Archive for Luglio, 2020

Liguria, cantieri e ispezioni sulle autostrade: sull’A10 ritardi di ore e code chilometriche

sabato, Luglio 4th, 2020

Altra giornata di caos in Liguria per i cantieri sulle autostrade. A Genova l’intera viabilità è andata in tilt per il prolungamento inatteso della chiusura del tratto della A10 tra l’allacciamento con la A26 e Arenzano, verso Savona, per completare le ispezioni in galleria Borgonovo. Si sono registrati 20 chilometri di coda da Sampierdarena ad Arenzano. Il governatore Toti: “Esposto-denuncia alla procura e diffida al Mit”. 

Sulla A10 ci sono stati 12 chilometri di coda tra il bivio A26 e Arenzano. Altri 6 chilometri di coda tra Masone e il bivio A26/A10 Genova-Ventimiglia. Poi la situazione e’ andate lentamente migliorando con la riapertura del tratto tra A10 e A26.

Caos sulle autostrade liguri

Toti: “Diffida al Mit ed esposto” Un esposto-denuncia inviato alla procura, una diffida al Mit e un ordine del giorno da portare in Conferenza Regioni: sono le azioni annunciate dal governatore Giovanni Toti in “una delle giornate peggiori” per il traffico autostradale in Liguria rinnovando l’invito al Mit alla predisposizione di “un nuovo piano” di controlli nelle gallerie.

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Giappone, violente piogge e smottamenti: almeno due morti e 75mila sfollati

sabato, Luglio 4th, 2020
Giappone, violente piogge e smottamenti: almeno due morti e 75mila sfollati

Due persone sono morte e circa 75mila sono state evacuate a Kumamoto e Kagoshima, sull’isola giapponese di Kyushu, a causa di inondazioni e smottamenti dovute a violente piogge. Decine di persone sono rimaste senza casa, almeno tredici i dispersi. L’agenzia meteorologica nazionale ha emesso il massimo livello di allerta. Le immagini mostrano veicoli sommersi nei parcheggi vicino a un fiume esondato e perfino alcuni ponti sarebbero stati spazzati via. 

Le autorità locali hanno chiesto aiuto alle truppe militari per le operazioni di soccorso. Sospesi i servizi ferroviari, compreso il treno-proiettile Shinkansen.

TGCOM

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【速報中】熊本で13人が行方不明 2人が心肺停止状態

sabato, Luglio 4th, 2020

 気象庁が4日、熊本県鹿児島県に大雨特別警報を発表しました。数十年に一度の大雨で、既に災害が発生している可能性がきわめて高いとして、命を守るための行動を呼びかけています。被害の状況などをタイムラインでお伝えします。

13:00

上空のヘリから見た熊本

 4日午前11時10分ごろ、取材にあたった上空のヘリからは、熊本県芦北町の田川地区で、土砂に押し流されたとみられる複数の住宅が確認できた。消防団とみられる人が重機などを使って救助活動にあたる様子や、心配そうに見守る人たちの姿がみられた。

 球磨川が氾濫(はんらん)したとみられる熊本県人吉市では11時25分ごろ、住宅の1階部分がほとんど水につかり、屋根がかろうじて見えていた。屋根の上では4人が犬と共に救助を待ち、ボートで救助活動にあたる消防職員が近くの住宅の屋根に上がっていた。

写真・図版

拡大する大雨で家が水につかり屋根で救助を待つ人=2020年7月4日午前11時21分、朝日新聞社ヘリから、熊本県人吉市、吉本美奈子撮影

12:30

行方不明13人、心肺停止状態2人に

 熊本県は4日、同県津奈木町で起きた土砂崩れで住宅が流され親子3人が行方不明となり、このうち2人が心肺停止状態で見つかったと発表した。3人は夫(85)、妻(83)と息子(58)。関係者によると、心肺停止状態の1人は息子とみられるという。

