Archive for Marzo, 2020

Coronavirus: quando arriverà il picco? Quando finisce un’epidemia? I calcoli dei modelli matematici

mercoledì, Marzo 11th, 2020

di Silvia Turin

Siamo alle prese con un aumento dei casi su (quasi) tutto il territorio nazionale e specialmente in Lombardia. Stiamo raggiungendo il picco dell’epidemia? È possibile prevedere quando sarà?

I modelli matematici ci sono e anche alcune previsioni: chi fa un parallelo con la Cina, chi lo fa con altre epidemie, il problema è che ogni epidemia è diversa e ogni territorio è diverso e risponde con misure differenti e comportamenti propri. Per questo quelle che si possono fare sono solo previsioni a spanne: «È difficile fare previsioni, ci sono vari modelli che circolano, ma tutti i modelli presuppongono delle assunzioni, cioè alcuni eventi che vengono predeterminati, ma noi ci troviamo in una situazione nuova e guardando i nostri dati al momento non mi sento di fare previsioni», ha detto in conferenza stampa domenica il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.

Quali sono le variabili che entrano nel calcolo dell’arrivo di un picco? Lo abbiamo chiesto a Paolo Bonanni, professore di Igiene presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Firenze.
«Il picco si calcola sulla base del valore di R con zero, che è il “tasso di contagiosità” che per questo virus abbiamo visto sta tra 2,5 e 3. Questo vuol dire che mediamente ogni persona (in una popolazione non immune come la nostra ora) ne infetta da 2 a 3 e così si possono fare delle previsioni con modelli matematici più o meno dettagliati su come andrà la curva epidemica con questo tasso di contagio. Questo valore in parte dipende dalle caratteristiche biologiche del virus, ad esempio il morbillo è molto più contagioso del SARS-CoV-2 e l’influenza meno, ma non solo: conta anche il livello di densità della popolazione, cioè quante persone si incontrano, per quanto tempo, quanto a lungo».

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Coronavirus, per la prima volta a Codogno zero nuovi contagi

mercoledì, Marzo 11th, 2020

Per la prima volta dall’emergenza coronavirus, a Codogno non è stato registrato neanche un nuovo contagio. “Siamo particolarmente felici di questo che ci sembra un grande risultato – ha detto Francesco Passerini, sindaco della città oltre che presidente della Provincia di Lodi -, ma noi, che siamo stati zona rossa del lodigiano, la quarantena l’abbiamo fatta seriamente, e certamente è per questo che adesso assistiamo al calo che speravamo”.

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Coronavirus, Galli (Sacco): “Se tagliamo il 70% dei contatti con gli infetti forse in tre mesi potremmo vedere la luce”

mercoledì, Marzo 11th, 2020

“Le misure di distanziamento che sono state adottate sono estremamente importanti”. Lo dice a Tgcom24 il virologo del Sacco di Milano Massimo Galli in meritoalle nuove disposizioni del governo per contrastare la diffusione del coronavirus.

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COMUNICATO STAMPA:ACCESSI SOLO SU PRENOTAZIONE IN COMUNITA’ A ROVERETO

martedì, Marzo 10th, 2020

Il presidente della Comunità Stefano Bisoffi ha disposto un avviso per comunicare che gli accessi saranno accessibili solo previa prenotazione.

“Desideriamo informare i nostri cittadini  che al fine di poter adempiere alle ordinanze emanate in tema di Coronavirus, con particolare riferimento alle necessità di poter garantire le misure di sicurezza tra le persone, da martedì 10 marzo gli accessi agli uffici della Comunità della Vallagarina saranno consentiti esclusivamente su prenotazione. A tal fine i riferimenti utili e reperibili sono sul sito: www.comunitadellavallagarina.tn.it

Il nostro centralino che risponde al numero 0464 484211 sarà a disposizione per ogni informazione.”

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Comunicato stampa: Deltaplano e parapendio alle prese con il coronavirus

martedì, Marzo 10th, 2020

L’emergenza sanitaria che stringe l’Italia e i conseguenti provvedimenti sanitari stanno influenzando anche l’attività di volo libero in deltaplano e parapendio. In pratica due manifestazioni che avrebbero dovuto aprire la stagione sono state cancellate o sospese. Una terza confermata, ma con riserva.

