Apertura in netto rialzo per
per lo spread fra Btp e Bund tedesco. Il differenziale segna 184 punti,
9 in più rispetto ai livelli ieri in chiusura di giornata. Il
rendimento del decennale italiano è pari all′1,12%.
Con il dato di
oggi il differenziale tra il titolo di Stato italiano e tedesco
registra un incremento di ben 50 punti rispetto alla chiusura di venerdì
21 febbraio, giorno in cui l’Italia ha avuto la prima vittima per
Covid-19. Quel giorno lo spread chiuse poco mosso, come nelle settimane
precedenti, a quota 134 punti base, con un rendimento allo 0,905%.
Un insolita pioggia di bombe fumogene e gas urticanti partita dalla linea di frontiera turca ha investito all’alba il confine greco di Kastanies. “E’ un attacco di Ankara”, dicono fonti di Atene che nel frattempo sta aumentando il contingente militare lungo tutta la linea dell’Evros (ieri rinforzata con filo spinato e posti di blocco). Sempre da Atene pochi minuti dopo l’attacco hanno divulgato un video (senza audio) nel quale si vedono i proiettili evidentemente sparati dalla Turchia arrivare in territorio greco. Giovedì Erdogan aveva annunciato di aver inviato mille soldati delle forze speciali al confine di Kastanies per interrompere i respingimenti da parte della Grecia.
Un uomo di 33 anni di Monaco, in Germania, potrebbe essere il primo europeo ad aver contratto l’infezione del nuovo coronavirus e ad averla trasmessa. Lo comunica una lettera di medici tedeschi pubblicata sul New England Journal of Medicine
del 5 marzo. L’uomo ha manifestato sintomi respiratori e febbre alta il
24 gennaio. I sintomi sono migliorati e il 27 gennaio è tornato al
lavoro. Il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato a un meeting in cui era
presente una collega di Shanghai, che è rimasta in Germania dal 19 al 22
gennaio senza accusare alcun disturbo.
Secondo una mappa genetica pubblicata sul sito Netxstrain, che
ricostruisce una sorta di albero genealogico del virus, il focolaio
tedesco potrebbe avere alimentato silenziosamente la catena di contagi
al punto da essere collegato a molti casi in Europa e in Italia.
Analizzando il percorso e le mutazioni genetiche del coronavirus, gli
studiosi hanno rilevato che è entrato in Europa più volte. “Dal primo
febbraio circa un quarto delle nuove infezioni in Messico, Finlandia,
Scozia e Italia, come i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente
simili al focolaio di Monaco”, rileva Bedford.
Una coppia di anziani ricoverata in medicina alle Molinette, in uno dei due reparti guidati dal primario Luca Scaglione, è risultata positiva al coronavirus dopo un ricovero ordinario per quella che si pensava fosse una banale influenza. Marito e moglie, attorno ai 70 anni, non hanno comunicato che il figlio lavorava a Lodi, focolaio in Italia dell’epidemia e che era venuto a Torino per trovarli. Oggi tutti e due sono peggiorati e per il marito si è reso necessario il ricovero nel reparto di rianimazione: le sue condizioni sono giudicate piuttosto gravi. La conferma della positività è arrivata in serata e ora la direzione dell’ospedale – il terzo più grande d’Italia – sta organizzando la chiusura del reparto che ospitava la coppia (nessun problema per l’altro reparto, sempre seguito dal dottor Scaglione, dove ci sono altri trenta ricoverati).
«Cinquanta domande sul coronavirus, gli esperti rispondono» nasce prima di tutto da un dibattito al Corriere della Sera: in un’epoca di informazione 24 ore su 24, in cui il Covid-19 ci viene raccontato in tempo reale con notizie di cronaca, decisioni delle autorità politiche e pareri degli scienziati, un volume può aggiungere qualcosa di utile per i lettori o rischia di nascere già vecchio? Siamo arrivati a una conclusione: proprio nell’era del bombardamento mediatico può essere d’aiuto avere punti fermi. In un manuale di pronta consultazione. Non c’è la pretesa di fornire risposte inedite, ma c’è l’ambizione di farcele dare da autorevoli esperti per tracciare un quadro completo del fenomeno. Le sezioni del volume sono sette, ognuna per uno dei principali temi.
1) I mezzi pubblici sono pericolosi?
Michele
A. Riva, esperto di prevenzione e storico della Medicina all’Università
Milano-Bicocca, parlandoci di prevenzione, spiega come le nostre azioni
di tutti i giorni siano importanti per proteggere noi stessi ed evitare
di contagiare gli altri: «In una grande città metropolitana, il tasso
di trasmissione del virus è fino a sei volte maggiore tra coloro che
utilizzano i mezzi pubblici. Meglio viaggiare al di fuori degli orari di
punta».
2) Perché tra tutti quelli che contraggono il virus alcuni restano asintomatici e altri possono addirittura morire?
Sergio
Harari, direttore della Pneumologia e della Medicina interna
dell’ospedale San Giuseppe di Milano, risponde a tutte le domande cha
abbiamo in testa sui sintomi del coronavirus: «Anziani, immunodepressi,
portatori di malattie croniche cardio-vascolari o come il diabete hanno
un rischio aumentato di sviluppare la malattia in forma severa. Ma si
registrano casi di malattia anche grave in persone prima perfettamente
sane, sportive, giovani. Le ragioni non sono ancora tutte note».
La Regione
Lombardia ha deciso di sospendere tutte le attività ambulatoriali nelle
strutture pubbliche e private, tranne quelle urgenti e non differibili
per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
L’annuncio è arrivato ieri sera dall’assessore al Welfare Giulio
Gallera. Si tratta di una misura finalizzata a recuperare medici e
infermieri da utilizzare nei reparti di terapia intensiva e pneumologia.
