Archive for Luglio, 2020

Attenti al numero verde della banca: il nuovo inganno è il voice phishing

venerdì, Luglio 17th, 2020

di Bianca Lucia Mazzei

(Prostock-studio - stock.adobe.com)
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Il mondo delle truffe online è ampio, multiforme e in velocissima espansione. Le frodi creditizie volte all’acquisto di beni o alla sottoscrizione di finanziamenti (si veda l’articolo sopra) non esauriscono infatti il campo dei raggiri effettuati a mezzo internet. Vanno anche considerate le violazione dei sistemi di home-banking, l’autorizzazione a bonifici o pagamenti carpite con mail e telefonate truffaldine che raccontano storie verosimili, spesso costruite su misura grazie alle informazioni personali rubate.

Ci sono poi gli attacchi alle imprese noti come Bec fraud(Business e-mail compromise) o Ceo fraud (Chief exeutive officer) attraverso i quali i malviventi riescono a intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende o fra dirigenti della stessa azienda e a dirottare somme importanti su conti correnti controllati .

Nei primi quattro mesi di quest’anno, in tema computer crime (phishing, attacchi informatici, malware), la polizia postale ha ricevuto denunce (4.201) praticamente pari a quelle relative all’intero 2019 (4.282). E le somme sottratte da gennaio ad aprile 2020 (20,2 milioni di euro di cui 8,7 recuperate) sono appena inferiori a quelle “rubate” in tutto il 2019 (circa 21,3 milioni di cui 18 recuperate).

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Coronavirus, nuovo record negli Usa: 77 mila contagi in un giorno. Stretta a Barcellona: «State a casa»

venerdì, Luglio 17th, 2020

Gli Stati Uniti hanno registrato giovedì un nuovo record nei contagi giornalieri di coronavirus, con 77.300 casi in 24 ore che — secondo i conteggi elaborati dalla Johns Hopkins University — portano il totale a oltre 3,5 milioni. Le infezioni sono in aumento in 30 stati, mentre i decessi nell’ultimo giorno sono stati quasi mille, che portano il totale a 138 mila. È l’undicesima volta nell’ultimo mese che il primato viene ritoccato: il record precedente era stato stabilito venerdì scorso, con 68 mila casi. In poche settimane, i casi quotidiani sono più che triplicati: a metà giugno la media era a 25 mila. Negli Stati più colpiti, tra cui Texas e Arizona, sono stati attivati i camion refrigerati per custodire le salme con gli obitori ormai a massima capienza. Nelle scorse ore, intanto l’India ha superato il milione di casi, diventando il terzo Paese a farlo dopo Stati Uniti e Brasile, che sempre ieri ha superato i 2 milioni: tutti e tre i Paesi, la pandemia sta provocando il caos nei sistemi sanitari, nell’economia e nella vita quotidiana dei cittadini.

La Gran Bretagna

Nel frattempo, in Gran Bretagna — terzo Paese al mondo e primo europeo per decessi, con 45 mila — il primo ministro Boris Johnson ha affermato oggi che il Paese non tornerà «alla vita normale» prima di novembre, nella migliore delle ipotesi. Il governo ha però lasciato ai datori di lavoro la decisione sul lavoro da remoto. Secondo quanto racconta il Guardian, Johnson, preoccupato, ha annunciato un ulteriore finanziamento per 3,8 miliardi di euro per il sistema sanitario nazionale, che servirà a preparare il settore sanitario nel caso in cui una seconda ondata di coronavirus si presenti questo inverno. I fondi, che saranno disponibili immediatamente, dovrebbero essere utilizzati per tenere aperti gli ospedali di emergenza fino a marzo e per aumentare il numero di test per il coronavirus condotti al giorno, portandolo così a 500 mila come il governo aveva precedentemente promesso.

