila partecipanti alla chiusura della campagna elettorale (video).  “C’è qualcuno che in questi giorni si è permesso di andare a suonare i campanelli. Ma cos’ha fatto lui per il Pilastro di Bologna, per le periferie? Il loro Governo – ha detto riferendosi al gesto del leader della Lega Matteo Salvini – ha tolto i fondi che il Governo precedente aveva messo per la riqualificazione delle periferie, non hanno pagato straordinari alle forze dell’ordine”. 

E aggiunge: “Mi avevano avvisato che sarebbe partita la macchina del fango. Cosa a cui noi non solo non siamo abituati, ma non ci abbasseremo mai, abbiamo troppo rispetto della buona politica. Hanno cercato di buttare fango a me. C’è una cosa per cui non ho paura di niente e di nessuno: la mia onestà, la mia moralità“.  Sul risultato di domenica il Governatore uscente non sembra avere dubbi: “Si vota per questa terra, non per altro. Ritroviamo l’orgoglio e vedrete che domenica notte vinceremo le elezioni”. Bonaccini tocca anche il grande capitolo sanità: “che gli altri vogliono privatizzare per metà. C’è invece un diritto, quello alla salute, che va garantito a tutti”. Arrivano anche delle promesse:  “Il primo atto che firmerò, in caso di rielezione, “sarà un Patto per il lavoro e la legalità, oltre a un Patto per il clima perché sull’ambiente, abbiamo fatto troppo poco, per spegnere glli inceneritori, compreso quello di Forlì in 5 anni”. Gallery

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Salvini, Meloni e Berlusconi a Ravenna: “Vinciamo e si cambia”

sabato, Gennaio 25th, 2020

Ravenna- Piazza del Popolo gremita per Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a sostegno della candidatura della leghista Lucia Borgonzoni alla presidenza della Regione (foto). A 200 metri di distanza, in piazza Kennedy, la contromanifestazione delle sardine. La coalizione di centrodestra ha chiuso la campagna elettorale regionale nel cuore di Ravenna, con un ritardo di mezz’ora sulla tabella di marcia. I leader sono saliti sul palco alle 18,35 (l’inizio delll’evento era previsto per le 18) e hanno intonato l’inno di Mameli (video). 

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Poi, il primo a prendere la parola è stato Salvini: “La difesa è sempre legittima”. Con questa parole il leader della Lega ha voluto dedicare la manifestazione a Mario Cattaneo, l’oste di Casaletto Lodigiano assolto in primo grado dal tribunale di Lodi dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. “Dedico questa serata e questa piazza a Mario Cattaneo, il ristoratore italiano che si è difeso e oggi è stato assolto – ha detto Salvini -. Secondo qualcuno doveva finire in galera invece è a casa con i suoi familiari e i suoi nipotini. Perché la difesa è sempre legittima”. Gallery

Salvini, Meloni e Berlusconi oggi a Ravenna, piazza gremita / FOTO

E ancora : “Vogliamo che l’Emilia-Romagna sia un posto dove lavora non chi ha la tessera di partito in tasca, ma chi è bravo”. “Sono arrivato in piazza un po’ prima – ha detto -. Ho stretto le mani a chi era dalla Cgil e anche a un ex segretario di rifondazione Comunista. C’è chi mi ha detto che domenica vota Lega perché il Pd è ormai il partito dei banchieri e della casta”. “La fiducia vale più dei voti. Il voto va e viene e io sono orgoglioso di avere la vostra fiducia. Buon voto e buona battaglia, buona festa, domenica sarà una festa. Con un impegno a esserci costantemente anche solo il voto e se voi domenica e in queste ore andate a svegliare chi è incerto, quello di stasera è un netto vantaggio”.

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All’ultimo voto

sabato, Gennaio 25th, 2020

By Giuseppe Alberto Falci

Ansa

Liberare la terra emiliano romagnola dai “comunisti” e citofonare lunedì mattina a Giuseppe Conte per farlo sloggiare da Palazzo Chigi. La sintesi di questo ultimo scampolo di campagna elettorale, di questa piazza del Popolo di Ravenna arrabbiata, rancorosa, e che si batte il petto al solo sentire le note dell’Inno di Mameli, è tutta racchiusa nella vecchia coalizione di centrodestra, ma a trazione salviniana che a distanza di 25 anni non muta l’avversario. Anzi, ricomincia dal punto di partenza. Ovvero, dalla lotta al “comunismo”. Eccoli, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Eccoli, i tre tenori di una coalizione che puntano tutte le fiches sulla vittoria in Emilia Romagna e sognano la famigerata spallata al governo giallorosso. Manca solo, in questo ultimo comizio, la rievocazione del “libro nero del comunismo” che è stato un must della propaganda del Cavaliere di Arcore. Non a caso c’è addirittura chi, seppur a bassa voce, si serve di una affermazione che ha fatto la storia: “I comunisti si mangiano i bambini”. Boom.

