Archive for Agosto, 2020

In Italia le città d’arte sono vuote: mancano 34 milioni di turisti stranieri

martedì, Agosto 4th, 2020

Le grandi città d’arte non ripartono. L’assenza dei turisti stranieri sta mettendo in ginocchio la loro economia, in particolare di quelle maggiori. Roma, Venezia, Firenze, Torino e Milano, che insieme valgono oltre un terzo del turismo italiano, si apprestano a perdere nel 2020 quasi 34 milioni di presenze dall’estero, con conseguenze importanti per tutta l’economia cittadina, soprattutto per le imprese dei centri storici. Lo stop dei visitatori causerà infatti una perdita di 7 miliardi di euro circa di spese turistiche complessive, di cui 4,9 miliardi a carico del settore alloggio, della ristorazione e delle attività commerciali e dei servizi. A lanciare l’allarme è Confesercenti, su elaborazioni condotte sulla base delle previsioni di Tourism economics. Stime conservative, sottolinea una nota, che potrebbero rivelarsi ottimistiche in assenza di un avvio del recupero del flusso di viaggiatori entro la fine dell’anno. 

La maglia nera va a Venezia: per la millenaria Serenissima, simbolo del turismo Made in Italy e solitamente tra le mete più ambite a livello globale, si prevede una diminuzione di 13,2 milioni di presenze, per un totale di tre miliardi di euro di spesa turistica perduta. Segue Roma: per la Capitale le previsioni sono di 9,9 milioni circa di presenze in meno e 2,3 miliardi di consumi dei viaggiatori sfumati. A Firenze le perdite si attesteranno su -5 milioni di presenze e -1,2 miliardi circa di consumi. A Milano la contrazione di presenze dovrebbe invece arrivare sfiorare i 4 milioni, mentre per i consumi la riduzione sarà superiore ai 900 milioni di euro. A Torino, si stima un calo di oltre 800mila presenze e di 186 milioni di euro di spese turistiche.

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Lacrime e arcobaleno. Genova ha il suo ponte. “Ma la ferita è viva”

martedì, Agosto 4th, 2020

Marco Menduni

Lacrime e arcobaleno. Genova ha il suo ponte. “Ma la ferita è viva”

Genova. La prima macchina a transitare è quella di Mattarella. Nessuno e nulla è dimenticato, nel giorno dell’inaugurazione del nuovo ponte di Genova. Sono le vittime della tragedia del 14 agosto 2018, il loro ricordo, la loro memoria a fare da trait d’union di tutte le fasi di questa inaugurazione. Il nuovo ponte è pronto e tra poche ore sarà aperto al traffico. Ponte Genova San Giorgio, l’arcobaleno sul nuovo viadotto nel giorno dell’inaugurazione

I 43 nomi vengono scanditi e il presidente della Repubblica è in piedi, durante la lettura del tragico elenco e nei successivi tre minuti di silenzio. Come è stato ai funerali di Stato, come alla celebrazione del primo anno della tragedia. Anche l’arcobaleno appare in cielo in una simbolica, inattesa coincidenza di eventi, e l’iride si mescola alle scie delle Frecce Tricolori. C’è tutto il mondo politico della città, della Regione, dell’Italia, sulle carreggiate del nuovo ponte di Genova. La celebrazione di un’opera straordinaria, qui, sulla carreggiata a 40 metri d’altezza, sorretta da 18 piloni. La celebrazione del «genio italiano» (lo ribadisce, il premier Giuseppe Conte): il progetto di Renzo Piano, le grandi aziende che l’hanno realizzato, i quasi 1.200 lavoratori impegnati in un cantiere che non ha mai riposato. Inaugurazione Ponte Genova San Giorgio: la lettura dei nomi delle 43 vittime del ‘Morandi’

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Spagna, l’ex re Juan Carlos lascerà il paese. L’annuncio con una lettera al figlio

martedì, Agosto 4th, 2020
Felipe e Juan Carlos (Ansa)

