Archive for Luglio, 2020

L’alibi (per tutti) del capitano Salvini

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di Venanzio Postiglione

Un alibi si aggirava nei cieli d’Italia nel lontano anno 2019. Matteo Salvini. Alibi per il centrodestra: «C’è solo un Capitano», come urlano i tifosi di calcio, inutile affannarsi su squadra, programmi, scenari. Alibi, ancor più, per l’alleanza (se è un’alleanza) tra Pd e Cinque Stelle, nata proprio per arginare il leader leghista. L’atto fondativo, non a caso, è stato il discorso di Giuseppe Conte contro Salvini, in Senato, il 20 agosto dell’anno scorso. Il grande strappo. Che in poche ore ha chiuso una stagione e ne ha aperto un’altra: stesso premier, nuovo governo. Salvini contro tutti, tutti contro Salvini. Troppo facile.

Ma l’Italia è un luogo creativo e così per i suoi politici ha inventato l’immortalità breve. Sono onnipotenti. A tempo. Da Arcore a Rignano. Il leader che spacca il Paese: di qua o di là, lo ami oppure lo detesti, in una dinamica che diventa una delega in bianco. A favore di chi sta con lui e di chi lo contrasta. Le elezioni europee del 2019, con la Lega al 34,3 per cento, hanno consacrato (e magari spiazzato) Matteo Salvini. Il centrodestra era lui, Palazzo Chigi alle porte: poi è andata diversamente. L’ultimo sondaggio di Pagnoncelli, con mille e più cautele, indica la Lega al 24, Fratelli d’Italia sopra il 16 e Forza Italia attorno al 7. Mentre il Pd supera di poco il 20 e i Cinque Stelle sono al 18. Sempre che sia così, in meno di un anno il modello Salvini-centrico è diventato un sistema in equilibrio. I primi quattro partiti divisi da appena otto punti, distanze più corte, una sorta di anticipo di proporzionale prima ancora che esista una legge proporzionale. Lo stesso centrodestra, se unito, sarebbe al 47,5: non una vittoria già scritta in tribuna ma una partita tutta da giocare in campo.

L’antico Polo delle Libertà inventato da Berlusconi è una lavagna dove qualcuno, prima o poi, dovrebbe mettersi a scrivere un programma di governo. Non un testo da opposizione militante, quello è facile e la squadra di Conte aiuta molto, e neppure il libro dei prestigiatori dove tutto è pagato con i buoni del tesoro e l’Europa alla fine resta avara e cattiva: ma un serio progetto alternativo. Se il Capitano non è più l’unico e il solo, dove sono gli altri? Chi prova una sintesi tra i sovranisti e gli europeisti? Chi spiega come si torna a scuola (si può fare anche dall’opposizione)? Se il centrodestra racconta da anni che l’Italia è il Paese dei moderati, non si capisce perché continui a spaventarli. Anche adesso che Salvini non è il protagonista assoluto e l’alibi per restare immobili si è perduto.

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De Gregori attenda in linea

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di   Massimo Gramellini

Francesco De Gregori ha raccontato di avere cercato invano di mettersi in contatto con il presidente del Consiglio (voleva ringraziarlo per una citazione di «Viva l’Italia»). Non capita spesso che un Principe si degni di chiamare un Conte. Invece il centralino di Palazzo Chigi lo ha lasciato in attesa, senza nemmeno passargli la segreteria del premier. L’idea di De Gregori trattato dalla Nuova Casta come uno stonato qualsiasi è suggestiva, ma non basta a spiegare il fenomeno del centralinismo romano, autentico presidio democratico del Paese. Nessuno sottovaluta il contributo dei centralini lombardi, veneti o lucani: chi non si è mai sentito dire «Attenda in linea» da una voce scocciata? E i centralini elettronici, benché asettici, sono altrettanto indisponenti. Però il centralinista romano in carne e ossa, nei rari habitat dove ancora sopravvive, presenta una peculiarità: la sublime indifferenza per lo status dell’interlocutore.

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Il gran mercato nel suk del Senato (tra chi cerca un posto migliore)

venerdì, Luglio 3rd, 2020

di Fabrizio Roncone

Il gran mercato nel suk del Senato (tra chi cerca un posto migliore)

Ecco di cosa parliamo, stavolta.
Al Senato, da qualche giorno, è ricominciato il solito mercato dei senatori.
Niente di nuovo, direte. Forse, può darsi. Ma un tempo la scena almeno era più chiara: ti mettevi nel salone Garibaldi e aspettavi che magari il potente e temuto Denis Verdini comparisse in fondo al corridoio dei busti con la sua criniera bianca, con le scarpette di velluto come quelle di Briatore e al polso l’orologione d’oro massiccio, e se non si fermava perché non aveva tempo per te, allora lo seguivi fuori, tanto stavano lì a brigare senza ritegno seduti ai tavolini del bar Ciampini, mandorle salate e promesse, Antonio Razzi raccontò di essere riuscito a pagare il mutuo grazie al Cavaliere.

