Archive for Luglio, 2020

Incentivi auto e rottamazione, un miliardo per ripartire con un mezzo nuovo: la scommessa del governo

giovedì, Luglio 16th, 2020

di LUCIO CILLIS

ROMA – La buona notizia è che gli incentivi auto sono stati “allargati” alle Euro 6. La cattiva è che i fondi sono in riserva. Il Decreto Rilancio, pronto a tagliare il traguardo del via libera definitivo al Senato nel corso del prossimo infuocato fine settimana di luglio, non basterà da solo a rimettere in moto un settore colpito come tanti altri dal cataclisma della pandemia.

Ma c’è una speranza che si affaccia all’orizzonte. I tecnici del governo stanno pensando ad una iniezione “monstre” di denaro per convincere gli automobilisti a riportare la propria vettura dal concessionario e a sceglierne una nuova. Si tratta di un maxi-incentivo d’altri tempi, pari a un miliardo di euro. Una decisione che, se passasse e superasse i veti incrociati della politica, darebbe speranza al comparto rimettendo ordine al parco auto italiano, che resta uno dei più inquinanti in Europa.

Ma di cosa si sta parlando in concreto? Di un supporto fondamentale per accendere il motore degli acquisti e non solo per aiutare le case automobilistiche o per svecchiare la pletorica flotta italiana di 40 milioni di macchine. C’è un terzo motivo che potrebbe spingere le vendite, ed è legato proprio al Covid-19: la sicurezza. I mezzi pubblici, finché la paura dei contagi resterà alta, rischiano di rimanere semivuoti per mesi o (al peggio) anni. Tra smart working spinto e stagione fredda che da ottobre in poi faranno la loro nuova e temuta apparizione, in molti stanno riorganizzando i propri piani pensando di andare al lavoro, scuola o svago – se possibile – in auto, o magari con le due ruote fin quando il clima lo permetterà. Restando protetti durante il viaggio – a rischio zero – nell’abitacolo.

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Operazione autostrade: attenti allo statalismo

giovedì, Luglio 16th, 2020

di   Massimo Franco

La domanda fastidiosa ma ineludibile è se abbia vinto lo Stato o lo statalismo. Le reazioni trionfali dei grillini velano l’insoddisfazione per la percentuale residua di azioni destinata a rimanere nelle mani della famiglia Benetton; e per la mancata revoca delle concessioni, sulla quale puntavano nonostante i risarcimenti da record da pagare per la violazione delle norme contrattuali. Il premier Giuseppe Conte ha replicato sostenendo di voler guardare alla sostanza, e liquidando il resto come «slogan»: messaggio indirizzato soprattutto all’interno del Movimento Cinque Stelle, che esprime una soddisfazione di facciata mentre in realtà è diviso.

L’impennata del 26 per cento in Borsa delle azioni di Atlantia dice che forse la disfatta della controparte del governo non è così umiliante. Ma dopo l’accordo sottoscritto all’alba di ieri, dalla maggioranza si alza un coro di lodi a Palazzo Chigi e a una «svolta storica». Soprattutto, si indovina il sollievo per avere chiuso in qualche maniera almeno uno dei molti dossier che il governo si trascina dietro da mesi. Rimane l’eco stonata degli ultimatum e delle accuse che sono rimbalzati tra M5S, Pd e Iv; con i grillini che definivano «venduti» quanti optavano per una linea prudente.

Lo scontento larvato dei Cinque Stelle per un compromesso inevitabile conferma quanto sia difficile attribuirsi un profilo moderato e governativo, contraddicendolo con un approccio estremista e alla fine perdente. Certamente, il ritorno della «mano pubblica» nella proprietà delle autostrade italiane dopo un ventennio è una sconfitta per i privati e la loro gestione: sconfitta provocata dall’arroganza con la quale hanno gestito la fase seguita alla tragedia del Ponte Morandi di Genova di due anni fa, mostrando gravi carenze nella manutenzione; e del modo iattante col quale hanno impostato la trattativa con il governo.

