Archive for Agosto, 2020

Pd e 5 stelle, la coalizione merita di più

domenica, Agosto 23rd, 2020

Sull’alleanza organica, storica o strutturale tra il Partito democratico e i 5 stelle si sono già dette molte cose. Certo, siamo ormai abituati alle piroette dei 5 stelle e ai cambiamenti repentini e senza alcun approfondimento politico della loro prospettiva politica. Ma, del resto, questo fa parte della loro natura populista e demagogica. Del resto, è curioso che dalla piattaforma Rousseau si ratifica un cambiamento radicale del progetto politico – mi riferisco, soprattutto, alla volontà di stringere alleanze definitive ed irreversibili e nel caso specificità con il Pd – e, al contempo, a livello locale e regionale si continua a correre da soli in virtù di una purezza ormai del tutto anacronistica e singolare. Ma tant’è.

Francamente stupisce molto di più il comportamento del Pd, o perlomeno della stragrande maggioranza di quel partito. Ovvero, la piena ed immediata adesione alle indicazioni emerse da una piattaforma privata e dopo una consultazione che avviene alla vigilia di Ferragosto. Una adesione, e una condivisione, che nell’arco di pochi giorni viene immediatamente messa in discussione dagli stessi proponenti attraverso ragionamenti – si fa per dire -, interviste e prese di posizione dove non si capisce mai dove inizia la convenienza e dove finisce il tatticismo di giornata. Ma anche qui, è inutile approfondire ulteriormente la questione, visto e considerato che la politica contemporanea non è più sintonizzata lungo i canoni della prospettiva e della progettualità a lunga scadenza ma vive e si nutre di tatticismo, di contingenza quotidiana e, soprattutto, di convenienza momentanea.

Ecco perchè dopo una simpatica e del tutto casuale consultazione ferragostana sulle alleanze del futuro di un partito di governo, seppur radicalmente priva di alcuna discussione, di confronto, di dibattito e di approfondimento politico, culturale e programmatico, difficilmente può decollare una vera, autentica e credibile strategia delle alleanze a lungo termine.

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Mario Draghi, l’inascoltato

domenica, Agosto 23rd, 2020

Se tutti, o quasi tutti, sono d’accordo con Draghi, perché non accade ciò che Draghi suggerisce? Questa domanda sta piantata nel cuore del Paese, tra il consenso generale all’appello dell’ex presidente della Bce e una transizione fin qui dominata dalla confusione nell’azione di governo e da un’incertezza che attraversa, tutto intero, il quadro politico. Perché è vero che la maggior parte della classe dirigente nazionale, anche quella che per motivi di bandiera non può dichiararlo apertamente, riconosce che i sussidi servono a sopravvivere, non a ripartire; che c’è debito buono, finalizzato a investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture e nella ricerca, e debito cattivo e improduttivo, simbolo del furto generazionale dei padri sui figli; che s’impone un riformismo fondato su regole di responsabilità; che l’adesione all’Europa e la difesa del multilateralismo sono per l’Italia un obiettivo irrinunciabile; che, da ultimo, l’incertezza dell’opinione pubblica e dei mercati si dissolve con politiche credibili nel medio-lungo periodo, segnate dalla coerenza dell’azione di governo con il mandato e con i principi che lo ispirano.

Ma tra il pensare, il dire e il fare c’è il dramma esistenziale della politica italiana. La quale non riesce a dire ciò che pensa e, perciò, non riesce a fare ciò che dice. È una malattia che contagia, sia pure in misura diversa, tutti i partiti e che suscita il preoccupato interesse di analisti e intellettuali. C’è chi, come, Ernesto Galli della Loggia, la diagnostica come una deriva del trasformismo, diventato il “vero principio costitutivo del sistema politico italiano” e incarnato da un premier privo, e fiero per questo, “di qualunque appartenenza politica”. C’è chi, come Sabino Cassese, la chiama sindrome della politica corsara, priva di radicamento storico e sociale, schiava del consenso e, perciò, adusa a promettere ciò che non può distribuire e a distribuire ciò che sottrae, con il debito pubblico, alle generazioni future. C’è ancora chi, come Marco Bentivogli, la racconta come una degenerazione del riformismo, che baratta il realismo e gli ideali con le velleità rivoluzionarie, e finisce per consegnarsi al ricatto delle corporazioni e dei loro particolarismi.

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Elezioni, Bonaccini: “M5S dovrà decidere se stare da una parte o dall’altra”

domenica, Agosto 23rd, 2020

dalla nostra inviata CONCHITA SANNINO

Bonaccini che dice no a “una gestione da Roma”, Toti che spinge la propria campagna elettorale al grido sempre filoleghista di “l’autonomia ce la meritiamo”. E ora, verrebbe da chiedersi, come finisce tra le Regioni e lo Stato?

