Archive for Agosto, 2020

Donald Trump bloccato su Facebook e Twitter: fake news sul Covid

giovedì, Agosto 6th, 2020

Donald Trump bloccato sui due più popolari social network. In particolare, Facebook gli ha cancellato un post, Twitter bloccato l’account. Al Presidente contestano disinformazione sul Covid, in dettaglio sulla “presunta” immunità dei giovani.

Twitter ha bloccato temporaneamente l’account della campagna di Donald Trump, con la motivazione che contiene alcuni tweet che fanno disinformazione sul coronavirus. Nel mirino soprattutto il post di TeamTrump in cui si sostiene che i bambini sono quasi immuni al Covid-19. I proprietari dell’account dovranno quindi eliminare quel post prima di continuare a twittare.

Facebook dal canto suo ha rimosso un post dalla pagina del presidente Usa Donald Trump, spiegando che conteneva affermazioni ritenute fuorvianti sulla pandemia di coronavirus. Il tema è lo stesso. Il post conteneva un estratto dell’intervista di Trump a Fox News, nella quale il presidente sosteneva che i giovani sono “quasi immuni” alla malattia. Affermazione non vera, sebbene i giovanissimi generalmente tendano ad avere conseguenze meno gravi, rispetto agli adulti.

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La lezione di Zavoli. Andare, vedere, raccontare

giovedì, Agosto 6th, 2020

di MICHELE BRAMBILLA

Sergio Zavoli, scomparso ieri a 96 anni, era l’esatto contrario del comunicatore-tipo dei nostri giorni. Era colto, pacato, equilibrato, serio, non offendeva mai nessuno; non parlava mai di cose che non conosceva, non era superficiale, si documentava, andava a vedere che cosa era successo, parlava con i protagonisti e i testimoni di un fatto. Solo infine raccontava. Sergio Zavoli era un giornalista. Non c’è neppure bisogno di aggiungere “un grande” giornalista; credo che sarebbe d’accordo nel definirsi solo così, un giornalista. Come Montanelli, che volle intitolare la sua autobiografia “Soltanto un giornalista”

E come Enzo Biagi, suo grande amico. Il destino ha voluto in qualche modo accomunarli nel ricordo, visto che Zavoli è scomparso ieri 4 agosto e di Biagi ricorre il centenario della nascita domenica prossima, 9 agosto.

Giornalisti, tutti giornalisti. Una categoria da sempre discussa, da sempre oggetto di battute e sarcasmi, ma mai dileggiata anzi oltraggiata come negli ultimi anni, come in questi ultimi tempi in cui si è voluto far credere che chi lavora in un giornale lavora al servizio di chissà quali poteri forti, mentre invece sui social c’è democrazia, c’è libertà, c’è indipendenza. Balle. Nessun editore di giornali è più potente e oggi direi anzi onnipotente come i giganti del web, che tutto sanno di ciascuno di noi, che tutto controllano e che pochissimo pagano (in termini di tasse e diritti d’autore). Il tempo che scorre comincia però a fare un po’ di giustizia, e durante il lockdown la gente ha capito che informarsi solo sui social è un suicidio, perché gira di tutto e non c’è controllo di niente. I giornalisti conservano tutti i loro difetti, ma conservano (o almeno hanno il dovere di conservare) anche l’abitudine di andare a vedere che cosa è successo, di sentire i protagonisti e i testimoni, di verificare le fonti. Questa è la lezione di Zavoli ma ancor prima è l’architrave del mestiere. Uomini come Zavoli, Biagi e Montanelli dimostrano che la tecnologia è utilissima ma ci sarà sempre bisogno dell’uomo.

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“Libano, un Paese zombie. Il porto distrutto è la metafora”

giovedì, Agosto 6th, 2020

di LORENZO BIANCHI

“Mi chiede quale potrebbe essere il futuro del Libano? Per me è un Paese finito“. Sono parole di Misbah al Ahdab, 58 anni, tre figli, uno dei capofila della rivoluzione dei cedri che nel 2005 riuscì a liberare il Libano dall’occupazione dei siriani. All’epoca fu eletto in Parlamento. Ci rimase fino al 2009. Adesso è un’autorevole voce critica del Paese dei cedri, un indipendente che non fa sconti al cartello di partiti al governo guidati dagli Hezbollah, fedeli alleati dell’Iran, dagli sciiti di Amal e dai cristiani maroniti del Movimento patrioti liberi. “Abbiamo avuto – argomenta – diverse occasioni nelle quali ci sono stati concessi prestiti. Il sostegno economico risale agli anni Novanta. Poi però dai primi anni Duemila è cominciata la contrapposizione con Israele. Così i debiti sono rimasti intatti. I soldi sono andati alle milizie protagoniste della guerra civile che sono rimaste al potere. Nel 2005 avevamo sperato di costruire un nuovo Libano”.

