Archive for Marzo, 2020

Coronavirus, scienziati in attesa del picco dei contagi: «Serve ancora una settimana»

domenica, Marzo 29th, 2020

di Silvia Turin

Coronavirus, scienziati in attesa del picco dei contagi: «Serve ancora una settimana»

In Italia siamo in attesa del picco dell’epidemia da coronavirus, la fase peggiore del contagio, ma anche la data che segna l’inizio della discesa e il vero parziale, ma decisivo, successo delle politiche di contenimento. I primi timidi segnali ci sono: «Pur con tutte le cautele del caso — afferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano —, vediamo come l’incremento percentuale giornaliero dei soggetti positivi, pur con un valore numerico che aumenta ancora, evidenzia un rallentamento della crescita. Non è ancora la fase calante, ma è un buon segnale. Il picco, infatti, si verifica quando si raggiunge il valore massimo di nuovi casi in un giorno». Valore che, dai giorni successivi, deve scendere.

Andamento piatto

Capire a che punto siamo rispetto alla data di arrivo del picco non è facile, ma dopo alcuni giorni di numeri (tutto sommato) contenuti si può azzardare una previsione: «Quello che abbiamo fatto con le restrizioni è “flettere la curva”, cioè abbiamo fatto diventare la montagna una collina. Nei prossimi giorni ci dobbiamo aspettare un plateau, un “altopiano” — spiega Pregliasco —. Attenzione, però, i nuovi casi per un po’ potrebbero anche non abbassarsi. Sarà dovuto al campionamento: quando i soggetti infetti sono meno, li si riesce a tracciare tutti». Siamo arrivati a un andamento quasi piatto perché il momento peggiore è stato spostato (di proposito) più in là nel tempo, per dare modo al servizio sanitario di organizzarsi con l’emergenza. Se avessimo lasciato circolare il virus senza alcuna misura restrittiva, avremmo avuto un picco esponenziale verticale, adesso invece abbiamo una stabilizzazione. Per quanto durerà ancora? Dalla fine della prossima settimana si potrebbe iniziare a vedere un calo: «Sono d’accordo — conferma Walter Ricciardi, membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza —: più che di picco si parla di appiattimento della curva epidemica e, se le misure saranno rispettate, abbiamo la ragionevole possibilità di avere invertito il trend».

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, la ripresa sarà scaglionata. Ultimi a riaprire saranno bar e discoteche

domenica, Marzo 29th, 2020

di Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, la ripresa sarà scaglionata. Ultimi a riaprire saranno bar e discoteche

Sarà una ripresa scaglionata quella che segnerà la fine dell’emergenza da coronavirus. E sarà lenta. Soltanto dopo il nuovo blocco di due settimane che sarà decretato il prossimo 3 aprile e durerà fino al 18 aprile, si comincerà a discutere i criteri per la progressiva riapertura. La condizione primaria rimane quella di R0, l’indice di contagiosità inferiore a 1 (un positivo infetta meno di una persona). Ma anche dopo aver raggiunto questo risultato bisognerà mantenere alcuni divieti e limitazioni per impedire che la circolazione degli asintomatici possa far risalire il numero dei positivi. Ecco perché gli ultimi ad aprire saranno i locali dove maggiore è la possibilità per le persone di stare a stretto contatto come discoteche, i bar, i ristoranti, i cinema e i teatri. Mentre i primi a riprendere l’attività potrebbero essere quegli imprenditori che fanno parte della filiera alimentare e farmaceutica. E in vigore fino alla fine dell’epidemia ci saranno anche le misure strettissime per chi torna dall’estero rese ancora più severe da un’ordinanza emanata ieri.

Serrata per Pasqua

«A inizio settimana con gli scienziati del comitato tecnico scientifico e confidiamo che ci portino delle buone notizie. Ci manteniamo sempre vigili e attenti per adeguare le nostre valutazioni», ha spiegato ieri Conte. E le indicazioni degli esperti appaiono già scontate, a partire da quelle sulle festività pasquali che — la posizione del comitato sarà netta — «dovranno essere all’insegna della distanza». Ecco perché non solo saranno in vigore tutti i divieti di spostamento, ma verranno intensificati i controlli delle forze dell’ordine per impedire che a qualcuno venga in mente di uscire da casa e rimanere fuori più del tempo consentito per fare la spesa o andare in farmacia, al massimo portare il cane a far il giro del palazzo. E chiuse dovrebbero rimanere anche quelle aziende che fanno parte della filiera dei servizi essenziali (alimentari e farmaceutica) per cui si sta valutando una deroga se abbiano dimostrato di poter dotare i dipendenti dei dispositivi di sicurezza. Se ne riparlerà semmai la settimana successiva al 12 aprile.