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Rientro a scuola a settembre 2020. I sindacati: «Non ci sono le condizioni, senza un intervento straordinario»

venerdì, Luglio 17th, 2020

A meno di due mesi dalla riapertura promessa delle scuole, presidi, assistenti amministrativi e bidelli trascorrono le loro giornate con il metro in mano, misurando e spostando banchi e arredi, mappando aule, palestre, laboratori e corridoi: insomma tutti gli spazi recuperabili per far posto agli studenti rispettando le regole del distanziamento imposte dall’emergenza sanitaria. Ma per quanti sforzi facciano, allo stato, come riconosciuto dalla stessa ministra Lucia Azzolina, non c’è posto per un 15 per cento di alunni italiani, 1,2 milioni di bambini e ragazzi. Una situazione che il leader della Cgil Scuola Francesco Sinopoli sintetizza così: «Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e della scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è».

L’allarme dei sindacati

Sinopoli ha parlato nel corso della conferenza stampa «La scuola si fa a scuola» promossa da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda della scuola. «La preoccupazione che sta nascendo – ha proseguito – è che poiché il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza. Noi sindacati vogliamo che si ritorni a scuola, non vogliamo soluzioni diverse. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola. Il governo deve dire con chiarezza che bisogna riaprire la scuola in presenza», ha concluso il sindacalista. La ministra Azzolina si è impegnata a chiedere al Mef 80 mila nuovi docenti (tanti sono i posti liberi quest’anno), ma per riempirli mancano i candidati, soprattutto al Nord dove alcune graduatorie (matematica, italiano e sostegno) sono esaurite da tempo. Sia quelle dei precari storici che quelle dei concorsi, rinviati in sospeso a causa impigliati nell’avvicendamento di governi e ministri: il primo – quello straordinario per 32 mila nuovi prof delle medie e delle superiori – dovrebbe svolgersi in autunno (le iscrizioni si sono appena aperte) ma non porterà in cattedra i vincitori prima di settembre 2021. Mentre già l’anno scorso di 53 mila nuove assunzioni autorizzate dal ministero dell’Economia meno della metà (25 mila) sono andate a buon fine.

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Recovery Fund e non solo: ecco i 5 punti su cui i leader Ue non si mettono d’accordo

venerdì, Luglio 17th, 2020

di Francesca Basso

Faccia a faccia

A Bruxelles alle 10 inizia il Consiglio europeo straordinario che dovrebbe portare a un accordo sul Recovery Fund e sul bilancio Ue 2021-2027 a cui è legato. Una pioggia di miliardi che gli Stati membri non avevano mai visto finora, necessari per far fronte alla crisi scatenata dalla diffusione della pandemia e per trasformare le economie europee in modo verde, sostenibile e digitale. L’enorme sforzo economico non trova però tutti i leader Ue d’accordo e il Consiglio europeo dovrà arrivare a un compromesso. È in gioco il futuro politico dell’Ue e il concetto di solidarietà che ne sta alla base. I capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri sono stati convocati dal presidente Charles Michel per venerdì e sabato, sarà una maratona negoziale lunga e difficile per i diversi interessi in gioco. È il primo summit di persona da quando è scoppiata la pandemia.

Il ruolo della Germania

La Germania ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue il primo luglio. Mai il caso è stato più propizio. Questo incarico ha imposto a Berlino un ruolo forte di mediatore e di guida, che spesso in passato ha esercitato in modo meno intenso e con poca voglia preferendo la tattica di guidare le scelte europee restando dietro i riflettori. Per la cancelliera Angela Merkel, che si avvia alla fine del suo mandato politico, questi sei mesi saranno il suo lascito alla costruzione europea che sta vivendo un momento di crisi. Lo slogan scelto dalla presidenza è emblematico: «Insieme per la ripresa dell’Europa». La proposta della Commissione Ue di un Recovery Fund costituito da trasferimenti a fondo perduto in cambio di riforme e da prestiti è il risultato della fuga in avanti di Berlino e Parigi che hanno imposto agli altri Stati membri la necessità di una solidarietà europea di fronte alla crisi scatenata dal Covid: chi ha di più deve aiutare chi è in difficoltà. O in altri termini, come ha spiegato Merkel: «L’Europa ha bisogno di noi, tanto quanto noi abbiamo bisogno dell’Europa». Arrivare a un accordo in questo Consiglio darebbe il segnale di una compattezza tra gli Stati Ue che al momento non si riesce a vedere. Ma Merkel è molto cauta: «Le differenze sono ancora molto, molto grandi e non possiamo prevedere se riusciremo a raggiungere un risultato», ha detto arrivando al vertice Ue. «Mi aspetto trattative molto, molto difficili». E ha riconfermato l’asse franco-tedesco: «La Germania lavorerà insieme alla Francia per aiutare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel».

