Archive for Luglio, 2020

Luca Palamara a Tgcom24: “Il sistema giustizia va rivisto, così fatica ad andare avanti” | “Csm? Ho timore del sorteggio”

mercoledì, Luglio 1st, 2020

Il sistema giustizia va profondamente rimeditato e rivisto, è un sistema che fa fatica ad andare avanti”, A dirlo, intervistato dal direttore Paolo Liguori nella rubrica di Tgcom24 “Fatti e misfatti” è il pm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara. “Ha fallito il sistema delle correnti, ha fallito il sistema della spartizione tra correnti“, aggiunge Palamara. E spiega:  “Da un lato ha portato i migliori nei posti più importanti d’Italia ma ne ha penalizzati tanti altri esclusi da questo meccanismo ma avrei timore dell’introduzione del sorteggio” per la scelta dei componenti togati del Csm.

Il caso Palamara e il trojan – “Con i miei avvocati riteniamo esistere un problema molto serio come l’utilizzazione di queste intercettazioni. In alcuni momenti della giornata è perfettamente funzionante, in altri no. Non lo dico io, lo dicono le carte”. Cosi’ l’ex membro del Csm ed ex capo dell’Anm, Luca Palamara, a “Fatti e misfatti” su Tgcom24. “Il pubblico ministero, parlo per me stesso, pensa all’intercettazione come un mezzo di ricerca della prova. È fondamentale: il trojan ha segnato un salto di qualità nella lotta alla corruzione, alla mafia e al terrorismo. Però c’è un problema grandissimo del reale funzionamento di questi captatori informatici”, ha aggiunto. Il trojan “ha una durata limitata, è nelle mani di persone che non sappiamo, gestisce una mole di dati di terze persone che risultano catapultate in questa vicenda che mi riguarda ma sono estranee”, ha concluso Palamara.CHIUDI ✕

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Le autorità Usa: «Il 4 luglio state a casa». Fauci: «Rischiamo 100mila casi al giorno»

mercoledì, Luglio 1st, 2020

Gli Stati Uniti stanno andando «nella direzione sbagliata», rischiano di arrivare a 100mila nuovi contagi al giorno di coronavirus. L’allarme è dell’immunologo Anthony Fauci, che si è detto «molto preoccupato», durante un’audizione in Senato, dopo che nella giornata di martedì si è toccato il record di oltre 48mila nuovi contagi. Fauci ha sottolineato come l’impennata di contagi che si registra in numerosi Stati «mette a rischio» l’intero Paese. «Siamo nella direzione sbagliata, chiaramente ora non abbiamo un controllo totale», ha affermato il direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive. «Non sarei sorpreso» che si possa arrivare a 100mila contagi giornalieri se non si cambia passo, ha dichiarato lo scienziato, dopo che gli Stati Uniti hanno registrato ieri 41mila casi positivi. Fauci ha detto di non poter fare stime sui morti. «Penso sia importante dire a voi e al pubblico americano che sono molto preoccupato perché potrebbe andare molto male», ha sottolineato.

«Il 4 luglio state a casa»

Nel frattempo, le autorità sanitarie negli Usa lanciano un appello in vista dell’Independence Day: «Il 4 luglio state a casa, evitate gite, feste, assembramenti per i tradizionali fuochi d’artificio». All’impennata di contagi hanno contribuito soprattutto 8 Stati, tra questi la California (8.100 nuovi casi), la Georgia (2.400) e il Texas (7.900).

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Mes, Conte alla Camera: «Nessun legame con politica bilancio o tasse. Dl semplificazioni indispensabile»

mercoledì, Luglio 1st, 2020

«Non vi è alcuna connessione tra le linee di credito del Mes, relativo alle spese sanitarie, e le scelte generali di politica di bilancio relative alla spesa pubblica e la tassazione». Il premier Giuseppe Conte torna sul tema caldo del Mes nel corso del Question Time alla Camera. «In queste ore il governo sta conducendo un’intensa attività diplomatica per garantire una risposta Ue adeguata» alla crisi, spiega. «Ne ho parlato in questi giorni con il premier Rutte e la cancelliera Merkel: da parte italiana resta l’obiettivo di un’intesa rapida che mantenga l’ambizione di partenza. Il risultato finale non dovrà discostarsi dalla proposta della commissione quanto a volume e modalità» di erogazione del Recovery Fund, aggiunge. Conte ci ha tenuto a chiarire che «non vi è alcuna connessione tra le linee di credito del Mes, relativo alle spese sanitarie, e le scelte generali di politica di bilancio relative alla spesa pubblica e la tassazione». Mentre sul Quadro Finanziario Pluriennale «abbiamo già detto di ritenere anacronistici i «rebates» (gli sconti che usano i Paesi che usano meno di fondi europei). Sappiamo che per alcuni Stati sono importanti ma vogliamo ritenere che questa stessa sensibilità venga mantenuta da questi Stati membri rispetto al piano Nex Generation Ue».