E, soprattutto, quale prezzo pagano l’architettura costituzionale e i cittadini in termini di assetto nazionale e di diritti uguali per tutti, specie dopo le iniziative o i machismi di qualche governatore in fase di pandemia ?

Sono domande che non si esplicitano del tutto, ma aleggiano, con differenti punti di vista, nella penultima giornata del Meeting Cl di Rimini che si apre con il più asettico titolo “50 anni di Regioni, l’architettura dell’Italia alla prova”, cui partecipano appunto il governatore ‘padrone di casa” in Emilia Stefano Bonaccini e il presidente della Liguria Giovanni Toti candidato al bis per il 20 e 21 settembre (gli unici in presenza).

Con loro, i colleghi Jole Santelli della Calabria, Massimiliano Fedriga del Friuli, Luca Zaia del Veneto (collegati in streaming), con un intervento anche di Maurizio Fugatti, provincia autonoma di Trento e del presidente emerito della Corte Costutuzionale Sabino Cassese.

Bonaccini: “I 5S decidano da che parte stare”

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, interviene sul dibattito relativo alla alleanza fra i dem e i 5Stelle alle prossime elezioni. “Il M5S dovrà decidere se stare da una parte o dall’altra”, ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni, al Meeting di Rimini, intervistato da Skytg24.

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Avvenire: “Le linee guida sulla Ru486 violano Costituzione”

domenica, Agosto 23rd, 2020

Lo scrive oggi Avvenire che mette in dubbio il percorso sulla pillola abortiva Ru 486 voluto dal Ministero della Salute e che coinvolge i consultori. Dal momento che “la rete consultoriale nasce con la finalità esattamente opposta: fornire un’alternativa alle donne che pensano di trovarsi costrette dalle circostanze più varie a spegnere in grembo la vita del proprio bimbo”.

Tutto nasce dalle linee guida del Ministero della Salute sull’aborto farmacologico, che annullano l’obbligo di ricovero dall’assunzione della pillola Ru486 fino alla fine del percorso assistenziale e allungano il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla nona settimana di gravidanza. Accolgono il parere del Consiglio Superiore di Sanità pubblicato lo scorso 4 agosto, e raccomandano anche “di effettuare il monitoraggio continuo ed approfondito delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza con l’utilizzo di farmaci, avendo riguardo, in particolare, agli effetti collaterali conseguenti all’estensione del periodo in cui è consentito il trattamento in questione”

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Non possiamo privare i ragazzi della socialità

domenica, Agosto 23rd, 2020

di RAFFAELE MARMO

Le scuole devono aprire con il massimo della sicurezza possibile nelle condizioni date. Ma devono aprire. Il rischio di una generazione di “hikikomori” da Coronavirus è troppo elevato per non tentare e riuscire nell’intento di vedere il prossimo 14 settembre i ragazzi che rientrano nelle aule dai portoni aperti delle migliaia di edifici della Penisola. I ritardi, le inefficienze del sistema, le palesi contraddizioni del ministro Azzolina, sono sotto gli occhi di tutti. Ma non possono e non devono diventare alibi o pretesti per tenere il freno a mano tirato da parte di chi deve essere in prima linea per garantire la riapertura.

Ai docenti, agli impiegati e ai dirigenti scolastici tocca, più che a chiunque altro, la responsabilità del destino dei bambini e degli adolescenti. Non ci sono smart working o didattica a distanza che tengano: la scuola dell’infanzia e quella superiore fino a 18 anni non possono essere messe sullo stesso piano di altri settori della Pubblica amministrazione. Non è la stessa cosa lavorare in remoto per un ministeriale o per un docente. Non lo è non tanto o non solo perché l’insegnamento ha ben altra efficacia se realizzato in presenza: il che non è secondario rispetto alla qualità della formazione di una generazione che dovrà fare i conti, proprio per l’impatto del Coronavirus sull’economia mondiale, con ostacoli inediti nel mercato del lavoro.

Ma in gioco non è solo l’education (anche ai fini professionali). Il punto centrale è che la scuola è il più potente luogo “fisico” di socialità e di crescita umana, di confronto e di relazione, e, perché no?, anche di impegno civile e politico, ai differenti livelli, per i giovani delle diverse età. Privarli a lungo di questi alimenti, di queste esperienze e di questa palestra non può essere considerato senza conseguenze radicali rispetto alla loro maturazione. È anche comprensibile che i leader sindacati possano fare i conti con il sentiment incerto e timoroso di una base inquieta e stordita, e che, di conseguenza, possano manifestare perplessità sulla ripresa delle attività scolastiche, ma non è un buon esempio.

