Archive for Agosto, 2020

Borse europee in rosso, pesano i contagi record e i dati cinesi deludenti

venerdì, Agosto 14th, 2020

di Cheo Condina

Le ultime da radiocor

Scattano le vendite sui principali listini europei dopo i dati deludenti provenienti dalla Cina ma soprattutto sui timori per una seconda ondata di Covid in autunno. Così Milano, Parigi e Madrid arrivano a toccare ribassi del 2% mentre Francoforte perde leggermente meno.

Ieri in Francia i contagi hanno toccato un nuovo record a quota 2.669 e anche la Germania è arrivata a 1449 mentre la Spagna si è portata a 1.700; l’Italia, seppure in crescita, resta invece ancora attorno a 500 casi. Numeri che hanno spinto la Gran Bretagna a dichiarare da domani la quarantena per i viaggiatori provenienti dalla Francia, creando di fatto uno scontro diplomatico con Parigi che ha minacciato misure reciproche nei confronti di Londra

Intanto, come detto, i dati cinesi non hanno rispettato le stime degli analisti: a luglio le vendite al dettaglio sotto risultate sotto le attese (-1,1% su anno) mentre la produzione industriale è cresciuta del 4,8% (previsioni di +5% e in linea con giugno).

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“Manica impraticabile”. Per fermare i migranti basta copiare Londra

venerdì, Agosto 14th, 2020

Gian Micalessin

A Roma le chiacchiere. A Londra i fatti. E, in mezzo, la comune grana dei migranti. Ma cominciamo dai protagonisti. Al Viminale noi abbiamo Luciana Lamorgese, un ex prefetto di Milano promosso ministro dell’Interno dal governo giallorosso.

All’Home Office di Londra Boris Johnson ha messo invece Priti Patel, una 48enne tatcheriana di ferro figlia di una famiglia indiana arrivata a Londra dall’ex-colonia ugandese. Ma le differenze tra le due «ministre» non si fermano qui. La Lamorgese travolta quest’anno dallo sbarco di 15mila migranti, tra cui 6.429 tunisini e 2.338 bengalesi alla ricerca d’una comoda sistemazione italiana – il 29 luglio ha battuto i pugni sul tavolo definendo «inaccettabili» quegli arrivi. L’unico risultato sono stati gli ulteriori 2mila 224 intrusi accomodatisi in Italia nei 15 giorni successivi. Per non parlare del costo delle navi da crociera affittate al prezzo di 4 milioni di euro più Iva al trimestre per gestire la quarantena dei migranti positivi al Coronavirus. Un prezzo che alla fine andrà moltiplicato per molte volte visto che ciascuna delle navi prevede la sistemazione di un massimo di 250 migranti.

E ora andiamo dall’altra parte della Manica. Lì anche la signora Priti Patel deve vedersela con un bel po’ di indesiderati in arrivo dalle coste francesi. Dall’inizio dell’anno più di 4mila e 100 «clandestini», come li chiama la ministra di Sua Maestà, hanno raggiunto le bianche scogliere di Dover. Un traffico bruscamente impennatosi ai primi di questo mese quando gli sbarchi hanno toccato quota 650, con una punta massima di 235 arrivi nelle 24 ore il 6 agosto. Poca roba se paragonata agli oltre 7mila arrivi sulle nostre coste nel mese di luglio e ai 1.321 registrati nei primi 13 giorni di questo mese. Ma Priti Patel e il governo di Sua Maestà non la pensano così.

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Israele, la pace con gli Emirati è solo l’inizio. Seguiranno Bahrein e Oman

venerdì, Agosto 14th, 2020

Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo storico che porterà alla piena normalizzazione dei rapporti diplomatici fra i due paesi. Gli “Accordi di Abramo” sono l’intesa diplomatica più importante siglata fra Israele ed un paese arabo dopo l’accordo di pace con la Giordania del 1994.

La portata dell’intesa avrà un impatto di lungo periodo in tutto il grande Medio Oriente cambiando molti equilibri che parevano immutabili e consolidati.

L’intesa raggiunta dopo un ultimo round di colloqui fra Benyamin Netanyahu, Mohammed Bin Zayed, Ministro della Difesa degli Emirati e futuro “ruler” dei 7 “stati della tregua” di Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ras al Khaimah, Fujarah, Ajman e Umm al Qaywayn, insieme al Presidente Donald Trump, sarà seguito da una serie di intese politiche, economiche, commerciali e militari fra i due paesi.