Madrid – Il monarca emerito spagnolo, Juan Carlos I, ha comunicato a re Felipe VI la volontà di risiedere fuori dal terriorio spagnolo, in una lettera in cui afferma di voler preservare la sua “eredità e dignità personale” di fronte allo scandalo di corruzione che lo vede coinvolto. “Con lo stesso spirito di servizio che ha ispirato il mio regno e viste le ripercussioni pubbliche di alcui eventi passati della mia vita privata, intendo manifestare la mia più assoluta disponibilità a facilitare l’esercizio delle tue funzioni”, scrive Juan Carlos nella lettera indirizzata al figlio e diffusa dal palazzo reale. Poi conclude: “Guidato dalla convinzione di prestare il servizio migliore agli spagnoli, alle istituzioni e a te come Re, ti comunico la mia meditata decisione di trasferirmi fuori dalla Spagna“. Felipe, da parte sua, ha sottolineato l’importanza storica del mandato del padre, al servizio del Paese e della democrazia, rimarcandone l’eredità istituzionale e politica. Si tratta di fatto di una strategia difensiva della casa reale per prendere le distanze dalla vicenda e non farsi risucchiare dallo scandalo: in precedenza Felipe VI aveva annunciato di voler rinunciare all’eredità paterna (cosa che peraltro non può fare essendo Juan Carlos ancora in vita) e di aver tagliato lo stipendio al re emerito. Sul fronte legale, a occuparsi delle indagini sulle presunte tangenti sarà la Procura della Corte suprema spagnola (solidamente conservatrice e monarchica, ma ciò significa che saranno gli interessi di Felipe a prevalere, non quella di Juan Carlos).

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Pd e M5s divisi, solo il premier si rafforza

martedì, Agosto 4th, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte assume l’iniziativa e sul tema migranti decide di fare il Salvini alcuni giorni dopo che Salvini è finito sotto processo per aver a suo tempo fatto quello che ora Conte chiede («non tollereremo che si entri in Italia, saremo durissimi»), marcando così uno spazio di agibilità politica propria che la balcanizzazione dei Cinquestelle e i balbettii del Pd stavano pericolosamente sfilacciando. I soldi dell’Europa arriveranno, ma potranno essere impiegati solo se il governo ritroverà un minimo di compattezza per presentare progetti di spesa coerenti e passabili sotto le forche caudine dei rigidi controllori europei

Conte ha spiegato che “sui migranti occorre essere duri e inflessibili”, e così facendo ha cercato di riportare un po’ d’ordine all’interno delle correnti Cinquestelle ma soprattutto di mettere all’angolo un Pd che nell’immigrazione vive il caleidoscopio delle proprie contraddizioni: salgono sulle navi, vanno in soccorso di tutte le Carole che passano, votano contro Salvini ma quando si tratta di elaborare una strategia compiuta non ci riescono. Su uno dei temi che dovrebbero essere fondanti della propria azione politica, diciamo identitari, i democratici del dopo-Minniti non entrano in sintonia con il Paese o anche solo con la Realtà, e restano prigionieri di una sorta di “vorrei ma non posso” che ne evidenzia il vuoto.

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Guerriglia M5s, Spadafora sotto accusa

martedì, Agosto 4th, 2020


di ELENA G. POLIDORI

È uno scontro che rappresenta plasticamente la guerra per bande in corso nel M5s. Ieri, a sorpresa, i grillini hanno stoppato la riforma dello sport del ‘loro’ ministro, stellato di rango, Vincenzo Spadafora, vicino a Luigi Di Maio. Aprendo un ‘caso’ interno di difficile soluzione, al punto che lo stesso Spadafora ha minacciato immediatamente di lasciare il campo. Le “criticità sollevate” dai vertici del Movimento hanno per lui il sapore di una sconfessione politica difficile da far rientrare. Fonti grilline spiegano: “Spadafora sta mettendo in difficoltà tutti – dice un deputato di rango –, ha dato più potere al Coni, svuotando ‘Sport e Salute’, che invece dovrebbe essere più centrale. Inoltre, per quanto riguarda la tutela dei lavoratori del settore sportivo non registriamo passi in avanti coraggiosi. Per questo chiediamo al governo di fermarsi”.

Tutto è cominciato con una lettera formale del direttivo del Movimento 5 stelle (secondo alcuni solo da una parte di esso) arrivata ieri a Spadafora: la richiesta è di rinviare la riunione di maggioranza sul decreto attuativo della legge dello sport, in modo da avviare prima un confronto interno al Movimento sul testo col capo politico Vito Crimi e col capo delegazione Alfonso Bonafede. Dall’interno grillino, però, sono trapelate indiscrezioni secondo cui l’obiettivo, in realtà, sarebbe ben più ambizioso: bloccare l’ampia riforma che abbraccia tutti i settori del mondo sportivo spingendo Spadafora a rimettere in questo modo la delega allo sport. Il ministro veniva infatti visto come un po’ troppo amico del mondo sportivo, ma non è certo stato solo questo l’elemento della rottura.