 また県は、この親子のほか、芦北町での行方不明者が12人にのぼることも明らかにした。

12:15

工場から炎、放水で爆発の可能性も

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Maxi operazione contro la pedopornografia: perquisizioni e arresti in 15 Regioni

sabato, Luglio 4th, 2020

Maxi operazione contro la pedopornografia in tutta Italia. La polizia postale ha individuato una rete di pedofili italiani che faceva circolare materiale pedopornografico su una nota piattaforma di messaggistica. Gli agenti hanno eseguito 50 perquisizioni e diversi arresti in 15 Regioni per detenzione, diffusione e, in alcuni casi, produzione di materiale pedopornografico. Sequestrati file con immagini raccapriccianti di abusi su minori.

In alcuni casi le immagini immortalavano vere e proprie pratiche di sadismo dove le vittime erano anche neonati. Sono oltre 200 gli investigatori del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online e della polizia postale di Torino che hanno condotto la più grande e complessa operazione degli ultimi anni contro la pedopornografia.

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Coronavirus in Veneto, Rt sale a 1,63. Zaia: Tso e ricoveri coatti

venerdì, Luglio 3rd, 2020

VENEZIA Nell’ultima settimana di giugno l’indice di contagio («Rt») per il Covid 19 è schizzato: il Veneto è passato da rischio basso, Rt 0,43, a rischio elevato, Rt 1,63. È la principale novità del report settimanale sul monitoraggio della pandemia in Veneto, curato dall’Azienda Zero della Regione. Negli ultimi giorni ci sono stati il focolaio al negozio Eurobrico di Feltre (Belluno) e quello dell’azienda Laserjet di Pojana Maggiore (Vicenza), dove un imprenditore, rientrato dalla trasferta in Bosnia, è risultato positivo. Le sue condizioni sono peggiorate tanto da rendere necessario il ricovero all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove adesso si trova in rianimazione.

La furia di Zaia

Il governatore del Veneto Luca Zaia, che martedì 30 giugno aveva interrotto dopo 130 giorni la conferenza stampa delle 12.30, ha convocato nuovamente i giornalisti ed era su tutte le furie: ««Siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. Abbiamo un Rt dell’1,63%. Non so a chi fare i complimenti. Avrei scritto elevatissimo perché, se continuiamo ad andare in giro senza l’uso della mascherina negli assembramenti e continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e il virus sia un’invenzione, è inevitabile».

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Stampa in crisi, l’idea di Calenda: aiuti col canone

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di RICCARDO RIMONDI

Un tesoretto da quasi due miliardi di euro per sostenere l’editoria e il giornalismo. È la proposta dell’europarlamentare Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, per rilanciare un settore colpito dalla crisi ma vitale per l’informazione. Il leader di Azione spiega la sua visione nel libro I Mostri, edito da Feltrinelli, presentato ieri a Roma. “La proposta è abbastanza semplice: prendere l’ammontare di risorse che i cittadini spendono per il canone Rai e per i finanziamenti ai media, quasi due miliardi di euro e, invece che darli per larghissima parte alla Rai e alle tv locali, aggiungere una linea di finanziamento ai giornali – spiega Calenda –. Per quelli con editori puri, o che separano la proprietà dalla linea editoriale salvaguardandone l’indipendenza, dare un notevole supporto in termini di incentivo economico fondato sulle copie vendute”.

Insomma, si tratterebbe di un finanziamento alle testate basato sulla loro reale presenza sul territorio: una somma basata sul numero delle quote vendute, “ma solo se si parla di un editore puro o che trasferisce la direzione editoriale in una fondazione in cui non può influenzare la linea del giornale”. La ragione ha a che fare con la sopravvivenza di un settore vitale per il Paese: “La sensazione dei giornalisti è quella di vivere un declino irreversibile e questo è un fattore determinante sulla qualità della democrazia. Se i media non fanno informazione o muoiono, la democrazia è finita”. Il sostegno, per Calenda, andrebbe legato allo sviluppo delle testate: “I soldi andrebbero alle società editoriali e non potrebbero essere distribuiti come dividendi, ma solo reinvestiti“. L’idea del sostegno toccherebbe sia le testate cartacee sia quelle online, “con priorità per le prime perché sono quelle che hanno il problema principale”.