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Covid, Palù: “Basta allarmismi, crisi alle spalle. Di nuovi casi ne avremo sempre”

domenica, Agosto 23rd, 2020

di ALESSANDRO MALPELO

Basta allarmismi”. Un conto sono i soggetti che al rientro dai viaggi possono ritrasmettere il virus, e vengono fermati. Altra cosa è la sindrome da Covid-19. Perché il vero malato, quello che ha bisogno dell’ospedale, nei reparti si vede sempre meno. In questi giorni arrivano notizie assilllanti di rimbalzi, quota mille, ma i casi gravi sono rari, i nuovi positivi al tampone quasi tutti asintomatici. Strano? “Contagi ce ne saranno sempre – afferma Giorgio Palù, il più illustre virologo italiano –, dovremo convivere con questo virus con le giuste precauzioni, ma senza andare nel panico”.

Professor Palù, la gente sente parlare di escalation di casi positivi, e pensa che siano altrettanti malati.

“Questo è sbagliato, è allarme ingiustificato. La cautela è opportuna ma in Italia sembriamo rimasti ai tempi dei Capuleti e Montecchi, divisi tra guelfi e ghibellini, negazionisti e catastrofisti. Ho l’impressione che si stia facendo del terrorismo biologico; una campagna della paura. Ci vorrebbe l’indimenticabile Umberto Eco, uno dei padri della semiologia moderna, a ricordarci il peso delle parole. Termini come morbosità o letalità hanno un significato preciso da non equivocare. Un conto è avere 5mila letti tutti occupati, la terapia intensiva sovraffollata senza respiratori. Oggi non è così”.

Dunque avrebbe poco senso mettere in croce la movida?

“Una volta prese le giuste precauzioni, l’epidemia sotto controllo può fare il suo corso come ha sempre fatto, e questo virus può anche rinforzare il sistema immunitario. Nessuna pandemia ha mai estinto il genere umano. Guardiamo ai numeri con occhio critico. In Italia si stimava una mortalità del 13,68%, in India dell’1,2, in Russia dell’1,5, negli Usa del 3. Stiamo imparando che dobbiamo convivere con il virus. Un mondo a zero contagi è utopia”.

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Migranti, Musumeci: “Chiudo tutti gli hotspot della Sicilia”

domenica, Agosto 23rd, 2020

Palermo – Nello Musumeci dice basta e chiude tutti gli spazi per migranti. “La Sicilia non può continuare a subire questa invasione di migranti. Tra poche ore sarà sul mio tavolo l’ordinanza con cui dispongo lo sgombero di tutti gli Hotspot e dei Centri di accoglienza esistenti. Si attivi un ponte-aereo immediatamente e si liberi la Sicilia da queste vergognose strutture, iniziando da Lampedusa”. Questo l’annuncio del presidente della Regione Sicilia.  

Coronavirus Italia, bollettino di oggi, 22 agosto

“Le regole europee e nazionali sono state stracciate. L’Europa fa finta di niente e il governo nazionale ha deciso – malgrado i nostri appelli – di non attuare i decreti vigenti e di non chiudere i porti, come invece ha fatto lo scorso anno con il decreto interministeriale Interno-Difesa-Trasporti”, afferma Musumeci, che continua: “C’è una colpevole sottovalutazione del fenomeno senza precedenti. E non capiscono quanto stia crescendo la tensione. Vogliono far diventare razzisti i siciliani, che sono il popolo più accogliente di tutto il mondo? Adesso se vogliono a Roma impugnino pure la mia ordinanza. Basta: abbiamo avuto fin troppo rispetto istituzionale su questa emergenza, ricambiato da silenzi, indifferenza e omissioni”.  

Ieri sera c’era stata alta tensione nel sovraffollato hotspot di Lampedusa, teatro anche di una furiosa lite a colpi di pietra tra somali e libici. E preoccupa anche quanto accaduto a Favara dove un incendio ha distrutto, nel piazzale Belvedere San Francesco, “El Peskador”, il barcone sequestrato ai trafficanti e diventato dal 2015 il simbolo dell’immigrazione e dell’accoglienza. 

