Archive for Marzo, 2020

Coronavirus, il sondaggio: i giovani snobbano l’emergenza. Sei su 10 continuano la movida

domenica, Marzo 8th, 2020

di ANTONIO NOTO

Sondaggio Noto sui giovani e il coronavirus

Bologna, 8 marzo 2020 – I dati da comparare sono due: l’85% degli studenti delle scuole medie superiori è favorevole alla chiusura delle scuole ma al contempo solo il 35% dichiara di mettere in atto i comportamenti consigliati dal Governo per ridurre il rischio di trasmissione del virus. È questo un risultato che fa riflettere e che deve accendere un alert su come comunicare ai giovani il pericolo al quale si sottopongono non tenendo conto dei suggerimenti delle istituzioni. 

Prima di analizzare i motivi che potrebbero aver influito nel non aver preso in seria considerazione un cambiamento dei propri stili vita, è interessante focalizzare quali sono i comportamenti non virtuosi che si mettono in atto. Oltre che in Lombardia anche in tutte le altre regioni al provvedimento di chiusura delle scuole è stata associata la prescrizioni di evitare luoghi affollati, di non baciarsi e stringere la mano per salutarsi, di non intrattenersi in gruppi se non rispettando la distanza di almeno un metro tra le varie persone. Questi avvertimenti sono validi per tutta la popolazione, quindi per qualsiasi età. Però se si va ad indagare quali di queste prescrizioni sono realmente seguite dai più giovani il risultato è scoraggiante. 

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Restare a bordo per non affondare

domenica, Marzo 8th, 2020

Alessandro Sallusti

Era dall’indomani dell’11 settembre 2001 – attentato alle Torri Gemelle – che un presidente della Repubblica non appariva in tv a reti unificate per lanciare un messaggio agli italiani, e qualche cosa questo vorrà dire.

Davvero siamo in guerra? Sì, o quantomeno siamo come in guerra e dobbiamo prenderne atto. Siamo al punto, come documentiamo oggi, di ipotizzare chi salvare e chi no nel caso che il nemico Coronavirus sfondi anche le ultime difese ospedaliere e diventi impossibile salvare tutti. Speriamo non accada mai, ma il solo fatto che chi di dovere abbia dovuto ipotizzarlo mette i brividi. Non più first come, first served (chi primo arriva prima è servito), ma ceiling of care (un tetto alle cure), dice in un documento riservato fatto girare tra gli aderenti la società che raggruppa gli anestesisti e i rianimatori italiani.

Se non è questo un bollettino da stato di guerra, ditemi voi. Siamo pronti ad affrontare una evenienza del genere? No, penso di no. E mi vengono in mente le parole che il sociologo Umberto Galimberti rivolse alla platea degli industriali veneti pochi anni fa. «Mi dite che i vostri ragazzi non vogliono o non sono in grado di impegnarsi in azienda per prendere il vostro posto. Hanno ragione. La maggior parte di loro quando ha compiuto diciotto anni ha ricevuto in dono una Porsche, e quindi giustamente vanno in Porsche e se ne fregano di tutto il resto».

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“State a casa”… ma il messaggio non passa. Centri commerciali e funivie affollati

domenica, Marzo 8th, 2020
Coronavirus

La rete diffonde immagini di gente ammassata in attesa delle funivie nelle località sciistiche lombarde, e non solo. Complice la bella giornata, anche in Trentino gli impianti di risalita sono stati presi d’assalto dai turisti tanto che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, minaccia di chiudere gli impianti. Se le regole non saranno rispettate, ha spiegato, “la tutela della salute avrà la meglio sul continuare le attività. Chiediamo quindi un forte senso di responsabilità diverso rispetto a quello di oggi, anche se non è stato così dappertutto, altrimenti il rischio è che accada quello che è accaduto in altre zone”.

Oltre che funivie affollate, sui social girano foto di giovani che fanno baldoria in locali evidentemente troppo affollati e pubblicano online le immagini con scritte come ‘best suicide squad ever’, vale a dire miglior squadra suicida di sempre.

Il messaggio “State a casa” non passa. L’Istituto superiore di sanità anche oggi invita a porre fine ad “atteggiamenti superficiali, non consapevoli del rischio che si corre e si fa correre nel violarli”. Le immagini che documentano le evidenti violazioni di qualsiasi misura igienico-sanitaria vengono condivise sui social.

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Come Wuhan. 16 milioni di italiani in zona rossa

domenica, Marzo 8th, 2020

In un delirio di indiscrezioni e bozze di decreto non firmate, il Governo si appresta ad apporre la firma su una decisione clamorosa: la Lombardia e una parte dell’Italia “chiuse” come Wuhan, come la città cinese focolaio del coronavirus. Sedici milioni di italiani, di cui 10 solo in Lombardia, relegati in un’enorme zona rossa. Dalla quale non si può entrare e non si può uscire, dentro cui bisogna “evitare in modo assoluto ogni spostamento salvo che per motivi di emergenza”. 

