Archive for Luglio, 2020

Accordo sul Recovery Fund al Consiglio Ue. Giuseppe Conte: “Ora possiamo cambiare volto all’Italia”

martedì, Luglio 21st, 2020

Ci sono voluti quattro giorni e quattro notti, ma alla fine un lungo applauso ha sancito l’accordo al vertice europeo sul Recovery Fund ed il Bilancio Ue 2021-2027. Sintomo che “l’Europa è solida, è unita” ha esultato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel dopo una maratona negoziale di oltre 90 ore che ha fatto del summit il più lungo della storia dell’Unione.

All’Italia l’intesa porta una dote di 209 miliardi. Un piatto ancora più ricco (82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti) rispetto alla proposta della Commissione di maggio, che destinava al nostro Paese 173 miliardi (82 di aiuti e 91 di prestiti). Una quota “davvero molto consistente: il 28% – dice molto soddisfatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – Abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue e della presidente von der Leyen. Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”, rimarca Conte, affermando di aver conseguito questo risultato “tutelando la dignità del nostro Paese”.

″È un momento storico per l’Europa e per l’Italia” dice ancora, “siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo”. Ora il ritorno in patria, con la convinzione che “il Governo italiano è forte: la verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del Governo italiano”. Uno dei temi che riemergeranno è quello del ricorso al Mes, ma Conte ribadisce ora con più forza che “non è il nostro obiettivo, l’obiettivo è valutare il quadro di finanza pubblica e le necessità e valutare gli strumenti nel migliore interesse dell’Italia. Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità nell’interesse dell’Italia. Ci sono prestiti molto vantaggiosi”. Anzi la speranza di Conte è che il Recovery Fund possa “contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes”.

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Smart working, passaporto speciale per lavorare in paradiso

martedì, Luglio 21st, 2020

di ALESSANDRO BELARDETTI

E’ esplosa la caccia al nuovo oro: gli smart workers. Diversi Paesi nel mondo offrono lunghe residenze, vantaggi fiscali e locazioni da sogno a lavoratori in proprio o dipendenti che dimostrino di poter essere produttivi anche lontano dalla sede della propria azienda (e soddisfino certi requisiti economici). Esiste poi una declinazione degli smart workers, quella dei nomadi digitali, che anziché lavorare da casa scelgono di spostarsi nel mondo, cambiando Stato o continente a seconda dei desideri o delle necessità. L’emergenza Coronavirus ha accelerato la tendenza verso il lavoro da remoto, facendo schizzare anche l’offerta per chi vuole viaggiare e stare connesso, magari in un paradiso delle vacanze. Spesso questi soggetti chiedono un visto turistico per soggiornare nel nuovo Paese, ma in teoria non potrebbero lavorare: così alcuni governi hanno trovato una soluzione.

Una proposta allettante arriva dalle Barbados, dove per sopperire alla mancanza di turisti la premier Mia Amor Mottley ha scommesso sullo smart working, aprendo il Paese a chiunque abbia intenzione di trasferirsi per un anno sull’isola e lavorare da remoto. Magari sorseggiando un cocktail esotico rilassando i piedi su una spiaggia candida. “Non avete bisogno di stare in Europa, negli Stati Uniti o in America latina se potete venire qui per un po’. Potete andare e tornare”, ha spiegato Mottley presentando il programma Barbados Welcome Stamp.

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Conte imbiancato: il potere logora chi ce l’ha

martedì, Luglio 21st, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

Faceva impressione la faccia di Giuseppe Conte ieri pomeriggio, quando si è presentato alle telecamere per il fare il punto della situazione sul vertice europeo. Il volto tirato, i capelli bianchi più numerosi, le occhiaie: il premier sembrava, se non il padre, il fratello maggiore dell’uomo che si era presentato a Bruxelles solo tre giorni prima come avvocato degli italiani. C’è da capirlo: le trattative lunghe e difficili, le notti presumibilmente insonni, le preoccupazioni, il peso della responsabilità e, diciamolo pure senza ipocrisie, il timore di un fiasco che potrebbe farlo sloggiare da palazzo Chigi.

