Archive for Luglio, 2020

L’avanzata dello Stato e la stagione incompiuta delle privatizzazioni

venerdì, Luglio 17th, 2020

di Dario Di Vico

Ha preso a circolare in questi giorni un e-book di “racconti economici” scritto da Filippo Cavazzuti, il professore bolognese prima sottosegretario con Ciampi, poi commissario Consob e che in qualche modo incarna il tentativo della sinistra italiana di conciliare Stato e mercato. Il titolo è intrigante: «Il capitalismo finanziario italiano è un’araba fenice?» e ci riporta agli anni ‘90, alla stagione delle grandi privatizzazioni e all’idea di irrobustire il capitalismo italiano proprio a partire dalla ritirata dello Stato. Il disegno era complesso e sofisticato: passava per l’apertura alle Goldman Sachs e alle Morgan Stanley, prevedeva un ricco sistema di authority indipendenti, in definitiva mirava ad avvicinare l’Italia – il Paese dell’Iri – alla cultura anglosassone.

Il passo del gambero

Il mercato finanziario avrebbe dovuto poi favorire, a tutela dell’efficienza delle imprese, la circolazione della proprietà grazie anche a un nuovo rapporto di fiducia tra gli italiani e la Borsa. Da allora non è trascorso un secolo, come pure potrebbe sembrare, ma meno di 25 anni e ci troviamo di fronte a uno scenario di segno totalmente opposto. Le Autostrade tornano di proprietà dello Stato, il Monte dei Paschi che non era mai stato pubblico lo è diventato, il Mediocredito Centrale si è annesso la Popolare di Bari, l’Alitalia è ancora a carico dei contribuenti e per l’Ilva si prospetta una dolorosa ri-pubblicizzazione. Questo passo del gambero è sufficiente per dire che la nostra struttura economica si è rivelata riottosa verso il mercato e ha un atavico bisogno di Stato? Oppure sono stati i nostri capitalisti a non avere gamba e a obbligarci a rispolverare i ritratti di Alberto Beneduce?

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Gualtieri: «Il governo? Mai escluso l’uso del credito del Mes. Il debito di Atlantia non graverà su italiani»

venerdì, Luglio 17th, 2020

di Federico Fubini e Monica Guerzoni

Gualtieri: «Il governo? Mai escluso l'uso del credito del Mes. Il debito di Atlantia non graverà su italiani»

Roberto Gualtieri

Ministro Roberto Gualtieri, lo scontro nel governo su Autostrade è stato durissimo, tanto che il premier era entrato in Consiglio dei ministri col decreto di revoca in mano. L’accordo è quello che lei sosteneva?
«Non c’è stato nessuno scontro, ma un complesso confronto con Aspi che si è sbloccato in extremis. A fare la differenza è stata proprio la nostra compattezza. La leadership del presidente Conte, il lavoro della ministra Paola De Micheli e l’impegno di tutto il governo sono stati decisivi. Con questo accordo si apre una pagina completamente nuova. Un regime concessorio più moderno, efficiente ed equo e un’ambiziosa operazione di politica industriale volta a rilanciare un’infrastruttura strategica, imperniata su un investitore di lungo termine come Cassa depositi e prestiti, che vuole offrire una proficua opportunità di impiego del risparmio nell’economia reale e nello sviluppo del Paese».

Che Cdp possa decidere i nuovi soci di suo «gradimento» non è una violazione dello stato di diritto? E il fatto che l’operazione sposti 10 miliardi di debito dai soci privati di Atlantia al socio pubblico di Cdp, lo Stato, la lascia tranquillo?
«È del tutto normale e conforme a pratiche comuni di mercato che Cdp abbia un ruolo nella individuazione di partner strategici e del nucleo stabile degli investitori di lungo termine. Peraltro il progetto prevede la quotazione della società e l’apertura del capitale. Per quanto riguarda il debito, non si sposta da nessuna parte, resta dov’è, in Aspi, che conserverà una redditività adeguata a ripagarlo, senza gravare in nessun modo sul bilancio dello Stato».