I volti sono rimasti gli stessi, basta  farsi un giro nel retropalco e incrociare la sagoma di quell’Antonio Tajani, che era già nel 1994 con la casacca di Forza Italia ed è ancora lì a farsi fotografare come se gli anni non fossero passati. E girovagando qua e là si può scrutare il profilo di Ignazio La Russa, colonnello finiano ai tempi del Polo della libertà, e ora alto dirigente del partito della pasionaria Meloni. La Russa ha i modi di chi è venuto fin qui a controllare cosa sanno fare i giovanotti “Giorgia e Matteo”. E va da sé che anche lui come il resto della truppa crede a questa vittoria, la vede possibile. “Vincere e vinceremo”, è infatti il motto che si sente nei capannelli e che scomoda dittatori del passato che qui in terra emiliano romagnola sono di casa.

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Ora inizia la fase chiave di questa legislatura

sabato, Gennaio 25th, 2020

di Marco Damilano

Polvere di Stelle. Il titolo sotto il volto del capo politico, neanche trentaduenne, neppure l’età di un capo-sardina, già precocemente invecchiato. Era la copertina che L’Espresso aveva dedicato a Luigi Di Maio alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, il 18 febbraio. «Un movimento fuori controllo. Inchiesta su Luigi Di Maio, il leader che rischia di vincere eppure ha già perso», recitava il sommario. All’interno, il reportage di Susanna Turco dava conto dei dolori del giovane astro del Movimento 5 Stelle a caccia dei voti, e quel sospiro che sembrava un auspicio scherzoso e invece era già un grido di dolore: «Dobbiamo sopravvivere a questa campagna elettorale». È sopravvissuto Di Maio, è arrivato in fondo, rischiava di vincere e addirittura trionfò, con un risultato sopra il trenta per cento che solo Dc, Pci, Pd e Berlusconi avevano raggiunto.

Polvere di Stelle: la copertina in edicola domenica 18 febbraio

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Ma lui, Luigi il giovane, non è sopravvissuto alla prova del governo e del potere. Bastava vedere l’incontro di M5S di mercoledì 22 gennaio nella sala del tempio di Adriano, il volto violaceo del conduttore Emilio Carelli, lo sfondo cupo, i toni funerei. Il culto del santo fondatore Gian Roberto Casaleggio. Il reticolo di facilitatori tematici, i nodi della rete, i modelli organizzativi aziendali, una sovrastruttura evanescente nel pensiero e pesantissima nella composizione barocca, che serve a nascondere il vuoto di politica, mentre deputati e senatori dal movimento escono alla spicciolata, due alla volta, e mezzo gruppo consiliare in Campidoglio vota contro Virginia Raggi.

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Salvini e Di Maio come Romolo e Remo: così il capo leghista (rimasto solo) cercherà di resistere

sabato, Gennaio 25th, 2020

di Francesco Verderami

Salvini e Di Maio come Romolo e Remo: così il capo leghista (rimasto solo) cercherà di resistere

Il bacio tra Di Maio e Salvini nel murales di TvBoy apparso a Roma nel luglio 2018

Erano i Romolo e Remo della Terza Repubblica, e come leggenda vuole ne è rimasto uno solo. In questi giorni però Salvini ha ordinato ai leghisti di non attaccare di Maio e i 5 Stelle, semmai di colpire Grillo e di affondare il colpo contro il Pd, perché c’è un disegno da portare a compimento.

Il disegno risale alla primavera di due anni fa, quando il Carroccio entrò a Palazzo Chigi insieme ai grillini con un duplice obiettivo politico. Il primo era drenare i voti che M5S aveva sottratto al centrodestra «in modo politicamente fraudolento», come disse l’allora ministro Fontana in un vertice di partito: «In realtà sono la quinta colonna del sistema ma la dimensione governativa li ridimensionerà». Giorgetti, teorico del progetto, osservando le dinamiche del Movimento si era convinto che l’esperienza giallo-verde non sarebbe durata «perché loro sono come eravamo noi nel ’94», quando una Lega alle prime armi resistette appena sei mesi al governo.