A breve avremo voli diretti fra Dubai, Abu Dhabi e Tel Aviv, saranno inaugurate ambasciate nei rispettivi paesi, verranno avviati programmi di cooperazione sanitaria nella lotta al COVID, verrà avviata una cooperazione economica, commerciale, turistica e industriale a tutto campo fra la start-up nation di Israelee gli emirati del Golfo.

Nelle prossime settimane sono previsti scambi di visite ad alto livello fra i due paesi per perfezionare gli accordi e dettagliare le intese settoriali che seguiranno.

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Ponte Genova, Egle Possetti: “I nostri morti siano riconosciuti vittime di strage”

venerdì, Agosto 14th, 2020

Due anni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, per i parenti delle vittime sono ancora tante le cose che mancano. Dalla giustizia al riconoscimento della “strage” consumatasi il 14 agosto del 2018. Oltre ai propri cari che non torneranno più. HuffPost ne ha parlato con Egle Possetti, portavoce del Comitato familiari vittime del ponte Morandi. Lei in quella tragedia ha perso la sorella Claudia, il cognato Andrea e i nipoti Manuele e Camilla.

Manca ancora la giustizia, signora Possetti?

Sì, la giustizia per quel che è accaduto ancora non c’è. Sappiamo che in Italia i processi sono lunghi e le indagini per questo tipo di tragedie sono complesse, soprattutto dal punto di vista tecnico. A fine 2020 ci dovrebbe essere il secondo incidente probatorio che dovrebbe definire le cause del crollo. E poi forse vedremo l’inizio del processo. Ma saranno già passati più di due anni.

Due anni che per voi sono stati pieni di dolore.

È un dolore indescrivibile. Uno strazio per cui non riusciamo a darci pace. Speriamo solo che questa tragedia immane possa essere un veicolo di cambiamento in qualche modo. Di cambiamento in meglio. Noi lavoriamo per questo. Ovvero cerchiamo di impedire che qualcun altro possa provare il dolore che proviamo noi oggi e in tutti i momenti.

Lei per il crollo del ponte Morandi usa una parola precisa: strage.

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Denunce Covid, avvisi di garanzia a Conte e sei ministri. “Atto dovuto”

venerdì, Agosto 14th, 2020

Roma – Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza hanno ricevuto una notifica riguardante un avviso ex art. 6, comma 2, legge cost. n. 1/1989 da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’avviso riguarda la trasmissione al Collegio di cui all’art. 7 della citata legge cost. n. 1/1989 degli atti di un procedimento penale iscritto per i delitti di cui agli artt. 110, 438, 452 e 589, 323, 283, 294 c.p., che origina da varie denunce da parte di soggetti terzi provenienti da varie parti d’Italia. Si tratta di denunce che riguardano la gestione dell’emergenza Covid. La trasmissione da parte della Procura al Collegio – si legge in una nota di Palazzo Chigi che ne ha dato annuncio – in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto.

Complessivamente durante il lockdown sono pervenuti oltre duecento esposti e denunce che la procura di Roma ha inviato, sollecitandone l’archiviazione, nelle scorse settimane al tribunale dei ministri. Molti esposti, affidati ai pm Eugenio Albamonte e Giorgio Orano, sono stati inviati da semplici cittadini e in alcuni casi sono molto simili tra loro.

La Procura: “Atto dovuto”

“La trasmissione da parte della Procura al Collegio”, il tribunale dei ministri, “in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto. Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura “ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare“. Lo si legge nella nota di Palazzo Chigi con cui si rende noto che il premier Conte e sei ministri hanno ricevuto un avviso di garanzia in seguito a denunce in relazione all’emergenza Coronavirus.

Conte: “Da me e ministri massima collaborazione”

“Ci siamo sempre assunti la responsabilità, in primis politica, delle decisioni adottate. Decisioni molto impegnative, a volte sofferte, assunte senza disporre di un manuale, di linee guida, di protocolli di azione. Abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, senza la pretesa di essere infallibili ma nella consapevolezza di dover sbagliare il meno possibile per preservare al meglio gli interessi della intera comunità nazionale. Io e i ministri siamo e saremo sempre disponibili a fornire qualsiasi forma di collaborazione che ci verrà richiesta, nel rispetto dei distinti ruoli istituzionali. Il bene dell’Italia e degli italiani, prima di tutto”. Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, commentando l’avviso di garanzia ricevuto con sei ministri per le denunce ricevute in relazione alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

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Il bonus da 600 euro. Cari furbetti, perché non dite “ho sbagliato”?

venerdì, Agosto 14th, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

La vicenda dei furbetti del bonus, cioè dei parlamentari e dei consiglieri regionali che senza provar vergogna hanno intascato i 600 euro destinati alle partite Iva, non è grave: è squallida, il che è ancora peggio. Non è grave perché l’entità del danno provocato alle casse dello Stato è roba da ladri di polli: ma è squallida proprio per il fatto che costoro non avevano alcun bisogno di una simile, ridicola cifra. Sarà l’ingordigia umana, sarà che non ci basta mai quel che abbiamo, ma è andata così: gente che guadagna sui dodicimila euro al mese chiede il sussidio studiato e pensato per chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.

