Archive for Luglio, 2020

Svolta su Ubi: Intesa ritocca l’offerta con un 10% in contanti. E le Fondazione dicono di sì

sabato, Luglio 18th, 2020

di SARA BENNEWITZ e ANDREA GRECO

MILANO – Intesa Sanpaolo aggiungerà fino a 650 milioni di euro per contanti all’offerta pubblica di scambio su Ubi, così accogliendo le richieste dei soci più riluttanti della banca con sede a Bergamo. Nelle prossime ore il gruppo guidato da Carlo Messina metterà sul piatto una somma passibile di miglioirare di oltre il 10 per cento l’iniziale offerta tutta in azioni del 17 febbraio. Un modo, a quanto si apprende dietro le quinte, per venire incontro alle difficoltà di uno dei territori più martoriati dalla pandemia, e, contestualmente, per assicurarsi l’adesione finale di una percentuale molto alta di azioni Ubi. Sia quelle detenute dai piccoli investitori locali, pari a circa il 35% del capitale. Sia quelle della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, che detiene il 5,9% e ha in corso una riunione degli organi sociali per deliberare anch’essa l’adesione all’offerta.

L’Ops, infatti, prevede che vengano consegnate 17 azioni Intesa Sanpaolo ogni 10 azioni Ubi portate in adesione da parte dei soci. A questo concambio si dovrebbe sommare il conguaglio in contanti.

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Il paese non si semplifica. C’è un usciere che ferma tutto. È la burocrazia

sabato, Luglio 18th, 2020

di BRUNO VESPA

A un convegno di Alis sul trasporto intermodale (quello che ha assicurato i rifornimenti durante il lockdown) ho avuto ampie conversazioni con tre amministratori che fanno mestieri diversi: il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi; il commissario della Protezione Civile , Domenico Arcuri e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Tre persone navigate e con larghissima esperienza di pubblica amministrazione. Manfredi, ingegnere, è diventato ministro quando era presidente della Conferenza dei rettori. Vista l’università e la ricerca dall’altro lato del tavolo, ha capito a sue spese perché non funzionano le cose.

Ha trovato le lettere (in parte inevase) scritte al ministro precedente quando era rettore e ha constatato quanto fosse difficile rispondergli: “Basterebbe che facessimo come nelle principali nazioni europee, dove i controlli arrivano dopo e non prima. Così le procedure sono veloci e chi sbaglia subisce sanzioni pesanti”. (La ricerca italiana, punto di forza di ogni progresso, è finanziata con 8 miliardi. Adesso Manfredi ha avuto 1,4 miliardi in più. Va bene, ma vista la grande quantità di soldi in arrivo, speriamo che il governo aggiunga i 7 che ci mancano per stare alla pari con i principali paesi europei).

Domenico Arcuri è da molti anni il capo di Invitalia, l’agenzia che promuove gli investimenti. E’ stato nominato dal governo commissario della Protezione civile quando bisognava trovare mascherine e respiratori. Si è mosso con le regole dell’emergenza, senza gare d’appalto. “Avessi dovuto seguire le procedure ordinarie, saremmo morti tutti”. Confortante.

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Coronavirus, al lavoro con la febbre: positivo. Chiuso stabilimento balneare di Ostia

sabato, Luglio 18th, 2020

Ostia, 18 luglio 2020 – Per giorni è andato a lavorare con la febbre in uno stabilimento balneare di Ostia. Poi ha scoperto di essere positivo al Coronavirus e ieri è finito allo Spallanzani. Ora la struttura sul litorale romano è stata chiusa, per permettere tutti i controlli. L’uomo contagiato è un cittadino del Bangladesh.
L’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato fa sapere che il lavoratore “ha dichiarato di aver avuto la febbre fin dal 14 luglio e dolori muscolari già dal 12 di luglio”. Nonostante cià “ha lavorato presso la struttura fino al 16 luglio”. Quindi l’appello, ispirato al buon senso: “Questa circostanza la considero grave e chiediamo la massima responsabilità. Con la febbre e con sintomi si deve rimanere a casa e contattare un medico. Non è possibile che si vada in giro o al lavoro. Comprendo le esigenze lavorative e di proseguire nelle proprie attività, ma il rischio è troppo elevato per la collettività”.