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Il Sole costellato di falò: le spettacolari immagini mai così vicine

venerdì, Luglio 17th, 2020

La superficie del Sole è costellata di innumerevoli eruzioni – mai viste finora – che ricordano dei falò. E’ quanto rilevato dalle immagini inviate dalla sonda Solar Orbiter di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Nasa. Nessuna altra immagine del Sole è stata ripresa da una distanza così ravvicinata così come quelle acquisite dalla suite di strumenti a bordo di Solar Orbiter.

Lanciata il 10 febbraio, la missione è la più ambiziosa mai diretta al Sole. Ha catturato le immagini con suoi dieci strumenti, tre dei quali italiani, realizzati da Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrosifica (Inaf), Thales Alenia Space (Thales-Leonardo). Università di Firenze e di Genova.

“Abbiamo al momento solo le prime immagini e già possiamo osservare nuovi fenomeni interessanti”, ha detto il responsabile scientifico della missione, Daniel Müller. “Non ci aspettavamo davvero di avere risultati così importanti già all’inizio”, ha aggiunto. 

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Bomba d’acqua su Palermo, nessun cadavere nell’auto sommersa | La Procura apre un’indagine per disastro colposo

venerdì, Luglio 17th, 2020
Palermo, la foto del poliziotto simbolo dell'alluvione

Non ci sono corpi nel sottopasso di Palermo dove la bomba d’acqua ha intrappolato decine di auto. Le macchine, riferisce il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, sono state tutte controllate. Nel frattempo la procura ha aperto una indagine per disastro colposo, dopo la violenta alluvione, per accertare eventuali responsabilità nell’assenza di misure necessarie a prevenire e fronteggiare l’emergenza meteo.

A seguito degli straordinari eventi meteorologici la Protezione Civile di Palermo ha attivato la sala Operativa Regionale per dare supporto al Comune nelle attività di ripristino delle condizioni di viabilità dell’asse viale Regione Siciliana. Mezzi anfibi, idrovore e autobotti sono stati messi a disposizione del Dipartimento Regionale per liberare  il sottopasso di via Belgio dove acqua e fango avevano reso impraticabile la viabilità.

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Allarme della Dia: “Per le mafie possibile boom di guadagni dopo il coronavirus” | Droga e giochi i “settori” più redditizi

venerdì, Luglio 17th, 2020

La “paralisi economica” provocata dal coronavirus può aprire alle mafie “prospettive di arricchimento ed espansione paragonabili a ritmi di crescita che può offrire solo un contesto post-bellico”. A lanciare l’allarme è la Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione semestrale inviata al Parlamento. Il rischio è che le mafie allarghino il loro ruolo di “player affidabili ed efficaci”, mettendo le mani anche su medie e grandi aziende in crisi.

Lo shock provocato dal virus – scrivono gli analisti – ha avuto un impatto diretto su un sistema economico già in difficoltà e ha ridotto ulteriormente le disponibilità di liquidità finanziaria. Una situazione che potrebbe “finire per compromettere l’azione di contenimento sociale che lo Stato, attraverso i propri presidi di assistenza, prevenzione e repressione ha finora, anche se a fatica, garantito”, generando problemi di ordine pubblico. E’ in questo contesto che si inseriscono le mafie.

I due scenari Da un lato le organizzazioni si fanno carico di fornire un “welfare alternativo” a quello dello Stato, dall’altro lavorano per “esacerbare gli animi” in quelle fasce di popolazione che cominciano “a percepire lo stato di povertà a cui stanno andando incontro”.  Secondo gli investigatori si prospettano dunque due scenari: uno di breve periodo, in cui le organizzazioni punteranno “a consolidare il proprio consenso sociale attraverso forme di assistenzialismo, anche con l’elargizione di prestiti di denaro, da capitalizzare” alle prime elezioni possibili, e uno di medio-lungo periodo, in cui le mafie, e la ‘ndrangheta in particolare, “vorranno ancora più stressare il loro ruolo di player affidabili ed efficaci anche su scala globale”.