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Raggi in cerca del bis, ma fra rifiuti e bus in fiamme Roma è in agonia

giovedì, Luglio 16th, 2020

di Fabrizio Roncone

Raggi in cerca del bis, ma fra rifiuti e bus in fiamme Roma è in agonia

La tentazione: raccontare subito di quella volta che Virginia Raggi salì sul tetto del Campidoglio, con i tacchi e tutti i documenti. Già questo spiegherebbe molto. Che cosa tremenda, la tentazione. In breve: 28 settembre 2016, pomeriggio. Il teleobiettivo di Frederico De Carvalho, giornalista portoghese in vacanza a Roma, vaga tra cupole e gabbiani in picchiata (poi vedremo perché in picchiata). Ma nell’ultima inquadratura, trova la sindaca. Seduta lassù, sulle tegole. È in compagnia di Salvatore Romeo, il capo della segreteria. Sono in riunione. La foto fa il giro del mondo. Lei scende con il suo efferato sorriso: «Non sapete che panorama, cari romani…». Non sapevano nemmeno tanto altro di questa sindaca divenuta tragica metafora, il grande bluff grillino scoperto, plastico fallimento dell’«uno vale uno», la teoria visionaria di Gianroberto Casaleggio che, infatti, riuscì a farla eleggere nonostante, nel suo curriculum, ci fosse solo un passaggio da giovane praticante nello studio legale di Cesare Previti, addetta alle fotocopie.

La città, dopo quattro anni, è in agonia. I romani, adesso, sanno tutto (nove assessori cambiati, due in bilico, arrestato per corruzione Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, grillino pure lui). Hanno visto tutto (lei che entra ed esce dagli uffici della Procura, un interrogatorio dietro l’altro tra dossier, denunce ed esposti: processata, assolta, di nuovo indagata). I romani subiscono tutto. Infatti ecco che arriva pure Beppe Grillo e sul blog pubblica un sonetto scritto da un certo Franco Ferrari e intitolato «Roma nun te merita». I romani definiti «gente de fogna». Tra stupore e indignazione, gli osservatori s’interrogano: il comico, pensando alle elezioni previste tra meno di un anno, ha voluto incoraggiare la sindaca, sia pure con la consueta dose di violenza mediatica? O, piuttosto — lettura un filo più sofisticata — l’ha scaricata con l’onore delle armi, dando ai romani la colpa di non averla sostenuta abbastanza? Lei, al solito — come davanti alle strade sfregiate dalle buche, agli accampamenti dei senzatetto — sembra che la faccenda non la riguardi: «Vado avanti». Poi, sfoggiando un miscuglio di cinismo e pericolosa ostinazione, promette: «Certo che mi ricandido». Sulla sua ricandidatura si gioca una partita gigantesca. Perché i 5 Stelle hanno il sacro limite del doppio mandato. E la Raggi, tra un anno, in teoria dovrebbe tornare a bussare allo studio Previti. Come lei, in Parlamento, a fine legislatura dovrebbero comunque trovarsi un posto di lavoro in tanti. Da Bonafede a Fico, dalla Castelli a Fraccaro, a Crimi, Ruocco, Taverna, Toninelli e Di Maio.

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Autostrade, il premier, il M5S, il Pd Chi vince, chi perde nel bis dello Stato

giovedì, Luglio 16th, 2020

La famiglia Benetton è davvero fuori da Autostrade? Incasserà dei soldi, e quanti, da questa operazione? Quando terminerà il percorso che porterà al cambio nella proprietà di Autostrade per l’Italia, nuova società a controllo pubblico? Ha vinto il governo, insomma, oppure Autostrade? E se ha vinto il governo quale linea ha prevalso, visto che al suo interno ce ne sono state almeno tre: quella più dura del M5S, quella più morbida del Pd e quella della mediazione del premier Giuseppe Conte? A sentire le dichiarazioni della notte scorsa e di ieri, sembra già tutto fatto e tutti si dichiarano vincitori. Ma nel complesso algoritmo che trasformerà Autostrade in una nuova società a controllo pubblico mancano alcuni dati, altri restano ancora troppo incerti per poter emettere fin da ora un verdetto finale e dettagliato. Alcuni punti, però, sono chiari.