Invece che cosa è successo?

“Gli Hezbollah si sono sostituiti ai siriani nel ruolo di protettori dei politici corrotti”.

L’ultima riunione dei Paesi donatori è stata a Parigi nel 2018. Beirut ha ricevuto 11 miliardi di dollari.

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Taglio dei parlamentari, nel Pd cresce il fronte del No

giovedì, Agosto 6th, 2020

di ETTORE MARIA COLOMBO

Tutti i Giovani Turchi. Alcuni big di Base riformista, tra cui si dice ci sia anche un sindaco di primo piano di una grande città del centro Italia. Cresce, e a vista d’occhio, il fronte del No al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, dentro il Pd. Il primo a buttarsi a capofitto nel sostenere le ragioni del No è stato il senatore, senza corrente, Tommaso Nannicini. Nei giorni scorsi si è aggiunto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e da allora è stato un corri-corri verso la linea del No.

I Giovani turchi hanno preso una posizione ufficiale con un tweet del senatore Francesco Verducci (“Senza una legge elettorale proporzionale è un dovere dir no al referendum”), posizione che Fausto Raciti spiega così: “Il Pd deve segnare una iniziativa politica sulla legge elettorale, dopo le timide aperture di Iv e FI. Altrimenti sul referendum io voterò no”. Il Pd, in realtà, ribadisce, in via ufficiosa, che la linea, sul referendum (il quarto voto fu sì, al ‘taglio’ dopo ben tre no) “non è cambiata”, ma sta cambiando idea. Enrico Borghi, colonnello di Base riformista (area Guerini-Lotti), spiega: “Siamo arrivati a quel voto, il quarto sì, con la promessa che sarebbero stati introdotti molti correttivi, alla riforma, non solo la nuova legge elettorale, che ad oggi non c’è. Se vengono meno le regole d’ingaggio, ognuno dirà cosa farà, ma se c’è un referendum la libertà di coscienza è sacra”.

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Decreto Agosto, cosa prevede. Imprese, congelati mutui e Imu

giovedì, Agosto 6th, 2020

di CLAUDIA MARIN

Stop anche alla seconda rata dell’Imu per le strutture ricettive (alberghi, agriturismi, campeggi, b&b) e per gli stabilimenti balneari. E a dicembre non saranno chiamati alla cassa neanche fiere, cinema e teatri, che saranno esentati inoltre per tutto il 2021 e il 2022. Con esonero, ma questa volta fino a fine anno corrente, dal pagamento della tassa sull’occupazione del suolo pubblico per i tavolini all’aperto. È, insieme con la proroga della moratoria sui mutui delle micro, piccole e medie imprese (per circa 300 miliardi di euro) dal 30 settembre al 31 gennaio 2021, una delle ultime, rilevanti, novità del pacchetto a favore delle attività imprenditoriali deldecreto legge “agosto” in gestazione in queste ore.

E se le banche, tramite l’Abi, chiede una proroga di almeno 12 mesi, “perché le aziende, dalla grande e media impresa al bar all’angolo non hanno ancora rivisto tornare i livelli pre-crisi e le famiglie sono indebitate”, a sera, scatta l’allarme dei Comuni per il mancato trasferimento delle risorse attese dai sindaci. “Manca parte delle risorse promesse dal premier – accusa Antonio Decaro, presidente Anci – A cominciare da quelle necessarie a coprire la tassa sui rifiuti che non intendiamo riscuotere per i mesi in cui le aziende sono state chiuse”.

