Archive for Marzo, 2020

Covid-19: l’arma tecnologica per arginare il virus e gestire il dopo crisi. Come funziona

lunedì, Marzo 23rd, 2020

di Milena Gabanelli e Fabio Savelli

Perché ora che dovremmo usare tutta la tecnologia che abbiamo non lo stiamo facendo? L’ordine, per tutte quelle persone che non svolgono un’attività cruciale a mantenere in piedi il Paese, è di stare in casa. Una regola che in troppi violano, perché stiamo ancora combattendo con le armi del Novecento. Per vincere la sfida a questo virus subdolo bisogna partire dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: «Trova il contagiato, isolalo, testalo, tratta ogni caso e traccia ogni contatto». Per fare questo rapidamente le autorità possono chiedere agli operatori mobili di mettere a disposizione i dati in loro possesso, tecnologie efficienti per controllare il rispetto del distanziamento sociale su larga scala, con risparmio di risorse umane delle forze dell’ordine e canali di comunicazione con i cittadini. Tutti i cellulari sono «agganciati» alle celle. La rete, per essere gestita, deve sapere quanti sono attaccati a quali celle e e «chi» è attaccato «dove» (altrimenti le chiamate e i dati non potrebbero arrivare e partire). Quindi in aggregato gli operatori telefonici conoscono la densità per area e gli spostamenti. Dati che vengono già conservati per un lungo periodo in caso l’autorità giudiziaria ne richieda l’utilizzo, vuol dire che è possibile ricostruire velocemente i contatti di ogni singolo contagiato nelle due settimane precedenti. In aggiunta molte applicazioni – come Facebook, Google maps, Mytaxi, Uber, Find-my-phone, Deliveroo – usano il Gps degli smartphone per dare la localizzazione del telefono, autorizzata dal possessore nelle condizioni iniziali. Questa localizzazione è molto precisa (e difatti Uber ti prende all’angolo e Deliveroo ti legge l’indirizzo di casa) e permette comunicazioni mirate geograficamente.

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Coronavirus Lombardia, Fontana: «Decreto riduttivo e senza il nostro consenso. I lombardi sanno cosa fare»

lunedì, Marzo 23rd, 2020

Presidente Fontana, cosa pensa del nuovo decreto del presidente del Consiglio?
«Mi sembra un po’ riduttivo rispetto alle misure che avevamo predisposto noi. Perché non chiudere tutti gli studi professionali, gli uffici pubblici e gli alberghi? E i cantieri edili? Avevamo anche il consenso dell’associazione dei costruttori! E il divieto di andare nelle case di vacanza? Qualcuno mi deve spiegare il perché. Hanno detto che c’è il consenso di tutte le Regioni, ma se è così manca quello della Lombardia.

Ma cosa devono fare oggi i lombardi?
«Ai cittadini dico di attenersi alle nostre disposizioni contenute nell’ordinanza che ho firmato sabato. Si tratta di elementi certi e chiari sia dal punto di vista delle prescrizioni, sia per quanto riguarda le tempistiche».

Trentaduesimo giorno di emergenza. Un altro fine settimana teso sull’asse Milano-Roma. Governare la Regione è diventato proprio un altro mestiere per Attilio Fontana. Dal 21 febbraio scorso non è più «soltanto» il presidente della giunta regionale della Lombardia. Da «quel maledetto venerdì» sulle sue spalle grava la responsabilità della salute di dieci milioni di persone. E il peso di una situazione senza precedenti si legge sul volto tirato e tra le righe di dichiarazioni che non riescono a veicolare l’ottimismo di cui lui per primo è abituato ad alimentarsi.

Presidente riesce a ricordarsi la sua vita di «prima»?
«Vagamente. Ricordo che fino a un mese fa ero un presidente di Regione immerso in tanti progetti che guardavano al futuro del territorio e dei suoi cittadini: autostrade, treni, ricerca e innovazione, cultura… Adesso che mi ci fa pensare, realizzo quanto la mia quotidianità fosse piena di riflessioni sul futuro, persino su scenari del 2050».

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Coronavirus, Johnson: «Anziani e malati cronici in quarantena per tre mesi, non usciranno nemmeno per la spesa»

lunedì, Marzo 23rd, 2020
Misura per 1,5 milioni di anziani e malati contattati dal sistema sanitario inglese | Ansa – CorriereTv
Boris Johnson ha formalizzato oggi la direttiva della quarantena obbligatoria per 12 settimane per circa 1,5 milioni di persone vulnerabili, anziani e malati cronici, contattati nelle ultime ore da un avviso del sistema sanitario nazionale (Nhs). A tutti è stata promessa assistenza, visto che – per loro tutela – non potranno uscire neppure per la spesa. Il premier ha parlato della necessità delle restrizioni «senza precedenti» adottate, come le chiusure dei locali, per «rallentare i contagi e salvare migliaia di vite umane»
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Coronavirus, Locatelli: «Settimana prossima cruciale per l’inversione di tendenza»

