Archive for Marzo, 2020

Il virus spaventa il Palazzo. Dal governo alla giunta del Lazio, scattano i primi controlli

lunedì, Marzo 9th, 2020

di TOMMASO CIRIACO

Sembra un film (magari lo fosse). Quelle storie in cui nell’emergenza la catena di comando si organizza per assicurare la continuità operativa alla guida del Paese. E invece è tutto vero: il tampone positivo di Nicola Zingaretti, il sistema di controllo capillare scattato nelle ore successive, i cerchi concentrici con cui si intendono scovare eventuali contagi nei palazzi della politica e ai piani alti del governo. Perché certo, “niente panico”, come dice il segretario dem. E perché è pericoloso un contatto non brevissimo, di solito al chiuso, a distanza ravvicinata. Ma nessuno può negare che il colpo, involontario, è stato durissimo. E che aggiunge paura a sconforto, in una situazione già drammatica per il Paese.

Negli ultimi dieci giorni aveva incrociato mezzo mondo, Zingaretti. E mezzo mondo, adesso, deve decidere con i medici se è necessario un tampone. C’è un protocollo scientifico da seguire, ovviamente. Un metodo, quello dei cerchi che si allargano per sondare eventuali contagi, prendendo la direzione che indicano i tamponi a cui sono stati sottoposti i più stretti contatti del leader. E c’è il buon senso istituzionale che consiglia a chi ricopre ruoli chiave di sottoporsi al test (per alcuni il contatto con Zingaretti, in realtà, è quasi un dettaglio). Il premier Giuseppe Conte, ad esempio, ha incrociato diverse volte nell’ultima settimana il leader del Pd. Ma è praticamente scontato che si sottoponga comunque con cadenza quasi quotidiana a controlli sul virus.

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Coronavirus e guerra del petrolio: le Borse affondano. Tokyo perde il 5%

lunedì, Marzo 9th, 2020

di RAFFAELE RICCIARDI

successivoMILANO – La tempesta perfetta sui mercati: non solo l’espansione del coronavirus in Italia ed Europa in genere, ma anche la guerra del petrolio aperta dal mancato accordo tra Opec e Russia sui tagli alla produzione di greggio per sostenere il prezzo del barile. Si annuncia un lunedì tremendo per le Borse occidentali, a giudicare dall’antipasto in Oriente.

Il crollo del petrolio e dei mercati azionari

Dopo una minima stabilizzazione, il petrolio ha visto le quotazioni crollare di nuovo sui mercati asiatici: al Nymex il barile è finito a 27,61 dollari, scontando una perdita del 33,12%, superando addirittura i minimi registrati nel 1991 ai tempi della prima Guerra del Golfo. Il Brent sta cedendo quasi un terzo del suo valore: -30,31%, a 31,55 dollari.

Galli: “Stop alla movida, chiudere tutto. O i giovani contageranno i nonni”

di MICHELE BOCCI
La Banca centrale centrale giapponese ha detto che risponderà “senza esitazione” alle incertezze dei mercati. intanto il Nikkei 225 di Tokyo ha segnato un ribasso del 5,07%, peggior performance da due anni che l’ha portata ai minimi da 11 mesi. Non si vedeva addirittura dalla crisi del 2008 il tracollo del 7,3% che si è registrato sulla Borsa australiana di Sydney. I future su Wall Street, così come quelli sull’Europa, sono in profondo rosso.

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Coronavirus, nessuno sfugga: non si vive di soli diritti

lunedì, Marzo 9th, 2020

di Antonio Polito

Coronavirus, nessuno sfugga: non si vive di soli diritti

Smettiamola di biasimarci l’un l’altro. Stiamo commettendo tutti degli errori, alcuni madornali. Altrimenti non saremmo a questo punto. Ma tutti abbiamo un’ottima giustificazione: la paura. Ci troviamo di fronte a qualcosa che non avevamo mai visto prima. Un luogo comune retorico, che cita una frase di Roosevelt di fronte alla Depressione, dice che dobbiamo aver paura solo della paura stessa. In questo caso non vale. Sfidare il virus con esibizioni di ottimismo non ha senso. Meglio temerlo. E isolarlo, spezzandone la progressione. I meridionali del Nord che prendono il treno nella notte per tornare a casa certamente sbagliano. Accettano così il rischio di portare il virus a parenti e amici, in comunità che finora ne erano rimaste relativamente immuni. Ma fuggono dal rischio di restare da soli, magari di ammalarsi, lontano da casa. Triste destino quello dell’emigrante, quando diventa straniero anche in patria, e nei luoghi d’origine lo accolgono mettendolo in quarantena.

