Archive for Luglio, 2020

Atlantia sotto il 50% in Autostrade, la proposta al governo: round finale

sabato, Luglio 11th, 2020

di Fabio Savelli

Un miliardo di differenza, in una forchetta che oscilla tra i 3 e i 4 miliardi. Tra le condizioni chieste dal governo e la proposta di Autostrade dei primi di giugno, giudicata irricevibile dall’esecutivo, c’è un divario importante che, però, potrebbe essere colmato. Anche con un aumento di capitale che diluirebbe la quota di Atlantia, ora al l’88% di Aspi, fino al 49%. Diluizione — per la quale c’è il mandato del consiglio all’amministratore delegato Carlo Bertazzo— attraverso un aumento sottoscritto da Cassa Depositi e da altri investitori che doterebbe di risorse aggiuntive una società con problemi di bancabilità, evitando l’imbarazzo di dover corrispondere un assegno alla holding controllata dai Benetton. Spettatore interessato resta il fondo F2i che avrebbe già costituito un veicolo ad hoc. Il nodo sta nella valutazione di Autostrade. Lontana dai 13,5 miliardi del 2017, anno in cui Atlantia vendette il 12% per 1,5 miliardi ai tedeschi di Allianz e a un fondo cinese. IL CASO

Autostrade, ultimatum del governo

di Antonella Baccaro

Il Consiglio dei ministri

Del resto il premier Giuseppe Conte, ha detto ieri che senza «una proposta estremamente vantaggiosa» per l’interesse pubblico — leso negli ultimi anni a vantaggio dell’interesse privato (il copyright è della Corte dei Conti, in un rapporto del 2019) — «il governo deciderà per la revoca della concessione» martedì nel Consiglio dei ministri fissato in agenda. Palazzo Chigi ha spostato di un giorno il vertice. Qualcuno ci legge la volontà di trovare un’intesa perché «è passato troppo tempo», dice il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, invitando il governo a decidere, per evitare di trovarsi con il fallimento di Autostrade, il subentro dell’Anas nella gestione e il grattacapo di dover cancellare una parte degli investimenti: «Al Pd interessa che chi ha nuociuto non nuoccia più».

Atlantia sotto il 50% in Autostrade, la proposta al governo: round finale

Un miliardo di differenza, in una forchetta che oscilla tra i 3 e i 4 miliardi. Tra le condizioni chieste dal governo e la proposta di Autostrade dei primi di giugno, giudicata irricevibile dall’esecutivo, c’è un divario importante che, però, potrebbe essere colmato. Anche con un aumento di capitale che diluirebbe la quota di Atlantia, ora al l’88% di Aspi, fino al 49%. Diluizione — per la quale c’è il mandato del consiglio all’amministratore delegato Carlo Bertazzo— attraverso un aumento sottoscritto da Cassa Depositi e da altri investitori che doterebbe di risorse aggiuntive una società con problemi di bancabilità, evitando l’imbarazzo di dover corrispondere un assegno alla holding controllata dai Benetton. Spettatore interessato resta il fondo F2i che avrebbe già costituito un veicolo ad hoc. Il nodo sta nella valutazione di Autostrade. Lontana dai 13,5 miliardi del 2017, anno in cui Atlantia vendette il 12% per 1,5 miliardi ai tedeschi di Allianz e a un fondo cinese. IL CASO

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Cremona, lo sfogo dell’infermiere: «Ci risiamo, abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid»

sabato, Luglio 11th, 2020

di Enrico Galletti

Per settimane è stato in prima linea a Cremona, uno dei fronti più caldi dell’emergenza coronavirus. Ora Luca Alini, infermiere, ha scritto un post su Facebook che è diventato virale. Comincia così: «Ci risiamo. Non è mia abitudine farmi dei selfie, né tantomeno pubblicarli su Facebook. Questo l’ho fatto questa sera alle 22 circa, al lavoro. Non è una foto di marzo o di aprile. In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie». La situazione non è quella di febbraio o di marzo, quando le sirene delle ambulanze suonavano in continuazione e per i pazienti Covid i posti in terapia intensiva non erano mai sufficienti, ma comunque l’emergenza non è finita: «Il virus esiste ancora – spiega Alini – (…). La maggior parte delle persone ormai pensa al mare, alla montagna, all’aperitivo con gli amici, alla gita del week end. Se qualcuno conosce una persona che ha perso uno dei suoi cari a causa del virus, provi a chiedere cosa ne pensa di tutto ciò, del fatto che ci siano persone che insistono nel continuare a non indossare la mascherina. Provate a chiedere e sentite cosa ne pensano. Nel frattempo, noi continuiamo a fare quello che facciamo sempre, anche se adesso non siamo più eroi o angeli, non abbiamo più alcun titolo onorifico».