Il ruolo dei Benetton

«I Benetton sono fuori, ce l’abbiamo fatta» dice per il Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Per raggiungere questo obiettivo, la partecipazione della famiglia nella nuova società Autostrade dovrà scendere dall’88% di oggi a meno del 10%, soglia al di sotto della quale non si ha più diritto a un posto in consiglio d’amministrazione. Al momento, naturalmente, non è così. E nemmeno il semplice ingresso di Cassa depositi e prestiti basterebbe da solo a raggiungere l’obiettivo. Servirà l’ingresso di nuovi soci privati per diluire ulteriormente la quota della famiglia. Negli ultimi giorni sono stati fatti diversi sondaggi e sono arrivati anche dei no. Ma la partecipazione di Cdp, che fa da catalizzatore per i nuovi investitori, dovrebbe consentire di raggiungere il risultato.

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Violento nubifragio si abbatte su Palermo: due morti, la gente nuota in strada

giovedì, Luglio 16th, 2020

Giornata di forti temporali in Sicilia. La situazione più drammatica si è registrata a Palermo dove un’alluvione ha colpito la città il giorno della Festa di Santa Rosalia, patrona locale. In alcuni sottopassi di viale della Regione siciliana, gli automobilisti sono rimasti intrappolati e hanno lasciato le auto salvandosi a nuoto. Due persone sono morte annegate. Erano in una vettura, sommersa dalla pioggia. Orlando: “Pioggia mai così forte dal 1790”.

Violento temporale su Palermo, vittime

I corpi ancora non sono stati recuperati. Proseguono, infatti, le ricerche dei vigili del fuoco con l’ausilio del personale della Croce Rossa. 

La pioggia è caduta con intensità per circa tre ore. Molte strade di Palermo si sono trasformate in torrenti. Alberi finiti in strada, auto sommerse dall’acqua e dal fango. Decine di macchine rimaste bloccate. In via Imera alcuni automobilisti sono stati salvati dai sommozzatori dei vigili del fuoco. In alcune zone del capoluogo siciliano è venuta a mancare l’energia elettrica. Da alcuni video amatoriali, si vedono chiaramente automobilisti che lasciano le loro auto per mettersi in salvo a nuoto. CHIUDI ✕

Due bimbi ricoverati per ipotermia – Due bambini, il più piccolo di 9 mesi, sono stati ricoverati in ospedale per ipotermia. I bimbi erano rimasti intrappolati in auto, insieme ai loro genitori, nel sottopasso di viale della Regione, all’altezza di via Sardegna, sommerso dall’acqua a causa del forte temporale. Le forze dell’ordine hanno prelevato coperte e teli termici dagli ospedali per le persone soccorse in strada. 

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Fisco, la commissione Ue contro i paradisi fiscali. Gentiloni: “Uno scandalo che non può più essere tollerato”

mercoledì, Luglio 15th, 2020

BRUXELLES. «Per combattere evasione e frodi si è fatto molto, ma il lavoro è lontano dall’essere completato: l’evasione fiscale internazionale degli individui in Ue ammonta a 46 miliardi di euro all’anno, quella delle imprese a 35 e le frodi sull’Iva transfrontaliera a 50 miliardi. E’ uno scandalo che non può più essere tollerato»: lo ha detto il commissario all’economia e alla fiscalità, Paolo Gentiloni, presentando il pacchetto di misure contro l’evasione. «Una tassazione equa – sottolinea – è il trampolino di lancio che aiuterà l’economia a riprendersi dalla crisi. Dobbiamo rendere la vita più facile a cittadini e imprese onesti quando si tratta di pagare le tasse, e più difficile per truffatori e imbroglioni fiscali».