L’indagine epidemiologica

La Asl, intanto, ha già avviato l’indagine epidemiologica, a partire dai dipendenti della struttura e dai contatti stretti dell’uomo posto in isolamento. Il contagio potrebbe venire da un coinquilino, sempre bengalese, che era andato a Milano: avviate le procedure del contact tracing nazionale. 
L’uomo sarebbe impiegato nel bar-ristorante della struttura e lavorerebbe nella cucina. Non avrebbe quindi contatti con i clienti. Ma la paura si è diffusa sul litorale romano. Casi simili si sono verificati qualche tempo fa anche in due locali di Fiumicino, altra località del litorale, ma l’attività di tracciamento è riuscita a circoscrivere gli episodi. 

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Coronavirus, risale l’indice di contagio Rt. Sei regioni sono a rischio

sabato, Luglio 18th, 2020

Valentina Dardari

Il monitoraggio del coronavirus durante la fase 3 non è dei migliori: in ben 6 regioni infatti si supera la soglia e il rischio contagio aumenta.

Questo il dato che è emerso dal report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Il periodo preso in considerazione è quello compreso tra lunedì 6 luglio e domenica 12. I valori dell’Rt, l’indice di contagiosità, tendono a oscillare nelle regioni in cui si verificano focolai di trasmissione, che immediatamente vengono contenuti. Quindi “seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante”. Quello che comunque emerge di positivo è che al momento le strutture ospedaliere non danno segnali di sovraccarico. Diciamo quindi che la situazione sembra essere sotto controllo.

Ecco le 6 regioni con Rt sopra a 1

C’è anche però da dire che il numero di regioni con un Rt superiore a 1, è aumentato, passando da 5 a 6. Il dato più elevato si registra in Veneto con 1,61. Mentre quello più basso viene rilevato in Basilicata, con un Rt a 0,02. In mezzo a queste due regioni troviamo la Lombardia con quota 1,14, la Toscana con quota1,24, il Lazio con 1,23, e a pari merito l’Emilia Romagna e il Piemonte, entrambe a 1,06. Anche la Basilicata adesso ha un Rt a quota 0,02, mentre prima era a zero. Questo perché nell’ultima settimana vi sono stati 2 nuovi casi di positività al coronavirus. L’incidenza resta comunque molto bassa nella regione che conta complessivamente 370 casi.

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Se i 27 litigano, affondano tutti

sabato, Luglio 18th, 2020

Gian Micalessin

La chiamano battaglia, ma quella in corso tra i capi di governo dei 27 convocati a Bruxelles per dirimere dubbi e discordie sul cosiddetto piano di rilancio europeo (Recovery Fund) è solo una triste lite in famiglia.

Una lite da cui tutti gli europei rischiamo di uscire con le ossa rotte e la casa in rovina. Per capirlo basta il calendario. Sono passati 5 mesi da quando il virus ha iniziato a far strage tra Codogno a Stoccolma, eppure l’Europa non riesce ancora a trovare un accordo sul piano finanziario da 750 miliardi indispensabile per fronteggiare la bufera economica che si addensa sulla scena del massacro. Simili indugi, lo sappiamo, non sono una novità. Nel 2009 la Grecia crollò sotto gli occhi di un’Unione troppo distratta per realizzare che i prestiti concessi ad Atene non erano più medicina, ma veleno. Nel 2015 ci vollero altri lunghi mesi per capire che l’ondata migratoria alimentata da Ankara non era sostenibile. E son più di sei anni che l’Italia rimane terra di sbarco sotto gli occhi indifferenti dei partner europei. Ma stavolta si è superato ogni limite. Un indugio lungo cinque mesi di fronte ad una minaccia potenzialmente mortale è un intervallo inammissibile per qualsiasi Stato o comunità. E lo è tanto più per un entità sovranazionale convinta d’essere una grande potenza mondiale capace d’imporre il proprio modello etico, economico e culturale a 450 milioni di cittadini. Quest’incapacità di decidere e affrontare i pericoli rivela un difetto di fabbrica assai più pernicioso dell’ondata sovranista, dei dazi minacciati dall’America di Donald Trump e persino dell’espansionismo cinese.