Eppure, non è costui un uomo di successo? Fino a poco più di due anni fa nessuno sapeva che viso avesse, e neppure come si chiamava. Grillo lo pescò come un jolly per superare lo stallo fra Di Maio e Salvini. Da allora, Conte ha dato prova di essere intelligente e astuto. È stato bravissimo a conquistarsi un consenso fenomenale. Ieri Ilvo Diamanti, su “Repubblica”, ha pubblicato un suo sondaggio: Conte è considerato dagli italiani il miglior premier dal 1994 a oggi: 30 per cento di consensi contro il 25 di Berlusconi e il 10 di Prodi. Ma se è vero che il potere logora chi non ce l’ha – per citare per la milionesima volta Andreotti – è anche vero che il potere ha pure un effetto logorante.

Possiamo illuderci quanto vogliamo: ma il potere, insomma il successo, la gloria e la fama presentano prima poi un conto. Se scorriamo l’album della politica italiana e mondiale, abbiamo una lunga serie di invecchiamenti repentini. Tutti ricorderanno, credo, le foto di Obama alla fine del primo mandato: i capelli tutti bianchi e le rughe rendevano perfino un po’ patetico quel suo saltellare giovanile (il giovanilismo è sempre patetico) che esibiva al momento di scendere la scaletta dell’Air Force One. Eppure era il modello del presidente “giovane”.

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“Intesa storica sul Recovery Fund da 750 miliardi”. I sussidi calano a 390 miliardi, resta il “freno d’emergenza” chiesto da Rutte

martedì, Luglio 21st, 2020

MARCO BRESOLIN

DALL’INVIATO A BRUXELLES. Un taglio netto ai fondi per la Sanità, per la ricerca e pure a quelli per la transizione energetica. La rinuncia a fissare per la riluttante Polonia chiare condizioni legate agli obiettivi climatici. Un meccanismo per vincolare i fondi Ue al rispetto del diritto nettamente indebolito su richiesta di Viktor Orban. Per fare la Storia servono i compromessi. E in questo l’Europa dei governi è bravissima. Ecco dunque il prezzo da pagare per lo storico accordo sulle cifre del Recovery Fund che è stato raggiunto questa mattina all’alba del quinto giorno di trattative dai 27 leader, rimasti al tavolo tutta la notte ma solo per discutere gli ultimi dettagli del piano. L’Unione europea compie un passo senza precedenti, che le consentirà di finanziare con 750 miliardi di debito comune la ripresa economica dopo la più grave crisi dal secondo dopoguerra. L’intesa è arrivata alle 5.31: per soli 34 minuti non è stato battuto il record di durata del summit di Nizza del 200.  Economia in Quark – Recovery Fund: la posizione dell’Italia è debole, deve impegnarsi a mettere la testa a posto per il futuro

“La magia dell’Europa funziona” sorride Charles Michel accanto a Ursula von der Leyen. Che si è detta un po’ “rammaricata” per i tagli ai programmi Ue decisi dai leader “per trovare un compromesso”, ma felice per “il livello di fondi senza precedenti”. La presidente della Commissione ha ricordato che “chi vuole i fondi deve rispettare le raccomandazioni”. Anche Angela Merkel ed Emmanuel Macron si sono presentati fianco a fianco in sala stampa, come del resto in tutti questi giorni di vertice. Orgogliosi di aver proposto, sostenuto e difeso questo piano: “Quando Francia e Germania agiscono insieme – ha esordito il capo dell’Eliseo, visibilmente soddisfatto per il risultato -, non possono fare tutto. Ma nulla succede se non lavorano insieme”. Ha ammesso che “è stata una trattativa difficile, caratterizzata da opposizioni e visioni diverse dell’Europa”. Dalla finlandese Sanna Marin allo spagnolo Pedro Sanchez, dal croato Andrej Plenkovic all’ungherese Viktor Orban e via dicendo: al termine del summit tutti i leader hanno rivendicato i rispettivi successi nazionali. Come se nessuno avesse fatto concessioni. Vertice Ue Recovery Fund, Orban: ”L’Olanda è responsabile di questo caos, noi dalla parte dell’Italia”