Adesso, però, a Palazzo Grazioli ci sono gli scatoloni del trasloco. E quanto a Verdini: oltre a dover risolvere qualche guaio giudiziario, deve fare pure il suocero di Matteo Salvini (la vita sa essere crudele).
Lo scenario politico è radicalmente mutato e così anche il mercato dei senatori ne rispecchia certe atmosfere mediorientali.
Confusione.
Inganni.
Affari che non capisci.
Per dire: Vincenzo Carbone lascia Forza Italia e passa con Matteo Renzi. Così, di botto. Questo Carbone era e resta però un uomo di fiducia del senatore Luigi Cesaro detto Giggino ‘a Purpetta, ras di Sant’Antimo, Napoli, finito sui giornali tre settimane fa perché indagato dalla Procura antimafia in un’inchiesta su infiltrazioni della camorra nel mondo politico (i suoi fratelli, tutti e tre arrestati).

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Governo, Conte incontra Zingaretti: “Piena convergenza sul decreto semplificazioni, bisogna correre”

venerdì, Luglio 3rd, 2020

Con Nicola Zingaretti “c’è piena convergenza sul dl semplificazioni da portare presto in Consiglio dei ministri. La pensiamo allo stesso modo: bisogna correre”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, al termine dell’incontro col segretario dem durato circa un’ora. Il governo spinge per un’alleanza tra Pd e M5s in vista delle regionali: “Se non così non fosse sarebbe una sconfitta per tutti”.

Sul versante Mes, invece, “è legittimo in questo momento aprire un dibattito pubblico e esprimere varie sensibilità. Ci sarà un momento in cui avremo completato il negoziato europeo e quando lo avremo completato formuleremo tutte le valutazioni”. Conte ha risposto anche al collega olandese Rutte che aveva criticato il nostro Paese: “L’Italia ce la farà da sola, io ce la sto mettendo tutta per farla funzionare“.

“No alleanza Pd-M5s sconfitta per tutti” Il presidente del Consiglio ha poi ribadito: “Possibile non trovare un momento di sintesi agli appuntamenti regionali? Sarebbe una sconfitta per tutti, anche per me, se non si trova un modo per fare un passo avanti. Basterebbe mettere da parte le singole premure”, ha detto sulle mancate alleanze tra i partiti di governo.

Pd: “Il governo ha la forza per decidere e fare” – Sull’incontro è positivo anche il giudizio del Partito democratico: “Il Governo ha la forza per decidere e fare le cose. Il Pd è il primo sostenitore della sburocratizzazione dello Stato e della semplificazione. Rispettando le autonomie dei territori è giusto provare a costruire progetti unitari e condivisi nelle Regioni”.

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Cassazione: definitiva la condanna a trent’anni per Graziano Mesina

venerdì, Luglio 3rd, 2020

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei difensori di Graziano Mesina, rendendo definitiva la condanna a trent’anni. Per l’ex primula rossa del banditismo sardo si riaprono le porte del carcere. Mesina, che attualmente vive ad Orgosolo, è stato scarcerato dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, per decorrenza dei termini.

Secondo la Dda di Cagliari, l’ex bandito sarebbe stato a capo di due gruppi criminali attivi in due aree della Sardegna per coprire l’approvvigionamento di vari tipi di droga, con base in queste due zone dell’isola. Con il rigetto del ricorso decade in via definitiva la grazia concessa a suo tempo dal presidente della Repubblica.

TGCOM

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L’audacia che manca al Pd e ai Cinque Stelle