Restate a casa è la principale raccomandazione di un decreto del presidente del Consiglio su cui manca ancora la firma in calce di Giuseppe Conte. I contenuti però, secondo quanto risulta a Huffpost, sono quelli che incredibilmente circolano liberamente sotto forma di bozze, malgrado non siano definitivi e quindi ancora suscettibili di modifiche dell’ultima ora. Un pacchetto di provvedimenti, validi dall’8 marzo al 3 aprile, per provare a contenere l’avanzata del coronavirus disposti per tutta la Regione Lombardia e per altre 14 province in Veneto (Venezia, Padova, Treviso), Piemonte (Asti, Alessandria, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli), Emilia Romagna (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini) e Marche (Pesaro-Urbino). 

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Coronavirus, l’appello di Borrelli (Protezione civile): “Vinciamo questa battaglia se cambiamo modo di vivere”

domenica, Marzo 8th, 2020

“Vinciamo questa battaglia se i nostri concittadini adottano comportamenti responsabili. Cambiamo modo di vivere, specie se siamo nelle categorie più fragili ed esposte”. E’ l’appello del commissario all’emergenza coronavirus Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile. Borrelli ha rassicurato: “Seppur se con grande impegno e fatica dei nostri medici e di tutto il personale sanitario, il sistema sanitario nazionale riesce a soddisfare ogni esigenza”.

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Coronavirus: «Stiamo creando terapie intensive anche nei corridoi»

domenica, Marzo 8th, 2020

di Simona Ravizza

Coronavirus: «Stiamo creando terapie intensive anche nei corridoi»

«Ormai siamo costretti a creare terapie intensive in corridoio, nelle sale operatorie, nelle stanze di risveglio. Abbiamo sventrato interi reparti d’ospedale per fare posto ai malati gravi. Una delle Sanità migliori del mondo, quella lombarda, è a un passo dal collasso».

Antonio Pesenti, 68 anni, è il coordinatore dell’Unità di crisi di Regione Lombardia per le terapie intensive. Elogiato pubblicamente dallo scienziato Alberto Mantovani come uno dei migliori uomini di scienza italiani, è un medico-rianimatore dai nervi saldi, abituato a governare ogni tipo di emergenza. Ma alle nove di sabato sera, dopo 17 giorni di lavoro senza sosta, la sua voce è rotta dalla stanchezza e dalla preoccupazione: «Se la popolazione non capisce che deve stare a casa, la situazione diventerà catastrofica».

Lei, insieme ai colleghi delle rianimazioni, è l’autore di una lettera durissima diretta al governo di Giuseppe Conte: «Le proiezioni scientifiche sono molto allarmanti». Cosa intende dire?

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L’orgoglio di un Paese ammalato

domenica, Marzo 8th, 2020
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di   Ernesto Galli della Loggia

Parlare bene dell’Italia non è facile: per le ragioni che ogni italiano conosce da quando è nato e che fanno sì che abitualmente del nostro Paese siamo assai più pronti a deprecare i difetti che a cantare le lodi. Nella sostanza, infatti, gli italiani sono uno dei popoli meno nazionalisti (meno nazionalisti in senso forte, intendo, cioè meno boriosamente nazionalisti) che ci siano. Nel Dna italiano è presente una notevole «xenofobia popolaresca», come la chiamava Gramsci, piuttosto che un consapevole e sviluppato spirito nazionalistico. Senza contare che una lunga storia ci ha obbligato a prendere atto della forza degli stereotipi negativi che circolano nel mondo sul nostro conto. Ai quali reagiamo, c’indigniamo, ma tutto finisce lì. Siamo abituati a essere stigmatizzati, anche perché spesso siamo noi i primi a farlo a danno di noi stessi.

L’epidemia di coronavirus è valsa a confermare l’immagine negativa che il mondo ha di noi. In più casi siamo stati additati come trampolino decisivo del contagio proveniente dalla Cina (mentre è ora sempre più chiaro, invece, che il virus ha sùbito preso a circolare inavvertito in molti luoghi del mondo).  In un’infografica la Cnn ci ha descritti addirittura come il focolaio originario della malattia, mentre un canale televisivo francese ha ironizzato pesantemente sul contagio mostrando un pizzaiolo italiano starnutire su una pizza appena sfornata. Anche le nostre radicali misure di prevenzione (peraltro poi via via imitate da molti altri Paesi) sono state interpretate non come il piglio saggiamente deciso con cui affrontavamo la malattia ma come la prova dell’estensione straordinaria che essa aveva nella Penisola, un luogo da cui notoriamente non ci si può aspettare niente di buono.