Rating 3.00 out of 5

Mediaset trasforma la domenica tv in un cinema multisala: 50 film divisi tra tre canali

domenica, Marzo 29th, 2020

Da “Il cacciatore” a “Shutter Island” e “Salvate il soldato Ryan”. Da “Die Hard” a “Pacific Rim”. Da “Un sacco bello” a “L’esorciccio”. Per due domeniche, il 29 marzo e il 5 aprile. Mediaset trasforma la tv in una multisala. Con l’iniziativa “Con il cinema #andràtuttobene” Iris, 20 e Cine34 offriranno un meglio di dei generi più amati, con maratone di autentici capolavori, pellicole italiane stracult, film che hanno sbancato il botteghino. 50 titoli. 70 ore di bel cinema.


Domenica, giorno più vuoto di settimane già vuote. Niente calcio. Niente gite fuoriporta. Niente ristoranti. Niente parchi. E, soprattutto, niente cinema. E la “multisala televisiva” pensata da Mediaset  è aperta dalle 9 di mattina alle 3 di notte non-stop. Ingresso libero. Omaggio Mediaset all’industria culturale che ha reso grande il nostro Paese nel mondo.

LA PROGRAMMAZIONE DI DOMENICA 29 MARZO

IRIS

ore 9 AMERICAN GRAFFITI

Ore 11 ALÌ

Ore 15 OUT OF SIGHT

Ore 17 POSEIDON

Ore 19 INCEPTION

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, Papa: “Oggi sia per tutti la domenica del pianto”

domenica, Marzo 29th, 2020

La “domenica del pianto”. Così Papa Francesco, nella messa in Santa Marta trasmessa in streaming, ha definito questa domenica vissuta da tutti nel pieno dell’emergenza coronavirus. “Penso a tanta gente che piange, gente isolata, in quarantena, gli anziani soli, i ricoverati, le persone nelle terapie intensive, genitori che vedono che non c’è lo stipendio – ricorda il Pontefice – e non ce la faranno a dare da mangiare ai figli”

TGCOM

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, Conte: “Diamo 4,7 miliardi ai Comuni per emergenza alimentare” | “Scuole non riapriranno il 3 aprile, attività vedremo”

domenica, Marzo 29th, 2020

Giuseppe Conte ha annunciato un nuovo Dpcm per far fronte all’emergenza alimentare causata dal coronavirus. “Coinvolgiamo i sindaci e i Comuni, a loro disponiamo 4,3 miliardi sui fondi di solidarietà comunale più 400 milioni con vincolo da destinare a persone che non hanno i soldi per la spesa”, ha detto il premier. “Vogliamo dare un segnale concreto della presenza dello Stato”, ha aggiunto. 

Coronavirus, aumentano i cittadini senza cibo: si mobilita la Croce Rossa

Coronavirus, aumentano i cittadini senza cibo: si mobilita la Croce Rossa

Una risposta rapida e immediata a chi ne ha più bisogno, a partire da chi non riesce più a fare la spesa. Mentre studia gli interventi da inserire nel prossimo decreto di aprile per mitigare i danni economici del coronavirus il governo accelera e anticipa, via Dpcm, 4,3 miliardi del Fondo di solidarietà ai Comuni, con le casse in difficoltà. E stanzia in aggiunta, con ordinanza della Protezione civile, 400 milioni subito “per buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari”.

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus, Conte: “Ue dimostri di essere all’altezza” | Von der Leyen: “Nessuna opzione esclusa”

domenica, Marzo 29th, 2020

“Mi batterò fino all’ultima goccia di sudore per ottenere una risposta europea forte e coesa, c’è un appuntamento con la storia e la Ue deve essere all’altezza”. Lo ha detto Giuseppe Conte commentando le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen secondo la quale “i coronabond sono un tormentone e nessuno ci sta lavorando”. “Parole sbagliate”, ha aggiunto il ministro Roberto Gualtieri. Poi arriva a ricucire il rapporto la precisazione della Commissione Ue: “Nessuna opzione esclusa”.
 