Anche gli abitanti del Nord in fila davanti agli impianti di risalita per godersi l’ultima neve di primavera sbagliano, e forse per più futili motivi. Ma era chiaro fin dall’inizio che per noi italiani la cosa più difficile sarebbe stata rinunciare al nostro «way of life», trasformarci in animali asociali, adattarci alle regole di un’economia di guerra, soprattutto di fronte a una bella giornata di sole. Stanno sbagliando i nostri giovani. Nelle famiglie è difficile convincerli a non uscire la sera, e ordinarglielo non sappiamo più, perché la nostra generazione di genitori è stata la prima a ribellarsi ai padri, ma anche la prima a obbedire ai figli. I ragazzi si sentono invulnerabili, e sottovalutano quanto possano vulnerare chi è più debole di loro. Ma è colpa nostra. Abbiano detto per settimane che morivano solo i vecchi e i malati, che non c’era da preoccuparsi, e ora chiediamo loro il coprifuoco. Sbagliano le autorità di governo. La confusione di decretidell’altra notte non è stato il primo passo falso, e c’è da temere che non sarà l’ultimo.

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Coronavirus, la linea temporale che è stata trascurata

lunedì, Marzo 9th, 2020

di   Paolo Giordano

Esiste una linea temporale di questa epidemia. Ha origine in un momento imprecisato e in un luogo imprecisato, forse un mercato di Wuhan, e prosegue con la diffusione del virus in Cina e poi nel mondo, fino a qui. Una quota dello smarrimento, del senso di affanno di queste ore, deriva dall’aver trascurato ripetutamente questa linea temporale. Il contagio, una volta iniziato in un’area, procede in maniera simile a quanto è avvenuto o avverrà altrove.

Non c’è ragione evidente per cui non dovrebbe essere così: apparteniamo alla stessa specie e le nostre dinamiche sociali sono identiche, o almeno affini, ovunque. Eppure a gennaio, guardando con sospetto la Cina, avevamo la percezione che nulla del genere potesse accadere in Europa. Non su quella scala, non così, non da noi. Perché no? Per un pregiudizio infondato, il pregiudizio dell’altrove. E perché nessuno prendeva in serio esame l’ipotesi che noi e la Cina ci trovassimo sulla stessa linea temporale.

Ma lo siamo, proprio come la Francia è sulla stessa linea temporale dell’Italia, e il Lazio è sulla stessa linea temporale della Lombardia. Se la situazione appare disomogenea fra questi luoghi, è solo perché ci troviamo in punti diversi della linea, qualcuno più avanti perché è partito prima, qualcuno un po’ più indietro. Ma il principio su cui dovrebbero basarsi tutte le nostre considerazioni è che l’evoluzione dell’epidemia, nelle sue linee generali, è la stessa dappertutto.

Guardare con lucidità a chi ci precede è quindi lo strumento più efficace in nostro potere per attenuare l’urto della CoViD-19, e non farci trovare scomposti al suo arrivo più massiccio. Roma, adesso, dovrebbe guardare a Milano, proprio come l’Italia e il resto del mondo avrebbero dovuto guardare più seriamente alla Cina due mesi fa. Ma non solo le metropoli o la terraferma, tutti, anche i paesini più remoti delle nostre isole. Vorrei dirlo con la massima chiarezza: l’Italia non è divisa fra una parte rossa, in crisi, e un’altra che tutto sommato se la sta cavando. Come non lo sono l’Europa e il resto del mondo. Questa percezione è apparente e temporanea. Ci troviamo tutti in stadi diversi della stessa evoluzione.

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Coronavirus, chi viola i divieti rischia l’arresto. Ma per viaggiare basta autocertificarsi

lunedì, Marzo 9th, 2020

di Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, chi viola i divieti rischia l'arresto. Ma per viaggiare basta autocertificarsi

Una grande «zona di sicurezza» che comprende la Lombardia e 14 province e mira al «contenimento del contagio da coronavirus». Lo prevede il decreto del governoche libera le «zone rosse» del Lodigiano e del Padovano e fissa nuove regole per «evitare gli spostamenti». Un provvedimento che non blinda le zone ritenute a rischio ma di fatto divide in due l’Italia. Per tentare di fermare la corsa del Covid-19, scattano divieti in tutta la penisola e controlli affidati alle forze dell’ordine in porti, aeroporti e stazioni, dove saranno montati i termoscanner.