La disposizione, che segue quella dello stop al 70 per cento degli
interventi programmati, diventerà operativa su tutto il territorio
regionale a partire da lunedì. Sarà inserita nel provvedimento
governativo, in arrivo oggi, su indicazione della Regione Lombardia, che
lo recepirà «con una linea guida della direzione generale Welfare»,
annuncia Gallera.
Dalla prossima settimana,
quindi, i medici di base potranno prescrivere solo le visite ritenute
«urgenti». E i pazienti cronici? «Se sono indifferibili e urgenti
faranno le visite, altrimenti no». Stessa risposta per chi ha in agenda
una visita, anche prenotata mesi fa. «Ogni giorno abbiamo 200 persone in
più da ricoverare nei nostri ospedali. Se abbiamo personale, riusciamo
ad aprire più posti letto, ricoverare i malati e reggere l’urto». Il
provvedimento durerà un paio di mesi in via straordinaria, finché
l’emergenza non rientrerà.
Dietro le scelte della politica ci sono numeri su cui riflettere. Gli ultimi aggiornamenti di giovedì
danno per la Lombardia 2.251 casi positivi al tampone, 1.169 pazienti
ricoverati in ospedale, 244 in Terapia intensiva, 98 deceduti. Non
finisce qui. L’impegno di tutti noi chiamati a seguire responsabilmente
le misure utili a fermare la corsa del virus, tra bambini che non vanno a
scuola e divieto di sovraffollamenti, serve a evitare il picco di
contagi. La stima, solo per la Lombardia, è di ottomila nuovi ricoveri in ospedale entro il 22 marzo, di cui 1.250 gravi e 400 in Terapia intensiva.
Sono previsioni elaborate su modelli matematici dagli esperti
dell’Unità di crisi che rischiano di avverarsi se falliscono le misure
di contenimento. Non sono dati che ci devono allarmare, ma importanti
per orientarci nelle scelte quotidiane: ciascuno deve limitare il più
possibile le occasioni di contagio e chi è anziano (o fragile) deve
restare in casa.
Quando ha letto l’ultimo aggiornamento della Protezione civile sul numero delle vittime e dei contagiati, finora il «bilancio più nero», accompagnato dalla notizia che qualche attore della scena politica tenta ancora di accendere polemiche e lancia attacchi contro il premier sulla scia del coronavirus, Sergio Mattarella ha giudicato urgente farsi sentire un’altra volta. Per chiamare a raccolta gli italiani e invitarli al «dovere della fiducia» e della corresponsabilità sociale, dando nel contempo la più alta copertura alle misure stabilite dal governo, e così rafforzarle. Beninteso, senza alcuna pretesa di supplenza.
E non è un caso che abbia ricordato come proprio «al governo
la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere» in
emergenze come questa. Il sottinteso della puntualizzazione è infatti
che, una volta scelta una linea d’intervento e stabilito (con ogni
scientifica pezza d’appoggio) che è la più appropriata, allora tutti dovrebbero compattarsi seguendo quella linea e
quella catena di comando. Altrimenti si mette in gioco l’interesse
generale, come è rischiato di accadere con certe fughe in avanti, certe
divergenze pretestuose e certe rivendicazioni e recriminazioni tra i
diversi attori di questa difficile partita.
Seduta in profondo rosso per le Borse europee
che dopo il rialzo di ieri tornano a scendere con ribassi superiori al
2%. Male anche Wall Street che dopo il balzo di ieri vede i principali
indici con pesanti perdite.
Non bastano quindi le misure di stimolo decise dalle banche centrali e dai Governi di tutto il mondo a favorire l’ottimismo, resta alta la preoccupazione per il contenimento del coronavirus che mostra segnali di miglioramento in Cina ma continua a crescere in maniera preoccupante nel resto del mondo. «Covid-19 continua a diffondersi in tutto il mondo con nuovi casi registrati ogni giorno in quasi 85 paesi – commentano gli analisti di ActivTrades – Lo stato della California ha persino innescato uno stato di emergenza dopo che sono stati rilevati 53 nuovi casi. Nonostante le azioni intraprese, il clima di mercato rimane molto fragile e il rischio al ribasso è ancora forte per i mercati azionari».
Andamento Piazza Affari FTSE Mib
Governi e banche centrali non bastano a risollevare il sentiment La maggior propensione al rischio vista mercoledì4 è dettata in parte dalla scommessa su un intervento di stimolo fiscale per contrastare la crisi e in parte dalle notizie in arrivo dalle primarie democratiche negli Usa, con Joe Biden in vantaggio su Sanders.
Per le pubbliche amministrazioni la riorganizzazione necessaria a rendere possibile e favorire il lavoro a distanza non è più un suggerimento, ma un obbligo. Lo spiega la ministra della Pa Fabiana Dadone nella circolare sullo smart working appena firmata. Il passaggio dalla sperimentazione all’obbligo, sottolinea la circolare, è la conseguenza delle misure scritte nel primo decreto Coronavirus, il Dl 9/2020.
Le sanzioni per i dirigenti che non adeguano gli uffici Nel
nuovo quadro, insomma, dovrebbero partire anche le sanzioni ai
dirigenti degli uffici che non si adeguano, fatte da valutazioni
negative che finirebbero per colpire la quota di busta paga legata ai
«risultati». Questo almeno nelle intenzioni delle norme, anche se il
condizionale è d’obbligo per i tanti problemi sull’attuazione, da
portare avanti «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», e
sul monitoraggio, finora nei fatti rimasto lettera morta.