Annullata la Flory Cup e sospeso il Trofeo Malanotte, rispettivamente per il volo in parapendio e quello in deltaplano. Nel primo caso la manifestazione avrebbe dovuto tenersi dal 26 al 29 marzo nello splendido scenario della Valle San Floriano, frazione di Marostica (Vicenza) e organizzata da Aero Club Blue Phoenix Parapendio.

Al momento della cancellazione già 105 piloti, compresa una nutrita schiera di ragazze, avevano confermato la loro presenza e la lista di attesa si dilungava ad altri 180 piloti circa di trentadue nazioni. Resteranno tutti a casa, disciplinatamente.

La stessa sorte è toccata ai piloti che si apprestavano il 4 e il 5 aprile a partecipare al Trofeo Malanotte presso l’Aviosuperficie Alpi Marittime in località Pianfei (Cuneo). Lo scorso anno era stata la meteo avversa a costringere gli organizzatori del grande meeting di deltaplano ad annullare l’evento. Quest’anno ci ha pensato il Covid-19, ma i piloti del Delta Club Mondovì ci riproveranno non appena la situazione volgerà al meglio.

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Coronavirus, Lombardia e Veneto: «Tutto chiuso per due settimane tranne alimentari e farmacie»

martedì, Marzo 10th, 2020

Tutti i «12 sindaci della Lombardia mi hanno incaricato di rivolgermi al governo per chiedere un ulteriore irrigidimento delle misure, con la chiusura delle attività commerciali non essenziali e il trasporto pubblico locale»»: così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in diretta tv, ha spiegato che si tratta di «un’ipotesi che presenteremo al governo» oggi a poche ore dall’estensione della zona a rischio a tutta l’Italia . Sulla stessa linea anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Piuttosto che protrarre un’agonia che dura mesi, credo sia meglio arrivare a una chiusura totale, così da bloccare definitivamente il contagio. È una linea di pensiero che sta girando e penso che se ne parlerà anche oggi, perché è fondamentale isolare il virus, e più rallentiamo la velocità di contagio e più respiro diamo alle nostre strutture sanitarie».

Il fronte caldo resta la tenuta del sistema ospedaliero, che ormai è quasi al limite. La sanità lombarda si sta attrezzando per nuovi letti di terapia intensiva ma «stiamo arrivando ai limiti massimi», ha avvertito Fontana, precisando che si potrà aspettare «qualche giorno, forse una settimana» in cui si potrà «dare una risposta adeguata a tutti. Ma bisogna fare in modo che il numero di chi si infetta inizi a ridursi». Nel frattempo, si stanno cercando anche nuovi spazi: «Ci sono ospedali», da poco chiusi, «che possono essere riqualificati» e anche «la Fiera di Milano ha già dato disponibilità per spazi».

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Coronavirus, anche i giovani in terapia intensiva: 18enne intubato a Milano

martedì, Marzo 10th, 2020

“Siamo sotto pressione, ma non è uno scenario di guerra e se volete aiutarci restate a casa“: in sintesi è questo il messaggio di Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare e generale dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il dottore tranquillizza poi sull’allarme dei giovani positivi al coronavirus “intubati” circolato negli ultimi giorni: “Abbiamo 27 persone in terapia intensiva, sei sono guariti e ce n’è uno di 18. Ma uno solo”.

Al San Raffaele “noi trattiamo il ragazzo di 18 anni che ho intubato io lunedì mattina personalmente esattamente come l’uomo o la donna di settant’anni che ha la stessa patologia. E’ probabile che l’uomo o la donna di settant’anni faccia più fatica a guarire ed è proprio per questo che su di loro siamo tutti chiamati a esprimere il massimo della qualità della cura, perché sono comunque vite umane che dobbiamo salvaguardare”, ha sottolineato Zangrillo.

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Coronavirus, cosa si può fare e cosa è vietato in tutta Italia fino al 3 aprile

martedì, Marzo 10th, 2020

Per fronteggiare l’emergenza coronavirus il governo ha deciso l’estensione a tutt’Italia delle “aree a contenimento rafforzato“, che nella notte tra sabato e domenica erano state decretate per la Lombardia e altre 14 province del Nord. Nel decreto “Io resto a casa” non c’è un esplicito divieto di uscire di casa, ma è consentito soltanto per esigenze lavorative, sanitarie o di sussistenza. Per rendere tutto ancora più chiaro ecco le risposte alle domande che in queste ore si stanno ponendo gli italiani.