giovedì, Luglio 2nd, 2020

di Paolo Mieli

L'audacia che manca  al Pd e ai Cinque Stelle

Convincenti i dieci punti a favore del Mes che Nicola Zingaretti ha enunciato lunedì sulle colonne di questo giornale. Un manifesto assai efficace, ben scritto, ottimamente argomentato. Condivisibile, a parer nostro, dalla prima all’ultima parola. Spiace che i partner di governo abbiano lasciato cadere quel testo senza degnarlo nemmeno di qualche considerazione. Una scortesia non nuova nei confronti del segretario Pd, trattato con sufficienza dal M5S anche quando ha chiesto di riprendere in considerazione lo ius culturae o una radicale revisione dei decreti Salvini. Forse dipende dal fatto che, quando lancia le sue proposte, Zingaretti lascia trasparire di essere per così dire rassegnato a una mancata risposta dai seguaci di Vito Crimi.
Ma forse invece la proposta di Zingaretti non è stata accolta per la generale consapevolezza del fatto che in Parlamento non c’è una maggioranza favorevole alla richiesta del Mes. Sono orientati al sì il Pd, i seguaci di Matteo Renzi, quelli di Silvio Berlusconi e quelli di Emma Bonino, più qualcun altro in ordine sparso. Contrari, i partiti del precedente governo (e già loro sarebbero maggioranza) a cui si aggiungono Fratelli d’Italia e una quota non quantificabile della sinistra più radicale divisa tra il ministro Speranza all’apparenza filo Mes, Loredana De Petris schierata (come Conte) per il rinvio a settembre dell’eventuale richiesta e Stefano Fassina che ha definito il ricorso al Fondo salva Stati «inutilmente pericoloso», utile soltanto a «tirare a campare qualche mese».

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Hong Kong, quasi 400 arresti: nuove sanzioni degli Stati Uniti contro la Cina

giovedì, Luglio 2nd, 2020

Hong Kong è una polveriera. Almeno 370 persone sono state arrestate dopo l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza approvata dalla Cina. Migliaia di persone sono scese in piazza, nonostante i divieti per via del coronavirus. La tensione non è soltanto locale. Le reazioni della comunità internazionale hanno dato seguito alle spaccature già ampiamente avviate con Pechino. In particolare, quelle di Stati Uniti e Regno Unito.

La Camera dei rappresentanti ha approvato nuove sanzioni volte a colpire gli interessi cinesi nell’ex colonia britannica. Le misure puntano alle banche che fanno affari con funzionari collegati alla repressione dei dimostranti a Hong Kong. “È una legge brutale, che legittima una repressione nei confronti del popolo di Hong Kong ed è intesa distruggere le libertà che erano state promesse”, ha dichiarato la Speaker della Camera Nancy Pelosi. La misura dovrà passare al Senato prima di essere sottoposta alla firma del presidente Donald Trump. Si tratta di un’ulteriore stretta da parte di Washington dopo la cancellazione dello status speciale di Hong Kong e lo stop all’export per la difesa e dei prodotti ad alta tecnologia.

La questione Hong Kong è un altro tassello delle tensioni, crescenti, tra gli Stati Uniti e la Cina. Un ulteriore terreno di scontro dopo i complicati rapporti commerciali tra i due Paesi e lo scaricabarile sulla responsabilità per la pandemia da coronavirus.

Police detained a protester during a march marking the anniversary of the Hong Kong handover from Britain to China, Wednesday, July. 1, 2020, in Hong Kong. Hong Kong marked the 23rd anniversary of its handover to China in 1997, and just one day after China enacted a national security law that cracks down on protests in the territory. (AP Photo/Kin Cheung)
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Sentenza Berlusconi ‘pilotata’, Matteo Renzi al Riformista: “Chiediamo verità, per gli italiani”

giovedì, Luglio 2nd, 2020

Aldo Torchiaro

L’audio di Amedeo Franco su Berlusconi reso noto da Il Riformista non si sente, a sinistra. Come se in un paio di auricolari una delle due uscite fosse malfunzionante. Non riceve. Ci starebbero provando, assicurano. Ma non riescono. E anche quando dovessero sentirlo, purtroppo non riescono a pronunciare una parola di condanna sull’ammissione palese che le sentenze venivano manipolate ad arte. La sola eccezione è rappresentata da Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva nell’intervista che segue mette i puntini sulle i: «Berlusconi va rispettato come uomo ed ex presidente del Consiglio. Le accuse contenute nell’audio de Il Riformista, se confermate, offrono un quadro gravissimo su cui è urgente fare chiarezza». «Tocca alle sedi opportune – precisa – capire se lo sfogo di questo magistrato è una cosa seria o no. È un fatto tuttavia di cui è doveroso parlare, non può essere eluso da chi fischietta e fa finta di nulla. E io l’ho detto a Berlusconi perché pur nella contrapposizione politica è un fatto, che se fosse vero, sarebbe gravissimo». Alla domanda se abbia telefonato a Berlusconi, Renzi conferma: «Ci siamo sentiti. L’Italia non può far finta di niente. Proprio perché è un avversario politico questa cosa va chiarita».

