Archive for Agosto 18th, 2020

Draghi: sussidi per crisi Covid finiranno, investimenti massicci su giovani e istruzione. Ritorno alla crescita priorità assoluta

martedì, Agosto 18th, 2020

di Gianni Trovati

Il veleno prodotto in dosi più massicce dalla pandemia è l’incertezza. E l’antidoto che la politica economica deve mettere in campo in fretta è la costruzione di un futuro sostenibile abbandonando la fase dei sussidi, necessaria ma inevitabilmente temporanea. Perché la crisi economica prodotta dal Coronavirus ha determinato un’impennata di deficit e debito senza precedenti, che per essere sostenibile deve essere impiegato negli investimenti per la crescita. L’intervento di Mario Draghi nell’apertura del Meeting di Rimini ha tracciato con chiarezza i termini delle sfide colossali che attendono i governi nel prossimo futuro. E implicitamente ha offerto un metro efficace per misurare la distanza fra queste sfide e i temi che occupano in queste settimane il dibattito pubblico italiano. Perché l’ex presidente della Bce si è guardato bene dall’entrare nell’analisi puntuale di questa o quella misura decisa a Roma come a Bruxelles. Ma ha indicato l’orizzonte, dominato da alcune, chiare questioni cruciali.

Debito buono e debito cattivo

Debito e futuro sono due temi intrecciati in un nodo inscindibile. Non solo perché il secondo sarà dominato dal primo, prodotto in questi mesi in quantità «senza precedenti». Ma soprattutto perché il debito da pandemia andrà indirizzato in fretta agli investimenti produttivi (a partire da istruzione e giovani) che servono alla crescita, a sua volta presupposto indispensabile per la sua sostenibilità, archiviando quanto prima la stagione di bonus e sussidi. Sul punto Draghi è stato chiarissimo: «Il debito – ha detto – è destinato a rimanere elevato a lungo e sarà sostenibile, continuerà cioè a essere comprato da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori, se sarà utilizzato a fini produttivi in investimenti in capitale umano, innovazione e ricerca». Accanto a questo «debito buono» esiste un «debito cattivo», acceso per alimentare spese correnti e aiuti di breve termine anche sull’onda dell’illusione dei tassi bassi. Che da soli «non sono garanzia di sostenibilità» del debito, perché «la percezione dei mercati è altrettanto importante, e quanto più si deteriora, tanto più diventa incerto il quadro di riferimento».

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Mario Draghi, i giovani e la nostra grande occasione per ripartire

martedì, Agosto 18th, 2020

di Nicola Saldutti

Mario Draghi, i giovani e la nostra grande occasione per ripartire

L’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha scelto il Meeting di Rimini per tornare su uno dei temi che in questi anni ha sottolineato con più forza, la necessità di orientare gli interventi delle politiche economiche, ma non solo, al patrimonio più rilevante di cui dispongono i Paesi, le società, ancor di più prezioso in una fase di grande smarrimento come questa: i giovani. Ed è a loro che si è rivolto in questi anni l’ex allievo di Federico Caffè, con lo scopo di spingere governi, istituzioni, politiche a non perdere di vista la loro centralità. Il messaggio è chiaro: bisogna dar loro di più, investire sulla loro formazione se si vuole davvero ripartire. Un appello che arriva dopo molti richiami a questa urgenza. «Nonostante sia la generazione meglio istruita di sempre, i giovani stanno pagando un prezzo troppo alto per la crisi. Per evitare di creare una “generazione perduta” dobbiamo agire in fretta», diceva nel 2016. Il tema era, e resta «la disoccupazione giovanile in quanto impedisce ai giovani di svolgere un ruolo attivo e significativo nella società». Una situazione che «danneggia seriamente l’economia, perché a queste persone, che vorrebbero ma non riescono a lavorare, viene impedito di sviluppare le loro competenze. Per evitare una generazione perduta dobbiamo agire rapidamente», chiedeva.

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Sulla scena del meeting. Riecco Draghi, l’alchimista delle parole

martedì, Agosto 18th, 2020

di RAFFAELE MARMO

Non sappiamo se diventerà l’uomo della Provvidenza e, eventualmente, con quale ruolo e con quale missione. Ma di sicuro nelle rare occasioni nelle quali interviene pubblicamente lascia un segno. E, dunque, non c’è da stupirsi per l’attesa che osservatori più o meno interessati manifestano in queste ore per il discorso che Mario Draghi terrà al Meeting di Rimini come ospite principale della kermesse ciellina. L’ex numero uno della Banca centrale europea era stato invitato prima dell’esplodere della pandemia: e già questa, del resto, era un’indicazione precipua del termometro o del borsino di un’organizzazione, come Cl, tradizionalmente sensibile alla politica in senso lato e a chi la incarna o può incarnarla.