“Il compito della proposta non lo abbiamo rimesso alla presidente Von Der Leyen”: questo il lapidario commento di Giuseppe Conte rispondendo alla presidente della Commissione europea che ha liquidato l’idea dei coronabond come “slogan”. “Abbiamo dato incarico – ha spiegato in conferenza stampa a palazzo Chigi – all`eurogruppo 14 giorni per elaborare delle proposte, al plurale, che il prossimo Consiglio europeo possa prendere in considerazione. Chiaro, c’è un dibattito in corso, ma sarò inflessibile: tutti i dibattiti di questo mondo ma c’è un appuntamento con la storia, l’Ue deve dimostrare di essere all`altezza. La storia non avverte quando arriva. E’ uno shock simmetrico che riguarda tutti, si tratta di dimostrarsi adeguati o no a questa evenienza, l`Italia si sta dimostrando completamente consapevole della reazione comune, poderosa, vigorosa, che la storia ci chiama a dare”.

“Io – ha detto il premier – non passero’ alla storia come quello che non è stato capace di dare la risposta. Mi batterò fino all’ultima goccia di sudore e fino all`ultimo grammo di energia”.

Rating 3.00 out of 5

“La rabbia sta arrivando anche al Nord”. Intervista a Licia Mattioli

sabato, Marzo 28th, 2020

Un grido di dolore nel dolore: “Così non possiamo reggere a lungo, c’è un problema di tenuta economica e sociale, la rabbia arriverà anche al Nord”. Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria e candidata alla successione di Vincenzo Boccia affida a una conversazione con l’HuffPost il suo “fate presto”: “Allentare la serrata? Prima è, meglio è, nelle filiere essenziali”. L’auspicio è che il Governo coinvolga in qualche ruolo Mario Draghi, anche perché finora sono state prese “misure insufficienti. Occorrono fiumi di liquidità come negli altri paesi”

Mattioli, prima di tutto, vorrei chiederle di un’immagine che dà il senso della straordinarietà della situazione: le “due preghiere”, chiamiamole così, del Papa e di Mattarella, quasi in contemporanea.

Sì, davvero dà il senso di una situazione senza precedenti, di una difficoltà che il Paese non ha mai attraversato. Una toccante chiamata a raccolta dei cittadini, che stanno reagendo in modo straordinario a queste misure impegnative. È il lato migliore dell’Italia. Detto questo, aggiungo, siamo solo sulla punta dell’iceberg.

Si spieghi meglio.

Stiamo affrontando l’emergenza sanitaria, ma siamo solo all’inizio di quella sociale. E attenzione, non ci sono due tempi, nel senso che prima finisce una, poi inizia l’altra. È una crisi che si approfondisce ogni giorno di più se non ci saranno risposte adeguate, e già si vedono i segni di malessere sociale.

Ecco, però in questo quadro è delicatissimo il tema del “quando allentare le misure”, visto il numero dei contagi. A me sembra scontato che sarò prolungata ben oltre il tre aprile. Lei quando pensa si debba quantomeno “allentare”?

Rating 3.00 out of 5

Gli scienziati zittiscono Renzi: “Una follia riaprire ora”

sabato, Marzo 28th, 2020

Matteo Renzi va controcorrente, propone di riaprire gradualmente l’Italia, ma sbatte contro il muro degli scienziati. “Riapriamo. Perché non possiamo
aspettare che tutto passi” ha detto l’ex premier in un’intervista ad Avvenire, “perchè se restiamo chiusi la gente morirà di fame. Perchè la strada sarà una sola: convivere due anni con il virus. Serve un piano per la riapertura e serve ora. Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le Chiese. Serve attenzione, serve gradualità. Ma bisogna riaprire” afferma Renzi.

Proposta che viene cestinata dagli scienziati che stanno seguendo in prima persona la diffusione della pandemia di coronavirus in Italia. Fra questi,il virologo del San Raffaele di Milano Roberto Burioni, secondo cui “dobbiamo cominciare a pensare a una ripresa delle nostre vite: non possiamo pensare di stare in casa al fine di rimanere in casa per sempre. Però in questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve”. 

“Pensare di riaprire le scuole è prematuro” commenta il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, “giusto pensare al futuro ma serve molta attenzione. Dovremmo convivere con il fatto che pandemie come questa possono anche tornare, è accaduto con la Spagnola. Questo virus non ce lo toglieremo dai piedi velocemente, ma in questa fase è necessario agire per poter arginare la dimensione di morti che c’è stata in Lombardia”. 