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Un Movimento che scarica i conflitti sul Paese

sabato, Luglio 18th, 2020

di Massimo Franco |

C’è qualcosa di commovente, nel modo in cui il Movimento Cinque Stelle cerca di negare contrasti interni. I grillini sono costretti a organizzare vertici in extremis perfino per avallare la candidatura di un presidente nella Liguria del «garante», il comico Beppe Grillo: il protettore del governo e dell’asse col Pd. Si parla di rimpasto che anche il M5S evoca sotto voce: sebbene pochi ci credano. E tra Palazzo Chigi e Farnesina si ostentano in pubblico solidarietà e lealtà, mentre sottotraccia il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si scalciano ogni giorno.

La fine dell’emergenza del coronavirus sta radicalizzando la spaccatura nella formazione maggiore del governo. Le spinte centrifughe erano latenti da mesi, ma ora vengono accelerate dall’incertezza; e nonostante il terrore dei parlamentari che si possa precipitare verso elezioni anticipate. Oltre la metà di loro, probabilmente, non sarebbe rieletta, perché a settembre si celebrerà il referendum voluto dal M5S sul taglio del numero di deputati e senatori. E i sondaggi fotografano una perdita verticale di voti e di credibilità.

Il rischio di scaricare ancora di più queste convulsioni sul Paese è palpabile. Ieri il leader pro tempore Vito Crimi ha fatto smentire una contrapposizione tra lui e Di Maio. «Lavorano in accordo», è stato precisato anonimamente. E per tentare di esorcizzare i malumori contro alcuni ministri e ministre del Movimento, Crimi si è esibito in un’accorata difesa d’ufficio. «La nostra squadra si è sobbarcata enormi responsabilità: penso in particolare ai ministri Azzolina e Catalfo, al centro di fantasiosi retroscena». Averle citate conferma che sotto tiro sono soprattutto le ministre della Pubblica istruzione e del Lavoro.

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Vertice Ue, Conte disegna la linea rossa: «Niente trucchi sull’uso dei soldi»

sabato, Luglio 18th, 2020

di Lorenzo Salvia

DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES – Il cielo sopra il negoziato è grigio scuro, proprio come quello di Bruxelles. «Abbiamo ancora da lavorare, ci sono divergenze che non abbiamo risolto» dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte, rientrando al The Hotel, quando ormai è passata mezzanotte. Ammette che per il momento siamo alla «fumata nera», che nemmeno l’ultima mediazione sul tavolo del Consiglio europeo è riuscita a sbloccare la situazione. Definisce «coraggiosa» la proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel ma aggiunge anche che «non è spendibile» e che l’Italia ne ha presentata una alternativa. Tutto fermo, insomma, ognuno nella sua trincea. Del resto questa giornata infinita non era cominciata per niente bene. «La proposta di Mark Rutte è incompatibile con i trattati e impraticabile sul piano politico» dice il premier chiedendo di isolare la posizione olandese sul diritto di veto per i singoli Stati membri che potrebbe bloccare il meccanismo europeo di aiuti.

In appoggio all’Italia interviene il premier spagnolo Pedro Sánchez, qualche poltrona più in là annuisce il presidente francese Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca Angela Merkel, invece, aspetta come da copione. E questo all’inizio provoca una certa delusione nella delegazione italiana. Almeno fino alla cena quando è proprio la cancelliera tedesca a innescare la nuova mediazione del presidente Michel. La sua proposta, che magari oggi potrebbe essere rivista, dovrebbe mantenere la cifra iniziale dei 750 miliardi totali, 500 in sovvenzioni, 250 in prestiti. Al massimo ci potrebbe essere una limatura che, specie se dovesse riguardare solo la parte prestiti, l’Italia sarebbe pronta ad accettare.

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Ue, Margrethe Vestager: “Dobbiamo riprenderci insieme. Il Recovery Fund comune è importante”

sabato, Luglio 18th, 2020

“Siamo stati colpiti dalla crisi sanitaria in modo diverso ma dobbiamo riprenderci insieme” specifica a “Stasera ItaliaMargrethe Vestager, commissario europeo alla concorrenza. Sulle tensioni che segnano gli equilibri tra gli Stati membri dell’Unione Europea la vicepresidente chiarisce: “Vediamo delle differenze nel gestire le proprie economie, c’è chi può fare molto mentre altri non hanno le stesse possibilità”, e continua: “Ed è per questo che un Recovery Fund comune è così importante per risollevarci insieme”.