Ma è di tutta evidenza che l’emergenza Coronavirus ha, al tempo stesso, rivoluzionato ampiamente il contesto di riferimento e reso più stringenti ma anche più variabili le possibili traiettorie della più autorevole riserva della Repubblica.

Come accade in questi casi, il ritorno sul palcoscenico dell’ex governatore di Bankitalia, dell’ex Direttore generale del Tesoro, dell’ex più ex che ci sia in circolazione fa salire inevitabilmente l’attenzione dei Palazzi sulle collocazioni future dell’uomo: e così tornano a moltiplicarsi speculazioni e retroscena sui destini del governo in carica o sugli inquilini prossimi venturi del Quirinale. Eppure, a maggior ragione per Draghi, i ruoli sono e possono essere conseguenza delle missioni e delle funzioni che si è chiamati a svolgere in un impasto da alchimista di tecnica e politica.

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Contagi di ritorno, tamponi a singhiozzo. E nessun controllo per chi rientra in auto

martedì, Agosto 18th, 2020

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Alcune Regioni, poche, già fanno i tamponi in aeroporto, altre entro 24, 48, anche 72 ore nei presidi territoriali. E il rischio è che si ripeta quanto successo nelle Marche dove un ragazzo di Montottone (Fermo) rientrato da Malta il 12 agosto – quindi poche ore prima del decreto Speranza che obbliga ai test chi rientra da Spagna, Grecia, Croazia e Malta – ha fatto il tampone (di sua sponte) e invece di attendere l’esito a casa se ne è andato a festeggiare il Ferragosto in un bel locale sulla costa, a Porto San Giorgio. Il ragazzo era positivo benché asintomatico, e ora si stanno cercando le 250 persone che potrebbe aver incontrato e qualcuna, forse, infettato.

Resta irrisolta la questione di come controllare chi rientra in auto (molti dalla Croazia) e in traghetto (molti da Croazia e Grecia): si deve confidare nella responsabilità dei viaggiatori che devono registrarsi e prenotare l’effettuazione del tampone nella propria Asl, restando nel frattempo in isolamento fiduciario. Del tutto inspiegabile poi perché non sia previsto l’obbligo di tampone per chi proviene da Paesi come il Belgio, l’Olanda e la Francia, che hanno tassi di positivi per 100mila abitanti molto maggiori di quelli di Grecia e Croazia. La Croazia ha un tasso di 32,2, la Grecia di 22,5 mentre la Francia e l’Olanda hanno un tasso di 45,7, il Belgio di ben 65,8. Ma per chi viene da quei tre Paesi, niente tamponi. Una distorsione evidente.

Tra le Regioni che si stanno comportando meglio c’è il Veneto, che ha effettuato 13.919 tamponi su chi è rientrato da Paesi considerati a rischio e riscontrato 48 positivi. Abbastanza bene anche il Lazio dove i controlli vengono condotti sia nell’aeroporto di Fiumicino (2mila effettuati finora) che (da ieri) in quello di Ciampino e in cinque ’drive in’ nella città e nella provincia di Roma. Finora sono sei le persone positive rilevate a Fiumicino. Si tratta di una romana asintomatica rientrata dall’isola greca di Skiathos, un francese tornato dalla Croazia, un giovane di Pescara decollato da Malta, due spagnoli, provenienti da Barcellona, e una romana da Tenerife.

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Scuola, sindrome da foglio bianco

martedì, Agosto 18th, 2020

Dal 14 settembre riprenderanno le lezioni, oggi la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, lo ha garantito ancora una volta. Ma quando mancano ventisette giorni, il ritorno a scuola di alunni, studenti, insegnanti e personale scolastico – questione nevralgica della fase 3 post lockdown e della ripartenza del Paese – è tutt’altro che pianificato. I contagi aumentano, dal Ministero della Salute ieri è arrivata la nuova stretta con la chiusura delle discoteche e l’obbligo di indossare la mascherina dalle 18 alle 6 del mattino anche all’aperto soprattutto nei luoghi della movida estiva e, guardando all’autunno col pensiero alla annunciata seconda ondata, nel Paese comincia a serpeggiare il timore di un ritorno al passato. “Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano”, ha scritto Azzolina su Facebook, invocando “responsabilità e consapevolezza da parte di tutti”.

Ma i dirigenti scolastici e i sindaci, che si troveranno a gestire in prima linea la situazione, sono preoccupati.