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Coronavirus, Ricciardi: «Al Centro e al Sud manca la percezione del pericolo. Bisogna evitare i posti affollati»

domenica, Marzo 8th, 2020

di Margherita De Bac

Coronavirus, Ricciardi: «Al Centro e al Sud manca la percezione del pericolo. Bisogna evitare i posti affollati»

È una chiamata alle armi quella di Walter Ricciardi, professore di Igiene, consigliere del ministro della Salute. «I virus sono così. Questo è rapido e imprevedibile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti».

Qual è l’andamento dell’epidemia?

«Nei prossimi giorni avremo un aumento importante di casi nelle zone gialle di Lombardia ed Emilia-Romagna, meno in Veneto dove l’epidemia sta fortemente rallentando. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal governo servono a contenere la progressione».

Cosa si può fare di più?

«Allertare la popolazione del Centro Sud a non frequentare luoghi ad alta concentrazione sociale. È l’unica arma che possiamo utilizzare per evitare che tante persone si ammalino tutte insieme e gravino sul Servizio sanitario nazionale che si sta man mano organizzando».

Ci saranno blocchi totali anche al Centro-Sud?

«Non ci dovrebbero essere blocchi di interi paesi ma di ambienti. Pensiamo alle discoteche che quando sono affollate sono un concentrato naturale di infezioni. La gente balla, respira, traspira e si creano le migliori condizioni per il contagio».

Teatri e cinema?

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Coronavirus, in Lombardia si potrà entrare e uscire solo per gravi motivi. Chiusura per discoteche, palestre e impianti da sci

sabato, Marzo 7th, 2020

di Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, in Lombardia si potrà entrare e uscire solo per gravi motivi. Chiusura per discoteche, palestre e impianti da sci

L’ingresso in Lombardia e in alcune zone di Veneto, Emilia Romagna e Piemonte sarà consentito solo per motivi «gravi e indifferibili». Lo prevede il decreto che sarà emanato nelle prossime ore dal governo «per fermare il contagio da Coronavirus». Nel provvedimento viene stabilita una «zona di sicurezza» dove sono previste limitazioni strettissime. In particolare: sospensione delle attività sciistiche, sospensione di eventi pubblici. Chiusi musei, palestre, piscine, teatri, stop ai concorsi pubblici ad esclusione del personale sanitario. Bar e ristoranti dovranno mantenere l’obbligo di distanza di un metro altrimenti l’attività sarà sospesa. Le attività commerciali dovranno rispettare la distanza di un metro per i clienti altrimenti scatterà la sanzione. Se non riescono per motivi strutturali dovranno chiudere chiusura. Divieto di accesso pronto soccorso, hospice. Le riunioni di lavoro dovranno essere rinviate e si dovrà privilegiare lo smart working. Nel decreto c’è un invito a limitare la mobilità interna alle «zone di sicurezza».

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Coronavirus, crolla hotel per i contagiati in Cina. Italiani bloccati su navi da crociera

sabato, Marzo 7th, 2020

Roma, 7 marzo 2020 – E’ ormai un’emergenza planetaria, quella del coronavirus Covid-19 (qui gli aggiornamenti dell’Italia). Sono oltre 100mila i contagiati e oltre 3mila morti. Intanto dalla Cina arriva la notizia del crollo di un hotel di Quanzhou usato come struttura di quarantena per i contagiati dal nuovo coronavirus. Secondo quanto riportano i media locali al suo interno si trovavano una settantina di persone. Sono 38 quelle finora estratte vive. I soccorritori sono al lavoro per recuperare altri superstiti.

Bloccate navi da crociera con italiani a bordo

Al largo della California sono risultate positive 21 persone sulla nave da crociera Grand Princess bloccata da mercoledì 4 marzo. Preoccupazione per un gruppo di 32 italiani (31 membri dell’equipaggio e un passeggero) a bordo. Lo apprende l’agenzia Ansa da fonti informate. Nessuno dei connazionali risulta tra i 21 contagiati. La Grand Princess sarà dirottata su un porto non commerciale questo weekend e lì i 3.533 passeggeri e l’equipaggio saranno sottoposti al test del coronavirus dopo che 21 sono risultati contagiati. Lo ha annunciato il vice presidente americano Mike Pence, commissario straordinario per l’emergenza.

L’unità di crisi della Farnesina segue la vicenda come segue la vicenda della Costa Fortuna alla quale la Malesia ha negato l’attracco. Lo rende noto la stessa compagnia sottolineando che “a causa delle restrizioni imposte nelle ultime ore dal Governo della Malesia all’arrivo di viaggiatori di nazionalità italiana, la Costa Fortuna non è stata autorizzata ad entrare nel porto di Penang come da itinerario programmato”. La nave, dice ancora la Costa, sta facendo ora rotta verso Singapore. Un battello da crociera sul Nilo è stato messo in quarantena perché 12 persone erano risultate positive.

La nave Grand Princess (Ansa)
La nave Grand Princess (Ansa)

Usa, aumentano i morti

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