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Massimo Giletti a In Onda: “Nelle intercettazioni del boss Graviano un passaggio gravissimo, perché Bonafede non smentisce?”

giovedì, Luglio 16th, 2020

Massimo Giletti non si ferma neppure di fronte alle minacce. Il conduttore di Non è l’Arena, ospite della trasmissione In Onda su La7 e condotta da Luca Telese e David Parenzo, ha ripercorso quanto accaduto. In particolare il giornalista si è soffermato sulla frase pronunciata dal carcere dal boss Filippo Graviano su Giletti e Nino Di Matteo: “Non scassi la min**ia, il ministro sta facendo il suo lavoro e loro rompono”, è l’intercettazione-choc a cui Giletti ha risposto: “In un Paese normale il ministro mi avrebbe avvisato”.

Questo Giletti ha scassato la minch***. Super-boss intercettato in carcere, roba terrificante: voleva farsi sentire

“Questo Giletti ha scassato la minch***”. Super-boss intercettato in carcere, roba terrificante: voleva farsi sentire

Giletti, infatti, ha saputo dell’accaduto solo attraverso i giornali e non dal Guardasigilli: “Questo – prosegue – è un passaggio pesantissimo, il boss Graviano dice che il Ministro sta facendo il suo lavoro. Da Bonafede nessun commento”. Il conduttore di La7 si chiede perché il grillino “non smentisce pubblicamente. Se io fossi ministro della Giustizia e un boss mafioso dicesse di me una cosa del genere, dopo due minuti direi prenderei le distanze”. In ogni caso Giletti ne è sicuro: “Cìè una trattativa Stato-Mafia”.

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Coronavirus, le ultime novità sulle vacanze. Aerei, bonus e dove si può andare

giovedì, Luglio 16th, 2020

di GLORIA CIABATTONI

Ecco un nuovo capitolo coronavirus in questa estate 2020: sono state prorogate al 31 luglio 2020 tutte le misure restrittive contenute nel Dpcm dell’11 giugno scorso, e poiché siamo nella stagione delle vacanze estive (per chi potrà permettersele), vediamo cosa cambia, e come, per le persone che vorranno spostarsi, sia per diporto che per lavoro. La proroga conferma il divieto di ingresso o quarantena per chi arriva da Paesi extra Ue e controlli più stringenti su aeroporti, porti e confini. E poiché ogni giorno, o quasi, c’è una novità, prima di mettersi in viaggio sarà bene consultare i siti ufficiali (anche per conoscere restrizioni, o eventuali questionari da compilare prima di recarsi in un cerco Paese, o obblighi di quarantena, ecc.) come quello del Ministero della Salute, della Protezione Civile, dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Unità di crisi della Farnesina www.viaggiaresicuri.it. Ma cominciamo da casa nostra, dal famoso “Bonus vacanze”.

Coronavirus Italia, l’ultimo bollettino

BONUS VACANZE

E’ un po’ come l’araba fenice, si sa che c’è ma come catturarla per molti ancora non è chiaro: è il Bonus vacanze 2020, valido fino al 31 dicembre 2020. Chi è in possesso dei requisiti può fare domanda (già dal 1° luglio) tramite l’app IO della Pubblica Amministrazione, e consiste in un contributo per famiglie che decidono di trascorrere le vacanze presso una struttura ricettiva italiana. Per poter usufruire del bonus c’è un limite di reddito ISEE, non superiore a 40.000 euro. Si possono avere 500 euro per un nucleo famigliare di almeno 3 persone, 300 euro per due persone e 150 euro per un solo componente. Bisogna inoltre essere in possesso dello SPID o della Carta d’Identità Elettronica per fare domanda del contributo. Il bonus è utilizzabile all’80% come sconto e al 20% come detrazione. Le spese devono essere sostenute in un’unica soluzione in una singola impresa turistico ricettiva (alberghi, B&B ecc.), il totale del corrispettivo deve essere documentato da fattura elettronica o documento commerciale in cui viene indicato il codice fiscale del soggetto che intende fruire del credito. Sono escluse piattaforme o portali telematici diversi da agenzie di viaggio e tour operator.