Aggravante, il fatto non trascurabile che costoro sono pubblici amministratori, rappresentanti del popolo italiano, dal quale sono stati votati ed eletti.

Ma la cosa più squallida non è poi neanche l’aver preso il bonus: è il modo con cui costoro hanno cercato, una volta scoperti, di giustificarsi. Uno dice che l’ha preso per girarlo in beneficenza (la quale però sarebbe bene farla con i soldi propri, non con quelli dello Stato), uno che è stato il commercialista, uno che è stata la segretaria, uno che è stata la zia. Ora, il moralismo è una orribile cosa, e lungi da noi. Siamo tutti peccatori, ciascuno di noi ha miserie più o meno nascoste. Anche chi scrive ha fatto sicuramente di peggio. Ma perché, quando il nostro errore è smascherato ed evidente, non diciamo mai “ho sbagliato, mi vergogno, chiedo scusa e possibilmente restituisco il maltolto”? Le goffe giustificazioni che hanno addotto questi signori hanno peggiorato la loro situazione. Anche il fuoco di fila contro Pasquale Tridico, il presidente dell’Inps, non fa altro che peggiorare la situazione dei furbetti.

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L’inutile duello Nord-Sud

venerdì, Agosto 14th, 2020

di Dario Di Vico

Il limite del dibattito che si è sviluppato in questi giorni attorno ai provvedimenti governativi pro-Sud e di converso alla questione Settentrionale è quello di osservare le dinamiche dell’economia reale italiana tramite una sorta di bolla autoreferenziale. E di sottovalutare in toto le tendenze dell’ integrazione economica sovranazionale, come ad esempio i processi di «aggiustamento» della globalizzazione nel dopo Covid. Eppure basterebbe volgere l’attenzione a una notizia dei giorni scorsi, alle ricadute per l’indotto torinese delle city car per la scelta della piattaforma produttiva francese nell’ambito della fusione Fca-Psa, per rendersi conto che non si possa affatto prescindere da come si muoveranno le grandi catene del valore e la divisione nazionale del lavoro che determinano. È chiaro che per la diversa rilevanza dell’insediamento manifatturiero a Nord e a Sud l’effetto top down di cui sopra è assai differente ma è comunque una pia illusione pensare di poter rilanciare il Sud astraendosi da ciò che avviene a monte nella riorganizzazione produttiva europea. A meno di pensare che possano sorgere sotto Roma attività già in partenza fuori mercato.

Questa chiave di lettura sembra essere sottovalutata dalla corrente neo-meridionalista che pure ha saputo conquistare l’egemonia dentro il Pd e in ambiti privilegiati della società civile e che finisce per interpretare il ruolo dell’Europa come mero erogatore di fondi. Un bancomat, non uno spazio economico integrato.

Si finisce così per impostare il dibattito esclusivamente sul tema «quanto distribuire al Nord e quanto al Sud», si coltiva l’idea di risolvere il conflitto per via lobbistica e si rinuncia a ricollocare lo storico dualismo italiano nel nuovo contesto continentale. È evidente che dietro le decisioni di mutualizzazione del debito che sono state prese dal nocciolo duro dell’Europa comunitaria non c’è solo la chiaroveggenza di leader politici come Angela Merkel e Emmanuel Macron ma anche un orientamento più complessivo delle classi dirigenti renane, testimoniato dalle prese di posizione «aperte» assunte più volte dalle confindustrie tedesca e francese. L’Italia è un Paese di consumatori evoluti e i grandi player europei hanno bisogno di avere un forte mercato domestico, pena caricarsi di un ulteriore handicap nella competizione con i capitalismi politici di Usa e Cina.

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Marco Rizzone (M5s) terzo deputato ad aver percepito il bonus Inps: deferito ai probiviri

venerdì, Agosto 14th, 2020

Dopo che la Lega ha sospeso i deputati Elena Murelli e Andrea Dara per aver percepito il bonus Inps di 600 euro, arrivano provvedimenti anche per Marco Rizzone (M5s). “In relazione alla vicenda del bonus da 600 euro, destinato a partite Iva, autonomi e professionisti, ho deferito il deputato Rizzone al collegio dei probiviri chiedendone la sospensione immediata e massima severità nella sanzione”, ha dichiarato il capo politico M5s, Vito Crimi.