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Ritorna il partito del debito di Stato

martedì, Agosto 4th, 2020

di Angelo Panebianco

Nella Francia assolutista di fine Seicento e del Settecento le finanze statali erano dissestate. Per l’eccesso di esenzioni e privilegi concessi dai re. Ma anche perché i creditori prestavano denaro allo Stato con altissimi tassi di interesse. La ragione è che non si fidavano, rischiavano troppo. La restituzione o meno del loro denaro dipendeva dalle decisioni e dagli eventuali capricci del sovrano. Nella potenza rivale della Francia, la Gran Bretagna (dopo la Gloriosa Rivoluzione del 1688-89), le finanze statali erano floride. Una delle ragioni è che i creditori accettavano bassi tassi di interesse. Si fidavano di un potere sovrano vincolato dal Parlamento, che non poteva cambiare carte in tavola e regole del gioco a capriccio. Era pessima la reputazione della Francia, ottima quella della Gran Bretagna. Ne discendevano effetti opposti. Difficile non pensare alla Francia assolutista quando, come è accaduto poche settimane fa, Christopher Hohn, uno dei più influenti gestori dei fondi esteri di investimento, dichiara che non favorirà più investimenti in un’ Italia ormai totalmente inaffidabile, un’Italia che, nella vicenda di Autostrade, si è rimangiata un accordo preso, ha violato quel principio della certezza del diritto in mancanza del quale nessuno può sentirsela di investire i propri soldi. Questo episodio non ha turbato affatto i sonni dei neo-statalisti. Definirei costoro i «keynesiani de’ noantri».

Quella dei neostatalisti è una categoria che, dopo gli anni grami seguiti al crollo della cosiddetta Prima Repubblica — anni in cui la suddetta categoria viveva nascosta, in clandestinità — è tornata a circolare con la stessa arroganza con cui si conduceva ai tempi (ricordate?) dei «boiardi di Stato», quando nell’età ormai degenerata del capitalismo di Stato all’italiana, i sofisticati discorsi sulla bontà della «economia mista» coprivano clientelismo e lottizzazioni, nonché voragini nei bilanci delle imprese pubbliche coperte con i soldi dei contribuenti. A differenza dei keynesiani veri, molti neo-statalisti non hanno mai letto un rigo di John Maynard Keynes. Credono (sbagliando) di ispirarsi all’economista britannico. Soprattutto credono (sbagliando di nuovo) di avere capito una cosa: pensano che sia un progetto economico esaltante «far fare buche» (a spese dello Stato) e poi farle riempire.

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Coronavirus, i veri numeri del contagio in Italia: 1,5 milioni di casi

martedì, Agosto 4th, 2020

di Margherita De Bac

Sono quasi un milione e mezzo gli italiani contagiati dal coronavirus. Sei volte di più rispetto a quelli cui l’infezione è stata diagnosticata da febbraio a giugno e che quindi risultano sui bollettini della Protezione Civile. Il 2,5% della popolazione secondo il tanto atteso studio di sieroprevalenza che serve appunto a comprendere quanto il Sars-CoV-2 abbia circolato, in che modo si è espresso e in che misura da luogo a forme asintomatiche. L’indagine è stata condotta da Istat e ministero della Salute, col supporto logistico fondamentale della Croce Rossa che ha reclutato il campione di volontari non senza difficoltà. Dopo migliaia e migliaia di telefonate si è riusciti a reclutare il campione statistico e a venirne a capo con risultati solidi. Diversi cittadini avevano infatti declinato l’invito ad aderire al progetto, negando il consenso. Oltre 64.600 i prelievi. Il 2,5% della popolazione è risultata positiva al test degli anticorpi e dunque è venuta a contatto con l’agente infettivo responsabile della pandemia.

Lombardia in testa

Il virus ha conquistato l’Italia con una forte differenziazione territoriale. In Lombardia la prevalenza è stata del 7,5% contro lo 0,3% della Sicilia. È la conferma che l’istituzione delle zone rosse alle Regioni del Nord e poi il lock down nazionale hanno stroncato la catena di trasmissione. I contagiati sembrano una percentuale irrisoria. Invece il dato «può trasformarsi in qualcosa di problematico se non siamo prudenti», analizza il presidente Istat Gian Carlo Blangiardi, al fianco del ministro della Salute Roberto Speranza nel presentare l’indagine. «La percentuale del 2,5% ci dice che è stato un fenomeno significativo che ha interessato circa un milione e mezzo di persone. Il momento più difficile è alle spalle, siamo fuori dalla tempesta ma non in un porto sicuro. Usiamo cautela», ricorre al paragone marinaro Speranza. La raccomandazione, spesso inascoltata, è di indossare mascherina, lavarsi spesso le mani e distanziarsi.

Bergamo e Cremona

La variazione territoriale è la chiave di lettura. I lombardi rappresentano il 51% dei cittadini italiani con anticorpi. Sembra che il Sars-CoV-2 abbia colpito in maniera selettiva, scegliendo: a Bergamo la sieroprevalenza è del 24% contro il 19% della vicina Cremona, uniche due province a mostrare la doppia cifra.