Il Dl semplificazioni? «Madre di tutte le riforme»

Durante l’intervento Conte affronta anche la questione del decreto semplificazioni: «Sono state studiate e in parte accolte le proposte di Iv. Ci sono interventi nella fase contenziosa, per rendere più veloce il processo amministrativo ed evitare sospensione delle gare pubbliche. Sono misure che intervengono anche sulla responsabilità dei pubblici dipendenti, perché vogliamo superare la cosiddetta `paura della firma´ per i dipendenti pubblici» sul fronte opere pubbliche, spesso motivo di rallentamenti», sostiene il premier rispondendo a un’interrogazione presentata da Italia Viva. «Pensiamo a semplificare le procedure affidando i contratti in modo più rapido, in questo momento, transitorio – insiste il presidente del Consiglio – Compatibilmente, introdurremo procedure negoziate anche senza bando, compatibilmente alla normativa europea. Deroga associata a misure di trasparenza e controlli antimafia, che sono da un lato semplificati ma dall’altro lato rafforzati. Le misure intervengono anche nella fase dell’esecuzione, al fine di accelerare la cantierizzazione delle opere e la loro realizzazione». Per Conte il decreto semplificazioni è « indispensabile per modernizzare l’Italia e far correre tutto il Paese. Ed è per questo che in queste ore ci stiamo confrontando in maniera costruttiva per trovare una soluzione». Il provvedimento insomma è «la madre di tutte le riforme».

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Il silenzio Pd sulle manovre contro il Cav

mercoledì, Luglio 1st, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

L’ultimo audio sulla sentenza pilotata contro Berlusconi e le chat perugine tra giudici secondo cui Salvini doveva «essere colpito» a prescindere, rafforzano il sospetto che una parte della magistratura abbia operato secondo fini che esulavano dal proprio ambito e spostano il discorso sul politico: perché un’ampia parte della classe dirigente non interviene e si gira dall’altra parte? Può una classe politica e istituzionale degna di questo nome non indignarsi di fronte alla possibilità che un protagonista della vita del Paese, Silvio Berlusconi, sia stato fatto fuori con sentenze forse pilotate, mentre sul suo successore al vertice del centrodestra, Matteo Salvini, si sia scatenata la solita furia dei pm?

Eppure di fronte all’ennesima rivelazione, anche ieri la sinistra è rimasta muta. Dei grillini, che pure esprimono il ministro della Giustizia, neppure parliamo. Ma il Pd? Silenti anche loro. Viene quindi da pensare che per Zingaretti e soci le cose vadano bene così, chiedono la verità su Ustica e su Giulio Regeni (e fanno bene a farlo perché sono vicende scabrose) e in questo modo credono di aver chiuso i conti con la giustizia. Solo i renziani hanno evidenziato alcuni distinguo.

A sinistra o sono quindi conniventi o più probabilmente hanno paura, forse credono che in circostanze di questo tipo basti aspettare che passi la bufera. Il punto è però che storture talmente evidenti minano in modo radicale il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato, il supremo patto di cui le forze politiche e istituzionali sono garanti. La gente non mangia pane e sentenze, è vero, ma dare l’idea di accettare un gioco così sporco finisce per screditare la credibilità stessa di una parte politica.

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I tre gravi errori di Salvini sul Mes

mercoledì, Luglio 1st, 2020

Matteo Salvini ha addirittura mandato una lettera al Corriere della sera per chiedere al governo di non prendere i 37 miliardi del Mes che l’Italia potrebbe invece utilizzare per le spese sanitarie correlate all’emergenza covid. Il senatore leghista nella sua battaglia euroscettica stavolta sbaglia, e alla grande, per almeno tre motivi. Il dubbio è che erri sapendo di errare. Nel caso contrario, qui gli spieghiamo perché quei soldi potrebbero essere molto utili alla causa del nostro paese.