La governance, Olanda contro tutti

I nodi da sciogliere sono ancora cinque, di cui due di natura politica. Primo punto la governance, ovvero le regole sull’uso dei fondi: l’Olanda vuole un voto all’unanimità in Consiglio (in pratico il diritto di veto) per l’approvazione dei piani nazionali di ripresa, contenenti le riforme che i Paesi devono attuare per avere i soldi. Tutti gli altri 26 Stati membri non sono d’accordo (neppure gli altri nordici). Ma il premier olandese Mark Rutte sembra inamovibile.

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Andrea Crisanti: “Molti credono di vivere in una bolla, ma non ne siamo fuori”

venerdì, Luglio 17th, 2020

La risposta poco convinta degli italiani all’indagine di sieroprevalenza “significa che è stato commesso qualche errore. Hanno sbagliato la comunicazione e l’approccio. Il test doveva essere accompagnato dal tampone, allora sì che sarebbe stato un successo. A Vo’ abbiamo testato tremila persone in tre giorni”. Andrea Crisanti parla con la franchezza solita, che abbiamo imparato a conoscere nei suoi interventi, nelle repliche fulminanti al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Il virologo, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova e del laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università AO di Padova, fa riferimento a quel “modello Veneto” da lui ideato che proprio partendo dall’indagine realizzata a Vo’ Euganeo ha aiutato la Regione a evitare la crisi in cui rischiava di precipitarla la pandemia. Alla strategia del Governo, basata sull’indagine di sieroprevalenza e la App “Immuni”, non ha lesinato obiezioni.

Professore, il ministro Speranza ha appena inserito nella black list dei Paesi a rischio anche Serbia, Montenegro e Kosovo per fermare gli arrivi in Italia.

Mi sembra una cosa di assoluto buon senso, considerando quello che sta succedendo nel resto del mondo.

Proprio a tale proposito: nella lista mancano gli Stati Uniti. Nei giorni scorsi sia Ricciardi che Galli hanno detto che bisognerebbe chiudere i voli anche agli Usa. Lei che pensa?

Sono d’accordo, l’ho detto da tempo. Mi chiedo: il mancato inserimento degli Stati Uniti nella lista è forse una dimostrazione di sudditanza politica?

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“Mai escluso il Mes”. Gualtieri ignora mesi di veti M5S: “Giorni decisivi per l’Ue”

venerdì, Luglio 17th, 2020

“Il Governo non ha mai escluso l’uso della nuova linea di credito del Mes”. Roberto Gualtieri ignora mesi di veti del Movimento 5 stelle sull’accesso al Fondo Salva Stati e in un’intervista al Corriere della Sera tiene ben aperte le porte, pur ribadendo che ora è decisivo concludere entro luglio il negoziato sul Recovery Fund, con l’obiettivo di non snaturarne l’architettura originaria.

Europa. ″È decisivo chiudere il negoziato al più presto, se possibile già in questo Consiglio europeo. Io sono fiducioso” dice il ministro dell’Economia. “I dati economici, come ha ricordato Christine Lagarde, ci dicono che una rapida implementazione del programma Next Generation Eu è essenziale per raggiungere una ripresa solida, sostenibile, orientata al futuro e capace di salvaguardare il mercato unico. Su questa posizione – ricorda – che l’Italia ha sostenuto fin dall’inizio con forza, è maturato un largo consenso il che rappresenta una novità politica di straordinario rilievo”. Quanto la parziale revisione al ribasso dello strumento, per Gualtieri, “la proposta di Charles Michel conferma l’ammontare complessivo, la ripartizione tra trasferimenti e prestiti e l’architettura del Recovery Fund. E non era scontato. Ci batteremo con forza per non modificare questi elementi. Esistono inoltre alcune criticità in quella proposta su cui saremo molto determinati”.

