Archive for Agosto, 2020

Lo strapotere esercitato dai sindacati della scuola

sabato, Agosto 22nd, 2020

di   Ernesto Galli della Loggia

Non molti italiani sanno che al piano terreno del ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, non ci sono uffici e impiegati come in tutti gli altri piani. No, nelle stanze di quel piano si trovano — non si riesce a capire bene autorizzati quando e da chi — acquartierati i numerosi sindacati della scuola che li occupano con tanto di targhe, manifesti vari e quant’altro. Insomma un pezzo di edificio pubblico — pubblico come pochi — è stato di fatto dato in concessione ad alcune associazioni private (che tali sono i sindacati) perché lo usino a loro discrezione.

La presenza fisica concreta dei sindacati nel cuore dell’amministrazione della scuola è il simbolo dello strapotere che essi esercitano da decenni nel campo dell’istruzione, strapotere che ha dato vita a un vero e proprio virtuale regime di cogestione e costituisce una delle principali cause del declino di questo settore strategico della nostra vita nazionale. Tanto più merita perciò di essere segnalata positivamente la decisa presa di posizione della ministra Lucia Azzolina che in un’intervista di ieri a Concita De Gregorio su Repubblica ha coraggiosamente denunciato la «resistenza strenua al rinnovamento» dei sindacati stessi e i loro «atteggiamenti che mirano a conservare potere e rendite di posizione nell’interesse non di molti ma di alcuni».

Parole che valgono in generale ma che con ogni evidenza traggono spunto da quanto sta accadendo in queste settimane riguardo l’annunciato ritorno a scuola di settembre . A questo proposito la questione della sicurezza (anche quella legale dei dirigenti scolastici) è fuor di dubbio una questione cruciale. Che si presta però fin troppo bene ad essere oggetto di agitazione a base di facili denunce di ritardi e contraddizioni, di demagogiche richieste ultimative : così come per l’appunto stanno incessantemente facendo da tempo i sindacati della scuola. I quali si guardano bene tuttavia — come del resto i partiti di opposizione che su questo terreno non sono loro da meno — di indicare che cosa farebbero loro al posto della titolare del Ministero, quali efficaci meccanismi securitari a cui nessuno ha mai pensato essi adotterebbero.

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Covid in Sardegna, la paura dei turisti: «Troppa confusione, in certe zone c’è un liberi tutti»

sabato, Agosto 22nd, 2020

di Elvira Serra

Covid in Sardegna, la paura dei turisti: «Troppa confusione, in certe zone c'è un liberi tutti»

La movida a San Teodoro, provincia di Sassari (foto di Vanna Sanna)

L’avvocato Gabriele Donà, 49 anni di Padova, ieri ha fatto una camminata di venti minuti per raggiungere la spiaggia Rena di Matteu ad Aglientu, in Gallura: «Ho preferito andare in quel tratto dove non si può arrivare in auto e il distanziamento sociale è assicurato: il turista più vicino ce l’avevo a dieci metri». È sceso in Sardegna con la famiglia il primo agosto e ci resterà fino alla fine del mese, come pianificato: «Di sicuro si percepisce che è aumentato l’allarme sociale e molte più persone indossano la mascherina. Nelle spiagge, però, mi pare prevalga il liberi tutti. Noi continueremo a essere scrupolosi come nei mesi scorsi».

La circolare poco rispettata

Il pediatra Sandro Salvatoni, 68 anni, professore emerito dell’Università dell’Insubria, è invece appena tornato a Varese, come da programma, dopo due mesi e mezzo a Santa Teresa di Gallura, nella baia di Santa Reparata. Racconta: «Sono sempre uscito in mare con il mio gommone. La circolare che chiedeva di indossare la mascherina sui pontili era poco rispettata, esclusi gli ormeggiatori. Gli esercenti, in generale, erano molto attenti a far rispettare le norme. Io ho continuato a fare la solita vita sociale, con tutte le precauzioni che già usavo prima, alla larga dai luoghi affollati».

La diffidenza

L’orafo Angelo Mereu, che ha una gioielleria artigiana a Milano, non intende muoversi dal suo buen retiro a Porto Rafael con vista sulla famigerata isola di Santo Stefano, dove nei giorni scorsi sono stati registrati 24 casi di Covid. «Non ho paura, però sembra vogliano spaventarci a tutti i costi, ora ci guardiamo un po’ con diffidenza». È sua la mostra fotografica permanente che dalla chiesetta va fino alla piazza. «Le persone stanno continuando a venire a vederla, con la mascherina nel braccio, pronta per l’uso».