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Creare lavoro. Altro che bonus per monopattini

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di GIUSEPPE TURANI

Il Covid 19 è ancora un problema sanitario rilevante, e ci costringe a delle vite un po’ assurde, con mascherine e senza abbracci, ma sta diventando anche un problema economico pesantissimo. Quasi insopportabile per la società italiana. Gli osservatori più prudenti stimano che provocherà una caduta del nostro Pil (cioè della ricchezza prodotta in un anno, quella da spartire fra di noi) di circa il 12 per cento. Il calcolo è solo teorico e molto teorico: in realtà, nessuno sa quanto il covid durerà, e quindi nessuno sa per quanto tempo bisognerà funzionare con il freno a mano tirato. Ma, giusto per orientarci, possiamo fare due conti: un crollo del 12 per cento del Pil significa circa 180 miliardi in meno.

Ma basta salire un poco più su e si arriva a 200 miliardi di benessere in meno. Ma credo che alla fine i conti saranno ancora più pesanti. Un po’ tutte le categorie chiedono aiuti allo Stato, come è giusto. Solo che il nostro Stato non ha soldi, solo debiti. Per fortuna, abbiamo tre signore che ci aiutano: Angela Merkel, un colosso umano che da 11 anni amministra il più grande paese europeo, la Germania, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea e Christine Lagarde, presidente della Bce.

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Giuseppe Conte, un sincero dem

venerdì, Luglio 3rd, 2020

L’incontro, a Palazzo Chigi, è stato tenuto coperto fino all’ultimo minuto utile. Nicola Zingaretti si infila nello studio di Giuseppe Conte che sono da poco passate le tre del pomeriggio per riuscirne più di un’ora dopo. “Presidente, lo sai che chiediamo un cambio di passo, o il Governo fa politica o ci impantaniamo” il concetto espresso dal segretario Pd. “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, dobbiamo chiudere al più presto il decreto Semplificazioni e mettere la testa sulla correzione di bilancio”, la risposta del premier. Le rispettive diplomazie hanno lavorato nelle scorse ore per favorire il disgelo, i due si sono poi sentiti e hanno concordato di vedersi.

Conte ha voluto dare un segnale dopo che nelle ultime settimane ha subito un durissimo pressing da parte del Nazareno: “Piena convergenza con Zingaretti sul decreto Semplificazioni da portare presto in Cdm. La pensiamo allo stesso modo: bisogna correre”, sono le uniche parole del premier su un incontro sbandierato ai quattro venti, ma che il suo staff definisce come “privato”. Il capo del Governo per tutto il giorno ha provato a ricucire uno strappo che sa potergli essere fatale. Prima l’assist sulle regionali: “Possibile non trovare un momento di sintesi agli appuntamenti regionali?”, si è chiesto. Ovviamente avendo la risposta in tasca: “Sarebbe una sconfitta per tutti, anche per me, se non si trova un modo per fare un passo avanti. Basterebbe mettere da parte le singole premure”.

Il riferimento al Movimento 5 stelle e alla ritrosia di mescolarsi con i Dem è abbastanza chiaro. Ed è stato subito colto, scatenando un putiferio nelle chat dei parlamentari, in particolar modo quelli interessati dal prossimo voto amministrativo: “Lo dicesse che lavora per il Pd – è sbottato uno di loro – ormai è chiaro a tutti”. Il partito contiano all’interno di M5s si è messo in moto per stemperare, con poco successo.

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Matteo Salvini: “Mai con il Pd”

venerdì, Luglio 3rd, 2020

“Io un Governo con il Pd non lo faccio. La via maestra sono le elezioni a settembre, nel giorno del voto per le Regionali e le comunali”. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini in un’intervista al quotidiano La Stampa chiedendo di dare “parola agli italiani” per mettere fine all’esperienza di “un Governo che litiga su tutto, immobile, con i cantieri fermi”, che è “un danno al Paese”.