lunedì, Marzo 23rd, 2020
Saranno i giorni in cui dovrebbero vedersi i risultati del contenimento | Ansa – CorriereTv
«Non vogliamo farci prendere da facili entusiasmi né sopravvalutare una tendenza ma è un segnale che arriva a quella che comincia ad avvicinarsi come una distanza temporale rispetto alla quale ci aspettiamo di vedere segni tangibili di misure di contenimento intraprese». L’ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità durante la conferenza stampa alla Protezione civile, ricordando che «le prima misure stringenti di contenimento sono state adottate l’11 marzo, quindi ci aspettavamo di vedere risultati a partire da 2-3 settimane. Quindi la prossima settimana sarà da questo punto di vista assolutamente cruciale e ci aspettiamo di vedere un segnale di inversione di tendenza»
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Coronavirus, Merkel in quarantena dopo incontro con medico positivo

lunedì, Marzo 23rd, 2020

La cancelliera tedesca Angela Merkel entra in quarantena dopo aver incontrato un medico risultato poi essere positivo al coronavirus. Lo riferisce il portavoce citato dalla Dpa. La Merkel nei prossimi giorni si sottoporrà a test regolari e continuerà il proprio lavoro da casa.       CORONAVIRUS, SEGUI IN TEMPO REALE LA SITUAZIONE CLICCANDO QUI

Appena ha saputo del medico positivo al test del coronavirus, incontrato venerdì scorso, Angela Merkel “ha immediatamente deciso di ritirarsi in quarantena a casa”. La cancelliera tedesca “nei prossimi giorni si sottoporrà al test, perché un test attualmente non sarebbe completamente attendibile”, ha fatto sapere il portavoce Steffen Seibert in una nota. “Anche dalla quarantena in casa la cancelliera sarà in servizio”, la conclusione.

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Coronavirus, il commissario straordinario Arcuri: dalla settimana prossima mascherine per tutti gli italiani

lunedì, Marzo 23rd, 2020

“Da lunedì, o al massimo martedì, tutte le regioni avranno mascherine per medici, operatori sanitari e malati”. Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. “A partire dalla settimana successiva – ha aggiunto – contiamo di dare poi a tutti gli italiani i dispositivi di protezione individuale”.

Coronavirus, nell'Aquilano il paese che si autoproduce mascherine: "Meglio di niente"

Arcuri ha quindi spiegato che lunedì “scatterà il nuovo incentivo del Cura Italia: abbiamo messo 50 milioni di euro a disposizione delle aziende italiane che vogliono riconvertirsi o iniziare la produzione di dispositivi di protezione individuale. Oggi ne produciamo pochissimi, ma in pochi giorni abbiamo oltre 100 aziende pronte a partire”. Il commissario all’emergenza ha quindi sottolineato che “180 aziende delle Camere della moda si sino messe insieme e hanno creato due filiere per produrre due milioni al giorno di mascherine. L’obiettivo è avere in poco tempo una quota sufficiente di produzione nazionale”.

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Coronavirus, Bertolaso: «Ospedale in Fiera a Milano sarà aperto entro la fine della settimana prossima»

domenica, Marzo 22nd, 2020

Potrebbero aprire «entro la fine della prossima settimana» i primi moduli del grande hub di rianimazione dedicato ai pazienti Covid-19 in via di allestimento all’interno dei padiglioni della Fiera di Milano. Lo ha spiegato Guido Bertolaso, consulente del governatore lombardo Attilio Fontana, mostrando in un video su Facebook il progetto del nuovo ospedale. «Le maestranze sono già all’opera, si lavora 24 ore su 24, giorno e notte, ventre a terra. Le attrezzature le stiamo reperendo in giro per il mondo. È un grande gioco di squadra che sta funzionando e che ci fa dire che, entro la fine della prossima settimana, siamo ottimisti nell’immaginare l’apertura dei primi quattro moduli di questo grande centro di rianimazione», ha spiegato Bertolaso. (Qui gli aggiornamenti ora per ora)

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Il Covid Hospital del Policlinico è già inutilizzabile: allagati i bagni del reparto

domenica, Marzo 22nd, 2020

Cristina Verdi

Martedì scorso il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, annunciava l’apertura del quinto Covid Hospital di Roma, allestito all’ospedale odontoiatrico George Eastman, all’interno del Policlinico Umberto I, per un totale di 46 posti letto.

Ma a neanche una settimana dall’annuncio il nuovo reparto dedicato ai pazienti affetti da coronavirus, ha già dato forfait.

Già il giorno successivo all’inaugurazione erano state scoperte delle perdite d’acqua dal terzo piano della struttura. I tecnici erano intervenuti immediatamente per risolvere il problema. Tutto risolto, almeno fino a ieri, quando, come riferisce Il Tempo, la perdita idrica ha allagato i bagni del secondo piano rendendo inagibile il reparto inaugurato da neppure una settimana. I pazienti ricoverati e positivi al coronavirus sono stati quindi spostati in un’altra ala del Policlinico.

