Il virus spaventa il Palazzo. Dal governo alla giunta del Lazio, scattano i primi controlli
lunedì, Marzo 9th, 2020di TOMMASO CIRIACO
Sembra un film (magari lo fosse). Quelle storie in cui nell’emergenza la catena di comando si organizza per assicurare la continuità operativa alla guida del Paese. E invece è tutto vero: il tampone positivo di Nicola Zingaretti, il sistema di controllo capillare scattato nelle ore successive, i cerchi concentrici con cui si intendono scovare eventuali contagi nei palazzi della politica e ai piani alti del governo. Perché certo, “niente panico”, come dice il segretario dem. E perché è pericoloso un contatto non brevissimo, di solito al chiuso, a distanza ravvicinata. Ma nessuno può negare che il colpo, involontario, è stato durissimo. E che aggiunge paura a sconforto, in una situazione già drammatica per il Paese.
Negli ultimi dieci giorni aveva incrociato mezzo mondo, Zingaretti. E mezzo mondo, adesso, deve decidere con i medici se è necessario un tampone. C’è un protocollo scientifico da seguire, ovviamente. Un metodo, quello dei cerchi che si allargano per sondare eventuali contagi, prendendo la direzione che indicano i tamponi a cui sono stati sottoposti i più stretti contatti del leader. E c’è il buon senso istituzionale che consiglia a chi ricopre ruoli chiave di sottoporsi al test (per alcuni il contatto con Zingaretti, in realtà, è quasi un dettaglio). Il premier Giuseppe Conte, ad esempio, ha incrociato diverse volte nell’ultima settimana il leader del Pd. Ma è praticamente scontato che si sottoponga comunque con cadenza quasi quotidiana a controlli sul virus.