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Recovery Fund, quanti soldi entreranno davvero nelle casse italiane

martedì, Luglio 21st, 2020

di Federico Fubini

A volte i confronti fra Europa e Stati Uniti possono essere brutali. Venerdì Steven Mnuchin, segretario al Tesoro americano, ha detto che l’amministrazione è disposta a cancellare prestiti pubblici alle piccole imprese per 518 miliardi di dollari (452 miliardi di euro). Con una firma, Washington varerebbe così più sussidi di quanti sia riuscita a organizzare l’Unione europea dopo cinque mesi di lavoro e dopo il vertice dei capi di Stato e di governo più lungo della storia. La parte dei trasferimenti diretti nel Recovery Fund sarebbe infatti di 390 miliardi di euro, benché al momento in cui il Corriere è andato in stampa non c’era ancora accordo fra leader europei sull’ultima proposta di compromesso.

I fondi per l’Italia: il punto sulle risorse
Il confronto con gli Stati Uniti
La svolta

Il confronto fra Washington e Bruxelles però non sarebbe corretto: gli Stati Uniti sono una federazione da quasi due secoli e mezzo, mentre questa è la prima volta che l’Unione europea costruisce uno strumento di bilancio comune, finanziato attraverso l’emissione di debito comune e rimborsabile con «risorse proprie» di Bruxelles: entrate da definire della Commissione Ue, la quale ne risponderà all’Europarlamento. Nel Recovery Fund in discussione ieri sera si trovavano 390 miliardi di euro trasferimenti diretti e una cifra fra 310 e 360 miliardi di prestiti da rimborsare fra il 2026 e il 2056. I tempi lunghissimi e i tassi bassissimi dei prestiti rendono anche questi, in parte, di fatto dei trasferimenti diretti. Per quanto amaro lascino ai negoziatori gli ultimi giorni di scontri su dettagli spesso vitali, farebbero tutti male a dimenticare che questo pacchetto è rivoluzionario. Sempre che la messa in opera non affondi in una palude di accuse incrociate fra governi.

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Recovery Fund, Conte «vede» 200 miliardi: «È il miglior accordo possibile»

martedì, Luglio 21st, 2020

di Lorenzo Salvia

Recovery Fund, Conte «vede» 200 miliardi: «È il miglior accordo possibile»

«Do you remember Totti?». E poi il gesto del cucchiaio, come ai rigori nel mitico Italia-Olanda del 2000, semifinale degli Europei. Cucchiaio sì, cucchiaio no, cucchiaio forse: ai posteri l’ardua sentenza. Resta il fatto che in una pausa del negoziato infinito, qui a Bruxelles, la delegazione italiana ricorda ai colleghi/rivali olandesi proprio quella scena. Dieci secondi che non sono solo lo spezzone di una partita di calcio ma la fotografia di due diverse visioni del mondo. Sorrisi un po’ così, pacche sulle spalle senza esagerare, perché in Belgio il Covid sta salendo. Ma non è solo un siparietto anti stress.

Prima della stretta finale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte pensa che si stia profilando il «miglior risultato possibile». L’accordo dovrebbe garantire all’Italia 208,8 miliardi di euro tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti da rimborsare. È il più ottimistico tra i sei scenari che sono sul tavolo al mattino. Sulle sovvenzioni, il capitolo che ci sta più a cuore visto che si tratta di soldi a fondo perduto che non vanno rimborsati, c’è una piccola limatura ma la cifra resta sostanzialmente la stessa: un filo sopra gli 80 miliardi di euro, evitando quel taglio di 10 miliardi che la notte prima sembrava inevitabile e alla fine era stato pure metabolizzato. Mentre sui prestiti, che invece vanno rimborsati, la quota per l’Italia sale fino 127 miliardi di euro.

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Vertice Ue, accordo raggiunto nella notte: Recovery Fund da 750 miliardi, 390 saranno di sussidi

martedì, Luglio 21st, 2020

Al termine del vertice Ue più lungo della storia, i leader europei hanno raggiunto un accordo sul Recovery Fund e il Bilancio Ue 2021-2027. Lo annuncia il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Il Recovery Fund ha una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi. Il bilancio è stato fissato a 1.074 miliardi. All’adozione delle conclusioni è seguito un applauso.