“Pensare di riaprire le scuole il 4 maggio è una follia e fare proclami in questo momento è sbagliato” dice all’Adnkronos Salute l’epidemiologo dell’università di Pisa Pierluigi Lopalco, presidente del Patto trasversale per la Scienza (Pts). “Dobbiamo essere cauti e dare illusioni se non abbiamo dati – rimarca Lopalco – oggi abbiamo solo una flebile speranza in Lombardia, ma ad esempio a Milano la situazione non è ancora sotto controllo. Come facciamo a riaprire le scuole se non lo abbiamo certezze. Non diamo false aspettave e speranze”.

Rating 3.00 out of 5

Coronavirus. Renzi controcorrente: apriamo, col virus bisogna convivere

sabato, Marzo 28th, 2020

Arturo Celletti

Matteo Renzi

«Questo virus ci farà ancora male. Non per settimane, per mesi e mesi. Il vaccino non c’è e se andrà bene torneremo ad abbracciarci tra un anno, se andrà male tra due…». Matteo Renzi scuote la politica con un’operazione verità e con un messaggio che prende forma dietro una sola parola: «Riapriamo». «Perché non possiamo aspettare che tutto passi. Perché se restiamo chiusi la gente morirà di fame. Perché la strada sarà una sola: convivere uno o due anni con il virus». È un’intervista sull’Italia. Sulle sofferenze e sulle speranze dei nostri uomini e delle nostre donne nella stagione del Covid-19. «C’è l’angoscia, il disorientamento, la paura, l’incertezza. C’è il dolore profondo e senza fine per i troppi morti. Ma c’è anche un’altra storia. Straordinaria e commovente. Una storia di valori. Di umanità. Di impegno. Di coraggio. Le famiglie non escono di casa, ma tornano a pregare. Il mondo che ragionava solo di eutanasia difende la vita senza nessun tentennamento e fa quadrato attorno ai più fragili: gli anziani, i malati…». L’ex presidente del Consiglio parla alternando immagini a messaggi più politici. Senza cercare contatti con la stretta attualità. Non ci sono segnali a Mario Draghi. Non c’è un ultimatum a un’Europa ancora distratta. Poi a metà pomeriggio si ferma sessanta minuti. È con la famiglia davanti alla tv per la preghiera di papa Francesco. Quando l’intervista riprende Renzi riparte da dove si era fermato. Con un pensiero fisso all’Italia e alla strada che dovrà imboccare.

Partiamo dunque dalla parola riaprire?

Bisogna consentire che la vita riprenda. E bisogna consentirlo ora. Sono tre settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più. Non ha più soldi, non ha più da mangiare. I tentacoli dell’usura si stanno allungando minacciosi, specialmente al Sud. Senza soldi vincerà la disperazione. Serve attenzione, serve gradualità, serve il rispetto della distanza. Ma bisogna riaprire.

È un quadro terribile.

Rating 3.00 out of 5

Mettere i soldi in tasca agli italiani. Nel Governo il timore di una bomba sociale

sabato, Marzo 28th, 2020

Il primo problema di oggi è l’emergenza sanitaria, ma si sta manifestando anche una crisi economica e sociale che rischia di trasformare la paura in ansia, in frustrazione, in rabbia, soprattutto nelle aree più depresse d’Italia. Lo dimostrano alcuni episodi di intolleranza e malessere nei supermercati. Nel Governo emerge la volontà di iniettare liquidità nelle casse degli italiani, un sostegno che possa ampliare il reddito di cittadinanza nel pieno dell’emergenza coronavirus. 

A proporre “misure universali e immediate di sostegno al reddito” è il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, esponente del Partito democratico, il quale non nasconde la “paura che le preoccupazioni che stanno attraversando larghe fasce della popolazione per la salute, il reddito, il futuro con il perdurare della crisi si trasformino in rabbia e odio. Ci sono aree sociali e territoriali fragili ed esposte a qualsiasi avventura – afferma in un’intervista a Repubblica – Il bilancio pubblico si deve prendere cura dell’intero tessuto sociale. E lo deve fare adesso”. Con il Cura Italia, prosegue, “abbiamo fatto molto, in pochi giorni la manovra di un anno. Ma ora dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati. Questa è la priorità del decreto di aprile. Così come va assicurata liquidità al sistema delle imprese per tenerlo in vita, bisogna tenere in vita la società. Liquidità anche per le famiglie, per chi ha perso il lavoro e non ha tutele” perché, avverte Provenzano, è “in gioco c’è l’ossatura della democrazia”.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.