TGCOM

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Recovery Fund, fallisce la prima giornata del vertice Ue | Conte deluso ma non vuole cedere sui 750 miliardi

sabato, Luglio 18th, 2020

Fallisce il primo giorno di Consiglio Ue sul Recovery Fund. Le posizioni dei 27 leader europei restano molto distanti. Il negoziato entra nel vivo solo dopo cena, quando il presidente del Consiglio Charles Michel mette sul tavolo una nuova proposta. Non è quella risolutiva però perché dopo 13 oltre ore di vertice i leader, ancora lontani su tutto, si danno appuntamento al giorno dopo con il premier Conte che annuncia una sua proposta alternativa.

Il confronto a 27 della mattina e del primo pomeriggio non è andato benissimo, ma era tutto previsto. I leader sono soli, senza assistenti e con un’ampia distanza che li separa, sia fisica che metaforica. E non perdono l’occasione per sottolinearla, perché tutti sono determinati a battersi per i propri interessi, guardati a vista dai rispettivi Parlamenti che quell’accordo dovranno poi approvare.
Non è un tutti contro tutti, ma una guerra tra bande. La prima ad esplodere, annunciata già alla vigilia, è tra il premier Conte e l’olandese Rutte. “La tua proposta sulla governance del Recovery Fund è incompatibile con i trattati e impraticabile sul piano politico”, gli si rivolge il premier riferendosi all’unanimità del voto in Consiglio (leggi diritto di veto) che l’olandese reclama per gli esborsi europei.

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Comunicato stampa: ISCRIZIONI NUOVO CORSO ITS

venerdì, Luglio 17th, 2020

COMPETENZE 4.0 PER I GIOVANI ABRUZZESI

Il sistema industriale abruzzese punta sulle competenze e sui nuovi corsi ITS Meccanica per essere competitivo in periodo di Covid

Con la seduta del 15 luglio la Giunta esecutiva della Fondazione ITS Sistema Meccanica, presieduta da Gilberto Candeloro e costituita da Mario Pupillo, Presidente della Provincia di Chieti e Sindaco di Lanciano, Mario Di Ilio Professore Ordinario dell’Università de L’Aquila, Andrea Monaco Direttore Filiale Adecco Val di Sangro e Patrizia Costantini Dirigente IIS Da Vinci De Giorgio di Lanciano, ha approvato il nuovo bando di iscrizione per i corsi ITS previsti per l’anno 2020.

E’ stata l’occasione per fare un bilancio delle attività che consolidano e rilanciano i successi ottenuti dalla Fondazione anche in periodo di Covid. I dati di placement per i diplomati ITS sfiorano il 95% di occupati ad un anno dal diploma, tutti in linea con le competenze acquisite durante il corso. Agli inizi di luglio sono partiti i primi contratti in apprendistato di alta formazione per sei allievi del corso attivato in collaborazione con Adecco Italia S.p.A.; le attività di apprendistato, un vero sistema duale di alternanza scuola lavoro, vengono svolte negli impianti di FATER S.p.A. di Pescara e di Campochiaro (Cb). A dicembre dello scorso anno, tredici allievi del corso realizzato in collaborazione con SEVEL S.p.A. hanno già ricevuto il primo contratto di lavoro con la più grande realtà produttiva della regione che consentirà anche in questo caso agli allievi di formarsi e lavorare nello stesso tempo.

“La Fondazione – afferma Candeloro – grazie alla grande collaborazione instaurata con il sistema produttivo abruzzese, che colgo l’occasione per ringraziare, si configura sempre più come un academy tecnologica in grado di rispondere alle reali esigenze delle imprese; questi risultati, specie in tempi di Covid, ci indicano che il mercato del lavoro mostra segnali di vitalità ma è diventato più esigente in tema di competenze e che si sta affermando la cultura del vero sistema duale, il più efficace per sviluppare quelle conoscenze e abilità on the job in linea con le nuove richieste delle aziende”.  

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