Archive for Luglio, 2020

Esodo e cantieri: calvario sulle autostrade. Lockdown finito ma è impossibile ripartire

domenica, Luglio 26th, 2020

di RITA BARTOLOMEI

La mappa dei cantieri

Come sarebbe andata a finire in questo ultimo weekend di luglio – da bollino rosso – si capiva già ieri mattina di buon’ora. Quando sull’A7 verso Genova, per lavori, c’erano colonne di auto lunghe tre chilometri. Con il passare delle ore dalla Liguria alla Toscana, dalla Lombardia all’Emilia Romagna e giù fino all’Abruzzo, passando per le Marche, i siti del traffico in tempo reale hanno scattato la fotografia di un Paese tristemente, inesorabilmente in coda. Abbiamo appena rimesso il naso fuori di casa, magari per ritagliarci qualche giorno di vacanza, e siamo già fermi un’altra volta. Bloccati. Vale anche per le merci.

A mezzogiorno sull’A26 i chilometri verso Genova erano 10, forse addirittura 12. Un po’ prima delle 4 del pomeriggio sull’A14, direzione Ancona, tutti in attesa per una barriera di auto, un lungo serpentone di 5 chilometri “tra il bivio Torano-Pescara e Pineto (per riduzione di carreggiata)”, come informa puntualmente il sito di Autostrade per l’Italia. Altri problemi in giornata sull’Autobrennero per un incidente.

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Alcune industrie si riprenderanno prima dalla catastrofe del Covid. Ma la ricetta non è il reshoring secondo Oxford Economics

domenica, Luglio 26th, 2020

Marco Cimminella

Il covid-19 ha provocato un disastro economico mondiale, costringendo molte aziende a chiudere, interrompendo le catene internazionali del valore e i traffici internazionali. Ma gli effetti economici della pandemia non sono stati uguali per tutti: alcuni settori si riprenderanno prima, come le industrie chimiche e farmaceutiche; altri, invece, ci metteranno molto più tempo, come i produttori di aerei e veicoli. A dirlo, è uno studio di Oxford Economics, che oltre a confermare il graduale, seppur lento, recupero dopo la fase di lockdown da coronavirus, sottolinea come il percorso per risalire la china sia piuttosto diseguale tra i vari comparti economici. E fa notare che la ripresa non passa dalla ricetta dell’onshoring, vale a dire del riportare a casa la produzione: la pandemia ha infatti interrotto le forniture internazionali, mettendo in evidenza la loro grande fragilità. La soluzione migliore, ribadiscono i ricercatori dell’organizzazione inglese, è diversificare gli approvvigionamenti stranieri.

Il punto di partenza dell’analisi di Oxford Economics, sono i dati di maggio della produzione industriale globale, che mostrano un aumento del 2,3 per cento rispetto al mese di aprile. Nonostante questo, però, le stime rimangono cupe: la produzione dovrebbe rimanere sotto i livelli registrati nel periodo precedente al covid almeno fino alla metà del 2021.

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Rocco Casalino: “Il mio compagno vittima del trading online, io estraneo”

domenica, Luglio 26th, 2020

“Jose Carlos Alvarez è vittima del trading online”. Così il portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino precisa la notizia pubblicata oggi sul quotidiano La Verità in prima pagina, dal titolo “Il fidanzato di Rocco Casalino segnalato all’antiriciclaggio”.

“Durante il periodo del lockdown, Alvarez è stato attirato da un sito di trading on line. Il call center di una società  ricollegabile al sito lo chiamava più volte al giorno fornendogli suggerimenti su dove e come investire, con la prospettiva di un guadagno facile e sicuro. La situazione è degenerata – spiega Casalino in una nota – fino a sconfinare in un meccanismo simile a quello del gioco d’azzardo e della ludopatia, condizione che spiega il continuo passaggio in modo compulsivo di soldi dal suo conto alla carta prepagata con cui faceva transazioni sul sito (da qui, presumibilmente, la segnalazione alla Banca d’Italia). Alvarez è arrivato a perdere in solo 2 mesi 18mila euro dei suoi risparmi”. 

“Preciso – prosegue Rocco Casalino – che Alvarez non ha mai acquistato titoli italiani o collegati all’attività di Governo. In alcun modo la mia persona è ricollegabile a questa sua attività. Infatti, non ero al corrente di quanto stesse accadendo né ho mai condiviso con lui informazioni riservate. L’unica informazione che avevo era che stesse seguendo un corso di trading online, che era diventata una sua passione, non che stesse consumando i suoi risparmi. Alvarez disponeva di 25 mila euro sul conto, chiesti alla banca come prestito per poter aprire un suo piccolo sushi bar. 