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Covid e spiagge: controlli, distanze fai da te e divieti (infranti). L’estate dell’anarchia

sabato, Agosto 22nd, 2020

di Milena Gabanelli

È il 31 maggio e l’Istituto Superiore della Sanità pubblica le «Indicazioni sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2». Il primo punto: quando «dati storici di monitoraggio, indichino un’area come interessata, direttamente o indirettamente, dalla presenza di reflui non depurati, scarichi illeciti a cielo aperto e/o contaminazione da fosse settiche, che possano impattare sulla qualità delle acque nell’area di balneazione, o guasti agli impianti di depurazione», l’area andrebbe precauzionalmente interdetta alla balneazione. Dal Rapporto Spiagge 2019-2020 di Legambiente, di aree interdette quest’anno ce ne sono state per 90,35 chilometri di costa. Poi ci sono quei 414 chilometri che, al 2019, non erano nemmeno stati monitorati, quindi se oggi siano balneabili o meno nessuno lo sa.

La spiaggia di Capocotta

Si fa il bagno dove la balneazione è vietata

Il servizio di depurazione delle acque reflue è completamente assente in ben 342 comuni, in cui risiedono circa 1,4 milioni di abitanti (il 2,4% della po¬polazione). Anzi, stando alle ultime rilevazioni dell’Istat (al 2015) solo il 44% dei Comuni italiani è dotato di un impianto di depurazione adeguato agli standard imposti dall’Europa. Una situazione che ci è già costata la condanna della Corte di Giustizia europea per 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma. Dal Portale Acque del Ministero della Salute basta digitare una località e una mappa interattiva ti dice com’è il mare da quelle parti, testando Enterococchi ed Escherichia Coli. La mappa funziona così bene che il tratto di costa lo inquadra in tutto il suo splendore e così capita di ritrovare zone segnalate in rosso (quindi inquinate con la balneazione vietata) su cui però svettano ombrelloni e stabilimenti balneari.

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Coronavirus, «nei bambini carica virale più alta degli adulti in terapia intensiva»

giovedì, Agosto 20th, 2020

di Cristina Marrone

Coronavirus, «nei bambini carica virale più alta degli adulti in terapia intensiva»

I bambini possono essere diffusori silenziosi del coronavirus? Il tema, molto dibattuto fin dall’inizio della pandemia è di estrema attualità in vista dell’apertura delle scuole. Uno studio appena pubblicato sul Journal of Pediatricsda un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital edal Mass General Hospital for Children conclude che i bambini e i ragazzi giocano un ruolo molto più ampio nella diffusione di Sars CoV-2 rispetto a quanto si pensasse.
(Qui di seguito il commento alla notizia di Antonio Scurati)

L’alta carica virale

Nella ricerca svolta su 192 bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 22 anni è emerso che i ragazzini infetti e asintomatici avevano una carica virale nelle via aeree superiore significativamente più alta rispetto ad adulti in terapia intensiva gravemente malati di Covid-19. E questo nonostante i più giovani sviluppino meno la malattia perché hanno un minor numero di recettori immunitari per Sars-CoV-2. «Non mi aspettavo che la carica virale fosse così alta – ha commentato Lael Yonker direttore del Centro per la fibrosi cistica al Massachusetts General Hospital e autore principale dello studio – e ci sono “bambini sani” che stanno andando in giro con un’alta carica virale di Sars-CoV-2».

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Coronavirus in Italia, il bollettino del 19 agosto: 642 nuovi casi e 7 morti nelle ultime 24 ore

mercoledì, Agosto 19th, 2020
Coronavirus in Italia, il bollettino del 19 agosto: 642 nuovi casi e 7 morti nelle ultime 24 ore

In Italia, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 255.278 persone (+642 rispetto a ieri, +0,3%; ieri +403) hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 35.412 sono decedute (+7; ieri +5) e sono state dimesse 204.506 (+364 +0,2%; ieri +174). Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 15.360 (+271, +1,8%; ieri +222); il conto sale a 255.278 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti, conteggiando cioè tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia.

I pazienti ricoverati con sintomi sono 866(+23, +2,7%; ieri +33), di cui 66 in terapia intensiva (+8 ieri nessun nuovo caso).