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Pedopornografia, scoperta chat “degli orrori”: si scambiavano video hard e di mutilazioni, 20 minori denunciati

sabato, Luglio 11th, 2020

La polizia postale ha scoperto una chat “degli orrori” tra giovanissimi: 20 minori tra i 13 e i 17 anni, che si sarebbero scambiati immagini “di orribili violenze e con contenuti di elevata crudeltà”. L’inchiesta, coordinata dalla procura dei minori fiorentina, è nata dalla denuncia a Lucca di una madre che aveva scoperto sul cellulare del figlio 15enne filmati hard anche con bimbi.

Sul telefono sono stati trovati un numero esorbitante di file provenienti anche dal dark web con video di suicidi e di mutilazioni e decapitazioni di persone e animali e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers, scambiate e cedute dal giovane, rivelatosi l’organizzatore e promotore dell’attività criminosa insieme ad altri minori, attraverso Whatsapp, Telegram e applicazioni di messaggistica istantanea e social network. I minori sono stati denunciati per i reati di detenzione, divulgazioni, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata.

Dopo oltre cinque mesi d’indagini i poliziotti hanno identificato i soggetti che a vario titolo detenevano o scambiavano immagini e video pedopornografico per i quali il procuratore capo presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze ha ritenuto necessario interrompere da subito “l’attività delittuosa” dei minori che condividevano l’inconfessabile segreto di provar gusto in maniera più o meno consapevole nell’osservare quelle immagini di orribili violenze e con contenuti di alta crudeltà.

Le numerose perquisizioni eseguite dalla polizia postale e delle comunicazioni, coordinate dal Centro Nazionale Contrasto alla Pedopornografia Online, sono state eseguite nei confronti di minori nelle città di Lucca, Pisa, Cesena, Ferrara, Reggio Emilia, Ancona, Napoli, Milano, Pavia, Varese, Lecce, Roma, Potenza e Vicenza.

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Recovery Fund, Conte: “Con Rutte divergenze su cui si può lavorare”

sabato, Luglio 11th, 2020

Si sposta sul tema delle condizioni e dei vincoli, la battaglia sul Recovery Fund. Giuseppe Conte lo mette in chiaro al termine di un confronto con il premier olandese Mark Rutte, a L’Aja. Il leader capofila dei Paesi “frugali”, che si battono per ridurre la portata del fondo da 750 miliardi, chiede che le risorse siano strettamente condizionate a riforme economiche. Conte spiega: “Non c’è piena convergenza ma divergenze che possono essere superate”.

Partita ancora aperta, Conte prudente Ma il presidente del Consiglio avverte: “Se infittissimo il fondo di condizionamenti”, se lo “imbrigliassimo” in passaggi “burocratici”, si rischierebbe di “rallentare la ripresa”, rendere “inefficace” lo stanziamento”. Ecco perché il premier, dopo una cena cordiale con l’omologo olandese e anche una foto stringendo insieme una bandiera italiana, si mostra ancora molto prudente.

La partita è difficilissima e si gioca nelle prossima settimana, in vista di un Consiglio europeo che sarà cruciale, anche se probabilmente non decisivo. Dopo che il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha confermato la proposta di 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti, il governo italiano è ottimista che le risorse non vengano fortemente ridimensionate.

Il nodo sui vincoli Ma sui vincoli per accedervi le divergenze sono ancora ampie. Vincolare i fondi alle riforme economiche, perché in passato “abbiamo già sentito promesse”: è questa la richiesta di Rutte. L’atmosfera è distesa: un colloquio di venti minuti e poi una passeggiata nel centro de L’Aja tra grandi sorrisi per andare a cena nel ristorante italiano “Impero romano”, con condivisione di tiramisù finale.

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COMUNICATO STAMPA – RINNOVATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IAM – POLO AUTOMOTIVE; LE ATTIVITA’ DEL POLO SUPPORTANO SEMPRE DIPIU’ IL SISTEMA AUTOMOTIVE ABRUZZESE

venerdì, Luglio 10th, 2020

SANTA MARIA IMBARO – Sono state rinnovate le cariche del Cda di IAM – Innovazione Automotive e Metalmeccanica, soggetto gestore del Polo Innovazione Automotive.

Insieme alla conferma dei consiglieri uscenti, Massimo Casali, Francesco Marfisi, Giuseppe Ranalli, e Paolo Raschiatore, sono stati eletti Roberto Cipollone, Enrico Pisino e Marcello Vinciguerra.

Con i nuovi consiglieri eletti, il cda di Iam va ulteriormente a rafforzare la mission del Polo Automotive, che si pone quale soggetto di riferimento del sistema automotive, in tutti i suoi componenti.