Salvini andrà con gli alleati di centrodestra a incontrare Giuseppe Conte e domani sarà in piazza. “Ho ricevuto una mail da Conte che annuncia un prossimo incontro, non dice né dove né quando, ma a me interessa sapere su cosa. Noi andremo insieme a tutto il centrodestra e proporremo le nostre priorità per l’ennesima volta”. Poi, rispetto al Governo, aggiunge: “Abbiamo fatto 500 proposte su tutto. Non ci è stato accolto nulla”. E ancora: “Più che dare voti all’opposizione, Conte dovrebbe garantire soldi alle imprese”. Sui rapporti con l’alleato, Silvio Berlusconi, invece il leader della Lega alla domanda, Salvini dice che “l’ho sentito e mi ha detto che lui non sosterrà mai un governo nemico della proprietà privata, delle aziende, delle partite Iva” perché, di fatto, “Berlusconi è anche un uomo d’azienda e mi ha assicurato che non fa governi pasticciati, con forze politiche che sono a favore della decrescita felice”. In una battuta, secondo il capo della Lega, Berlusconi “non segue le fantasie dei giornali”. Quanto al Mes, Salvini fa notare che tutti gli Stati “stanno procedendo con risorse proprie” e si chiede: “Perché solo l’Italia dovrebbe consegnarsi nelle mani di un soggetto che ha sede a Lussemburgo ed è penalmente e civilmente irresponsabile?”.

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Ma che riforma, la riduzione dei parlamentari è un attacco alla democrazia rappresentativa

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di Massimo Cacciari

Le crisi svolgono essenzialmente una funzione maieutica, la loro arte è quella della levatrice, traggono fuori da noi ciò che già in noi era in germe, maturava. Piccole o grandi sono sempre apocalissi, che significa rivelazioni: ciò che si nascondeva dietro il sipario e che ancora ci sforzavamo di ignorare, ecco ora si palesa, inaggirabile, infuggibile. Si capisce allora la formidabile idiozia dell’interrogarsi se saremo migliori, peggiori o uguali a prima. Saremo quel che siamo e il nostro operare seguirà al nostro essere; ma finalmente non potremo ignorarlo, neppure cacciando il cervello diecimila leghe sotto i mari. E riconoscendo finalmente ciò che siamo, forse riusciremo a giudicarlo e a scovare in noi qualche risorsa per affrontarlo e magari modificarlo. Sarebbe già molto se ora, per citare un autore a me caro che così parlava in un’epoca assai più tragica di questa (almeno al momento), prestassimo ascolto «a coloro che con la massima oggettività e la massima discrezione esprimono il tormento e la miseria della loro epoca».

Il presente sembra riflettere il nostro recente passato in una forma “diabolicamente” capovolta, in realtà ne mostra la vera immagine. L’epoca in cui ogni distanza deve venire meno, in cui appare intollerabile alla nostra ansia di simultaneità ogni confine spaziale, si specchia perfettamente nello slogan osceno del “social distancing”. La pandemia e l’esigenza di contrastarla non c’entrano nulla in quanto tali. Ciò che è rivelatore sono i modi in cui esse vengono narrate e gestite. L’epoca del preteso annullamento delle distanze è il grembo da cui questa, in cui siamo giunti a chiamare sociale una distanza fisica di sicurezza, si genera. Perfettamente separati lo si era anche prima: dove la distanza si annulla, si annulla la prossimità, che esige il riconoscimento dell’altro come un problema e un compito, che debbo affrontare senza poterlo mai risolvere. I “sistemi” dell’“universale conversazione” producono il più perfetto degli isolamenti. Nessuna solitudine è più profonda di quella in cui vive chi crede di comunicare perfettamente proprio grazie all’annullamento di ogni fisica prossimità. Così si edificano le fabbriche della paura. Così ci si rinserra in case inospitali e in staterelli pseudo-sovrani.

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