CORRIERE.IT

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Gioele Mondello, trovati resti umani di un bambino vicino al traliccio di Viviana Parisi

mercoledì, Agosto 19th, 2020

di Carlo Macrì e redazione Online

Gioele Mondello, trovati resti umani di un bambino vicino al traliccio di Viviana Parisi

Una segnalazione di un volontario, un carabiniere in pensione, che mercoledì 19 agosto mattina ha partecipato alle ricerche di Gioele Mondello, il bambino di 4 anni scomparso lo scorso 3 agosto insieme alla madre Viviana Parisi, poi trovata morta, ha portato al ritrovamento di alcuni resti ossei, compatibili con quelli di un bambino. Fonti investigative confermano che si tratta di un «tronco e una parte di femore compatibili con quello di un bimbo di 4 anni».

Tra le ipotesi in campo anche quella che i resti possano essere stati trascinati da animali sul luogo del ritrovamento recentemente. In corso ulteriori accertamenti, ma solo l’esame del dna potrà confermare con certezza se si tratta del piccolo Gioele. Inizialmente era stata diffusa la notizia del ritrovamento, accanto ai resti, anche di una maglietta: circostanza che non è stata ancora confermata dagli investigatori. Sul posto anche il medico legale e il perito nominato dalla famiglia. I resti sono stati trovati dall’ex brigadiere Giuseppe Di Bello subito dopo le 10 del mattino. «L’ho trovato dove nessuno l’aveva cercato: ho spostato dei cespugli con un falcetto ed era lì», ha detto al Corriere il volontario che ha partecipato alla “battuta” di ricerche con altri volontari organizzata da Daniele Mondello.

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Dai lungomari ai parchi, ecco dove è obbligatoria la mascherina all’aperto e cosa rischia chi non l’indossa

mercoledì, Agosto 19th, 2020

di Mariolina Sesto

Roma, mascherina obbligatoria dalle 18: a Trastevere non tutti la indossano

Mascherine obbligatorie dalle 18 alle 6 in tutti i luoghi all’aperto dove non è possibile mantenere la distanza. Questo è ciò che dispone l’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, la stessa che ha fermato il ballo nei locali al chiuso e all’aperto. Dunque l’obbligo non è circoscritto solo alle zone della movida o agli assembramenti che si formano davanti al locali ma – recita l’ordinanza – «negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) dove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale».

Obbligo anche nei parchi o dove si formano capannelli occasionali

Dunque anche il formarsi di capannelli occasionali o i gruppi di persone che si affollano ad esempio nei parchi o in piazze o, in questo periodo, sul lungomare sono tenuti ad indossare nell’arco orario indicato (dalle 18 alle 6 della mattina) la mascherina. L’uso della protezione viene esteso dall’esterno dei locali affollati fino alle vie o le piazze delle città che dopo le 18 dovessero risultare troppo affollate e in cui non si riuscisse a mantenere l’ormai famoso distanziamento fisico.Leggi anche

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La Meloni avverte Conte: “Se vinciamo le Regionali scendiamo in piazza”

mercoledì, Agosto 19th, 2020

Luca Sablone

L’appuntamento fissato per domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 è molto sentito sia dai giallorossi sia dal centrodestra: i primi temono un flop clamoroso che farebbe traballare ulteriormente il governo; l’opposizione invece sogna una vittoria netta che potrebbe provocare una crisi all’interno dell’esecutivo.

Oltre al referendum sul taglio dei parlamentari, si voterà anche per le Amministrative e per le Regionali: Giuseppe Conte teme una sconfitta per 4-2 che rischierebbe di costargli la poltrona. Ecco perché da Giorgia Meloni è giunto un avvertimento chiaro al presidente del Consiglio: se dagli italiani arriveranno le risposte auspicate, non ci sarà tempo da perdere. “Siamo pronti a scendere in piazza e a mobilitare milioni di italiani per chiedere libertà e democrazia”, ha annunciato.

“Noi ci presentiamo alle Regionali per dare un governo migliore nei territori ai cittadini”, ha specificato la leader di Fratelli d’Italia. Ma appare evidente che si tratta di un test rilevante anche a livello nazionale. E in tal senso ha ribadito che non accetterà mai un rinvio delle elezioni, anche perché non si può usare la pandemia “per scopi elettorali”. Pertanto ha voluto manifestare la propria posizione senza mezzi termini: “Non si azzardino a dire – come comincio a sentire in giro – che le Regionali vanno rinviate per l’emergenza Covid”.