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Matteo Salvini si è avvitato, abbaiando alla Luna

domenica, Luglio 26th, 2020
Lega Political party leader Matteo Salvini attends the demonstration called 'Basta degrado al QT8' (Stop...
Lega Political party leader Matteo Salvini attends the demonstration called ‘Basta degrado al QT8’ (Stop to degradation at QT8) for a greater safety near to the covered market in Via Isernia on July 20, 2020 in Milan, Italy (Photo by Alessandro Bremec/NurPhoto via Getty Images)

Chi a Salvini vuol bene si faccia coraggio e glielo dica col cuore in mano: “Matteo, basta con questi modi. Troppa brutalità, troppa propaganda, troppo veleno. E non fissarti di nuovo sugli immigrati: cambia registro oppure la gente ti scanserà per strada”. È sicuro che un discorso così non gli farebbe piacere. Lo vivrebbe come una provocazione. Mesi fa Giorgetti aveva tentato di farlo riflettere che è inutile battere sulla grancassa, tanto per altri due anni non si vota, meglio muoversi con sagacia; la sua reazione era stata alla Giulio Cesare, “tu quoque Giancarlo”, pure tu che ti proclami amico mi pugnali alle spalle. Comunicazioni per lungo tempo interrotte. Ora il suo braccio destro ha rinunciato a insistere, il tentativo l’ha già fatto, risultati zero, ci provi qualcun altro.

Si muovano dunque i governatori, prendano l’iniziativa gli amministratori del Nord, i leghisti con i piedi per terra, e magari tutti insieme cerchino di convincere Salvini: anche se lui si offenderà, bisognerà pur fargli capire che in Italia qualcosa è successo, che non è più come un anno fa quando il vento gonfiava le vele del Capitano, qualunque cosa toccasse si trasformava in oro.

Da allora abbiamo avuto il Covid, il lockdown, la “fase due”. Siamo rimasti sepolti in casa, abbiamo pianto i morti, applaudito gli eroi. S’è rovesciata la psicologia di massa: da “gregge anarchico”, come li disprezzava Benito Mussolini, gli italiani si sono messi in riga da far invidia ai germanici, tutti disciplinatamente agli ordini del Governo. L’avvocato del piano di sotto, Giuseppe Conte, s’è trasformato di colpo in Batman (e il fido Casalino nel suo Robin). Per giunta ha portato a casa il malloppo, per cui adesso la domanda è che ne sarà di questi 209 miliardi che pioveranno dall’Europa, in quali tasche andranno a finire, per fare cosa, e se verranno sperperati come spesso accade. Il resto, in questo momento storico, interessa meno.

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Cartelle e pignoramenti, nuovo stop fino a ottobre. La metà dei versamenti Iva-Irpef sospesi si pagherà a a rate fino al 2022

domenica, Luglio 26th, 2020

di ROBERTO PETRINI

ROMA. Ossigeno per i contribuenti italiani. Nell’ambito del decreto agosto e con alcuni provvedimenti dell’Agenzia delle entrate si prorogherà per due mesi, dal 31 agosto al 31 ottobre, la sospensione delle cartelle esattoriali; si rateizzerà per due anni , fino al 2022,  la metà dei versamenti mensili di Iva, ritenute Irpef e Inps in scadenza il 16 settembre. In fase di valutazione anche una  proroga della moratoria dei mutui.

Fisco, lo strappo dei commercialisti: “Proroga delle scadenza o non inviamo i dati”

La riscossione dovrebbe riprendere a pieno ritmo solo in autunno: secondo quanto si apprende da fonti di governo, con il prossimo decreto di agosto dovrebbe essere introdotta una ulteriore proroga di due mesi per l’invio delle cartelle esattoriali  (ne furono sospese 6 milioni) che  altrimenti sarebbe ripreso dal 1° settembre. Ulteriore blocco anche per le pratiche di riscossione coattiva, dai pignoramenti, alle ipoteche, alle ganasce fiscali.