La «regia» del Viminale

Le verifiche all’interno di Comuni e Regione saranno invece «a campione» e dunque saranno i cittadini a dover dimostrare di avere necessità a varcare il confine della «zona di sicurezza» con un’autocertificazione. Per questo ieri sera la ministra Luciana Lamorgese — che ha istituito al Viminale una cabina di regia e ha convocato per oggi il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza — ha emanato la direttiva per fissare «percorsi canalizzati» per i passeggeri, stabilire le regole per gli accertamenti e i criteri per chi violerà le norme.

LA MAPPA
Il testo ufficiale del decreto: scarica il pdf
Arresti e sanzioni

Per tutti coloro che saranno fermati e forniranno una giustificazione senza riscontro scatterà la denuncia per inosservanza del provvedimento dell’autorità, l’articolo 650 del Codice penale punito con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro. Si è però deciso di potenziare le possibili sanzioni contro chi viola le norme prevedendo «la contestazione di delitti colposi contro la salute pubblica».

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Coronavirus, i nostri doveri

domenica, Marzo 8th, 2020

di Luciano Fontana

Coronavirus, i nostri doveri

Quello che fino a qualche giorno fa sembrava inimmaginabile è accaduto. La Lombardia, molte province dell’Emilia Romagna, del Veneto, del Piemonte e delle Marche sono trasformate in un’enorme «zona di sicurezza»: non si potrà entrare o uscire nemmeno per motivi familiari e di lavoro, se non in casi eccezionali e «comprovati». All’interno delle città e dei paesi di questa area tantissime attività vengono bloccate e vietate. È uno scatto nelle misure (i cui dettagli si stanno ancora definendo) che ci mette di fronte, se qualcuno poteva non esserne ancora convinto, alla gravità della situazione. Il virus si diffonde e contagia tanti di noi, le terapie intensive, essenziali per curare i malati più gravi, sono al limite in Lombardia. Il lavoro di medici e infermieri, eroi di questi giorni, potrebbe non bastare se non venisse arginata rapidamente la diffusione del coronavirus.

In questi giorni abbiamo ascoltato le preoccupazioni di tanti cittadini, imprenditori, commercianti e artigiani di questa parte d’Italia abituata da sempre a correre, porsi traguardi, innovare. Abbiamo capito tutti che le conseguenze sociali ed economiche di questa emergenza saranno pesanti e ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità. Avremo il tempo per valutare se i comportamenti del governo e delle autorità pubbliche siano stati all’altezza della situazione. E se questi provvedimenti senza precedenti siano stati presi con la necessaria preparazione. Ora però è il tempo di fare tutto quello che serve per frenare e infine bloccare i contagi. Possiamo farlo solo ascoltando con attenzione cosa ci dicono gli esperti, adottando tutti i comportamenti e tutte le precauzioni che possono portarci fuori da questa situazione.

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Coronavirus, scoppiano rivolte nelle carceri di Frosinone, Modena e Napoli

domenica, Marzo 8th, 2020

Una rivolta, definita “molto violenta”, è scoppiata in carcere a Modena. Molti i detenuti coinvolti e i danni alla struttura. Alla base della rivolta la protesta dei detenuti per questioni relative alla protezione per il coronavirus. Tensioni anche nel carcere di Frosinone. Un centinaio di detenuti, impauriti dal rischio di contagi e chiedendo provvedimenti ad hoc, sono usciti dalle sezioni raggiungendo l’area passeggi e salendo sulle mura. 

I detenuti di Modena sono barricati dentro il carcere. Il personale del penitenziario, una ventina di persone, fra poliziotti e sanitari, sono tutti usciti. Nelle fasi più concitate due agenti sono rimasti lievemente feriti. Davanti al carcere ci sono le forze di polizia schierate. Alcuni detenuti sono barricati dietro la portineria. Sul posto anche il prefetto di Modena Pierluigi Faloni. Non risultano evasioni.