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Le scelte che restano da fare in un Paese ancora sospeso

mercoledì, Agosto 19th, 2020

di Antonio Polito

Chiudere è più facile che aprire. Tenere la gente in casa è più facile che organizzarne l’uscita. Non vogliamo essere ingenerosi, e attribuire solo a questa elementare verità il fatto che, dopo aver gestito l’emergenza in modo convincente, il governo non riesca ad uscire dall’emergenza, pur avendone chiesto e ottenuto i poteri. Il bilancio dei mesi terribili della pandemia, il tributo altissimo di vittime e gli errori commessi soprattutto nei primi giorni, non consentono certo autocompiacimenti ingiustificati. Ma bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare, e riconoscere che il «poco possibile» — per usare una felice espressione di Giuliano Ferrara — è stato fatto. Ora però i margini di azione si sono ampliati, non siamo più stretti alla gola dal virus, il nemico è ancora lì fuori che ci aspetta, sì, ma abbiamo mezzi per difenderci, tempo per i controlli, spazio negli ospedali. Il peso delle circostanze, questo terribile macigno dei governi, non ci schiaccia più. Proprio per questo il possibile non è più poco. Il nostro destino è tornato nelle nostre mani: ci salveremo dalla seconda ondata, ci risolleveremo come nazione, rilanceremo la nostra economia, a seconda se prenderemo le decisioni giuste o sbagliate. Abbiamo passato mesi in cui eravamo senza scelta. Ora è arrivato il tempo in cui non possiamo non fare scelte. Ed è qui che il governo sta bruciando il capitale di credibilità fin qui acquisito.

Complice il generale Agosto, si perde nella battaglia delle discoteche, prima chiuse, poi riaperte a metà con la connivenza delle Regioni, poi richiuse, ma con la mannaia del Tar. Si smarrisce sui test negli aeroporti per i vacanzieri di ritorno, un po’ si fanno e un po’ no. Barcolla sul fronte della scuola in attesa dei banchi monouso, che se non arrivano in tempo sulle loro rotelle sono guai. Perde la faccia sul metro tra le «rime buccali», dapprima linea del Piave per la ripartenza delle scuola e ora limite così flessibile da provocare la rivolta dei presidi.

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Toscana, Rossi: “Con la Lega rischiamo di diventare una Toscanina”

mercoledì, Agosto 19th, 2020

di ERNESTO FERRARA e FABIO GALATI

Nessuno mai è stato per così tanto tempo al governo della Toscana in ruoli così importanti. Ed è una cosa straordinaria che il figlio di un bracciante come sono io abbia potuto arrivare a tanto. Spero possa capitare ancora in futuro. Quanto a me, non credo di aver sbagliato nulla. È giusto che qualcuno la pensi diversamente ma io rivendico di aver fatto tutto al meglio possibile, col massimo dell’impegno. Ho un rammarico: essere uscito dal Pd, quella scelta si è rivelata un grande errore”. Tra un mese si chiude il mandato di Enrico Rossi. Dieci anni da assessore alla sanità e altri 10 da governatore. E questo è il suo bilancio politico e amministrativo di una stagione.

Presidente Rossi, di cosa va più fiero tra le cose fatte in questi anni?
“I toscani hanno il palato fino, se non funzioni sono selettivi, ti mandano a casa. Se non ci fosse stata una qualche capacità di funzionamento del governo regionale avrebbero provveduto. Il nostro capolavoro maggiore è stata l’attrazione degli investimenti. Ci siamo collocati al primo posto in Italia ed eravamo tra gli ultimi. Dalla farmaceutica alla meccanica, dal turismo alla moda alla ricerca siamo riusciti a fare un grande lavoro”.

Qual è il rimpianto più grande?
“Il rammarico più grosso è essere uscito dal Pd senza dare battaglia dentro. Mi ero illuso che si potesse dar vita ad una forza di sinistra di governo fuori. Scelta sbagliata. Oggi io battaglio dentro, nel Pd. Ritengo che questo partito debba dare il via ad un processo di rigenerazione e cambiare anche le proprie regole. Deve essere un partito di elettori ma anche di militanti”.

Zingaretti ha invitato a difendere il “modello toscano”. E in fondo anche il candidato del Pd Giani lo sta facendo. Aveva iniziato criticando la sanità, ora ne va fiero…
“Il mio consiglio è stare su una linea di continuità e di rinnovamento. Il giudizio che viene dato sulla mia giunta dai toscani è positivo per il 61%. Consegno a chi verrà dopo di me una Toscana con la stessa forza di come l’ho presa, forse di più. Capisco che bisogna cambiare stile, passo e anche contenuti. Ma la cosa sulla quale mi permetto di dire la mia è non abbandonare le cifre della qualità e della solidarietà. Sono due bussole orientative. Perfino contraddittorie, sembra un ossimoro. Ma la nostra forza è tenerle insieme. Se la sinistra governa da tento tempo questa regione è perché è riuscita a salvare queste due invarianti strutturali della Toscana”.

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