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Armi nucleari, l’orrore che dobbiamo eliminare

giovedì, Agosto 6th, 2020

di   António Guterres

Questo mese segna il 75esimo anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki, quando il genere umano apprese sulla propria pelle la devastazione che una singola bomba atomica è in grado di scatenare. La hibakusha, la prolungata sofferenza causata ai sopravvissuti, dovrebbe rappresentare per noi lo stimolo quotidiano a eliminare tutte le armi nucleari. Tuttavia, malgrado essi abbiano condiviso le proprie storie in modo che l’orrore sperimentato da Hiroshima e Nagasaki non sia mai dimenticato, la minaccia nucleare sale, ancora una volta.

Una rete di accordi e strumenti legali è stata costruita per prevenire l’uso di queste armi distruttive e giungere a eliminarle del tutto. Tuttavia è da tempo iniziata l’erosione di questo quadro normativo, rimasto inattivo per decenni. La possibilità che le armi nucleari siano utilizzate – intenzionalmente, accidentalmente o in conseguenza di calcoli sbagliati – è pericolosamente elevata.

Alimentate da crescenti tensioni internazionali e dalla dissoluzione della fiducia reciproca, le relazioni tra Stati che possiedono armamenti nucleari stanno degenerando in confronti rischiosi e destabilizzanti. Mentre i governi fanno sempre maggiore affidamento sulle armi nucleari per la propria sicurezza, i politici attingono alla retorica per spiegarne il possibili uso e stanziano somme ingenti per perfezionarne il grado di letalità, denaro che sarebbe assai più utilmente speso per uno sviluppo pacifico e sostenibile.

Per decenni, i test nucleari hanno avuto orribili conseguenze umane e ambientali. Questa reliquia di un tempo che fu dovrebbe essere per sempre confinata nel passato. Ciò è possibile solamente attraverso un divieto legalmente vincolante e verificabile su tutti i test nucleari. Il Trattato sul divieto globale dei test nucleari ha provato la propria validità, ma ci sono Stati che devono ancora firmarlo o ratificarlo, pregiudicando in tal modo che esso dispieghi in pieno i propri effetti di elemento essenziale della disciplina complessiva per l’eliminazione delle armi nucleari.

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Beirut conta i morti e chiede verità Ospedali al collasso «Come in guerra»

giovedì, Agosto 6th, 2020

di Lorenzo Cremonesi

Scende il buio su Beirut in lutto e il nero è più scuro della pece. Già la crisi economica aveva tagliato l’energia elettrica, ridotta a poche ore quotidiane. Ma adesso anche i generatori non funzionano più. Lo spostamento d’aria ha tagliato i fili elettrici, gettato calcinacci sulle strade bloccando l’arrivo del gasolio, ridotto in frantumi porte e finestre anche a decine di chilometri dall’epicentro. Il governo libanese l’ha dichiarata «città disastrata». Per tanti abitanti è come essere tornati ai momenti più gravi della guerra civile tra il 1975 e 1990. «Ma peggio. Molto peggio. In quindici anni di guerra non avevamo mai visto una devastazione tanto massiccia. Cinque minuti di catastrofe hanno superato qualsiasi precedente, pur se gravissimo», dicono all’unisono la dozzina di persone e conoscenti che siamo riusciti a contattare.

A poco più di 24 ore dalle due tragiche esplosioni di martedì pomeriggio tra i capannoni nella zona del porto, ieri in serata Beirut viveva ancora uno stato di profondo shock, greve e diffuso come il leggero strato di polvere che la deflagrazione ha sparso tutto attorno, assieme ad un fastidioso odore di agenti chimici che fanno arrossare gli occhi e irritano i bronchi.

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Coronavirus, il focolaio nei campi del Mantovano. «Difficile tracciare ogni bracciante»

giovedì, Agosto 6th, 2020

di Fabrizio Guglielmini, inviato a Rodigo

Nel centro di Rodigo, 5 mila anime nell’alto Mantovano, c’è un monumento al melone che svetta in una rotatoria. Sole battente, pianura assoluta e centinaia di indiani sikh, senegalesi e anche italiani che lavorano alla raccolta e spedizione di meloni e angurie, produzioni fondamentali per l’economia del territorio. Qui, nella cooperativa agricola di Bruno Francescon (250 dipendenti, fornitori della grande distribuzione in tutta Italia) è scoppiato il nuovo focolaio da Covid-19 in Lombardia, comunicato nella giornata di martedì dall’assessore al Welfare Giulio Gallera. Il mese scorso, sempre in provincia di Mantova (a Viadana e Dosolo; un salumificio e due macelli) i cluster sono scoppiati fra gli operai addetti alla lavorazione della carne.