Crisi. Davanti all’Italia, l’incubo spesso evocato di un autunno di tensioni sociali che Gualtieri prova a ridimensionare: “I dati economici più recenti sono incoraggianti” dice, intravedendo un “rimbalzo dell’economia” dovuto “anche alle misure adottate”. Ma “il calo del Pil sarà pesante e per questo con il prossimo scostamento che sarà di 20 miliardi proseguiremo nell’azione di sostegno e di stimolo all’economia per attutire l’impatto sociale della crisi e accompagnare adeguatamente la ripresa”. 

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Sanremo 2021 ancora con Amadeus e Fiorello. Festival slitta: le nuove date

venerdì, Luglio 17th, 2020

Sanremo – Il Festival di Sanremo 2021 sarà ancora nel segno di Amadeus e Fiorello. La conferma ufficiale arriva dal direttore di Rai 1, Stefano Coletta, alla presentazione dei nuovi palinsesti Rai. “Sanremo 2021 sarà di nuovo affidato al direttore artistico Amadeus, persona misurata, garbata, ma anche grande intrattenitore, che ha fatto un gran lavoro di selezione delle canzoni”, dice Coletta. “Insieme a lui ci sarà il grande Fiorello. Sarà un Samremo che riaprirà la nostra normalità: viva Sanremo”, conclude. La coppia di conduttori torna dopo il successo di quest’anno, con record su record di share e ascolti. 

Comunicate anche le date per l’edizione 2021 che  “è stata differita dal 2 al 6 marzo” proprio per cercare di “realizzarlo nella formula tradizionale. Al piano B ci stiamo pensando, ma il piano B non è Sanremo”, ha spiegato ancora Coletta, rispondendo a una domanda sulle possibili restrizioni legate all’emergenza sanitaria.

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Inutile rinviare le scadenze. Moratoria fiscale per salvare le imprese

venerdì, Luglio 17th, 2020

di DAVIDE NITROSI

Nessuno sarà lasciato solo, dicevano nei mesi tragici del lockdown. Promesse mirabolanti: “Lo Stato c’è e mette subito la sua potenza di fuoco nel motore dell’economia. Quando si rialza, l’Italia corre” annunciava Conte il 6 aprile. Peccato che l’Italia non solo non abbia ricominciato a correre (cosa che non fa da vent’anni, si guardi il pil), ma neppure si sia rialzata. Chi ha pensato male avrà fatto anche peccato ma ci ha azzeccato pure stavolta. Perché alla fine – tolta la pula della propaganda – la grande potenza di fuoco, quei milioni di italici moschetti, si è ridotta ai prestiti garantiti (comunque da restituire con tanto di interessi) e al rinvio per qualche settimana delle scadenze fiscali.

Altro che iniezioni di liquidità. Lo Stato esoso, che ha superato i 2.500 miliardi di debito e non ha risparmiato un euro con la spending review, si è rialzato ma invece di correre ha ricominciato a battere cassa. Il 20 luglio quattro milioni e mezzo di partite Iva dovranno versare il saldo 2019 e il primo acconto 2020 dell’Iva. Il bazooka del governo è un fucile a tappo: semplicemente il rinvio di 20 giorni dell’imposta, comunque da pagare senza tenere conto che gli autonomi sono in ginocchio, con riserve di liquidità esaurite dopo mesi di stop forzato e attività ridotte dalle regole anti contagio. Se davvero si volessero aiutare artigiani, autonomi e imprese, ci vuole coraggio: anche con una moratoria fiscale straordinaria. L’eccezionalità del momento richiede sforzi eccezionali, non solo parole e promesse. A che cosa serve sforare i parametri europei, aumentare il debito pubblico, sfidare le regole contabili, se non si trasforma il tutto in carburante per l’Italia che lavora e produce?