I presidi “richiamano” il Cts. Tra le misure per la riapertura delle scuole, l’Associazione nazionale presidi ha previsto la predisposizione di un locale interno ad ogni istituto scolastico da destinare ad accogliere eventuali casi sintomatici di coronavirus o sospetti. Ma per i dirigenti i problemi aperti e irrisolti per l’avvio del nuovo anno scolastico sono ancora tanti. C’è la questione della responsabilità penale e poi quella dell’arrivo dei nuovi banchi, su cui il presidente Antonello Giannelli ha “interrogato” il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. La risposta, è arrivata dagli uffici del commissario, le parole di Giannelli liquidate come “destituite da ogni fondamento”. Negli istituti che ne hanno fatto richiesta bianchi monoposto e sedute attrezzate “saranno consegnati a partire dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre” e “la distribuzione avverrà secondo una programmazione nazionale e una tempistica che terrà conto delle effettive priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori, garantendo in tal modo il normale avvio dell’anno scolastico in piena sicurezza”.

Bisognerà aspettare ancora, dunque. E intanto, guardando al 14 settembre, ci si chiede: su chi e in che modo saranno effettuati i test sierologici e chi e quando dovrà indossare o meno la mascherina?

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Di Maio non si ferma: Pomigliano-Italia, il progetto delle 5 città

martedì, Agosto 18th, 2020

Se son rose fioriranno, ma per coglierle si dovrà eliminare una quantità enorme di spine. L’avvicinamento ferragostano tra Pd e M5s passa per una diffidenza marcata di robusti pezzi di entrambi i partiti, per la richiesta, reiterata ancora oggi, di Nicola Zingaretti di prendere i soldi del Mes, per la resistenza di larghi pezzi di 5 stelle nel chiudere alleanze locali. E’ Luigi Di Maio ad essersi intestato l’operazione. I vertici pentastellati sono rimasti disorientati da quello che un membro del governo definisce “il colpo di mano di Davide Casaleggio”. Il figlio del co-fondatore ha imposto il doppio voto, quello sui mandati per sindaci e consiglieri comunali e quello sulle alleanze, all’insaputa di un buon pezzo della classe dirigente. L’ex capo politico, invece di subirlo, ha deciso di cavalcarlo. Quindi prima l’endorsement per i due sì, nonostante il sentiment iniziale della base virasse decisamente per la bocciatura del quesito sugli accordi con i partiti. Poi il riannodarsi del filo con Beppe Grillo, con il quale i rapporti sono tornati a farsi decisamente sereni.

In queste ore è febbrile il lavorio per tentare un accordo in extremis nelle Marche e in Puglia. A Di Maio, a Vito Crimi e in generale a tutti i colonnelli M5s non dispiace l’idea avanzata dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci: un tandem che preveda il Dem Maurizio Mangialardi correre come presidente e il grillino Gianni Mercorelli quale suo vice. Un’ipotesi che non piace ai quadri locali dei 5 stelle, ma sul quale in questi giorni è in forte pressing la dirigenza romana: “Mangialardi non è uno di struttura – spiega un deputato che lavora da settimane al dossier – è un nome nuovo. Non capisco i nostri: da soli prendiamo percentuali da prefisso telefonico, insieme possiamo vincere”. E’ una vera è propria corsa contro il tempo, considerato che il 20 vanno presentate le liste.

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Via alla convention democratica Usa: i giochi si aprono via streaming e Biden incassa l’appoggio di numerosi repubblicani che non vogliono più Trump

martedì, Agosto 18th, 2020

Alice Mattei

Michelle Obama alla concention democratica. Handout/DNCC via Getty Images

Tra le cose per cui questa convention pre-elettorale, unica nel suo genere, sarà ricordata, non ci sarà solo il fatto di essere stata condotta completamente via streaming, ma anche il fatto di aver contato tra i suoi relatori numerosi repubblicani (almeno quattro, tra i quali uno di grande peso, come l’ex governatore repubblicano dell’Ohio John Kasich), che hanno scelto di appoggiare il candidato democratico invece di quello del loro partito, sostenendo, come ha fatto Kasich che “l’interesse del Paese è più importante di quello del loro Partito”. Si tratta di un endorsement inedito e, per certi aspetti, pericoloso.

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Torna la paura dell’inflazione: l’onda starebbe per partire dalla Cina

martedì, Agosto 18th, 2020

Mauro Bottarelli

Stati Uniti avrebbe portato immediatamente alla mente l’immagine del cavallone perfetto di Un mercoledì da leoni. Oggi, invece, l’immaginario corre al timore per la seconda ondata di Covid. E, di conseguenza, a un secondo, devastante lockdown dell’economia. Ma da qualche giorno, è un’altra l’onda che turba i sonni di alcuni analisti: quella inflazionistica che la Cina si preparerebbe a far abbattere sugli Stati Uniti attraverso il suo impulso creditizio. Un pericolo potenziale talmente alto da far utilizzare il termine di inflationary tsunami.