1) La prima giustificazione che adduce Salvini riguarda il fatto che sarebbe meglio prendere soldi a prestito sui mercati, intensificando l’emissione dei titoli di stato, visto che recentemente il Btp Italia in un’unica asta ha chiuso con 22,3 miliardi di euro. Peccato però che il leghista ometta un “piccolo” particolare: la spesa per interessi. Anche chi ha poca familiarità con l’economia sa bene che quando si deve valutare un prestito, la voce principale che si guarda è il tasso d’interesse. Chi vuole accendere un mutuo, ad esempio, come prima cosa fa una comparazione fra i tassi più convenienti che trova sul mercato. Ebbene, uno Stato fa la stessa cosa. E in questo caso non c’è partita: i tassi a 10 anni che l’Italia è costretta a offrire a chi compra titoli di stato sono poco sotto il 2% mentre il Mes costerebbe solo lo 0,08%. Eugenio Gaiotti, capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, quindi fonte terza e attendibile, in una recente audizione parlamentare ha quantificato in 500 milioni l’anno il risparmio medio per l’Italia nel caso utilizzi il Mes invece che nuove emissioni di Btp. In dieci anni fanno 5 miliardi. Miliardi che potranno essere utilizzati in futuro per fare ulteriore spesa sociale – per scuola o opere pubbliche – invece che regalati agli investitori.

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Paura del trappolone

mercoledì, Luglio 1st, 2020

“Ci vuole fare un trappolone con Forza Italia sfruttando le nostre debolezze”. Sono toni fortissimi quelli che usa un uomo molto su nelle gerarchie del Movimento 5 stelle. Fortissimi soprattutto se si pensa il destinatario: Giuseppe Conte. Il premier che fu messo come architrave del patto con Matteo Salvini, il premier che è stato imposto al Partito quale conditio sine qua non del progetto giallorosso non aveva mai registrato un punto così basso nei rapporti con il Movimento 5 stelle. Perché davanti ai microfoni le parole si misurano, nel corpaccione parlamentare la confusione è tanta, ma ai vertici le relazioni sono ai minimi termini.

E’ il Mes ad aver scavato un solco. Le recriminazioni sono martellanti: “In emergenza ha deciso tutto lui, sul Recovery fund si è costruito settimane di propaganda intestandosene i termini. Ora, guarda un po’, sul Fondo salva stati dice che l’ultima parola l’avrà il Parlamento. Che equivale a dire che ci vuole spaccare”. Il clima a Palazzo Chigi è teso. Chi lo frequenta ha notato un cambio d’umore negli ultimi giorni. Tra gli uffici si esclude una repentina caduta, ma il pressing del Pd preoccupa. E a quel pressing qualcosa si deve rispondere.

La partita è complicata, la politica si trascina per settimane di caldo, vertici, veleni e sospetti in attesa di un qualcosa che probabilmente non arriverà mai. Per i 5 stelle l’epifania è il voto sul Mes. Concordano con Conte nella sua valutazione di far slittare il voto all’autunno. Sono sulle corde per quel che potrà succedere. “Non posso forzare, cadrebbe il governo”, ha ripetuto il presidente del Consiglio in questi giorni a chi gli ha chiesto di rispondere all’appello pro-Mes di Nicola Zingaretti. Tra i contatti fra tutti i big, da Vito Crimi a Luigi Di Maio, da Paola Taverna a Alessandro Di Battista, i giudizi sul capo del Governo sono sempre più taglienti.

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La Bce bussa

mercoledì, Luglio 1st, 2020

La Bce scuote l’Italia: fate le riforme. Così l’apertura del quotidiano La Stampa che ha intervistato il vicepresidente dell’istituto monetario, lo spagnolo Luis de Guindos.

“Ora il rischio per l’Europa è una ripresa a due velocità. L’Italia sia più competitiva”, le parole di de Guindos, che pur specificando che la Bce è pronta “a ricalibrare le misure non convenzionali”, avverte: “Finita la pandemia Roma rimetta i conti in ordine. Il principale antidoto non è la politica monetaria, ma l’azione di riforma e di bilancio dei governi”.

L’HUFFPOST

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Coronavirus nel mondo, gli Usa acquistano tutte le scorte di Remdesivir

mercoledì, Luglio 1st, 2020

Washington, 1 luglio 2020 – Appena 5 giorni fa l’Ema (agenzia europea del farmaco), ha dato il via libera al Remdesivir, la prima medicina anti-Covid. E oggi arriva la notizia che gli Stati Uniti hanno acquistato praticamente tutte le scorte per i prossimi tre mesi, non lasciando niente per Gran Bretagna, Europa e la maggior parte del resto del mondo. Lo denuncia il Guardian, sottolineando che l’azione unilaterale sul farmaco da parte degli Usa allarma gli esperti anche per le prospettive future, ad esempio nel caso in cui si renda disponibile un vaccino

L’amministrazione Trump ha già dimostrato di essere pronta a superare in termini di offerte e manovre tutti gli altri Paesi per garantire le forniture mediche di cui ha bisogno per gli Stati Uniti. 
Il farmaco, prodotto dall’azienda Gilead Sciences, è il primo approvato anche dalle autorità degli Stati Uniti per essere usato per le terapie contro il Covid-19: è stato dimostrato che aiuta le persone a riprendersi più rapidamente dalla malattia. Un ciclo di trattamento di remdesivir richiede, in media, 6,25 fiale.