Massimo Casali per il gruppo Fca Italy e Vinciguerra per la Honda rappresentano il sistema delle Grandi imprese, sia per il comparto 4 che 2 ruote, con i due principali player in Europa per i veicoli commerciali leggeri da un lato e per le moto e gli scooter dall’altro.

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COMUNICATO STAMPA:Michele Emiliano, l’ultimo re di Puglia

venerdì, Luglio 10th, 2020

Un volume a cura del giornalista Tommaso Forte,  edito da Round Robin Editrice  

OTRANTO (Le) – Verrà presentato in anteprima nazionale al Festival dei Giornalisti del Mediterraneo di Otranto, il prossimo 3 settembre, il libro “Michele Emiliano, l’ultimo re di Puglia”, volume  a cura del giornalista barese Tommaso Forte .

Il libro, in uscita in tutte le librerie nella stessa data, si compone di 116 pagine, è pubblicato dalla romana Round Robin Editrice per la collana “Fuori Rotta” e racconta l’epopea umana e politica di “Michelone” –  come lo chiamano affettuosamente gli amici – ovvero l’attuale Governatore, in procinto di scendere in campo per riconquistare la fiducia dei suoi conterranei ed ottenere il secondo mandato a governare la Puglia.  “Istrionico, accentratore, ingombrante, capace di stare in paradiso a dispetto dei santi, è stato il primo a teorizzare il dialogo con i Cinque Stelle, ed è anche l’uomo di sinistra più apprezzato a destra. Emiliano è tutto e il contrario di tutto. I suoi compagni di partito avrebbero voluto congedarlo alla fine dei suoi primi cinque anni di governo della Regione, ma oggi non ci sono alternative possibili, considerando il vuoto della sinistra pugliese. La sua leadership ha il merito di tenere assieme anime di destra e disinistre, ma sempre unite pur di avere un pezzettino di potere da gestire, dai radical chic più esigenti ai giustizialisti che amano ancora vederlo come “il ragazzo con la pistola” del suo passato da magistrato antimafia”.

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Coronavirus in Italia, il bollettino del 10 luglio: 242.639 casi positivi e 34.938 morti

venerdì, Luglio 10th, 2020
Coronavirus in Italia, il bollettino del 10 luglio: 242.639 casi positivi e 34.938 morti

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 242.639 persone (+276 rispetto a ieri, +0,1%; ieri +229) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 34.938 sono decedute (+12; ieri +12) e 194.273 (+295, +0,2%; ieri +338) sono state dimesse. Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 13.428 (-31, -0,2%; -136; il conto sale a 242.639 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia).

I pazienti ricoverati con sintomi sono 844 (-27, -3,1%; ieri -28), di cui 65 (-4, -5,8%; ieri -2) in terapia intensiva.

Questa è la mappa del contagio in Italia. Qui i bollettini dei giorni scorsi. Qui un ritratto delle vittime del Covid-19, diffuso dall’Istituito superiore di Sanità.

I dati Regione per Regione

Il dato fornito qui sotto, e suddiviso per Regione, è quello dei casi totali (numero di persone trovate positive dall’inizio dell’epidemia: include morti e guariti). Nella foto in alto è visibile quello dei soggetti attualmente positivi. La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. Laddove non è indicata la percentuale di aumento, il dato è inferiore allo 0,1%.
Lombardia 94.905 (+135, +0,1%; ieri +119)
Emilia-Romagna 28.822 (+53, +0,2%; ieri +29 con un ricalcolo)
Veneto 19.369 (+11, +0,1%; ieri +10)
Piemonte 31.485 (+10; ieri +16)
Marche 6.799 (+1; ieri +4)
Liguria 10.025 (+15, +0,2%; ieri +4)

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Tutto fermo. Così il governo va avanti

venerdì, Luglio 10th, 2020

di RAFFAELE MARMO

Se non fosse una tesi eccessivamente dietrologica, e forse anche ampiamente generosa per la capacità dei suoi presunti autori, si potrebbe sostenere che dietro l’accumularsi delle emergenze incancrenite ci sia una diabolica regia: quella dell’organizzazione del caos come fattore di stabilità del governo. E di prolungamento della sopravvivenza politica dei suoi componenti. La realtà è, invece, più prosaica e, al tempo stesso, drammatica. L’accumulo dei dossier non risolti, delle urgenze rinviate, dei nodi non sciolti è “solo” il frutto del più grave stallo decisionale degli ultimi decenni: tragico per il contesto in cui cade, esplosivo per le conseguenze che sta producendo.