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Il male che torna tra noi

domenica, Luglio 26th, 2020

di   Antonio Polito

Il ritorno del male fa notizia. Le vicende della caserma Levante, le torture e le orge, voluttà del crimine in chi avrebbe dovuto combatterlo, si sono svolte in pieno lockdown e in una città martire del Covid, a Piacenza, dove i morti sono stati quasi mille; gli orchi erano in azione proprio mentre noi ci ripetevamo che dalla crisi saremmo usciti migliori, restituiti a una più solidale e profonda umanità. Ovunque il male si sta riappropriando della sua normalità, della sua banalità. A Roma bande di ragazzini travestiti da Arancia meccanica sputano su citofoni e portoni per sfregio alle norme di igiene; oppure bastonano e rapinano un cinquantenne al grido di «ebreo di merda»; o pestano a sangue un custode pachistano per vedere «l’effetto che fa un nero svenuto sul marciapiedi». A Milano un ventenne, clandestino e di origini senegalesi, è accusato dalla prova del Dna di aver violentato una ragazza nel parco. A Vittorio Veneto un gruppo di minorenni, convinti che non avrebbero mai potuto punirli grazie all’età, terrorizzavano i negozianti con estorsioni e minacce. A Verona due padri italiani hanno pestato le mogli e le figlie. In tutta Europa il lockdown ha prodotto un’impennata negli scambi di materiali pedopornografici sul web.

Verrebbe da dire: forse era solo ingenuità sperare che un grande trauma producesse un grande cambiamento. Un più fondato pessimismo sulla natura umana avrebbe dovuto ricordarci che il «male radicale» non può esserne estirpato.

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Salvini: «Colpiscono la Lombardia ma vogliono solo attaccare me»

domenica, Luglio 26th, 2020

di Marco Cremonesi

Salvini: «Colpiscono la Lombardia ma vogliono solo attaccare me»

«Qui c’è un problema grosso come una casa e i giornalisti continuano a non affrontare il tema: il sistema Palamara continua a essere praticato come se nulla fosse accaduto». Matteo Salvini è arrabbiato più ancora che preoccupato. La giornata è incominciata male: alla raffica di inchieste che riguardano lui e alcuni suoi uomini, si è aggiunto «il pasticcio» (così lo chiamano molti leghisti) che riguarda i camici forniti alla Regione Lombardia dalla Dama spa, azienda del cognato del presidente Attilio Fontana partecipata anche dalla moglie del governatore. Nessuno gli leva dalla testa che le molte indagini più che contro la Lombardia siano contro di lui e la Lega. Il leader sente il presidente al mattino, anche se da un certo punto di vista non ce n’era bisogno: non è mai stato sfiorato dal benché minimo dubbio sulla buona fede di Attilio Fontana. Semmai, la preoccupazione è che Fontana, assai amareggiato dalla vicenda, torni a parlare di dimissioni come già ha fatto nelle ultime settimane.
L’indagine diventa ben presto trend su Twitter e per Salvini la prima nota del mattino è obbligata: «Ne abbiamo abbastanza di queste indagini a orologeria e a senso unico. Siamo stufi». Quello che Salvini non scrive ma davvero lo manda su tutte le furie è ciò che chiama la «impar condicio» rispetto a Nicola Zingaretti e alla vicenda delle mascherine pagate ma non arrivate alla Regione Lazio. Si occupa del promemoria il deputato Claudio Durigon: «Tra i camici gratuiti per la Lombardia e le mascherine vendute per 14 milioni alla Regione Lazio da un negozio che vende led, Fontana saprà spiegare anche questa situazione. Ma Zingaretti quando dovrà spiegare i milioni delle mascherine nel Lazio?».

Sono gli stessi temi toccati da Salvini riguardo a Fontana, «indagato perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi, malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne può più».

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Attilio Fontana e il bonifico dal suo conto svizzero alla società della moglie e del cognato

sabato, Luglio 25th, 2020

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è indagato dalla Procura di Milano per «frode in pubbliche forniture». La vicenda è quella della vendita alla Regione, da parte dell’azienda Dama Spa (di proprietà del cognato di Fontana, Andrea Dini, e al 10 per cento della moglie dello stesso Fontana, Roberta), 75.000 camici e 7.000 set sanitari, per 513 mila euro, nelle settimane più dure dell’emergenza-coronavirus.

Fontana, il 7 giugno scorso, aveva sostenuto di non sapere nulla della procedura di acquisto da parte della Regione e di non essere mai intervenuto in alcun modo.

Ma — come scritto qui — questa sua affermazione stride con due evidenze che vanno in senso opposto.

La prima: ad avvertire Fontana, da subito, fu il suo assessore, Raffaele Cattaneo, capo dell’unità di emergenza che stava cercando – in quelle settimane – camici ovunque fosse possibile recuperarli (In una intervista al Corriere del 9 giugno, Fontana disse: «In quei giorni la Regione ha chiesto camici e mascherine da chiunque li avesse»).