Bruxelles, raggiunto l'accordo su Recovery Fund

“L’abbiamo fatto. Ci siamo riusciti – ha detto esausto ma soddisfatto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel -. L’Europa è solida, è unita. E’ stato difficile, ma è stata una maratona che è finita con un successo per tutti. E’ un momento centrale nella storia dell’Europa. E’ la prima volta che rafforziamo insieme le nostre economie contro la crisi”. Per il presidente francese Emmanuel Macron si tratta di una “giornata storica per l’Europa”. 

“Abbiamo un accordo. E’ un buon accordo! – ha twittato la premier belga Sophie Wilmes -. Con un bilancio 2021-2027 di 1.074 miliardi e un piano di risanamento di 750 miliardi. L’Unione europea non ha mai deciso di investire in modo così ambizioso nel futuro”.

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Europa fiduciosa su un accordo a Bruxelles. A Milano (+1%) strappa Ubi

lunedì, Luglio 20th, 2020

di Enrico Miele

(m.mphoto - stock.adobe.com)
(m.mphoto – stock.adobe.com)

Le Borse europee scommettono sulla “fumata bianca” Ue nel difficile negoziato sul Recovery Fund e chiudono quasi tutte in rialzo la seduta dopo le incertezze della mattinata. I mercati attendono così l’esito della maratona, in corso da giorni, per capire la reale entità degli aiuti che l’Europa metterà in campo per ripartire dopo l’emergenza Covid e, soprattutto, a quali condizioni per i Paesi membri, con il premier Giuseppe Conte che si dice “cautamente ottimista” prima di entrare alla nuova sessione plenaria (slittata più volte, ora prevista alle 18). In attesa di notizie rassicuranti da Bruxelles, a trainare il Ftse Mib ci ha però pensato il risiko bancario, con l’indice in rialzo dell’1% che si conferma ai massimi da inizi marzo. La speranza di un accordo ha favorito anche i titoli governativi, con il rendimento del BTp 10 anni sotto l’1,1% e lo spread giù a 155 punti. Le attenzioni di Piazza Affari si sono così concentrate sul futuro assetto del credito, con Ubi che ha guadagnato il 14% a 3,7 euro per azione dopo che Intesa Sanpaolo (+1,2%) ha migliorato, con una proposta anche in contanti, l’offerta pubblica per arrivare al controllo del gruppo (e i valori di Ubi si sono praticamente allineati alla nuova proposta). In rapida salita anche Banco Bpm (+5,5%) grazie alle indiscrezioni che la vedono in combinazione con UniCredit (con cui ci sarebbero stati contatti al vertice) o Mps (+15%).

Wall Street debole, preoccupano contagi Covid

Intanto è debole Wall Street, dopo la terza settimana positiva di fila per Dow Jones e S&P 500. L’attenzione degli investitori è rivolta al dibattito parlamentare sulla necessità di nuovi aiuti per contrastare gli effetti negativi del nuovo coronavirus e a un’altra serie di trimestrali, come Microsoft, Intel, Twitter, Ibm e Tesla. Per quanto riguarda la Covid-19, numero record di infezioni in molti Stati, a partire dalla Florida, ma il presidente statunitense Donald Trump ha cercato di sminuire la gravità della situazione. In tutto, nel Paese sono stati registrati oltre 3,7 milioni di casi e 140.474 morti.

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Vertice Ue, Conte: «Cauto ottimismo». Rutte apre. Paesi “frugali” verso ok a 390 miliardi per Recovery Fund

lunedì, Luglio 20th, 2020

Ma ci sono ancora molti nodi da sciogliere, tra cui l’ammontare dei finanziamenti e la ripartizione tra sussidi e prestiti dei fondi che dovrebbero essere stanziati per il Recovery Fund. La plenaria slitta alle 18

Consiglio Ue, von der Leyen: “Siamo sulla strada giusta”

«Dopo tre giorni e tre notti entriamo nella fase cruciale, ma ho l’impressione che i leader Ue vogliano davvero un accordo, stanno mostrando reale volontà di trovare una soluzione, un accordo ci serve per i cittadini, per la Ue. Sono positiva per oggi, non ci siamo ancora ma le cose si muovono nella giusta direzione»: lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen entrando al vertice Ue. Impressione di un cambiamento confermata da Giuseppe Conte: «Stanotte c’è stata una svolta: dobbiamo essere ancora cauti ma direi che sono cautamente ottimista».