Gli dà la sua solidarietà?
Si dà solidarietà quando si è convinti della verità. Io non so cosa sia accaduto: non do solidarietà a chicchessia. Faccio di più, tuttavia: do credito alla figura di un ex premier, e alla sua sacrosanta richiesta di conoscere la verità. Da quando Il Riformista ha pubblicato l’audio si possono nutrire oggettivi dubbi sulla correttezza dell’iter. E dunque dobbiamo chiedere chiarezza: la dobbiamo a Silvio Berlusconi ma prima di lui a tutto il popolo italiano. Siamo in presenza di un fatto di grande rilievo. Il giudice che si sfoga con Berlusconi è l’estensore della sentenza che lo ha condannato, producendo evidenti ricadute nel gioco democratico del Paese, perché quella sentenza ha tenuto fuori dal Parlamento l’uomo che ha guidato più a lungo un governo nella storia italiana. Anche se sono un avversario politico, riconosco che su una vicenda del genere non si può tacere. Dopodiché non tocca a me decidere come sono andate le cose. Ma la politica italiana non può minimizzare ciò che è accaduto.

Cosa pensa della commissione d’inchiesta chiesta dal centrodestra?
Non mi pare lo strumento più idoneo ma in ogni caso è fondamentale che questa vicenda non sia nascosta in un trafiletto a pagina 23 come vorrebbero fare in tanti.

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Un diluvio di emissioni Ue sta per inondare il mercato: dai 52 di oggi a 850 miliardi. Le (vaghe) idee per finanziare il pacchetto ripresa

giovedì, Luglio 2nd, 2020

Vittorio Da Rold

Ma quante emissioni Ue avremo nei prossimi anni per affrontare quella che tutti considerano la recessione peggiore dai tempi della Grande depressione degli anni ’30? Ci saranno da trovare sul mercato delle obbligazioni i famosi 750 miliardi per il Recovery fund o Next Generation Plan secondo la definizione del presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel discorso tenuto il 29 maggio scorso in Parlamento (in 4 anni), più 100 miliardi aggiuntivi per il neo Fondo per l’indennità di disoccupazione europea (Sure). E siamo già alla cifra monstre di 850 miliardi di euro.

Senza contare le emissioni della Banca europea d’investimento (Bei) a caccia secondo le parole del suo presidente Werner Hoyer anche di una ricapitalizzazione straordinaria di 227 miliardi di euro e del Meccanismo europeo di stabilità che si rivolge per i suoi bisogni finanziari sul mercato forte della sua tripla A.

La situazione attuale

Attualmente la Ue è poco indebitata visto che ha appena 52 miliardi di euro in strumenti di debito in circolazione. L’Unione ha una curva dei rendimenti liquida (cioè una linea che traccia i tassi di interesse delle sue obbligazioni tra le diverse scadenze) composta da 18 emissioni di riferimento.

I prestiti dell’UE sono autorizzati solo a finanziare prestiti ai Paesi. L’UE non può prendere in prestito per finanziare il proprio bilancio che viene finanziato dagli Stati memebri. Gli importi variano da piccoli collocamenti privati di diversi milioni di euro a emissioni di dimensioni benchmark (almeno 1 miliardo di euro).

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Nuovo «esodo» di 8mila insegnanti al Centro-Sud. Al Nord è allarme cattedre vuote

giovedì, Luglio 2nd, 2020

di Claudio Tucci

Facciamo una premessa. L’emergenza cattedre vuote al Nord non nasce con questo governo, è un nodo storico della scuola italiana e delle falle del sistema di reclutamento degli insegnanti, che nessun esecutivo riesce definitivamente a riformare.

Certo è che gli ultimi governi c’hanno messo del loro tenendo in gestazione per mesi i concorsi a cattedra, sbloccati solo a fine aprile da Lucia Azzolina. Detto questo, numeri e stime sindacali alla mano, anche il prossimo settembre sarà caccia di supplenti soprattutto da Firenze in su, le regioni purtroppo più colpite dall’emergenza sanitaria.

Altri 50mila prof con la valigia
Procediamo con ordine. A settembre oltre 50mila docenti cambieranno scuola, avendo il ministero dell’Istruzione accolto la relativa domanda. Si tratta di oltre il 55% delle richieste complessive pervenute.

Quest’anno sono state 108.676 le domande elaborate, di cui 90.306 per la mobilità territoriale e 18.370 per quella professionale. Oltre 96mila i docenti effettivamente coinvolti – al netto delle domande non accoglibili – 78.881 le donne e 17.696 gli uomini. Le domande soddisfatte a livello nazionale sono state 55.008, pari a oltre il 55% del totale dei docenti che hanno partecipato alla mobilità ordinaria. 8mila spostamenti circa saranno fuori regione, in particolare verso il Centro-Sud.Leggi anche

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