Ma il «contratto» era funzionale al secondo obiettivo di Salvini: puntare in prospettiva alla scissione dei grillini e con una costola dei 5S costruire una nuova coalizione, nella quale il «nuovo» alleato avrebbe sostituito il «vecchio», cioè Berlusconi. Incrociando alla Camera l’azzurro Giacomoni, che è uno dei consiglieri del Cavaliere, l’allora sottosegretario Molteni lo spiegò chiaramente: «Voi crollerete prima». In corso d’opera però Salvini fu chiamato a gestire il malumore dei suoi verso i 5S. «Dovrebbero darci un’onorificenza al merito della Repubblica», disse il viceministro Galli in una riunione: «In questo momento ci stiamo sacrificando perché il Paese possa rendersi conto che i grillini non sono capaci di governare».

La resilienza venne ripagata con il voto alle Europee, quando il Carroccio aprì M5S come una scatoletta di tonno. Visto che ora c’è l’esecutivo giallorosso e non ci sono state le elezioni, è evidente che il piano si sia inceppato. È vero che «Remo» si è dimesso da capo dei grillini, ma il «nuovo bipolarismo» immaginato da «Romolo» è minacciato da una riforma della legge elettorale di stampo proporzionale, dalla consapevolezza che la legislatura durerà fino al termine e dall’avvento di altri competitori sulla scena.

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Così il bonus reddito per reddito «Ad aprile la riforma dell’Irpef»

sabato, Gennaio 25th, 2020

di Mario Sensini

Varato il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 40 mila euro, che partirà da luglio, il governo rilancia la riforma generale dell’Irpef. «Andiamo avanti determinati per una più ampia riforma fiscale. Vogliamo continuare ad abbassare le tasse alle famiglie» dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, mentre il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, assicurando che il taglio del cuneo sarà strutturale, annuncia l’intenzione di presentare «un disegno di legge delega per la riforma fiscale entro aprile».

Duello Conte-Salvini

La Lega attacca, con Matteo Salvini che parla di manovra elettorale di poca sostanza, «una rivoluzione da 46 euro a testa l’anno», Conte rintuzza, «sei stato ministro per 15 mesi, potevi pensarci tu», e alza l’asticella, forte dell’appoggio dei sindacati. «Vogliamo un sistema più semplice, più equo e che riduca la pressione fiscale a partire dai redditi medio bassi» spiega Gualtieri, secondo il quale nella riforma dell’Irpef dovrà essere salvaguardato il principio della progressività dell’imposta. Anche eventualmente inasprendo le tasse sui redditi molto alti, ad esempio oltre i 500 mila euro.

Ora pensionati e incapienti

Laura Castelli, vice ministro dell’Economia per il M5S, si spinge anche oltre, assicurando che «la riforma dell’Irpef dovrà contenere una riduzione del cuneo fiscale per i pensionati, esclusi dal bonus» che il governo ha appena rafforzato, ma anche, dice la Castelli, «una misura ad hoc per gli incapienti, forse attraverso un assegno, sicuramente la semplificazione delle detrazioni, e una riduzione delle aliquote e degli scaglioni dell’Irpef».

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Regionali 2020 – Emilia Romagna: la sfida tra benessere e paure

sabato, Gennaio 25th, 2020

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

La Regione Rossa per definizione esiste ancora? Ha un bel dire il premier Giuseppe Conte («Il voto non decide il destino del governo nazionale»), ma la sfida per l’Emilia-Romagna tra Stefano Bonaccini (Pd) e Lucia Borgonzoni (Lega) è epocale, e fotografa una regione alla ricerca di una nuova identità. Il voto del 26 gennaio è il 39 esimo nella sua storia.

L’epoca d’oro

All’inizio si chiamava Pci, poi Pds, Ds, Ulivo, Pd. Per 68 anni il simbolo più votato in Emilia cambia nome ma non pelle. Tra il 1946 e il 2014 si svolgono 36 elezioni fra Politiche, Regionali ed Europee: per 24 volte il Partito supera il milione di voti con in media il 40% dei consensi; per le altre 12 è sempre primo con il 30% e risultati sopra gli 800 mila voti. Il distacco, prima sulla Dc e poi su Forza Italia, è di 18 punti. Un patrimonio che per la sinistra italiana, forma e sforna militanti e dirigenti. Da qui provengono un quarto degli iscritti nazionali al Partito e figure di spicco come Luciano Lama, Nilde Iotti e Pierluigi Bersani.

Il dominio
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