La Commissione – spiega anche – intende agire per gradi. Prima di tutto attraverso un piano d’azione «per una tassazione equa e semplice che sostenga la ripresa» e contiene 25 iniziative da attuare entro il 2024. Tra queste: ridurre gli ostacoli amministrativi per le imprese attraverso una «semplificazione fiscale» che vada anche verso un sistema europeo dell’Iva, aiutare le autorità a condividere dati in modo efficiente per combattere frode ed evasione, rivedere la direttiva sulla cooperazione amministrativa per estendere le regole sulla trasparenza anche alle piattaforme digitali. Gli Stati si scambieranno automaticamente le informazioni sulle entrate generate dai venditori online, cosa che aiuterà non solo le autorità nazionali a identificare dove le tasse devono essere pagate, ma ridurrà anche il peso amministrativo delle imprese che non dovranno rispettare i diversi obblighi di reporting. La Commissione propone che venga ampliato il mandato del gruppo europeo sul codice di condotta sulla tassazione delle imprese per tener conto delle nuove pratiche che portano alla concorrenza fiscale sleale e alla pianificazione fiscale aggressiva.

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Imprenditore di Castione della Presolana ucciso in Namibia. Il sindaco: «Durante una rapina»

mercoledì, Luglio 15th, 2020
Daniele Ferrari, l’imprenditore ucciso

Daniele Ferrari, l’imprenditore ucciso

È il sindaco di Castione della Presolana Angelo Migliorati a darne notizia, sul suo profilo Facebook: «Oggi è stato ucciso in Namibia, durante una rapina, un nostro concittadino, Daniele Ferrari, di anni 52, un importante imprenditore. La polizia del luogo sta effettuando le indagini per individuare i colpevoli e assicurarli alla giustizia». Dagli investigatori arrivano poche informazioni, al momento, al Consolato italiano e quindi ai familiari di Ferrari che vivono ancora a Castione della Presolana. L’imprenditore lascia la moglie e i figli.

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Coronavirus in Italia, salgono i nuovi contagi e calano le vittime

mercoledì, Luglio 15th, 2020

Sono 162 i nuovi contagiati da Covid-19 nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto ai 114 di martedì. Le vittime sono invece 13 (erano 17). I casi totali salgono a 243.506, i morti a 34.997. I dati sono stati pubblicati sul sito della Protezione civile. Per quanto riguarda la Lombardia, si segnalano 63 nuovi contagi.

I guariti sono 198.016, in aumento di 575 rispetto a martedì. Gli attualmente positivi sono invece 12.493, in calo di 426 nelle ultime 24 ore. Continuano a diminuire i pazienti
Covid in terapia intensiva: da 60 a 57 in 24 ore. In calo anche in Lombardia, da 27 a 23 (-4). Risultano ancora in aumento però i ricoverati con sintomi: venti in più, per un totale di 797 (martedì erano saliti di nove unità). In isolamento domiciliare ci sono 11.639 persone, in calo di 443 unità. I tamponi aumentano ancora rispetto al giorno precedente: ne sono stati effettuati 48.449.

In Lombardia il 38,8% dei casi totali – Coi suoi 63 nuovi contagi, la Lombardia rappresenta il 38,8% del totale odierno nazionale (162), in risalita rispetto a martedì, ma sempre a livelli più bassi della media delle ultime settimane. Sono stati 10.426 i tamponi effettuati. I decessi sono stati cinque, per un totale complessivo che sale a 16.765. Si registrano inoltre 21 nuovi casi in Veneto, 20 nel Lazio e 18 in Emilia-Romagna.

I casi pediatrici sono l’1,8% del totale – Secondo l’Istituto superiore di sanità, i casi pediatrici di coronavirus sono l’1,8% del totale (3.836 su 216.305), con un’età media di 11 anni, e nel 13,3% dei casi sono stati necessari ricoveri in ospedale. I dati suggeriscono che i casi pediatrici sono “meno gravi rispetto alle altre classi di età; tuttavia l’età maggiore di un anno e la presenza di condizioni patologiche preesistentirappresentano fattori di rischio di gravità della malattia”.