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“Se l’Italia diventa il Venezuela, chi investirà?”. Intervista a Giovanni Tria

giovedì, Luglio 16th, 2020

“La comunità internazionale avverte ormai il rischio legale di fare investimenti in Italia”. L’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria fa suonare l’allarme rosso sulla gestione del dossier Autostrade da parte del Governo. E mentre tutti festeggiano e cantano vittoria per la soluzione trovata in Cdm, lancia l’altolà sul pericolo che nel nostro Paese ci sia una “gestione venezuelana” dell’economia e che si facciano annunci troppo prematuri su questioni che hanno una risonanza difficilmente controllabile, con ripercussioni anche sulle tasche dei risparmiatori e dei contribuenti.

Professor Tria, come giudica la soluzione trovata sul dossier Autostrade?

Quello che vedo, ed è preoccupante, è il modo in cui si sta procedendo in questo accordo. Il titolo Atlantia vola oltre il 20 per cento, mentre l’altro giorno era crollato del 15%. Lei si immagina cosa vuol dire questo sui mercati? Stiamo parlando di società quotate, sono cose che lasciano perplessi. Una volta si muovevano controllori per valutazioni di responsabilità di queste oscillazioni di mercato.

Si riferisce alle recenti dichiarazioni di Conte contro la famiglia Benetton? 

Interventi della politica, che addirittura parla degli azionisti, mi pare siano fuori dalla normalità. Credo che ci sia un problema di sistema. Poi su quale sarà la soluzione futura, siccome stiamo parlando di società quotate, Atlantia nel caso specifico, le responsabilità sono delle società. Gli azionisti si nominano solo se ci sono profili penali. Qui c’è un problema di reputazione italiana per gli investitori internazionali e ne usciremo certamente danneggiati, al di là di quello che accadrà ad Autostrade.

Ci spieghi meglio, non dovevano essere tirati in ballo i Benetton?

Se c’è una società che risponde dei danni fatti, cioè Autostrade, c’è la magistratura che può accertare se ci siano effettivamente queste responsabilità e ancora non è stato accertato niente da questo punto di vista, quindi non è che la politica può ordinare, in modo diretto o indiretto, se una società può avere un azionista piuttosto che un altro. Poi io con i Benetton non ho nulla a che fare e non mi interessa questo, ma noto il modo anomalo con cui questa vicenda è stata gestita, tanto che ha fatto oscillare i mercati, forse facendo anche guadagnare qualcuno. Ci sono perplessità espresse anche da vari fondi internazionali sul modo in cui è stata condotta la vicenda.

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La notte in cui si litigò più per Casalino che per Benetton

giovedì, Luglio 16th, 2020

A mezzanotte anche il più mite di tutti, mai una parola fuori posto, mai uno scatto, modi che gli valsero il soprannome dell’Arnaldo Forlani del Pd, anche lui sbotta, e questo misura la temperatura della situazione. Lorenzo Guerini si avvicina a Giuseppe Conte mostrando sul suo iPhone la prima pagina del Fatto, quella dove compare mezzo Pd sotto la scritta “United dem of Benetton”: “Guarda il tuo amico Casalino – dice avvicinandoglielo ad altezza viso – ha fatto la prima pagina contro di noi. Adesso basta, così non si può andare avanti in questo modo”. Non si scompone più di tanto il premier, più teso del solito, quasi non aspettasse altro: “Tu mi parli del Fatto? La tua amica De Micheli ha fatto uscire un documento riservato contro di noi, da avvocato ci sarebbero anche dei profili legali su cui intervenire”.