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Cosa unisce (ancora) Lega e Movimento 5stelle

mercoledì, Luglio 1st, 2020
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di   Angelo Panebianco

Il principale partito di governo, i 5 Stelle, e il principale partito di opposizione, la Lega, non vogliono i fondi europei del Mes. Gli argomenti di Matteo Salvini (sul Corriere di ieri) per giustificare il rifiuto di denaro che, impiegato nella sanità, consentirebbe di destinare ad altri usi le nostre scarse risorse, sembrano piuttosto fragili. Più che altro, servono a ribadire la diffidenza leghista per tutto ciò che ha il marchio dell’Unione europea (nonché della detestata Germania).

L’opposizione di 5 Stelle e Lega al Mes offre l’occasione per riflettere sulle somiglianze, ma anche sulle differenze, fra i due partiti. Entrambi vengono definiti «populisti» e, per certi versi, l’espressione è corretta. Coglie quanto hanno in comune. Ma non permette di comprendere le differenze. Una cosa che certamente hanno in comune è l’antieuropeismo (di cui il rifiuto del Mes è una conseguenza). Essere contro l’Europa ha sempre significato, per entrambi i partiti, essere contro l’Establishment, le Caste, il Grande Capitale, l’Alta finanza.

Certo, i loro differenti ruoli del momento (l’uno al governo, l’altro all’opposizione) comportano divergenze di toni e di stile. In materia di Europa, i 5 Stelle ricordano oggi la posizione dell’allora segretario del Partito comunista, Enrico Berlinguer , sulla Nato ai tempi del compromesso storico. Al fine di rendere il proprio partito pronto per l’ingresso nel governo, in una memorabile intervista al Corriere del 1976, Berlinguer dichiarò di preferire la Nato al Patto di Varsavia. Ma l’accettazione formale della Nato non impedì a un partito pieno zeppo di antiamericani e di filosovietici, di mobilitarsi, pochi anni dopo, contro gli euromissili (ossia contro la risposta difensiva della Nato al dispiegamento di missili sovietici puntati contro l’Europa). L’accettazione formale coesisteva con una perdurante opposizione sostanziale.

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Tasse, ecco come sei Paesi europei sottraggono all’Italia 6,5 miliardi di euro

mercoledì, Luglio 1st, 2020

di Domenico Affinito e Milena Gabanelli

Profit shifting, ovvero lo spostamento dei profitti per pagare meno tasse. Molti dei protagonisti di questa pratica, che passa attraverso una politica fiscale «aggressiva» con regimi di tassazione agevolati, sono in Europa. Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Cipro, Belgio e Malta sono i sei campioni europei del paradiso fiscale. Quello che permettono tecnicamente è un’elusione fiscale, ma altro non è che un dumping fiscale contrario al principio di solidarietà tra i membri dell’Unione previsto dai trattati. Tutto dipende dalla direttiva madre-figlia, adottata per evitare che gli utili delle multinazionali potessero essere tassati due volte tra società madre e società figlia quando queste due appartengano a differenti Stati membri dell’Unione. Ma se io opero in Italia, mando gli utili in Olanda e l’Olanda non mi tassa, il gioco è fatto.

Come eludere il fisco

Sono tre i meccanismi per pagare meno tasse. 1) Il primo è quello di stabilire la sede fiscale dove la tassazione è più bassa: basta dimostrare che la società è «residente» in quel Paese e, cioè, che i meeting del Consiglio di amministrazione si svolgono là.

2) Il secondo è quello del «transfer pricing», le transazioni economiche (spesso fittizie) all’interno di un gruppo multinazionale (come prestiti, cessione di marchi o brevetti, servizi assicurativi), il tutto gestito da una controllata che ha sede in un paradiso fiscale. Lo ha fatto Fiat con Fiat Finance & Trade, controllata lussemburghese di Fca che per 15 anni ha fornito servizi finanziari ad altre società del gruppo, una sorta di banca con tanto di utili che la Corte Europea ha condannato a pagare 23,1 milioni di euro di tasse arretrate al Lussemburgo, frutto di un vantaggio fiscale indebito grazie a un accordo ad hoc con il Granducato.

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