I leader dei cosiddetti Frugali sono aperti alla possibilità di dare il loro ok ai 390 miliardi di sussidi per il Recovery Fund che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sta preparando in vista della plenaria del vertice Ue (slittata più volte, ultimo orario alle 18 di lunedì 20 luglio) ma molto dipenderà anche dagli altri elementi. Tra le questioni in ballo, c’è anche quella dei «rebates» (sconti), vale a dire i rimborsi sul Bilancio Ue 2021-2027.

Tra i commenti moderatamente ottimisti c’è anche quello del presidente francese Emmanuel Macron che pur affermando di restare «prudente» parla di «speranze per un compromesso» e aggiunge che siederà al tavolo del nuovo round di negoziati determinato a ottenere passi avanti significativi. E lo stesso Macron dice esplicitamente: «Se non ci fosse spirito di compromesso» al vertice Ue oggi «ci sarebbe il rischio di provocare momenti più duri che alla fine costerebbero più cari» all’Unione

Conte: «Non è tempo di tergiversare»

A margine del Consiglio europeo Conte ha commentato: «Non stiamo scherzando. Stiamo offrendo una risposta europea e non possiamo scherzare più». E ancora: «Lo dobbiamo ai nostri cittadini colpiti dalla gravità delle conseguenze della crisi: non è tempo di tergiversare». Il presidente del Consiglio italiano si è impegnato a battersi «fino alla fine perché le risorse siano cospicue e favoriscano la ripresa». E ancora: «Siamo favorevoli alla condizionalità climatica perché i sussidi sono orientati alla svolta energetica e digitale».

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Coronavirus, Lancet: dal vaccino creato a Oxford forte risposta immunitaria | Johnson: “Notizie molto positive”

lunedì, Luglio 20th, 2020

Il vaccino ChAdOx1 contro il coronavirus, creato dallo Yenner Institute della Oxford University e dall’italiana Irbm, “ha indotto una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56esimo giorno della sperimentazione”. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Lancet; si tratta tuttavia di esiti preliminari, tanto che viene sottolineato che “ulteriori studi sono necessari per confermare se il vaccino protegga effettivamente dal Covid-19”.

L’articolo pubblicato su Lancet evidenzia “promettenti primi risultati” relativamente al vaccino ChAdOx1, che è definito “sicuro” e con “pochi effetti collaterali”. I risultati preliminari hanno infatti dimostrato che nel campione di 1.077 soggetti adulti sani coinvolti nella sperimentazione, il vaccino era in grado di determinare “forti risposte” nella produzione di anticorpi e cellule immunitarie T fino al giorno numero 56 della sperimentazione clinica attualmente in corso.

Le risposte, sottolineano i ricercatori dello Jenner Institute, “possono essere addirittura maggiori dopo una seconda dose, secondo uno studio su un sottogruppo di 10 partecipanti”. Gli autori invitano comunque alla cautela, sottolineando che “ulteriori studi clinici dovrebbero essere condotti su questo prototipo di vaccino”.

Secondo i risultati preliminari il potenziale vaccino causa effetti collaterali minori, alcuni dei quali possono essere ridotti assumendo paracetamolo. “Se il nostro vaccino è efficace, è una possibilità promettente che questo tipo di vaccini possa essere prodotto su vasta scala – spiega Sarah Gilbert dell’università di Oxford -. Un vaccino di successo contro il Sars-CoV-2 potrebbe essere usato per evitare infezioni, malattie e morte nell’insieme della popolazione, con le popolazioni più a rischio come operatori ospedalieri e anziani rese prioritarie nel riceverlo”. 

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