La seconda: il 20 maggio, la Dama Spa — con una mail alla centrale acquisti della Regione Lombardia — comunicava che la vendita si sarebbe tramutata in una donazione. Ma il giorno precedente, il 19 maggio, Attilio Fontana aveva deciso di versare 250 mila euro alla Dama Spa, proprio per rifondere alla società gran parte del mancato guadagno: mancato guadagno di cui nessuno, pubblicamente, sapeva ancora alcunché.

Il bonifico partì da un conto di Fontana in Svizzera, presso la banca Ubs Ag, del tutto lecito. Su quel conto, Fontana aveva fatto nel settembre 2015 uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» (strumenti giuridici di stampo anglosassone per proteggere il patrimonio da possibili pretese). Il fondo era della madre di Fontana, Maria Giovanna Brunella, dentista, che era morta a 92 anni a giugno del 2015. I trust erano stati creati alle Bahamas nel 2005 (dopo inizio nel 1997) quando Fontana presiedeva il Consiglio regionale. La madre di Fontana era «intestataria» dei due trust; Fontana risultava in uno il «soggetto delegato» e nell’altro il «beneficiario economico».

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Migranti, Lampedusa al collasso. Il sindaco: “Stato di emergenza”

sabato, Luglio 25th, 2020

Lampedusa, 25 luglio 2020 – “È una situazione ormai ingestibile. Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io”. Con queste parole il sindaco di Lampedusa Totò Martello commenta l’ultima raffica di sbarchi sull’isola, altri tre nelle ultime ore. “L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti – continua il primo cittadino -, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani”. E sul centro di accoglienza aggiunge: “Deve essere immediatamente svuotato”. A Lampedusa in questo momento si trovano oltre mille migranti, dieci volte la capienza massima. “Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – sottolinea il sindaco – e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull’isola”. In questo momento, sulla banchina si trovano una cinquantina di migranti ancora in attesa che venga deciso dove saranno smistati.

Botta e risposta Martello-Salvini

Totò Martello risponde alle affermazioni dei giorni scorsi del leader della Lega, Matteo Salvini, che, a detta del primo cittadino di Lampedusa, “continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro ‘non c’erano più sbarchi’: nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero degli Interni per verificare quello che sto affermando”. E aggiunge: “Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo, quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il Ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo, per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l’evidenza”. Salvini, continua Martello, “è venuto adesso per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza‘ che fomenta odio e rabbia”. E il primo cittadino di Lampedusa conclude: “Quanto infine alle sue dichiarazioni nelle quali mi definisce un ‘poveretto‘, ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia  Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’, ma capitano di cosa?”.

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Difficile fare le riforme se non hai i riformisti

sabato, Luglio 25th, 2020

di Marco Damilano

Momento storico, ineuguagliabile, anzi storico. Non sapeva più quale aggettivo estrarre dal dizionario Davide Crippa, il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, per omaggiare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte tornato vittorioso dall’Europa. Si spellava le mani. Alzava la voce: mai si è visto un presidente del Consiglio così determinato, mai si è visto un passaggio così storico. E lui, il presidente del Consiglio più amato della Seconda Repubblica, come ha scritto Ilvo Diamanti (Repubblica, 20 luglio), stava lì, nell’emiciclo della Camera, a godersi l’improvvisa comparsa di un ospite a sorpresa. Il culto della personalità nei suoi confronti. Verso Conte e verso il Contismo. Con i suoi profeti sulla carta stampata e in tv. I suoi sacerdoti chiamati a premiare i discepoli e a scomunicare gli infedeli. I suoi neofiti, ansiosi di presentarsi all’altare. E i più tiepidi, da sferzare.

La senatrice dell’Alto Adige Julia Unterberger è arrivata a paragonarlo a papa Francesco. Mai quanto Matteo Renzi che è stato costretto a dirgli bravo, mettendolo in guardia dagli adulatori, lui ne sa qualcosa. È la metamorfosi del premier, costruita in dodici mesi. Da capo del governo più populista d’Europa, dominato da Matteo Salvini con Luigi Di Maio a fare da ruota di scorta, a parte integrante del blocco, come l’ha chiamato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha segnato la svolta dell’Unione europea.

Un passaggio segnato da Angela Merkel, non più Mutti dei tedeschi ma aspirante Madre della Nuova Europa. Perché fu il 16 luglio, un anno fa, che la maggioranza M5S-Lega al governo a Roma andò in frantumi a Bruxelles, nel voto del Parlamento europeo per la nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il Movimento 5 Stelle votò a favore, la prima scelta di sistema per un partito che appena pochi mesi prima aveva incontrato la delegazione dei gilet gialli, la Lega di Salvini che invece aveva trionfato alle elezioni europee si ritrovò sola a votare contro. Una storia che si è ripetuta nei giorni scorsi.

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