Chi è Marco Rizzone Marco Rizzone, 37 anni, di Genova, è il deputato 5 Stelle che ha fatto richiesta del bonus autonomi durante la crisi coronavirus. Laurea in finanza e dottorato alla Scuola Sant’Anna di Pisa, è un imprenditore nel settore delle tecnologie e del turismo. Ha creato l’App Zonzo Fox, una guida turistica nelle città italiane. Eletto con il Movimento 5 Stelle ma non militante della prima ora, Rizzone è ora componente della commissione attività produttive della Camera e della commissione d’inchiesta sulle Banche. Nel 2019 ha dichiarato un reddito di 74.995 euro e il possesso di diverse azioni, da Enel a Leonardo, Pirelli ed Eni.

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Coronavirus, cinque ventenni gravi: l’età dei malati si sta abbassando

venerdì, Agosto 14th, 2020

di Simona Ravizza

Coronavirus, cinque ventenni gravi: l'età dei malati si sta abbassando

Dichiarazioni che ci devono fare riflettere. Prima che, ancora una volta, sia troppo tardi. Chi oggi finisce in Terapia intensiva per Covid-19? «I nuovi ricoverati in Rianimazione hanno prevalentemente tra i 40 e i 60 anni», dice Massimo Antonelli, alla guida del dipartimento Emergenza-Urgenza del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico: «L’ultimo bollettino in Italia dà 55 pazienti assistiti con la ventilazione meccanica. Durante i mesi clou dell’epidemia chi veniva ricoverato in Terapia intensiva aveva principalmente tra i 60 e gli 80 anni, oggi la fascia d’età si sta decisamente abbassando».

I giovani in Rianimazione

L’ha anticipato ieri, nell’intervista rilasciata al Corriere, Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: «Abbiamo anche persone giovani in Rianimazione. Nessuno è invulnerabile». È una questione di probabilità: «Se si contagiano molti giovani una quota, seppur minima di essi, si ammala gravemente», riflette l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, capo della task force regionale della Puglia: «Cinque pazienti tra i 20 e i 30 anni sono in condizioni critiche». Chi invece sta male e viene ricoverato anche senza finire in Terapia intensiva? «L’età media adesso è intorno ai 50 anni», sintetizza l’assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera. Tutto ciò è la conseguenza del fatto che i nuovi positivi — come evidenzia l’Istituto superiore di Sanità — hanno spesso meno di 40 anni.

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Coronavirus, il governo sfida le Regioni su movida e falò: «dovete vietarli»

venerdì, Agosto 14th, 2020

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Il governo è pronto a impugnare le ordinanze regionali che non impongono il rispetto del divieto di assembramento. È questo l’avvertimento che il ministro delle Autonomie, il dem Francesco Boccia, ribadirà oggi ai governatori convocati per un nuovo confronto in vista del Ferragosto. Ma se i presidenti dovessero tirare dritto sulla linea morbida, il governo potrebbe anche procedere con un nuovo provvedimento. E se nel Comitato tecnico-scientifico c’è chi non esclude di allungare la lista dei Paesi «a rischio», per i quali è obbligatorio sottoporsi al tampone appena arrivati in Italia, il ministro della Salute, Roberto Speranza, aspetta di vedere l’esito dei controlli richiesti a chi torna da Spagna, Croazia, Malta e Grecia.

Limitare la movida

E non c’è solo il fronte dei rientri da monitorare. L’impennata dei contagi convince Speranza a imporre una nuova stretta su discoteche, feste e falò in spiaggia. Il distanziamento sulla pista da ballo e l’obbligo di mascherina quando non si riesce a stare lontani almeno due metri, non appaiono garanzie sufficienti a impedire la trasmissione del Covid-19 tra i giovani, la fascia d’età che sta suscitando le preoccupazioni più forti. Quindi la scelta è fatta: limitare la movida seguendo il decreto del 7 agosto. Con quelle norme il governo aveva recepito il parere del Comitato tecnico-scientifico, che aveva manifestato contrarietà alle linee guida per i gestori dei locali notturni. Un documento che era stato giudicato «irricevibile» dagli esperti proprio perché non contemplava obblighi per i clienti né tantomeno sanzioni per chi non rispettava le regole.

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