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Coronavirus, scontro tra Regioni e governo sul decreto | Alitalia ferma tutti i voli su Malpensa e limita Linate

domenica, Marzo 8th, 2020

Il governo ha “chiuso” la Lombardia e le altre 14 province  e poche ore dopo i governatori commentano le nuove norme. Da una parte il Veneto che le giudica troppo severe, dall’altra la Lombardia che si aspettava leggi più severe. Il Viminale bacchetta invece alcune ordinanze regionali definite “non coerenti”. In Lombardia Alitalia annuncia lo stop dei voli su Malpensa e la riduzione di quelli su Linate.

08 mar 18:06

A Milano 406 casi, 45 in più di sabato

“Nella città di Milano abbiamo 406 casi, 45 in più rispetto a ieri”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. 08 mar 18:04

In Lombardia 103 morti in 24 ore

In Lombardia “crescono molto i decessi” legati al coronavirus: “Sono ormai 257, 103 in più rispetto a ieri”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, sottolineando più volte che “l’unico modo per vincere questa battaglia è combatterla tutti insieme, restando in casa, evitando gli assembramenti”. 08 mar 17:54

Gallera: “In Lombardia contagi salgono a 4.189, 550 guariti e 257 decessi”

“In Lombardia ci sono 4.189 positivi al coronavirus, 769 in più rispetto a sabato”.  Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, aggiungendo che le persone guarite sono salite a 550 e quelle decedute a 257, con un aumento di 103 in 24 ore. Gallera ha poi annunciato che la Regione è riuscita a ricavare “497 posti per la terapia intensiva, è una battaglia che al momento stiamo vincendo”. 08 mar 17:48

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Coronavirus, Gravina: “Non escludo lo stop alla Serie A se un calciatore è positivo”

domenica, Marzo 8th, 2020

Roma – Se un calciatore della Serie A è positivo al Coronavirus si ferma il campionato? Non esclude l’ipotesi il presidente della Figc Gabriele Gravina, intervistato a Dribbling sulla Rai: “Dobbiamo essere realisti, c’è anche la possibilità, il rischio reale che qualcosa di questo tipo esiste. Adotteremo in quelle circostante tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire che cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva”. Quindi uno stop al calcio secondo il numero uno della Federcalcio è possibile: “Non possiamo escludere nulla né possiamo azzardare ipotesi che oggi non riusciamo ancora a prevedere”.

La possibilità di non scendere in campo c’è anche per la Nazionale nelle sfide a Germania e Inghilterra, il presidente della Figc conferma: “L’amministrazione comunale di Norimberga chiederà alla Federazione tedesca di rinviare. In Inghilterra c’è una disposizione di sottoporre gli italiani che arrivano ad una quarantena, mi auguro che si possa comunque giocare rispettando anche qui il principio della salute di tutti i nostri tifosi ma comunque giocare almeno a porte chiuse”. 

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Coronavirus, il dovere essere rigorosi. Niente tragedie, ma dobbiamo cambiare vita

domenica, Marzo 8th, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

Stanno girando su Whatsapp diversi filmati che rivendicano con orgoglio l’essere italiani. Portano immagini, dati e fatti incontestabili. L’Italia è un grande Paese, e gli italiani sono un grande popolo. È giusto ricordarlo adesso che è evidente quanto fosse immotivato il sarcasmo, a volte il disprezzo mostrato all’estero verso di noi sulla vicenda del Coronavirus. In alcuni Paesi europei, dove è sempre vivo il brutto vizio di trattarci come dei cialtroni, nei giorni scorsi hanno cercato di farci passare per gli untori del mondo. Ora si scopre che sul virus arrivato dalla Cina siamo stati i più seri.

Il nostro governo ha commesso errori imperdonabili all’inizio, quando non ha ascoltato, per pregiudizio ideologico, il grido d’allarme che veniva dalle regioni del Nord oggi martoriate. 

Ma quando si è scoperto il primo contagiato, lo Stato è intervenuto con trasparenza: certo anche in modo confuso nelle prime mosse, ma con trasparenza. Lo stesso non si può dire di quanto avvenuto ad esempio in Germania, dove il primo contagio (il 24 gennaio!) è stato tenuto nascosto. E questo vale per altri Paesi, anche oltreoceano, in cui certo non si fanno i controlli che si fanno da noi. Per paura di paralizzare l’economia si sono fatti passare per normali influenze quelli che erano invece casi di Coronavirus. È stata un’omertà che ha solo rinviato il problema.

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