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Coronavirus annientato dai raggi ultravioletti, studio italiano svela “la giusta dose”

venerdì, Luglio 17th, 2020

di VALERIA PANZERI

Milano – I ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), in collaborazione con l’Università degli studi di Milano e altri centri di ricerca, hanno depositato due preprint nell’archivio internazionale delle scienze mediche che confermano che i raggi ultravioletti sono in grado di “uccidere” il Covid, grazie al loro potere sterilizzante. Nel primo articolo sono descritte le misure di laboratorio con le quali sono state determinate le soglie e i tempi di esposizione necessari per neutralizzare il virus mediante l’irraggiamento di luce ultravioletta. L’intensità della radiazione solare registrata nei due emisferi durante l’alternanza delle stagioni è stata invece oggetto del secondo studio. I dati, essendo frutto di un lavoro scientifico multidisciplinare sono solidi, il problema, come spesso accade, potrebbe derivare da un’interpretazione distorta o un’informazione poco chiara. 

Sulla questione è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza che ha invitato i cittadini a fare attenzione a certi presidi, come alcune lampade, che vanterebbero poteri sterilizzanti. Quello dei raggi ultravioletti è stato infatti uno dei temi affrontati dal report RAPEX (sistema comunitario di informazione rapida sui prodotti non alimentari) del 10 luglio, accanto alle abituali segnalazioni di mascherine contraffatte e ai gel igienizzanti non sufficientemente concentrati in termini di principi attivi. Come è noto infatti la luce ultravioletta del sole indebolisce il virus e lampade che utilizzano i raggi UV a onda corta vengono citate anche per il loro potere germicida come possibile strumento nella lotta al Covid-19. Tuttavia, sottolinea il Ministero: “non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle. Le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi”.

Abbiamo contattato Nichi D’Amico – presidente dell’Inaf e professore ordinario di Astrofisica presso l’Università di Cagliari – che ci ha spiegato i passaggi più rilevanti di queste due ricerche, nonché il corretto inquadramento di tali informazioni nel contesto dell’emergenza sanitaria. 

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Non è con i brontolii che si cambia l’Italia

venerdì, Luglio 17th, 2020

di Angelo Panebianco

C’è sempre, in qualunque situazione sociale complessa, un divario, una forbice, fra ciò che «bisognerebbe» fare per migliorare le cose, ciò che «si può» fare tenendo conto delle risorse umane e materiali disponibili e, infine, ciò che realmente «si fa e si farà» dati gli esistenti vincoli culturali, politici e istituzionali. In Italia, qualunque persona con la testa sulle spalle deve a questo punto essere preoccupatissima. Alla suddetta persona non può sfuggire che in Italia il divario fra questi tre livelli è amplissimo: ci sono voragini che li separano l’uno dall’altro.
Prendo lo spunto da due editoriali apparsi sul Corriere (di Federico Fubini il 14 luglio e di Francesco Giavazzi il 15 luglio). Fubini osserva che mentre il «bla bla» della politica ufficiale sui fondi europei è un fiume in piena, un’ inondazione, non è stato allestito alcun piano (che va presentato alle autorità europee) per spiegare come verranno impiegati quei fondi. Non è stato allestito, benché i tempi stringano, perché la politica non ha ancora la più pallida idea di cosa fare con quel denaro (un monopattino per tutti?). Giavazzi scrive che, benché sia stato giusto, fra marzo e maggio, impiegare le risorse disponibili per fini di protezione sociale, ora occorre «cambiare registro», passare a un diverso uso (in senso produttivo) delle risorse, e in particolare di quelle che verranno dall’Europa. Giavazzi si sofferma dapprima sullo stato critico in cui versa la scuola. Ha ragione e bisognerebbe occuparsene. Se non che il governo della scuola è stato di fatto consegnato ai sindacati ormai da molti decenni. E i sindacati sono interessati alle sanatorie, non si sono mai preoccupati né si preoccuperanno mai della qualità di ciò che viene insegnato, del servizio offerto agli studenti. In materia scolastica questo governo non è più colpevole dei suoi tanti predecessori (di sinistra e di destra). Ma non farà ciò che Giavazzi auspica, non cambierà registro. È, per l’ appunto, il divario fra ciò che bisognerebbe fare e ciò che si fa.

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