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«Viviana Parisi ha ucciso Gioele e poi si è lanciata dal traliccio» Gli esami confermano l’ipotesi

domenica, Agosto 23rd, 2020

di Carlo Macrì, inviato a Messina

«Viviana Parisi ha ucciso Gioele e poi si è lanciata dal traliccio»  Gli esami confermano l'ipotesi

Dal nostro inviato
MESSINA – I primi risultati degli accertamenti tecnici effettuati dalla Polizia scientifica e di quelli sui tessuti confermano la tesi dell’omicidio-suicidio. Viviana Parisi, dopo aver ucciso il piccolo Gioele, 4 anni, è salita sul traliccio dell’Enel e si è lanciata da un’altezza di 15 metri. Tuffandosi come da un trampolino. Gli esami sui tessuti della donna hanno confermato questa ipotesi accertando la «consistenza dei tessuti, che varia con l’impatto». Il corpo è stato trovato a 3 metri dal traliccio. Nella caduta la dj ha perso la scarpa che si era slacciata per effetto dell’impatto sul terreno, spiegano gli inquirenti. Sfuma l’ipotesi che Viviana sia scivolata dal traliccio. In quel caso il corpo si sarebbe dovuto trovare quasi ai piedi del pilone.

La tesi della famiglia

I familiari continuano a pensare che Viviana sia stata aggredita da animali selvatici e che non avrebbe mai fatto del male al piccolo Gioele. L’avvocato Pietro Venuti, però, ammette che «mamma e figlio potrebbero essere morti in due momenti diversi e in due luoghi separati»: «La madre potrebbe aver perso Gioele per un attimo ed essere salita sul traliccio per tentare di avvistarlo. E il bimbo potrebbe essere caduto da qualche altra parte. Gli animali hanno portato i resti lì dove sono stati trovati».

Il luminol

La Polizia scientifica, non avendo trovato tracce di Dna sul traliccio, ha effettuato una serie di analisi con il Luminol. Neanche i satelliti «interrogati» hanno offerto un contributo alle indagini.

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Non avere paura del futuro la politica abbia coraggio

domenica, Agosto 23rd, 2020

di   Walter Veltroni

Parlo delle decisioni che sono ispirate, comunque, da una visione, programmatica e valoriale, che nasce dal profondo di un’analisi della società e dallo sforzo, talvolta la sofferenza, di interpretare i cambiamenti che le circostanze storiche determinano nel lavoro e nella vita dei cittadini. Cambiamenti che dovrebbero produrre anche nel pensiero e nel discorso pubblico.

Il mondo cambia, con una velocità impressionante. Il primo grande mutamento è stato determinato dalla rivoluzione tecnologica che ha stravolto modi di produrre, conoscere, comunicare, stabilire relazioni umane. Apple, per capirsi, è diventata in questi giorni, proprio con il bilancio del drammatico anno del virus, una potenza economica superiore alla Spagna, il quindicesimo «Stato» del mondo e tra poco potrebbe rivendicare un seggio al G8. Il secondo è stato la diffusione globale della paura attraverso la sfida del terrorismo integralista, a cominciare dal grande choc delle Torri Gemelle. Infine la pandemia che ha gelato le economie della Terra, prodotto centinaia di migliaia di morti, stracciato un numero infinito di contratti di lavoro e sbattuto la vita di milioni di famiglie nella più penosa e pericolosa delle condizioni umane: l’incertezza.

Di fronte a questo rivolgimento del mondo la politica resta aggrappata disperatamente a un bisogno di sopravvivenza , come l’equipaggio della Zattera della Medusa di Géricault. La storia reale del naufragio rappresentato dal grande pittore francese è interessante e può avere valore simbolico. Nasce, in primo luogo, dalla incapacità del comandante di capire la giusta rotta e dalla sua inesperienza nella conduzione di una nave di quella portata. Da quella catastrofe, della ciurma rappresentata nel quadro, tornarono solo in dieci.

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Santanchè, il ballo e le balle: la farsa dell’epigramma

domenica, Agosto 23rd, 2020

di   Aldo Grasso

Noi di Cuneo troviamo sempre un’occasione per farci riconoscere. Noi di Cuneo, uomini di mondo, crediamo che esista una generazione Twiga (qualunque cosa voglia dire) o una generazione Billionaire, insomma un lussuoso ideale di vita post-rotonda-sul-mare contro i talebani amici dei divieti (infranti) e del buon senso.

Daniela Santanché ha postato un video in cui si dimena sulle note di «Paradise», vecchia canzone che evoca innamoramenti paradisiaci. È una scena patetica, una lagna contro la limitazione delle libertà: «Se gli italiani sono contenti che oggi tolgono il ballo, domani il canto, poi il voto, io non lo sono, è pazzesco limitare le libertà personali senza evidenze scientifiche».

Flavio Briatore non contento di sfornare la «Crazy Pizza» (subito maltrattata in rete) ha cominciato a polemizzare in video con il sindaco di Arzachena per le restrizioni delle serate danzanti del Billionaire di Porto Cervo: «Un grillino contro il turismo che non ha mai fatto niente nella vita. Una testa di c…». Poi succede, fatalità, che sei dipendenti del Billionaire risultino positivi al Covid. Quarantena: esplode il caso Sardegna.

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