Devo restare blindato a casa e non uscire più per un mese?
Si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro  o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato. È comunque consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. Senza una valida ragione, è richiesto e necessario restare a casa, per il bene di tutti. È previsto anche il “divieto assoluto” di uscire da casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus.

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Come ai tempi del terrorismo. Non c’è bisogno di una dittatura ma di fermezza

martedì, Marzo 10th, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

Il governo ha deciso ieri sera di applicare a tutta Italia il decreto dell’8 marzo. La zona rossa viene estesa a tutta la penisola. Era doveroso farlo. Ma occorre che sia una zona rossa vera, cioè controllata dall’esercito e da tutte le forze dell’ordine, le quali debbono impedire gli spostamenti salvo casi eccezionali: non salvo autocertificazioni. La collaborazione dei cittadini è fondamentale, ma non va chiesta: va imposta.
Contro il Coronavirus non abbiamo ancora né un vaccino né farmaci specifici. Abbiamo però un dato di esperienza reale: in Cina, dove il virus è nato e dove si è imposto un isolamento vero, il contagio è sceso fino quasi ad azzerarsi. Anche nella zona rossa che era stata imposta a Codogno e dintorni i contagi erano in calo: ma il decreto di domenica ha sciaguratamente equiparato quella zona, ancora a rischio, al resto della Lombardia.
Come in Cina: bisogna fare come hanno fatto in Cina.

Ho detto queste cose ieri mattina a Radio 24 e mi è stato obiettato che in Cina c’è una dittatura e là si possono fare cose che qui da noi non si possono fare. Ho ricordato allora una frase di Andreotti all’epoca delle Brigate Rosse, sequestro Moro: “Sbaglia chi crede che una democrazia non possa e anzi non debba essere dura, quando occorre”. L’Inghilterra è una grande democrazia ma in tempo di guerra Churchill impose lacrime e sangue per vincere la guerra. Per dire come le “forti raccomandazioni” del decreto di domenica non possano – da sole – bastare, si pensi a quanto ha detto ieri sera al Tg4 Jole Santelli, governatrice della Calabria: ha detto che le risultano almeno diecimila arrivi dal Nord a partire da domenica, ma sono solo duemila quelli che si sono auto denunciati e messi in quarantena.

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Coronavirus, il Cnr: “Picco dell’epidemia fra 10 giorni”

martedì, Marzo 10th, 2020

di VERONICA PASSERI

Roma, 10 marzo 2020 –  I guariti dal Coronavirus sono sempre di più, ma l’epidemia non ha ancora raggiunto il picco che potrebbe avvenire tra «una settimana, dieci giorni»: per questo è fondamentale rispettare le misure di contenimento. Lo spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm).
I contagi aumentano ma anche le guarigioni, qual è la situazione?
«Il numero dei guariti aumenta sempre più e ad oggi è quasi il doppio dei deceduti. La Protezione Civile ha implementato uno strumento simile a quello della John Hopkins per la situazione italiana. Si vede come la curva delle guarigioni aumenti sempre più. Questa è una buona notizia perché i guariti è come se fossero vaccinati, ovvero hanno acquisito l’immunità e quindi iniziano a creare una barriera ulteriore alla diffusione del virus. È la cosa che succede in ogni epidemia, chi guarisce interrompe la catena di trasmissione. Se io sono infetto e ho accanto due persone guarite si abbassa il tasso di trasmissione del virus».
Quando potremo vedere se le misure più rigide adottate per il contenimento del virus hanno funzionato?
«In un sistema piccolo, come potevano essere gli 11 comuni della zona rossa iniziale, in due settimane abbiamo visto un calo dei contagi. E’ chiaro che, non essendo riusciti a rendere a compartimenti stagni quelle zone e siccome il virus era già in giro, forse da fine gennaio, un beneficio ci sarà ma l’impatto sarà più lento. Guardando i trend di crescita dei contagi vediamo che dobbiamo arrivare ancora al picco, alla massima intensità. E’ azzardato fare una stima ma credo che i contagi cresceranno ancora per un’altra settimana, dieci giorni».
Perché in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, i positivi sono stati di più?

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