Palazzo Chigi, interno notte, tra le più lunghe del Governo: “Paola – prosegue il premier – è stata una scorrettezza inammissibile”. È nero. Nel suo volto c’è una richiesta implicita di dimissioni, anche se la parola non è pronunciata. La lettera in questione è quella in cui la ministra dei Trasporti chiede di riflettere sui rischi della revoca, facendo capire che se c’è una responsabilità è di palazzo Chigi, che prima ha ritardato il dossier e poi ha prospettato una soluzione da danno erariale: “Sai bene che non ho fatto uscire io quella lettera – è la risposta della ministra – qui c’è qualcuno che ha giocato a farmi passare da amica dei Benetton. A me dei Benetton non frega nulla, sto difendendo il lavoro di un anno”.

L’ombra di Casalino avvolge il conclave di Governo, in un clima di sospetti, veleni, voci di rimpasto. Neanche il Pd ha gradito la fuga di notizie. Boccia, Provenzano, Amendola, che però non crocifiggono la ministra. Prima che arrivino i cartoni di pizze già tagliate e le birre ghiacciate all’una di notte, la prima riunione separata. Via i capidelegazione. Conte si riunisce, nella stanza accanto, con De Micheli e Gualtieri, con grande stupore di Dario Franceschini: “Perché – domanda stizzito il ministro della Cultura – non si può sentire Paola?”. Il premier è ultimativo: “O chiudiamo o si revoca”. Il decreto di revoca è pronto. È in una delle due cartelline che ha portato Gualtieri, col via libera di Zingaretti, che ha coperto la linea di Conte, superando la prudenza del suo stesso capodelegazione Franceschini. Boccia e Provenzano parlano fitto fitto, mentre azzannano uno spicchio di pizza alla diavola: “Nicola ha fatto un capolavoro politico, dicendo che la lettera di Autostrade era insufficiente. Perché da quel momento i Benetton ha capito che non c’erano più margini. E ha evitato di regalare una prateria a Di Maio”.

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Abbiamo un’autostrada!

giovedì, Luglio 16th, 2020

Allora, abbiamo un’autostrada? È proprio così, lo dicono tutti. Roba nostra. Lo dice il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: torna agli italiani ciò che era sempre stato loro. Lo Stato sarà il primo azionista di Autostrade, ha detto Luigi Di Maio. L’enfatico fra gli enfatici (che sarebbe questo Paese senza l’enfasi, si chiedeva settimane fa un saggio utente di Twitter) è l’avvocato del popolo, Giuseppe Conte: hanno vinto i cittadini, avremo tariffe più eque e trasparenti, più efficienza, più controlli, più sicurezza.

Ora qui il nostro compiacimento di titolari di un’autostrada si incrina leggermente. Non è proprio una regola aurea che quanto è statale, cioè nostro, sia automaticamente più equo, trasparente, efficiente eccetera. In genere, al contrario, pensiamo di avere la scuola pubblica peggiore d’Europa, i trasporti pubblici peggiori del mondo e l’amministrazione pubblica peggiore della Via Lattea. E tuttavia, fiduciosi, stavolta avremo Autostrade pubbliche che in confronto quelle bavaresi saranno derubricabili a carrugi.

Poi, senza voler rovinare la festa a nessuno, c’è qualche altro dubbio, qui e là. Uno l’ha sollevato in un’intervista su HuffPost l’ex ministro Giovanni Tria: può essere che qualche investitore straniero cominci a nutrire qualche ritrosia nel portare aziende e lavoro in Italia, dove un Governo, con la complessità filosofica e i modi parigini di un Tex Willer, e noncurante delle ripercussioni di Borsa, si butta alla rissa con l’azionariato di un’azienda quotata, con partecipazioni da tutto il mondo (toh, la globalizzazione) e migliaia di dipendenti.

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