Al centro del dibattito, la dinamica rappresentata in questo grafico:

Bloomberg/Zerohedge

in un mondo che non riesce a direzionarsi fra rischio inflattivo o deflattivo, visto l’andamento antitetico di tassi reali attuali ai minimi storici e breakevens invece in crescita da tre mesi consecutivi, ecco che sugli schermi appare la correlazione storica fra stimolo monetario cinese e reflazione dell’economia Usa, letta appunto attraverso l’inflazione (CPI) aggiustata al tasso di interesse. Il grafico mostra però una correlazione storica ancora più inquietante, visto il livello di iscrizione a bilancio degli asset finanziari che sconta mediamente tassi a zero per un tempo illimitato: il rendimento del Treasury a 10 anni, oggi in area 0.70%.

Insomma, a far paura è l’ipotesi che – ancora una volta – la linea blu nell’arco di pochi mesi vada in re-couple con quella rossa dell’impulso creditizio cinese. A quel punto, i modelli di VaR (Valore a rischio) di banche e fondi salterebbero come tappi di champagne a Capodanno. Senza alcunché da festeggiare, però. Anzi.

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Giallo di Caronia, il teste alla polizia: “Dopo l’incidente Gioele era vivo, in braccio alla mamma”

martedì, Agosto 18th, 2020

dal nostro inviato SALVO PALAZZOLO

PATTI (Messina) – “Gioele era vivo, in braccio alla mamma, dopo l’incidente in galleria, quando ha scavalcato il guardrail dell’autostrada – dice il procuratore di Patti, Angelo Cavallo – lo ha raccontato un testimone, un turista del Nord, che si è finalmente presentato dopo il nostro appello”. C’è una svolta importante nel giallo di Caronia. “Il piccolo non era ferito né aveva sangue – spiega il magistrato – il testimone ci ha detto che il bambino aveva gli occhi aperti e aveva il viso appoggiato sulla spalla destra della madre. Per il resto, tutte le piste restano ancora aperte sulla fine di Viviana e del suo bambino”, precisa il procuratore subito dopo un lungo vertice con gli investigatori della squadra mobile di Messina, della Scientifica di Catania e i medici legali. “Ora la priorità è trovare il piccolo Gioele – dice ancora Cavallo – abbiamo a disposizione quattro cani della polizia di Stato specializzati nelle ricerche di persone scomparse. Non ci fermiamo”.

Il giallo di Caronia, i familiari di Viviana in procura: ”Gioele si deve trovare. Lo cercheremo noi”

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Discoteche chiuse, Linus: «Senza regole caos inevitabile. Mio fratello Albertino? È adulto e fa le sue scelte »

martedì, Agosto 18th, 2020

di Chiara Maffioletti

Discoteche chiuse, Linus: «Senza regole caos inevitabile. Mio fratello Albertino? È adulto e fa le sue scelte »

Nelle scorse settimane aveva aspettato, morsicandosi la lingua più volte, ammette adesso. Ma dopo il suo post sui suoi profili social — in cui, senza girarci troppo attorno, ha dato degli ubriachi a chi aveva deciso di riaprire le discoteche —, Linus è finito prepotentemente al centro del dibattito che riguarda un mondo che conosce da vicino: quello della musica, delle discoteche e del divertimento notturno. «Il mio, però, non è un attacco alle discoteche — spiega — se mai una loro difesa, pensando anche ai gestori che sono stati lasciati a metà del guado: a un certo punto è stato detto loro “aprite”, ma buttandogli addosso tutte le responsabilità». La questione più che prevedibile, per il direttore artistico di Radio Deejay, era l’impossibilità di evitare assembramenti in luoghi dove, fondamentalmente, si va per assembrarsi.

«Se prima queste potevano essere opinioni, adesso iniziano ad essere numeri. Sono il primo a dire che non si deve vivere in uno stato di polizia o, comunque, con il terrore continuo. Cerco di fare una vita abbastanza normale, non ho paura di andre la mare o al ristorante, ma era doveroso eliminare tutte le situazioni esageratamente affollabili». Questo mese, a Riccione, sono in corso le serate in piazza della sua radio. La gente c’è. «Ma stiamo seguendo tutte le regole e le indicazioni della questura. Se gli altri anni questi stessi eventi erano pensati per 15, 20mila persone, oggi la piazza ne ospita 2mila al massimo e tutte sedute: sembra di essere al Cremlino, quando si facevano gli spettacoli per la nomenklatura».

Come mai non ha dettoprima quello che pensava? «Perché non volevo finire nella polemica. Ma dopo Ferragosto è arrivata la decisione di chiudere e mi è sembrata a livello di tempistica talmente ipocrita da non riuscirmi più a trattenere». Del resto, «se era pericoloso si poteva intervenire anche prima. Invece hanno preferito aspettare dopo il 15». Nelle settimane precedenti, suo fratello Albertino era sul palco della Praja di Gallipoli, una delle discoteche più criticate per i tanti assembramenti e le poche mascherine. «Mio fratello è adulto e fa le sue scelte. Personalmente non è che la cosa mi facesse impazzire, ma era una sua decisione.

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