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Il test rapido coreano sperimentato in Veneto (e forse anche in Lombardia)

mercoledì, Luglio 15th, 2020

di Laura Cuppini

Il test rapido coreano sperimentato in Veneto (e forse anche in Lombardia)

Il test rapido coreano

La risposta arriva in meno di 10 minuti: positivo a Sars-CoV-2, negativo a Sars-CoV-2. Il test rapido prodotto in Corea del Sud e utilizzato in Veneto ha il vantaggio di evidenziare la presenza del virus. «Non è sensibile agli anticorpi, come i test precedenti, ma al germe stesso — chiarisce Roberto Rigoli, primario di Microbiologia all’Ospedale di Treviso e vicepresidente nazionale dei microbiologi —. Abbiamo chiesto alla ditta sudcoreana di spedirci alcuni dispositivi in prova perché riteniamo che il test rapido possa rappresentare un approccio diagnostico nuovo necessario per affrontare i nuovi focolai: nelle ultime settimane le manifestazioni del virus si sono spostate dagli ospedali al territorio. In Veneto assistiamo alla comparsa di focolai, legati soprattutto a casi di importazione da altri Paesi, come il caso dell’imprenditore tornato dalla Serbia o al più recente rientro di persone dal Kosovo».

Come funziona

Il test costa 12 euro, contro i 18 di un normale tampone. Lo sta sperimentando l’Ulss 2 della Marca Trevigiana che, ha annunciato il presidente Luca Zaia, «metterà i dati a disposizione dell’Istituto Spallanzani di Roma e al Ministero della Salute affinché si prenda in considerazione la possibilità di inserire il test diagnostico nel Piano di sanità pubblica». «Il test viene eseguito nel seguente modo: si effettua il tampone rinofaringeo esattamente con la stessa modalità che viene indicata nella metodica classica; il tampone viene stemperato in una provetta con un liquido che stabilizza l’antigene; infine vengono depositate alcune gocce su di un supporto (simile a quello utilizzato per il test di gravidanza) comunemente chiamato “saponetta”. Il liquido inizia a migrare e, se è presente l’antigene virale, questo viene catturato in una zona dove precedentemente sono stati fissati anticorpi specifici verso Covid-19. In caso di positività il legame genera una reazione cromatografica che genera una banda rossa facilmente rilevabile ad occhio nudo» spiega Rigoli. Il test è stato provato su oltre un migliaio di soggetti. «È uno screening per cui non facciamo diagnosi definitiva — aggiunge l’esperto —: i casi positivi vengono confermati con la biologia molecolare. La velocità dell’analisi ci consente però di isolare immediatamente il positivo».

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Quei consigli inascoltati del Quirinale

mercoledì, Luglio 15th, 2020

Messaggi ne sono stati consegnati parecchi. E, con essi, suggerimenti, consigli, anche quando non richiesti. Anzi, nelle forme più riservate possibile, ultimamente si sono intensificati. Perché, di questi tempi, funziona così. Se a Sergio Mattarella venisse mai in mente di fare un’uscita pubblica su questo o quel tema dando un “titolo”, come si dice in gergo, rischierebbe di produrre l’effetto opposto in un’epoca in cui la comunicazione è sostitutiva della politica e un po’ tutti i leader populisti, dal premier giù pe’ li rami, sono piuttosto gelosi del centro della scena.

Però, al Quirinale non sono mancati e non mancano i modi per far sì che il famoso messaggio in bottiglia arrivi sulla sponda di Palazzo Chigi. Da quelle parti non c’è solo Rocco Casalino, ma funzionari, capi delle segreteria, capi di gabinetto che hanno un’antica consuetudine istituzionale con Ugo Zampetti, la cui sapienza è un patrimonio della Repubblica, capace di ottenere ascolto anche col mutare delle stagioni politiche. È chiaro il tentativo posto in essere di una discreta moral suasion, indirizzare senza intervenire, con la fatica di chi, sempre più spesso, percepisce, in un continuo accavallarsi di nodi che non si sciolgono, che l’inquilino di palazzo Chigi è disposto ad ascoltare, ma fino a un certo punto.

Chi ha una certa consuetudine col Colle ha registrato, complice anche la vicenda di Autostrade, un sentimento di crescente preoccupazione di Mattarella, ai limiti dell’incredulità per come la questione è gestita: l’uscita moralistica del premier, senza un’adeguata preparazione politica, il rischio di un contenzioso decennale che può costare alle casse dello Stato diversi miliardi, il problema del futuro dei settemila dipendenti e i potenziali danni per i risparmiatori. Raccontare la “preoccupazione” del Quirinale può sembrare quasi una formula di rito, perché chi vigila è preoccupato per definizione, soprattutto in tempi come questi.

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