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Nuovo Ponte Genova, il discorso di Renzo Piano: «Il più bel cantiere della mia vita»

martedì, Agosto 4th, 2020
L’architetto e senatore a vita: «Non parlerei di miracolo, è stato il Paese che ha mostrato una parte buona» – Agtw /CorriereTv
«È stato il più bel cantiere che ho avuto in vita mia. È stato straordinario». Così l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, nel suo intervento nel corso della cerimonia di inaugurazione del ponte San Giorgio. “Siamo sospesi tra il cordoglio della tragedia e l’orgoglio di aver costruito il ponte. Non credo che si debba parlare di miracolo: semplicemente è stato che il Paese ha mostrato una parte buona”, ha aggiunto. «Costruire un ponte è un gesto di pace», ha continuato. «Io auguro a questo ponte di essere amato, adottato, non è facile essere erede di una tragedia. E credo che sara’ amato, perche’ e’ semplice e forte come questa citta’”. «Vorrei che questo ponte fosse visto di ferro e arie, costruito in acciaio e forgiato nel vento. Tutto qua, adesso il ponte è vostro. Lunga vita al ponte San Giorgio».
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Migranti, Conte: «Non tolleriamo ingressi irregolari». A Lampedusa barchini e una nave per la quarantena

lunedì, Agosto 3rd, 2020

di Claudio Del Frate

Migranti, Conte: «Non tolleriamo ingressi irregolari». A Lampedusa barchini e una nave per la quarantena

«Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare»: il premier Giuseppe Conte ribadisce la linea già annunciata alcuni giorni fa in materia di immigrazione dalla ministra dell’interno Luciana Lamorgese. E annuncia l’aumento dei rimpatri rapidi verso la tunisia e il rafforzamento delle misure di contenimento. Le parole del governo arrivano nel giorno in cui l’isola di Lampedusa assiste a nuovi sbarchi nella notte e attende l’arrivo della nave da mille posti che ospiterà gli stranieri in quarantena dandop respiro all’hotspot dell’isola.

Le parole di Conte

«Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare. Tanto più non possiamo tollerare che in questo momento in cui la comunità internazionale intera ha fatto tantissimi sacrifici, questo risultati siano vanificati» ha detto Conte nel Foggiano a margine di un incontro sulla legalità. «Addirittura ci sono migranti che tentato di sfuggire alla sorveglianza sanitaria. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo essere duri e inflessibili», aggiunge il premier. «Stiamo collaborando con le autorità tunisine. È quella la strada. Io stesso ho scritto una lettera al presidente tunisino e sono contento che abbia fatto visita ai porti per rafforzare la sorveglianza costiera».

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Coronavirus, nel Regno Unito pronti due test che danno il risultato in 90 minuti

lunedì, Agosto 3rd, 2020

di Paola De Carolis

LONDRA – Due test veloci e di facile utilizzo sono l’arma sulla quale il Regno Unito punta per prevenire la temuta seconda ondata di Covid-19. Si tratta di due esami diversi – uno sulla saliva e l’altro su tampone nasale – che potrebbero fornire una più adeguata protezione in ambienti dove è impossibile rispettare il distanziamento sociale, come scuole, case di cura e ospedali. I due test sono in grado di fornire un risultato in 90 minuti.

Per John Bell, professore di medicina presso l’università di Oxford e coordinatore del programma governativo per la ricerca sui test sugli anticorpi, la notizia rappresenta un passo avanti per un ritorno verso la normalità. «Se pensiamo alle scuole – ha spiegato l’immunologo alla Bbc – la sicurezza è una priorità assoluta e l’unico modo per essere sicuri è fare test. Allo stesso modo questi sono test che potrebbero rappresentare una svolta non solo in contesti pubblici ma anche per società private, come aeroporti e linee aeree».

Con un comunicato Downing Street ha fatto oggi sapere che i due test verranno utilizzati già nei prossimi giorni. Quello sulla saliva, che si chiama LamPORE ed è stato ideato a prodotto dalla società Oxford Nanopore, è sensibile quanto il tampone attuale, ma è meno invasivo. Può essere analizzato sia in laboratorio sia in altri contesti grazie a due macchinari, il GridION, grande come un computer capace di studiare 15.000 tamponi al giorno, il MinION, che ha le dimensioni di un cellulare e può esaminare quotidianamente 2.000 test. 450.000 tamponi sulla saliva verranno utilizzati già dalla settimana prossima in strutture sanitarie, ha sottolineato Downing Street, e i risultati verranno forniti al sistema di tracciamento della sanità pubblica per un rapido isolamento dei positivi.

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