Dall’Ilva all’Alitalia, da Autostrade alla cassa integrazione, dalle grandi reti infrastrutturali alle regole del mercato del lavoro, dai cantieri alla riforma fiscale, dalla burocrazia al 5G, è tutto un procedere per annunci, proclami, finanche denunce, tra infinite tensioni e ininterrotti summit. E, anche laddove si arriva per vie traverse e trattative estenuanti a qualche provvedimento (non certo a qualche risultato), è, comunque sia, una decisione “salvo intese”: che è come dire non siamo d’accordo su che cosa fare, ma intanto approviamo almeno una copertina e poi si vedrà.

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Coronavirus, prorogato lo stato di emergenza. Ecco cosa significa

venerdì, Luglio 10th, 2020

di Fiorenza Sarzanini

Era un atto scontato la proroga dello stato di emergenza per il coronavirus fino al 31 dicembre annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte questa mattina a Venezia. Fino a quando ci sarà anche un solo nuovo contagiato si rende infatti necessario procedere seguendo iter più snelli sia per quanto riguarda il settore sanitario, sia per l’approvvigionamento dei dispositivi sanitari. Nella dichiarazione fatta il 31 gennaio 2020 veniva specificato che era «necessario provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul territorio nazionale che internazionale, finalizzate a fronteggiare la grave situazione internazionale determinatasi».

E dunque con il nuovo decreto sarà possibile firmare nuovi Dpcm, decretare nuove «zone rosse», acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglass. Così come avviene per i disastri naturali – primi fra tutti i terremoti – lo stato di emergenza consente infatti di saltare alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che non devono avvenire in assegnazione diretta, ma seguono comunque percorsi agevolati. E soprattutto consentirà di programmare per altri sei mesi il lavoro in smart working per i dipendenti dello Stato. La proroga fornisce una «copertura» anche se dovesse esserci una seconda ondata di Covid-19 e quindi effettuare interventi straordinari come il reperimento di posti letto in strutture diverse dagli ospedali, come ad esempio le caserme o gli alberghi sanitari.

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Dieci milioni di mascherine al girono per le scuole: al banco si starà senza

venerdì, Luglio 10th, 2020

di Valentina Santarpia

Dieci milioni di mascherine al girono per le scuole: al banco si starà senza

«Ci vorranno dieci milioni di mascherine, per darne una ogni giorno gratis alle persone che frequentano il mondo scolastico»: così Domenico Arcuri, il commissario al’emergenza che ha preso in carico anche il dossier per la riapertura della scuola. La mascherina dunque servirà in classe, ma non al banco: gli studenti dovranno indossarla solo quando si muoveranno, per alzarsi e andare in bagno, o per entrare e uscire dalla classe, o per spostarsi nell’aula per altri motivi. È questo l’esito delle valutazioni fatte dal ministero dell’Istruzione con sindacati e presidi nella riunione di ieri. Incontro che non è stato definitivo- bisognerà definire i provvedimenti del protocollo di sicurezza da inserire in un decreto legge ad hoc- ma decisamente chiarificatore. Soprattutto sul concetto di distanziamento: il metro di distanza, è stato finalmente specificato, non sarà calcolato in maniera dinamica, cioè considerando gli spostamenti di alunni e docenti, ma in maniera statica, appunto ipotizzando che i soggetti siano fermi. Con questa opzione, sarà possibile inserire molti più banchi e studenti in un’aula, perché il raggio di azione si riduce. E sarà così anche meno problematico per i presidi trovare nuovi spazi per ospitare gli studenti «in sovrannumero»: secondo le stime della ministra Lucia Azzolina, un 10%; secondo quelle del presidente dell’associazione presidi, Antonello Giannelli, «servirebbe 40 mila aule in più». Ma con questo metro di valutazione la prospettiva cambia: «Il metro lo dobbiamo considerare in modo statico, se lo studente deve alzarsi e non c’è quel metro allora è possibile che debba mettersi la mascherina», ha spiegato la ministra secondo la quale «questo tranquillizza molto il mondo dei docenti».

La zona banchi e la zona cattedra

Il metro statico vale per la «zona banchi», chiarisce però il comitato tecnico scientifico, e non per la «zona interattiva della cattedra», per la quale è necessario il distanziamento di due metri tra l’alunno e il docente. «Per tale motivo non viene indicato un valore in metri quadri dello spazio di occupazione dello studente– precisa il comitato, rispondendo ai presidi ma, indirettamente anche ai sindacati- in quanto questo tale parametro adottato singolarmente, potrebbe non garantire il distanziamento minimo lineare essenziale». Naturalmente le valutazioni, anche quelle sulla mascherina, spiega il Cts, potranno essere riviste alla luce dei dati epidemiologici dell’ultima settimana di agosto.

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