Il trasferimento è stato effettuato tramite ambulanze che hanno trasportato le persone ricoverate nel Covid 5 al reparto malattie infettive del secondo padiglione del Policlinico, dove la Regione sta predisponendo ulteriori posti letto dedicati all’emergenza sanitaria in atto. Attualmente, in totale, sono trenta le postazioni di terapia intensiva a disposizione dei pazienti affetti da Covid-19. Il reparto allestito all’Eastman, invece, secondo quanto si legge sul quotidiano Il Tempo, è stato chiuso ieri sera, in attesa che sia ripristinata l’agibilità della struttura.

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Aiutiamoli noi

domenica, Marzo 22nd, 2020

Alessandro SallustiVittorio Feltri

Quando serve, anche gli addetti all’informazione si militarizzano, nel senso che si pongono al servizio della comunità e cercano di rendersi utili.

Vi segnaliamo, noi due assegnati alla direzione di quotidiani (Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri), un’iniziativa che non risolverà il dramma del virus, eppure fornirà almeno un piccolo contributo. Questo ci auguriamo.

Intendiamo aprire una sottoscrizione al fine di raccogliere un po’ di denaro da girare alla Regione Lombardia, colletta da destinare alla realizzazione di un grande ospedale alla Fiera di Milano, indispensabile, in questo momento di emergenza, alla cura di coloro – sempre più numerosi – che sono affetti dalle complicanze provocate dal virus e che vanno soccorsi in modo adeguato.

Sappiamo che la nostra Sanità sta facendo i miracoli per salvare più gente che può. Siamo a fianco del governatore Fontana, impegnato allo spasimo con i suoi collaboratori, specialmente medici e infermieri, per andare incontro ai cittadini in sofferenza. Ma siamo ben consapevoli che i soldi non bastano mai. Ecco perché chiediamo ai lettori – li supplichiamo – di versare quanto è alla loro portata sul conto speciale che abbiamo aperto con la speranza di dare una mano non soltanto simbolica a chi sta in trincea, a rischio della vita, per combattere e distruggere il nemico, quel Corona elevatosi a incubo a causa della sua tenacia nel volerci distruggere. Al quale non dobbiamo lasciare scampo.

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Coronavirus, la voce dell’Italia che lotta negli ospedali: «Siamo al limite ma non molliamo»

domenica, Marzo 22nd, 2020

di Fabrizio Gatti, foto di Francesca Volpi

Escono in silenzio dal turno in terapia intensiva e dai reparti Covid-19. Lo stesso sguardo stravolto degli italiani dentro le trincee del Carso o sul montacarichi che saliva dall’inferno di Marcinelle. La stessa faccia piagata di soldati e minatori, la pelle solcata dall’elastico della mascherina, i lividi sul naso, il cuore a pezzi. Infermiere, infermieri, rianimatori, medici: giustissimo chiamarli eroi, ma la loro dedizione è quella di sempre. Lavoravano già così in Lombardia, anche quando i posti venivano tagliati, le cure ridotte, i bilanci degli ospedali depauperati. La battaglia per Milano che si sta combattendo in queste ore non è diversa da quella per Bergamo e Brescia, Lodi e Cremona. Più che una guerra, sembra una prova generale per il resto d’Europa: vedere come si resiste al virus in una regione di dieci milioni di abitanti. Magari senza abbastanza respiratori né protezioni, che ci sarebbero, ma li hanno bloccati per settimane nei magazzini in Germania e Turchia. L’Unione Europea ci osserva, l’alleanza della Nato tace. Ogni ora che si perde, aumentano morti e malati. E con loro anche il numero di medici e infermieri contagiati, che per questo devono mettersi in quarantena e abbandonare il campo.

Terminato il turno di dodici-tredici-quindici ore, liberato il viso e il corpo dalla stoffa monouso, lavate e disinfettate scrupolosamente le mani, resta qualche minuto per aggiornare via chat i colleghi. Il bollettino corre sui gruppi Whatsapp di ogni singolo ospedale. Come questo: «Ti auguro di non vivere quello che sta succedendo qua nel mio reparto. Io vedo solo morti, a decine, da soli e con fame d’aria», «È un disastro, morire vedendo solo noi infermiere, sperando che arrivi un palliatore a prescrivere la morfina», «Ma il medico non la prescrive?», «La prescrive l’anestesista perché i medici non hanno la formazione giusta», «Anche da noi è così», «Sono senza parole, ho solo un nodo in gola e lacrime, vi abbraccio uno a uno», «Anche da noi, medici e infermieri positivi»… Continua da giorni, senza sosta, come le comunicazioni radio su un campo di battaglia.

Il destino tra vita e morte in queste ore è attaccato ai tubi di plastica dell’ossigeno. Ma nei piccoli ospedali di provincia non bastano per tutti. La decisione tocca ad anestesisti e rianimatori: «La terapia intensiva è piena», si sfoga uno di loro che lavora a Sud di Milano, «abbiamo attrezzato posti con tutto il materiale di scorta che avevamo.

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