I tamponi

Si è arrivati all’azienda di Rodigo dopo che un dipendente ha segnalato al medico di famiglia una sintomatologia febbrile. Risultato del tampone: positivo. Da qui sono scattati i controlli con l’arrivo alla «Francescon» dei sanitari delle unità speciali di Mantova, Suzzara e Viadana e dell’Ats Val Padana che fino alla serata di ieri hanno sottoposto a tampone 220 persone. In tutto 97 i soggetti positivi in quarantena, di cui un paziente ricoverato in ospedale e altri tre con sintomi lievi (ma mancano all’appello 48 tamponi da analizzare) mentre è partito il tracciamento per individuare la rete di contatti dei dipendenti. «I cittadini indiani e senegalesi spesso abitano in case sovraffollate e non è sempre facile individuare i nuclei stabili — spiega il direttrice sanitaria Silvana Cirincione dell’Ats Val Padana — ma è prioritario sottoporre a tampone anche i lavoratori nei campi, altre 200 persone, con contratto stagionale alla Francescon».

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Coronavirus, Locatelli: «Nel 27% dei casi il virus viaggia con gli asintomatici. L’Italia sta facendo bene ma attenzione durante le vacanze»

giovedì, Agosto 6th, 2020

di Margherita De Bac

«L’Italia è in una situazione tra le più favorevoli al mondo. Però ai vacanzieri raccomandiamo senso di responsabilità. Il virus circola e nel 27% circa dei casi viaggia con gli asintomatici. Rischiamo di poter essere magari contagiati da persone che stanno bene», si appella a chi sta per andare in ferie e sarebbe tentato di liberarsi degli obblighi anti-Covid Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità

Com’è la situazione attuale?
«L’Italia è messa meglio di tanti altri Paesi. Non è un caso che lo affermi anche il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in un tweet al ministro Roberto Speranza. Non dobbiamo però vanificare i risultati ottenuti abbandonando la responsabilità nei comportamenti individuali o venendo meno a quelle scelte improntate alla massima prudenza che ci hanno portato fuori dalla situazione più difficile. È un periodo di vacanza che gli italiani si devono meritatamente godere, ma senza dimenticare cosa è accaduto in questi mesi».

Qual è lo snodo critico da qui in avanti per l’epidemia?
«Ne scelgo tre. Il primo sarà la ripresa delle attività didattiche frontali nelle scuole. Farle ripartire è la priorità del Paese e del governo, ma il tutto deve avvenire nelle migliori condizioni di sicurezza ed è su questo che si sta lavorando anche in queste ore. Se saremo bravi, potremo dimostrare che anche un virus così insidioso può essere tenuto a bada. Il secondo snodo sarà certamente quello di contribuire come Paese agli sforzi per trovare quanto prima possibile vaccini sicuri ed efficaci. Solo con il vaccino potremo pensare di uscire da questa situazione».

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Sergio Zavoli, l’omone grande e generoso a cui non ho mai detto: «Ho cercato di copiarti senza riuscirci»

mercoledì, Agosto 5th, 2020
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di   Milena Gabanelli

Quando vi viene in mente di fare una cosa, fatela! Sono due anni che ci penso «adesso lo chiamo» e poi non l’ho fatto. Alla festa dei suoi 90 anni nella sala stampa di Viale Mazzini c’erano tutti, e alla fine ho aspettato il mio turno per abbracciarlo. Era frastornato. Mi ha solo detto: «Milenina, non chiedermi anche tu un’intervista pensando che magari è l’ultima!».

Eravamo diventati amici quando è stato nominato presidente della Commissione Parlamentare di vigilanza, perché ogni tanto gli arrivavano reclami su qualche puntata di Report. Il 23 giugno 2009 lo incontro nel suo ufficio: «Ma come fai a rimanere sempre così magra? Io devo respirare lentamente altrimenti ingrasso».

Gli racconto che il direttore generale Masi vuole toglierci la tutela legale. Mi consiglia di non incontrarlo ma di mandare una lettera (al dir. generale, alla Commissione, all’Agcom) in cui chiedo le ragioni di questa presa di posizione, visto che non avevamo mai perso una causa e che ha come unico effetto quello di creare delle difficoltà al programma.Ci prese a cuore e alla fine i nostri contratti non furono modificati.

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